Florida 2018: Episode 04

7 Luglio 2018da tarabusi
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Da Exuma ad Andros per Arrivare a Key West

La Cena da Guido ci ha fatto rapidamente dimenticare la Mama’s Bones Soup di Mayaguana allo stesso tempo pero’  ci ha ricordato che la nostra parentesi alla Bahamas è giunta al termine.

La mattina del martedi’ facciamo un briefing pre rientro e impostiamo carte e rotta per San Andros, dove atterreremo per Dogana e carburante, prima di rientrare negli States.

Questa prima tratta ci porta a sorvolare nuovamente le Exuma verso nord fino a Staniel Cay per tagliare direttamente verso la parte settentrionale di Andros ed arrivare a San Andros AOE – Airport of Entry, e punto di rifornimento.

Andiamo via senza piano di volo e la tratta dura poco meno di due ore.

L’aeroporto di San Andros è in mezzo alla parte nord di Andros, intorno non ha praticamente nulla, una lunga pista ed un piazzale dove sostano i postali, qualche charter turboelica e aero taxi. All’interno la dogana e un piccolo bar dove riusciamo a farci un Hot Dog prima della tratta finale verso Key West.

Mi ero informato tramite AOPA sulle pratiche doganali di rientro negli States a Key West e tutti mi avevano detto che erano snelle e semplici, quindi al contrario di altre volte dove siamo saliti a Nord verso KSUA a questo giro abbiamo puntato diretti Key West.

La vera battaglia è stata trovare il numero per trasmettere il piano di volo alla CAA delle Bahamas e trovare al telefono la dogana di Key West per avvisarla. La parte burocratica di inserimento dell’eApis l’avevo fatta dovevo solo anticipare orario di arrivo di un paio d’ore e comunque assicurarmi che avessero ricevuto il tutto (da procedura comunque bisogna sempre telefonare).

All’ufficio di San Andros mi passano un foglio con numerosi numeri, ne provo diversi, poi riesco a mettermi in contatto con Nassau. Pero’ non hanno idea di come “inserire” il piano di volo. Probabilmente l’ufficio non è quello corretto.. e si sa… “Things in Bahamas.. take time…”

Alla fine ci ricordiamo che all’andata nello scalo d Freeport avevamo trascritto il numero di telefono per la gestione dei piani di volo che gentilmente la signorina ci aveva dato. Ha funzionato al primo colpo, quindi il piano di volo è andato a posto.

Altro ginepraio per dogana di Key West: da notare che li avevo chiamati dall’Italia, prima di partire per fare una verifica preventiva. Avevo ancora numero memorizzato ma ovviamente a distanza di qualche settimana il numero è cambiato.

Per recuperare il nuovo ho fatto numerosi tentativi alla fine sono riuscito a parlare con Miami che ho capito essere ente coordinatore che mi ha finalmente dato numero nuovo di Key West.

 

Raggiunti telefonicamente, il Key West Custom Border Protection  ha confermato autorizzazione con il classico “no problem sir i see your eApis”.

Chiusa la parentesi burocratica e completato rifornimento all’aereo e allo stomaco siamo pronti per la partenza. Accelerata direi visto l’imminente tromba d’aria/tornado che si stava formando appena a nord del campo. Un nero piu’ nero del nero in mezzo ad un cielo azzurro che è anche brutto da vedere (fa molto apocalisse).

Schizziamo per aria senza tanti fronzoli per una rotta diretta sulle Keys lasciandoci sulla sinistra un simpatico mulinello che si sta formando sempre piu’ preoccupante (e per fortuna la nostra rotta ci porta lontano da quel punto).

Apriamo il piano di volo con Nassau e attraversiamo a 6.000 piedi per cercare il contatto radio prima possibile con Miami Oceanic ed ottenere il nostro codice per penetrare l’ADIZ Americana. A poche miglia dall’ingresso riceviamo Miami che assegna il codice e poi ci passa con l’Approach. Scendiamo a 2.000 piedi lungo le Keys, ma questa manovra ci fa perdere il contatto radio (probabile che a quella quota la nostra radio non riesca a raggiungere il controllo traffico). Proviamo diverse volte ma nulla. Il codice l’abbiamo pero’ gironzolare senza contatto in quella zona non ci piace. Facciamo diversi tentativi via radio, poi l’intuizione! Perché non telefoniamo? E qui l’acquisto delle cuffie spaziali fatto l’anno scorso al Sun & Fun da il suo massimo.

Abbiamo segnale 3G, collegamento Bluetooth Cuffia – iPhone, chiamata in volo, ricezione ottima, audio ottimo e in un secondo chiudiamo il piano di volo! Sarebbe davvero stato impossibile effettuare la chiamata senza quelle cuffie!

Continuiamo lungo la A1A fino alla base militare di Boca Chica poco prima del Miami International e poi ci autorizzano per un finale diretto sulla pista …

Parcheggiamo aeromobile in zona Custom, esce il doganiere puntualissimo e veramente in un attimo riceviamo il nostro “Welcome Back”. Non so perché ma fa sempre un gran piacere sentirselo dire, cosi’ come quando arrivi ad Orlando all’internazionale e alla fila d’ingresso gli americani ricevono sempre un “Welcome Back Home”. Ti fa sentire benvenuto. E non guasta.

Dopo oltre 5 ore di volo non vediamo l’ora di infilarci le ciabatte. E’ pomeriggio inoltrato ma appena arrivati al Margaritavilla Resort direttamente sul Sea Front a ridosso di Mallory Square ci tuffiamo nella bella piscina della struttura. A seguire immancabile foto di rito del tramonto in mezzo a centinaia di persone che sgomitano per accaparrarsi un centimetro quadrato di visuale in cui scattare la foto ricordo. E che dire del ragazzo dei Mojito? E’ sempre li che fa la sua parte e gestisce la sua fila: un mojito, 10 dolla! Bell’andare…

Unico vero giorno di relax senza volo è il seguente passato a rosolare al sole a Fort Zackary. Questa pausa ci voleva davvero per riprendere fiato. L’ìdea iniziale era affittare una barca e andare in barriera corallina, ma dopo tutte le tratte dei giorni precedenti l’idea di separarsi da un comodo lettino e ombrellone non era piu’ cosi’ allettante. La siesta ci fa bene e l’indomani dopo aver fatto acquisti di souvenir ritorniamo in aeroporto per fare rotta Nord. Questo volo ci porterà a Winter Haven per poi andare al Sun & Fun.

Partiamo in tarda mattinata con un sorvolo di Marathon per poi fare un touch & go nell’aeroportino di Everglades con tanto di slalom tra i canali delle paludi e ci fermiamo nel bellissimo aeroporto di Marco Island per sgranchirci le gambe una ventina di miglia più’ a nord. Qui incontriamo un ex pilota di 767 Libanese, arrivato con il suo King Air. Ci chiede da dove veniamo e con un po’ di orgoglio gli diciamo Italia – Modena. Ci racconta che ha visitato l’Italia e ci chiede se al sabato andiamo a prendere il caffè a Cipro… Dopo avergli spiegato che voliamo con i Pa28 perdiamo i 100 punti che avevamo guadagnato, ne recuperiamo alcuni quando giochiamo la carta PA31 Navajo. Ma subito dopo quando capisce che siamo di ritorno dalle Bahamas con un Warrior ci dice che siamo matti e se ne va. Beh… facile andare a Nassau con un Boeing… Pausa Caffè un po di relax poi torniamo in volo sempre verso nord lungo la costa, per doppiare Venice e fare rotta su Winter Haven (KGIF) dove atterriamo poco prima di cena. Il programma avrebbe dovuto proseguire con dei voli notturni… ma non ce l’abbiamo fatta! Dopo una giornata passata in aria era davvero dura rientrare nell’abitacolo dopo cena. E poi l’indomani ci aspetta il Sun & Fun edizione 2018!

tarabusi

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