pilota

9 Novembre 2016

Il pilota del gruppo tedesco della NATO in servizio nella base estone di Ämari Swen Jacob ha parlato con il quotidiano Washington Post dei suoi incontri con gli aerei militari russi sopra le acque internazionali del Mar Baltico.

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Secondo il militare tedesco, la crescita delle tensioni tra la Russia e l’Alleanza Atlantica ha un effetto pratico per i piloti, in quanto diventa più probabile incrociare gli aerei russi nei cieli della regione.

A volte i piloti volano ad una distanza di meno di dieci metri dagli aerei russi. E’ abbastanza vicino per salutare con la mano l’altro pilota o mostrargli il dito medio, come ha fatto di recente un Top Gun russo. Sembra che abbia visto a sufficienza film di guerra,” — ha dichiarato Jacob.

Ci sono stati momenti al contrario che hanno contribuito ad alleggerire la tensione. Una volta un pilota russo si è messo in contatto via radio per farmi gli auguri di Natale, ha aggiunto il militare tedesco. “I tedeschi sono consapevoli cosa accadrà se faranno qualcosa di stupido, credo che reciprocamente anche i russi lo capiscano,” — osserva Swen Jacob.

In precedenza Swen Jacob, commentando in un’intervista con la Bild le accuse dei rappresentanti di Finlandia ed Estonia sugli sconfinamenti della Russia, ha sottolineato che nessun aereo russo ha mai volato sopra le isole o la terraferma dei due Paesi. Il pilota ha inoltre riferito che durante il suo servizio in Estonia non ha mai visto alcuna manovra ostile dei suoi colleghi russi.

I Paesi Baltici non hanno velivoli adatti per il pattugliamento aereo, così dall’aprile 2004, dopo il loro ingresso nella NATO, su rotazione gli altri membri della NATO assolvono questo compito.

Fonte: it.sputniknews.com


6 Novembre 2016

Partono con aereo ma non accorgono del gatto che stava dormendo sull ala prima di partire….


Il pilota di un ultraleggero nella Guyana Francese non ha controllato bene l aereo prima di partire per far fare un giro ad una turista che ecco, ormai già belli che decollati, si presenta loro un terzo passeggero…

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Fortuna per il micio che il pilota lo ha notato subito… lieto fine 😀

Fonte:Haze Weed


24 Settembre 2016

Il 68enne fermato in Albania. «Pronto per 200 chili»

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I nomi degli uomini dell’organizzazione. Le piste segrete per le partenze e gli arrivi degli aerei. Le quantità della droga. I contatti in Italia. Pur di salvarsi, avrebbe detto tutto. Forse anche «troppo». Ha parlato, l’imprenditore milanese 68enne fermato dalla polizia alle 9.30 di giovedì dopo un atterraggio d’emergenza su una striscia di terra battuta a Ishëm, nel Nord di Durazzo, sul suo aereo da turismo finito con l’ala sinistra spezzata e la coda danneggiata.

 

E proprio per le sue particolareggiate (e pericolose) confessioni, gli inquirenti avrebbero deciso di «proteggerlo». G. G. aveva inizialmente raccontato che stava in Puglia e che nei piani sarebbe dovuto muovere verso Linate quando improvvisamente aveva deciso di regalarsi un’escursione.

Invece le ipotesi sono due. Sarebbe sceso a Ishëm, partendo proprio da Milano e sbagliando l’atterraggio, per esaminare la stessa pista che, nelle prossime settimane, avrebbe dovuto usare per ritirare un grosso carico di marijuana, forse 200 chilogrammi. La seconda ipotesi: aveva già ritirato lo stupefacente ma, a causa dell’eccessivo peso, avrebbe avuto difficoltà nell’alzarsi in volo e sarebbe stato obbligato ad atterrare.

I segreti che gravano su quest’indagine dipendono anche dallo scontro all’interno del Parlamento albanese proprio sulla questione dei traffici. Un’anno fa un’operazione antidroga era arrivata molto vicino ai vertici del Governo, sembra anche con la copertura di italiani del giro diplomatico e della polizia, provocando l’esilio di D. Z., sbirro da sempre in prima linea. La paura, o il desiderio, è di avere in mano il prima possibile la «lista completa» dei nomi fatti da G. G. così da sapere a chi eventualmente portano.

La zona di Ishëm è nota perché importante nella geografia dei «narcos dei cieli», che si servono degli aerei di basso cabotaggio. A questi aerei può bastare una pista di mezzo chilometro. I velivoli sfuggono ai radar. I piloti sono spesso piloti di professione e incensurati. G. G. era stato arrestato nel 2006 (aveva patteggiato) per un incidente aereo a Peschiera Borromeo tre anni prima, quando un velivolo della compagnia Eurojet (del quale era titolare con un socio) era precipitato, provocando la morte di pilota e copilota.

Il pilota non aveva ricevuto il completo addestramento e il certificato di abilitazione al volo era stato prodotto con una serie di falsi. L’imprenditore, oggi a capo di due aziende che si occupano di noleggio di mezzi per volare, il 68enne ha problemi economici e il suo non è un volto inedito in Albania.

Ci sono tracce sicure di almeno due suoi viaggi. Ha conoscenze. Sembra anche di peso. Brutte conoscenze. Che non apprezzeranno quanto sta raccontando agli investigatori.

Fonte: milano.corriere.it/

 


11 Agosto 2016

Passeggeri in aumento e concorrenza sfrenata: nei prossimi vent’anni boom della richiesta di comandanti. La «compravendita» in Cina

di Leonard Berberi – lberberi@corriere.it

In certi angoli del mondo è più facile trovare un diamante. In Asia si è innescato un vero e proprio «aeromercato». In altre zone si cancellano collegamenti proprio nella stagione di picco. E tutto perché mancano i piloti. Sarà, dicono alcuni, che è venuto meno il fascino per la divisa.

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E l’interesse a girare le grandi città, in un paio di giorni — ovvio — perché poi c’è da ripartire. I più pratici guardano alle dinamiche e alle compagnie che devono adeguarsi a un mercato ormai fuori controllo.

E il futuro sembra già segnato: fino al 2035 serviranno 617 mila nuovi comandanti soltanto per i voli commerciali, calcola l’ultimo dossier della Boeing, il colosso che costruisce aerei civili e militari, che arrivare a parlare di «richiesta straordinaria».

Soprattutto in Asia-Pacifico (248 mila), Europa (112 mila) e Nord America (104 mila). Quasi 31 mila — di media — all’anno. A questi bisognerebbe aggiungere 814 mila nuovi profili per l’equipaggio di cabina e altri 679 mila tecnici per la manutenzione dei velivoli.

I voli cancellati
In parallelo i grandi costruttori annunciano un numero di aerei nuovi di zecca mai registrato in precedenza: ogni settimana dagli hangar escono una trentina di velivoli per passeggeri. Velivoli che, secondo il «Global Market Forecast di Airbus», nel 2015 erano 17.354 e nel 2034 diventeranno 35.749: un aumento del 106 per cento.

Del resto, fa notare l’International air transport association (Iata) «tra 18 anni ci saranno 7,4 miliardi di passeggeri, quasi il doppio di oggi». Per ogni jet che entra in attività bisogna assumere e addestrare una dozzina di piloti che poi si dovranno dare il cambio nell’arco della giornata. I segnali che arrivano indicano già la crisi in atto.
Quest’estate saranno almeno 600 i voli cancellati dalle compagnie europee per la mancanza di comandanti.

Migliaia di chilometri più a est, in Asia, la situazione è ancora più complicata. «Sono mesi che cerchiamo di inaugurare nuove rotte ma non riusciamo a farlo perché non ci sono piloti a sufficienza», dice al Corriere della SeraHiroshi Kitahara, vice presidente di Vanilla Air, low cost giapponese di proprietà di All Nippon Airways.

Le cause
Secondo i dirigenti dei grandi vettori cinesi, ormai a Pechino e dintorni è in atto una specie di «aeromercato».

E dato che la domanda di comandanti di volo è altissima, sono le società a sostenere i costi dei corsi di formazione. In compenso, quando poi assumono i piloti, fanno firmare loro un contratto che prevede la restituzione del denaro sborsato per le lezioni se passano a lavorare per altri vettori.

Una clausola che non spaventa le tante low cost appena nate nel gigante asiatico che approcciano i comandanti offrendosi di sostenere loro stessi le spese della rescissione. E poi c’è pure il boom dei jet privati, quelli dei miliardari. Come si è arrivati a questa situazione? Per diversi motivi.

L’11 settembre, per esempio. Ma anche la crisi economica del 2008. Intanto le condizioni di lavoro dei piloti si sono fatte generalmente più faticose. Così come è aumentato il numero di ore necessarie per diventare primo ufficiale: negli Stati Uniti, per esempio, le hanno portate da 250 a 1.500 dopo l’incidente del volo Colgan Air 3.407 del 2009 (50 morti).

Non solo. Perché negli ultimi tempi molti piloti sono andati nel Golfo Persico, attratti dagli stipendi e dalla crescita vertiginosa di compagnie come Emirates, Qatar Airways ed Etihad. Altri sono finiti nelle low cost dove i tempi per diventare comandanti sono ridotti dei 10-15 anni che servono per i vettori «tradizionali».

I costi per la formazione
«Eppure la retribuzione non è male», fa notare un pilota. «Se con le low cost si guadagnano 9-10 mila euro lordi al mese, con un minimo di carriera nelle compagnie tradizionali si arriva a 25 mila euro, con tanto di quindicesima mensilità e bonus vari».

Alti sono anche i costi per la formazione. All’interno della Ue servono 100 mila euro a pilota che però spesso vengono ammortizzati attraverso un pre-contratto con la compagnia che ha intenzione di assumere.

Gli europei vanno a formarsi soprattutto a Jerez de la Frontera (Spagna) e Ponte de Sor (Portogallo) dove il tempo è buono, in media, per 350 giorni all’anno.

Fonte:www.corriere.it/


6 Agosto 2016

Sono ancora stazionarie le condizioni del colonnello Pietro Gnesutta, responsabile dei corsi di studi in Accademia Militare, precipitato nelle campagne di Udine sabato scorso mentre era ai comandi di un piccolo aereo da turismo. Nello schianto ha perso la vita la madre che era al suo fianco.

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Sono sette sinora le persone iscritte sul registro degli indagati da parte della Procura di Udine in relazione al sinistro. L’ipotesi di reato al momento è di omicidio colposo.

Le informazioni di garanzia sono state notificate per consentire al magistrato che coordina le indagini di procedere al conferimento delle perizie.

Un atto dovuto insomma, per permettere ai soggetti potenzialmente coinvolti nella vicenda di nominare a loro volta i propri consulenti e assistere così agli accertamenti, che saranno svolti in forma irripetibile.
Nell’elenco figura con ogni probabilità anche lo stesso Gnesutta, ufficiale dell’esercito ed esperto
pilota.

Considerato che le indagini sono volte a verificare anche se il mezzo fosse perfettamente funzionante e se la manutenzione fosse stata effettuata in modo puntuale, non è escluso che a essere indagati siano anche il proprietario dell’ultraleggero e il responsabile della manutenzione

Fonte:gazzettadimodena.gelocal.it/


5 Agosto 2016

“Non apriamo nuove rotte perché non ci sono i comandanti”, è l’allarme di una compagnia low cost nipponica.

Quest’estate verranno cancellati almeno 600 voli perché mancano comandanti. E in futuro la domanda è destinata ad aumentare.

Pilota di aerei cercasi

Nel 2035 serviranno617mila nuovi comandanti, secondo l’ultimo dossier della Boing, il colosso che è ormai sinonimo di aeromobili.

A proposito di aerei, ne stanno costruendo sempre di più. Il Global Market Forecast di Airbus non ha dubbi, nel 2034 i velivoli saranno 35.749, nel 2015 erano 17.354.

Adesso, anche chi non è ferratissimo in matematica può capire che l’aumento supera il 50 per cento. Il motivo è semplice, aumentano i passeggeri, sempre più gente preferisce viaggiare tra le nuvole, piuttosto che su rotaie.

L’International air transport association (Iata) sostiene che “tra 18 anni ci saranno 7,4 miliardi di passeggeri, quasi il doppio di oggi”.

Diventare un pilota, però, non è semplice.

Ci vuole un fisico bestiale, o almeno serve l’idoneità psicofisica certificata dall’Istituto medico legale dell’Aeronautica militare o da un ambulatorio della Sanità marittima.

Bisogna poi seguire un corso in una scuola di volo certificata e approvata dall’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile. Superato un esame teorico-pratico si ottiene la licenza.

Tutto sistemato, si decolla? Dipende, negli Stati Uniti per diventare primo ufficiale bisogna avere sulle spalle mille e 500 ore di volo. Faticoso, però, è il fascino della divisa.

FONTE:it.finance.yahoo.com


25 Luglio 2016

LONDRA – Nessuno potrà mai superare i record stabiliti dal capitano Eric “Winkle” Brown, il pilota collaudatore che ha volato più di chiunque nella storia su più tipi di velivoli: 487 in totale.

eric winkle brown

Nel corso di una lunga carriera in cui è stato attaccato nell’Atlantico, ha contribuito a liberare il campo di concentramento di Belsen, interrogò Goering, sopravvissuto ad undici disastri aerei, il capitano Brown ha ricevuto ammirazione da ogni parte del mondo: dall’astronauta Neil Armstrongalla famiglia reale.

Il 21 luglio alla Royal naval Air Station Yeovition, si è svolta una cerimonia commemorativa e spettacolare in onore del pilota.

Un evento che è quasi riuscito a superare il novantesimo compleanno della regina Elisabetta.

A febbraio, dopo la morte del pilota leggenda, nato ad Edimburgo, la famiglia ha cercato di raccogliere il maggior numero di velivoli possibili affinché si potessero mettere in mostra durante il memoriale di ieri.

Il risultato è stata una sfilata di 50 aerei, parcheggiati vicino alla pista o in volo.

Spaziando dai biplani anteguerra a nove tipi di elicotteri differenti, questa collezione rappresenta solo un decimo degli aerei pilotati da Brown.

Il duca di York, riflettendo su tutti gli aviatori che hanno prestato la propria vita al servizio, ha sottolineato: “Grazie ad Eric si sono salvate molte vite. In più, era un uomo molto divertente, era piacevole averlo accanto”.

Il contributo del capitano nel progresso aeronautico ha donato grandi benefici sia ai passeggeri che alla generazione di piloti. Una volta rivelò che uno dei periodi più difficili della sua carriera, fu quando gli venne ordinato di guidare degli aerei nel mezzo di un temporale, per scoprire cosa li facesse precipitare.

Il figlio Glenn ha spiegato che il successo del padre come pilota test è stato in grande per la propria meticolosa, preparazione; ma ciò che ha contribuito a fargli ottenere molto successo è stata la sua frequenza cardiaca: differente da quella degli altri piloti, gli ha sempre impedito di svenire.

Fonte:www.blitzquotidiano.it/

 


6 Marzo 2016

L’uomo, ora sospeso, è stato bloccato a Roma prima di imbarcarsi grazie all’intervento della polizia su segnalazione della donna.

Un pilota d’aereo padovano, in servizio sulle rotte intercontinentali per una compagnia straniera, è stato sospeso mesi fa dalla compagnia per cui lavorava dopo aver mandato, prima di imbarcarsi, un sms alla moglie, con cui era stata avviata una separazione, scrivendole che si sarebbe schiantato in volo se lei lo avesse lasciato. L’uomo era stato bloccato a Roma prima di imbarcarsi dall’intervento della polizia, su segnalazione della donna impaurita dal tono del messaggio.

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La vicenda, che non ha avuto alcuna conseguenza per i passeggeri a bordo dell’aereo che l’uomo avrebbe dovuto pilotare, (i quali probabilmente non si sono accorti di nulla visto che c’era stato un semplice cambio di pilota) risale al gennaio dello scorso anno ma è trapelata solo ora dalla Questura di Padova.

Il rapporto tempestoso tra il pilota e la moglie era già all’attenzione della Divisione Anticrimine della questura euganea – la coppia ha vissuto a Padova solo per alcuni anni – a cui la donna si era rivolta perché si procedesse contro il marito con un ammonimento per atti persecutori.

Comportamenti che avevano indotto la donna a chiedere la separazione, una decisione che il marito non aveva affatto accettato, tentando in ogni modo di impedire alla donna di allontanarsi da lui.

E’ stato proprio durante una delle loro discussioni, stavolta a distanza, che l’uomo ha tentato per l’ennesima volta di convincere la moglie a rinunciare alla separazione.

Da Roma, prima di prendere il comando del volo per il Giappone, ha inviato un sms in cui minacciava di togliersi la vita, unendo al suo fatale destino i passeggeri.

La donna, appena letto il messaggio, ha chiamato il 113, confidandosi con i poliziotti che stavano seguendo il suo caso. Gli agenti, compresa la gravità della situazione – anche se non è escluso che il messaggio rappresentasse una minaccia provocatoria che non sarebbe mai stata portata alle estreme conseguenze – hanno attivato i colleghi della Polaria di Roma e l’Enac.

Il pilota è stato bloccato ancora prima che salisse sulla scaletta dell’aereo.

La compagnia per la quale lavorava l’ha sospeso dal lavoro e indirizzato ad un ciclo di psicoterapia.

Fonte:www.tgcom24.mediaset.it/


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