Addio a Giuliano Gemma, eroe del western all’italiana

Gemma è rimasto coinvolto in un impatto frontale mentre era a bordo della propria auto, che si è scontrata con un’altra autovettura. Trasportato subito presso l’ospedale di Civitavecchia, le sue condizioni erano immediatamente apparse critiche. Nell’incidente ci sono stati anche due feriti, un uomo con suo figlio.

Giuliano Gemma è morto dopo un incidente stradale a Cerveteri, in provincia di Roma. L’attore aveva iniziato giovanissimo a lavorare per il cinema come stunt. Il successo è arrivato dopo “Il gattopardo” di Luchino Visconti e i numerosi spaghetti Western come una “Una pistola per Ringo”, “Il ritorno di Ringo”, “Adiós gringo”, ” e “I giorni dell’ira”. Nella sua lunghissima carriera l’attore ha recitato anche in film più impegnati come “Il deserto dei Tartari” di Valerio Zurlini forse la sua migliore interpretazione. Dalla fine degli anni Ottanta a oggi, Gemma, ha lavorato soprattutto in produzioni televisive. Nella sua carriera ha raccolto numerosi premi tra cui il David di Donatello, il Globo d’oro, il Nastro d’argento e per tre volte il Premio De Sica.

Giuliano Gemma aveva conquistato grande popolarità alla metà degli anni Sessanta grazie a una serie di  western italiani come Una pistola per Ringo e Il ritorno di Ringo di Duccio Tessari, Arizona Colt di Michele Lupo, Adiòs Gringo di Giorgio Stegani. In realtà la sua carriera era iniziata molto prima, quand’era giovanissimo e grazie alle sue doti atletiche (con una particolare inclinazione per la boxe) aveva spesso lavorato come stuntman. “Io, più che un attore, volevo essere uno sportivo – aveva detto in un’intervista – lo sport mi ha sempre affascinato molto e invito i giovani a fare sport, perché richiede sacrificio e il sacrificio servirà anche in altri momenti della vita”.

Nel 1958 Dino Risi lo prende per una piccola parte nella commedia Venezia, la luna e tu con Alberto Sordi e Nino Manfredi. Ma sono gli anni della Hollywood sul Tevere e un ruolo in un “sandalone” – così venivano chiamati i film di genere peplum – non si nega a nessuno, men che mai a un ragazzone con quel fisico. E Gemma diventa un centurione per il kolossal dei kolossal, Ben Hur di William Wyler. Una semplice comparsata che però gli servirà come trampolino di lancio nel mondo del cinema – anche se altri “sandaloni” non mancheranno, da Maciste, l’eroe più grande del mondo a I due gladiatori.

È mentre sta facendo il servizio di leva come vigile del fuoco che Duccio Tessari lo sceglie per interpretare un biondissimo Krios in Arrivano i Titani: il film, mitologico con humor, si rivela un grande successo commerciale anche all’estero. Compare anche in Il gattopardo di Luchino Visconti, è il generale garibaldino amico di Tancredi, poi arrivano le produzioni internazionali come Angelica e Angelica alla corte del re.

Ma la consacrazione come divo è grazie al filone spaghetti western. Fascinoso cowboy, lavora con registi come Duccio Tessari, Tonino Valerii, Sergio Corbucci. I titoli sono quelli cult del genere, da Un dollaro bucato a I lunghi giorni della vendetta a Per pochi dollari ancora. Qualche volta utilizza il nome d’arte Montgomery Wood. Ed è cowboy anche in coppia con Bud Spencer in Anche gli angeli mangiano fagioli, e con Ricky Bruch in Anche gli angeli tirano di destro.

Ma alla metà degli anni Settanta Gemma cambia genere e compare in lavori più impegnati. E’ il caso di Il deserto dei Tartari di Valerio Zurlini, del 1976, quella nei panni del maggiore Matis è una delle sue prove migliori; prima c’era stato Delitto d’amore di Comencini, dopo Il prefetto di ferro di Pasquale Squitieri, 1977 e Un uomo in ginocchio di Damiano Damiani (1979). Negli anni Ottanta compare in Tenebre di Dario Argento e in Speriamo che sia femmina di Mario Monicelli (è Guido Nardoni, il fattore-amante di Elena / Liv Ullmann). Ma nell’85 sente il richiamo della frontiera, monta di nuovo in sella e dà il volto al celebre personaggio dei fumetti Tex Willer in Tex e il signore degli abissi, in cui rinnova il sodalizio con Tessari.

Dalla fine degli anni Ottanta a oggi Giuliano Gemma aveva lavorato soprattutto in produzioni televisive. Fra le più recenti Il capitano, Butta la luna e la terza stagione della fiction Rai Capri. Dopo aver interpretato oltre cento film, aveva ricevuto riconoscimenti di prestigio, dal David di Donatello al premio del Festiva internazionale di Karlovy Vary come miglior attore, dal Globo d’oro al Nastro d’argento alla carriera nel 2008 e, per tre volte, il Premio De Sica.

Negli anni si era dedicato a una passione parallela, quella per la scultura. “Mi segue fin da ragazzo – aveva raccontato in un’intervista – è un passatempo che mi ha sempre accompagnato nei momenti liberi: momenti pericolosi, perché le attese per un attore possono trasformarsi in nevrosi. Non ho mai corso questo rischio perché ho sempre impiegato il tempo con quest’altra passione. Sono due strade che camminano parallele e mi danno tanta soddisfazione”. Ospite del Giffoni Film Festival, lo scorso luglio, gli avevano chiesto che cosa serve per non invecchiare mai. “L’entusiasmo per la vita – aveva risposto – l’interesse per tante cose e soprattutto una passione, una grande passione”.

Fonte:www.repubblica.it

PIERGIORGIO GOLDONI

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