Allarme bomba a Filadelfia per un aereo dall’Irlanda. La polizia: minacce infondate

Torna la paura in cielo. Un aereo della Us Airways proveniente dall’Irlanda effettua un atterraggio di emergenza all’aeroporto di Philadelphia in seguito a una minaccia. Il velivolo viene parcheggiato in un’area sicura dello scalo e i passeggeri fatti scendere per essere controllati, così come i loro bagagli.

L’aereo sarebbe stato costretto ad effettuare un atterraggio d’emergenza sulla base di una minaccia telefonica al dipartimento di polizia di Filadelfia, che segnalava la presenza di una bomba a bordo. Il volo Us Airways 777 era stato seguito da jet F-165 del Norad (North American Aerospace Defense Command) per estrema precauzione.

E anche l’Fbi si è poi recata allo scalo di Filadelfia per assistere le indagini. Ma dopo una perquisizione delle forze di sicurezza l’allarme è rientrato: secondo fonti della polizia della citta la minaccia L’atterraggio di emergenza conferma l’alta tensione in seguito a quella che lo stesso presidente americano Barack Obama definisce una “minaccia significativa” di attacchi che ha portato alla chiusura di ambasciate e consolati americani.

La “minaccia è significativa” e dagli Stati Uniti non è giunta nessuna reazione esagerata, afferma Obama parlando di buon senso e di scelte di prudenza nel descrivere le mosse decise dagli Stati Uniti di fronte alla minaccia terrorismo. “L’estremismo radicale e violento c’è ancora” dice. “Monitoriamo la situazione giorno per giorno” assicura il Dipartimento di Stato, mettendo in evidenza come l’ambasciata americana a Saana in Yemen resta chiusa anche oggi perchè la “minaccia continua”.

Emergono intanto nuovi dettagli su come l’allerta americana sia scattata: secondo indiscrezioni alla base della decisione di chiudere le ambasciate e i consolati e di emettere il ‘travel alert’ c’è una conference call fra 20 esponenti di Al Qaida.

Oltre al leader dell’organizzazione, Ayman al-Zawahiri, e al numero uno di al Qaida nella penisola araba, Nasser al-Wuhayshi, alla conversazione intercettata avrebbero preso parte anche il pakistano talebano Boko Haram dalla Nigeria ed esponenti dell’organizzazione in Iraq, nel Maghreb islamico e in Uzbekistan. Ma a preoccupare l’intelligence sarebbe stata soprattutto la presenza di aspiranti affiliati di Al Qaida nella penisola del Sinai

Indiscrezioni che giungono nel giorno del 15mo anniversario degli attacchi di Al Qaida alle ambasciate americane in Kenya e in Tanzania, occasione che consente a Obama di ribadire il deciso impegno degli Stati Uniti a proteggere gli americani che servono il paese oltreoceano. Gli Usa “restano risoluti nel lavorare con i partner per combattere l’estremismo violento nell’Africa dell’Est, nella regione e nel mondo”.

Fonte:www.ilsole24ore.com

PIERGIORGIO GOLDONI

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