Fontanarossa fuori dal cerchio magico

6 Febbraio 2013da PIERGIORGIO GOLDONI

L’intrigo. Scali aerei,la partita si gioca in Sicilia

Una cosa è sicura: l’aeroporto di Catania si trova “sul podio”, terzo fra gli scali nazionali per traffico passeggeri, e perciò fa gola. Sebbene Catania sia oggi il terzo aeroporto d’Italia, non si trova nella lista degli scali che riceveranno le risorse dalla Ue e dallo Stato entro il 2025. Perché? Il ministro Passera ha spiegato che non si tratta di un’omissione, perché Catania si trova in un altro elenco di aeroporti su cui si investiranno risorse pubbliche al fine di migliorarne l’operatività.

La precisazione, tuttavia, lascia le cose come stanno; anzi, aumenta dubbi e perplessità. Quale partita si sta giocando su Fontanarossa? Facciamo il punto. Il Ministero delle Infrastrutture dei Trasporti, ha emanato il cosiddetto Piano Nazionale per lo sviluppo Aeroportuale che riprende le linee guida elaborate a Bruxelles.

Il piano si articola in tre sezioni, ognuna delle quali contiene un elenco di aeroscali. La prima sezione ospita aeroporti ritenuti d’importanza strategica, classificati secondo la loro rilevanza: Milano Malpensa, Roma Fiumicino, Venezia, Milano Linate, Bergamo Orio, Torino, Genova, Bologna, Napoli e Palermo. Accanto a questo network, c’è n’è un secondo, denominato Comprehensive network e include quegli aeroporti che hanno un traffico di passeggeri di almeno 1 milione di passeggeri all’anno. Tra questi, in ordine alfabetico: Alghero, Bari, Brindisi, Cagliari, Catania, Firenze, Lamezia Terme…. ( 17 aeroporti in questo elenco).

C’è poi un terzo network denominato anch’esso Comprehensive network e comprende aeroporti con un traffico di almeno 500.000 passeggeri in un anno; tra questi Ancona, Pescara, Reggio Calabria, Trieste. In nessuna delle tre liste si trova Comiso. Il piano verrà realizzato con stanziamenti Ue.

Non è indifferente sapere che Catania non sia entrato nell’elenco degli aeroscali d’importanza strategica. Fontanarossa avrebbe bisogno 200 milioni di euro per ampliare la sua pista e diventare un grande aeroporto intercontinentale. Con un investimento di questa portata le sue potenzialità si raddoppierebbero. È lecito chiedersi perché a un aeroporto con una frequenza passeggeri così alta non si non sia stata riconosciuta una valenza strategica nell’area del Mediterraneo?

A scavare tra le carte si trova una dichiarazione che potrebbe farci capire di più su questo tema. Il Presidente dell’Enac, Vito Riggio afferma: “Passera mi ha dato mandato di chiedere agli enti di cedere le quote”. In altre parole, il ministro potrebbe avere in mente di vendere gli aeroporti ai privati. Se così fosse, come si calcolerebbe il prezzo? Il rendimento al netto delle tasse si moltiplicherebbe per 12-13. Poiché il rendimento di Catania è di 18 milioni, il suo valore dovrebbe essere di 200 milioni. La Sac, attuale ente gestore, però non sarebbe affatto d’accordo su questa valutazione: per la Sac il valore è di 400 milioni.

È lecito farsi alcune domande sia su Fontanarossa quanto su Comiso. Se il declassamento di Catania incoraggiasse l’acquisizione di un aeroporto dalle grandi potenzialità? Comiso si potrebbe cedere insieme a Fontanarossa? Ne compri uno e ne prendi due. Se così fosse, sarebbe un regalo. “Il fatto quotidiano”, sabato 29 dicembre 2012, offre questo spunto di riflessione, firmato da Marco Travaglio: “La prima notizia è il gentile omaggio ai Benetton e Palenzona col contorno di Gemina e banche assortite: lor signori potranno raddoppiare l’aeroporto di Fiumicino sui terreni di Benetton a spese nostre grazie al quasi raddoppio delle tariffe (da 1 a 25 euro a cranio che frutterà loro almeno 360 milioni di euro l’anno). Che pensiero veramente gentile sarebbe offrire loro in dote questo aeroporto di Catania che vale poco e che non è neppure inserito nel core network europeo e che ha connesso un minuscolo aeroporto di Comiso, free of charge!”. Travaglio non è l’oracolo, ma a pensare male qualche volta…

Fonte:www.siciliainformazioni.com

PIERGIORGIO GOLDONI

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