Il mago dei motori degli ultraleggeri con la passione per il podismo

16 Agosto 2014da admin

 Più che un’officina, la sua sembra un laboratorio: tutto è pulito e in ordine, dai motori ai bulloni, non c’è polvere né confusione.«Ma è normale – dice -, qui di morchia non ce n’è, non sono come i motori delle auto». Il mago dei motori degli ultraleggeri con la passione per il podismo

Lui è Andrea Minari, titolare della Micriflight di Baganzola, La sua officina non è solo un Centro di Servizio Autorizzato per la Manutenzione e Revisione dei Motori Rotax per aerei ultraleggeri: è stato il primo centro del genere nato in Italia, nel 1979 e, ancora oggi, è uno dei pochi presenti sul territorio nazionale. Pilota di volo libero, parapendio, paramotore, aviazione generale, paracadutista militare e civile, Minari è considerato uno dei maggiori conoscitori dei Motori Rotax, a livello nazionale e non solo. Una professione nata per caso dalla passione di un ragazzino.

«Mi sono avvicinato al volo a 14-15 anni – racconta -, contagiato dalla passione di mio padre. Negli anni ‘80 mi sono dedicato al volo libero in deltaplano e poco dopo ho acquistato un ultraleggero. Quando ha avuto bisogno di manutenzione mi sono reso conto che in Italia non c’era nessuno in grado si occuparsene e così, tramite un importatore Rotax, Corrado Gavazzoni, mi sono rivolto direttamente alla ditta e sono andato in Austria a fare un corso di formazione. Una volta tornato ho capito che anche altri ultraleggeri avevano bisogno di manutenzione e così ne ho fatto un lavoro. Un lavoro che dura da 35 anni».

Nel frattempo ha iniziato a tenere dei corsi di formazione; tra gli altri anche la Brigata di cui ha fatto parte, che utilizzava speciali deltaplani per le incursioni notturne. «Difficile spiegare le emozioni che provo con il volo libero. Prima andavo in moto ma non c’è paragone: sei lassù, con il vento in faccia». «Il rischio di farsi male c’è ma non è il volo in sé ad essere pericoloso, né gli ultraleggeri, anche se in Italia questo è ancora un argomento tabù.

Di norma dipende dal pilota: sapesse quanti incidenti per lanciare fiori sulla casa della fidanzata!

Mi portano le eliche sfasciate e io le conservo tutte qui: come monito per me, e soprattutto per loro, di quello che non si deve fare in volo».

Tra le eliche della sua officina, Minari ne conserva anche una particolare: è quella di un dirigibile del 1920, trovata in una vecchia soffitta. «Durante la guerra le bruciavano per scaldarsi, strano che si sia salvata. Un antiquario la voleva comprare, ma ho rifiutato. E’ un pezzo straordinario».

Dopo anni a bordo degli ultraleggeri, ultimamente Minari è tornato alle origini e si diverte con il paramotore: «Puoi volare quando vuoi, bastano un caschetto da bici e un paio di occhiali da sole. E non hai bisogno di qualcuno che ti venga a recuperare».

E quando non vola, corre: «Ho fatto qualche gara, tra cui la maratona di Ney York – dice indicando il pettorale appeso in officina, insieme a quello della 30 km della Cariparma – ma ho smesso: non di correre, faccio 10 km ogni sera, ma non faccio più gare.

La verità è che alla domenica mattina preferisco dormire».

 

Fonte: www.gazzettadiparma.it

 

admin

SOCIAL NETWORKS

Seguici sui Social

Aeroclub Modena è presente sui maggiori canali Social. Per qualsiasi informazione non esitate a contattarci. Sapremo rispondere puntualmente ad ogni vostra necessità.