Nei silos o in aerei e sottomarini.Ecco i numeri del terrore atomico

BERLINO  –  Mutually assured destruction, distruzione reciprocamente assicurata, o in sigla ‘Mad’ che in inglese vuol dire pazzo, folle. Così si chiama il principio della dissuasione nucleare, o dell’equilibrio del terrore, su cui il mondo visse in tutta la guerra fredda e anche dopo. Cioè il principio secondo cui almeno tra Est e Ovest, tra mondo libero e Russia, ognuna delle due parti dispone di tante armi atomiche da annientare l’avversario e cancellarlo dalla faccia della terra.

Quindi le atomiche, almeno tra i due blocchi di ieri, sono armi di cui minacciare l’uso (deterrente) per non usarle e garantire così la pace con la paura reciproca.

Questo è stato il principio dell’èra della pace atomica. Al culmine delle tensioni della guerra fredda Usa e Unione sovietica arrivarono ciascuna a disporre di oltre diecimila ordigni, e altri ne avevano Regno Unito e Francia. Poi si armarono legalmente o no con testate nucleari altri paesi, spesso in zone di crisi e guerre. In base all’ultimo trattato Start Washington e Mosca hanno tagliato i loro rispettivi arsenali a 1500 bombe ciascuna. Vediamo in questa scheda l’attuale stato degli arsenali nucleari esistenti nel mondo.
   
Stati Uniti d’America: storicamente fu il primo paese a dotarsi della bomba, lo fece nella seconda guerra mondiale per prevenire i piani atomici di Hitler. E solo gli Usa hanno finora usato le atomiche: sulle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki, dopo gli inviti alla resa respinti dal Giappone imperiale. Centinaia di migliaia di vittime, ma uno sbarco alleato in Giappone sarebbe costato 2 miloni e mezzo di vite di soldati americani britannici australiani e di altri alleati.
   
Attualmente le strategic nuclear forces  –  Obama è il comandante supremo  –  si basano sul principio della triade ideato da Robert McNamara che fu segretario di Stato alla Difesa di Kennedy. E cioè: in caso di devastante primo colpo nucleare ci sono i missili intercontinentali balistici, soprattutto i precisissimi tipo MX peacekeeper, nei silos sotterranei che se sbagliano bersaglio lo fanno di pochi metri. Per un colpo di rappresaglia Washington dispone dei missili balistici Trident su molti sottomarini della US Navy (classe Trident) e dei missili da crociera portati in volo in pattuglie senza sosta (con rifornimenti in volo) da bombardieri intercontinentali di tre tipi. I vecchi, immortali B52 a otto motori (quelli del celebre film ‘Il dottor Stranamore’), i B1 supersonici e adesso i temibili B2 spirit, aerei invisibili. Aerei più piccoli (F15, F16) trasportano atomiche ‘tattiche’, più piccole. Atomiche tattiche Usa sono distribuite, sotto controllo Usa, ad alleati Nato come Germania, Italia, Olanda.
   
Federazione russa: le 1500 bombe atomiche di Putin sono anch’esse divise in una triade. I vettori più potenti sono i missili intercontinentali basati a terra nei silos intercontinentali in basi segrete, le principali sono Olovyannaya, Drovyannaya, Kapustin Yar. Soprattutto temibili sono gli enormi SS-18 ‘Satanà alti come grattacieli e capaci di lanciare fino a 40 bombe atomiche ognuno. E i nuovi Topol. Per il secondo colpo Mosca si affida ai missili di vari tipi dei suoi sottomarini a propulsione atomica, soprattutto gli enormi U-Boot classe Typhoon (resi noti dal film ‘Caccia a ottobre rossò con Sean Connery nella parte del capitano russo che fugge) con 24 missili. Poi la Aviatsiya Dal’novo Deistviya, aviazione strategica a lungo raggio della V V S Rossij (aeronautica militare russa) ha tre tipi di bombardieri. Il vecchio, elegantissimo e veloce (900 orari) Tupolev 95, l’equivalente russo del B52, è il più importante, vola dal 1955 ma è robustissimo, resterà in servizio altri buoni vent’anni. E’stato fornito, ma come aereo antisommergibile senza atomiche, all’India. Più moderni sono i Tupolev 160 Blackjack in codice Nato, simili ai B1 americani. I Sukhoi 34, più piccoli ma modernissimi, stanno sostituendo come vettori ‘tatticì i Sukhoi 24.
   
Repubblica popolare cinese: la seconda potenza economica mondiale dispone del terzo arsenale atomico dopo quelli usa e russo, ma su di esso si sa molto meno. Si sa che i missili intercontinentali balistici nei silos sotterranei, tipo ‘Lunga marcia 3’, possono comunque colpire con precisione Stati Uniti, Russia, Europa, ogni obiettivo nel mondo. Più vecchi e molto meno importanti sono i bombardieri, copie cinesi dei venerandi bireattori sovietici Tupolev 16. La marina popolare ha infine in dotazione un numero crescente di sottomarini lanciamissili, sottomarini a propulsione atomica, dunque veloci e difficilmente intercettabili come quelli usa, russi, britannici, francesi.
   
Regno Unito. Fu il secondo paese del mondo libero a dotarsi di bombe atomiche, con l’aiuto Usa, nella guerra fredda. Le circa 200 testate britanniche sono tutte montate sui missili Trident aggiornati a bordo di 4 sottomarini della Royal Navy, sempre in navigazione negli abissi. I piani di sostituire questi sottomarini con altri più moderni sono stati rinviati per tagli al bilancio. La Royal Navy dispone inoltre dello Astute, un sottomarino d’attacco con missili atomici da crociera, che è il più avanzato nel mondo per dispositivi elettronici e uso in guerra di internet. I Tornado e gli Eurofighter della Royal Air Force possono sganciare atomiche tattiche con attacchi a bassissima quota, appena 15-30 metri dal suolo.
   
Francia. Il generale de Gaulle volle la ‘Force de frappe’ (forza di primo colpo) per garantire l’indipendenza politica e militare della Quinta repubblica dagli Usa, ma sull’efficacia attuale della Force stratégique de dissuasion (nome ufficiale) si sentono molti dubbi. Collegata al comando sotterraneo del presidente nel bunker sotto l’Eliseo, dispone di circa 300 atomiche. In maggioranza imbarcate su 4 sottomarini a propulsione nucleare. Per il resto montate sui missili Asms (Air-sol moyenne portée, aria-terra medio raggio) affidati ai piccoli bombardieri bisonici Mirage 2000N schierati nelle basi di Istres, Luxeuil e Saint-Dizier. Parigi lavora anche a miniatomiche antiterrorismo.
   
Israele. Lo Stato ebraico, circondato da quando esiste da dittature arabe decise a cancellarlo dalla faccia della terra ora minacciato dall’Iran, non ha firmato il trattato di non proliferazione nucleare. Il suo arsenale di deterrenza è tra i più misteriosi. Dispone di bombe e missili lanciabili dai cacciabombardieri F-15 Ra’am e F-16 Sufa (versioni speciali dei jet usa), di sei sottomarini made in Germany classe Dolphin che rispetto al modello originale U-Boot 212 sono stati modificati in Germania per sparare missili da crociera  e forniti dai tedeschi a prezzi stracciati in nome della colpa dell’Olocausto. E infine ma non ultimo di missili balistici Jericho 3, precisissimi e a lungo raggio, nelle basi supersegrete nel deserto del Negev.
   
Iran. La Repubblica islamica non ha ancora bombe atomiche ma nonostante le sue poco credibili smentite tutto indica  –  a cominciare dalla massiccia costruzione di impianti di arricchimento dell’uranio, centrali atomiche, centrifughe  –  che le vuole. L’ex presidente Ahmadijnejad ha sempre negato l’Olocausto con argomenti da neonazista e dichiarato di voler spazzare via Israele dalla faccia della terra.
   
India. L’India cominciò a dotarsi di armi atomiche durante la guerra fredda per difendersi dalla Cina. Dispone di missili vettori, ma semplici e a raggio limitato, non paragonabili agli intercontinentali Lunga Marcia 3 cinesi né ai missili dei sottomarini di Pechino. La Indian Air Force, una delle aviazioni più numerose, potenti e moderne del mondo con un migliaio di supersonici, può facilmente lanciare atomiche tattiche con i suoi Mirage 2000 o Sukhoi 30. La consistenza dell’arsenale non è nota.
   
Pakistan. Uno dei programmi più pericolosi visti i contatti segreti di Stato e (si dice) militari e intelligence con l’integralismo islamico. Il Pakistan dispone di missili a testata nucleare (anche qui consistenza dell’arsenale non nota) in grado di colpire le città indiane. Non risulta che la moderna ma piccola Pakistan Air Force, decisamente inferiore alla forza aerea indiana, disponga di capacità di sganciare atomiche tattiche.
   
Corea del Nord. Da decenni, la spietata e paranoica dittatura della dinastia dei Kim spende miliardi e le migliore risorse tecniche materiali e umani del paese per l’arsenale atomico, nonostante la fame di massa che il popolo patisce. Pyongyang dispone di missili di vario tipo, i più potenti possono teoricamente colpire anche la West Coast americana o centri industriali nel territorio russo, ma sulla loro precisione e capacità operativa gli esperti si dividono. Esperti nordcoreani però stanno aiutando l’Iran degli ayatollah a dotarsi dei loro missili: Teheran vuole (e paga) razzi capaci di colpire Israele ma anche Roma, Milano, Francoforte, Berlino o Londra.

Fonte:www.repubblica.it

PIERGIORGIO GOLDONI

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