Perché gli aerei lasciano la scia? L’avete chiesto a Google, vi rispondiamo noi

12 Ottobre 2016da admin

È una delle cose che più spesso chiediamo al motore di ricerca. Proviamo noi a darvi una risposta

di Leonard Berberi

Suggestive. A volte definite a volte sbiadite. Spesso sono lunghi rettilinei che iniziano qualche metro dietro a un aereo. Negli ultimi tempi son diventate pure oggetto di teorie pseudo-scientifiche accalappiate da qualche formazione politica e rilanciate, con molto risalto, nel pianeta social.

Ma cosa sono, davvero, le scie di condensazione? E perché le vediamo quasi sempre al passaggio di un velivolo sopra le nostre teste?
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Cosa sono e di cosa sono fatte
In inglese si chiamano «contrails» o «white trails» e sono vere e proprie nuvole artificiali: quando un velivolo è in viaggio lascia dietro di sé i fumi di scarico – esattamente come le auto – che si formano dopo la combustione dell’idrogeno contenuto nel kerosene.

Questi fumi, caldissimi, si disperdono a quota 10-12 mila metri dove le temperature possono raggiungere i 40 gradi centigradi sottozero: qui avviene la condensazione in ghiaccio del vapore acqueo presente nei fumi di scarico.

Proprio perché la «trasformazione» richiede qualche secondo, la scia lasciata dagli aerei non parte mai attaccata al jet, ma a distanza (anche cento metri dopo).

La persistenza della striscia – e di conseguenza il tasso di «nitidezza» di chi vede da terra – è determinata da quanta umidità è presente nell’ambiente.

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Come fiato umano
Per renderla ancora più chiara gli esperti usano l’esempio del fiato umano: quando fa freddo l’aria espirata si trasforma per qualche decimo di secondo in una specie di nuvoletta.

Più nel dettaglio gli scarichi del motore di un aereo contengono biossido di carbonio, ossidi di zolfo, azoto, carburante non bruciato, fuliggine e particelle di metallo, oltre al vapore acqueo.

L’altitudine di un jet, la temperatura presente all’esterno in quel momento e l’umidità dell’atmosfera definiscono lo spessore, la lunghezza e la durata delle scie.

Il doppio ruolo delle scie
Le scie hanno un doppio ruolo. Da un lato sintetizzano le condizioni meteo: una linea sottile e di breve durata significa che ad alta quota c’è bassa umidità e quindi bel tempo.

Al contrario una striscia spessa, lunga e visibile per qualche minuto evidenza un alto tasso di umidità e può indicare l’arrivare del maltempo. Dall’altro lato sono anche indicate come responsabili del riscaldamento globale.

Per avere le prove certe bisognerebbe fermare tutti i velivoli nel mondo per diversi mesi. Ma ai ricercatori è bastato prelevare i dati dell’atmosfera dopo il blocco dei cieli negli Usa l’11 e il 12 settembre 2001: anche uno stop di 48 ore ha avuto conseguenze positive sul buco dell’ozono.

Fonte: www.corriere.it/

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