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Lo spagnolo domina a Shanghai, Raikkonen secondo, poi Hamilton, Vettel solo quarto e Webber ko per un problema ai box. Massa sesto, sacrificato per le strategie di gara

 SHANGHAI (Cina) – Alonso domina: partenza perfetta, strategia pure, giri veloci uno dietro l’altro. Fernando Alonso al Gp di Cina mostra una forza e una determinazione mai visti prima. Ma anche una macchina pazzesca, una Ferrari strapotente. Clamoroso il “Team radio” del 47 giro: Fernando era in testa e aveva appena fatto segnare il giro veloce (una cosa rischiosa e inutile) e dai box gli dicono in cuffia “Non spingere troppo, non serve”. La risposta di Alonso? “Non sto spingendo troppo…”. Ecco, in questo dialogo c’è tutta l’essenza di una Ferrari-missile che torna alla vittoria dopo 12 gran premi (tanti per un team del suo livello) e che lo fa nel modo migliore. Ossia dominando e non lasciando speranze a nessuno. Soprattutto a quella Red Bull che dopo il pasticcio combinato ai box sulla macchina di Webber (non gli hanno avvitato una ruota che si è sfilata in gara) si è trovata con Vettel giù dal podio. Uno smacco.

Ma torniamo alla Ferrari: anche Massa oggi stava andando fortissimo e alla fine il sesto posto è più il frutto di un piccolo sacrificio imposto dai pit stop (il brasiliano ha dovuto tardare l’ingresso ai box per dare precedenza ad Alonso, rimanendo quindi un giro in più in pista con le gomme cotte) che dalle prestazioni della macchina. Peccato, perché un podio all’altra Ferrari senza questa piccola sfortuna di strategia non l’avrebbe levato nessuno.

E giù dal podio, oltre a Vettel, anche Button, Massa e poi l’australiano Daniel Ricciardo (Toro Rosso), lo scozzese Paul Di Resta (Force India), il francese Romain Grosjean (Lotus) e il tedesco Nico Hulkenberg (Sauber). Un bel gruppo che ha lottato coltello fra i denti fino all’ultimo…

Certo, Vettel guida sempre la classifica iridata con 52 punti, ma ora Raikkonen è secondo con 49 ed Alonso è lì, terzo a 43, con Hamilton quarto a quota 40. Ma il mondiale – che domenica prossima è già al Gp del Bahrain – è quanto mai aperto. Soprattutto ora, con una Ferrari stellare. I tifosi della “rossa” ora sognano davvero.

Fonte:www.repubblica.it


9 Dicembre 2012

Montreal, Canada – La compagnia statunitense acquista 40 CRJ-900 NextGen, con un’opzione per ulteriori 30

(WAPA) – Giovedì 6 dicembre 2012 Bombardier ha annunciato che Delta Air Lines ha effettuato un ordine per 40 aerei regionali CRJ-900 NextGen, con un’opzione per ulteriori 30: a prezzi di listino, l’importo dell’ordine fisso è di 1,85 miliardi di dollari, che aumenterebbero a 3,29 miliardi di dollari se venissero esercitate tutte le opzioni. Gli aerei avranno una configurazione a due classi con 76 posti a sedere.

“Abbiamo selezionato i CRJ-900 NextGen -ha commentato il presidente di Delta Air Lines Ed Bastian– perché hanno dimostrato di essere gli aerei della loro classe più efficienti dal punto di vista dei costi, e questo jet regionale soddisfa perfettamente l’accordo che abbiamo fatto con i nostri piloti per aggiungere 70 nuovi aeromobili da 76 posti alla nostra flotta”.

Delta Connection, il gruppo di vettori regionali di Delta Air Lines, opera con 466 aerei CRJ, ed è quindi il più grande operatore al mondo per la serie.

“Siamo felici del fatto che Delta, una delle più grandi e prestigiose linee aeree al mondo, continui a selezionare gli aerei CRJ per ampliare la propria flotta. I CRJ sono in servizio con i vettori di Delta Connection sin dal 1993, quando Comair divenne la prima compagnia americana ad utilizzare il CRJ-100. Continueremo la nostra forte relazione con Delta, e siamo fiduciosi della nostra capacità di fornire soluzioni innovative per soddisfare le richieste operative di Delta”, ha affermato Mike Arcamone, presidente di Bombardier Commercial Aircraft. (Avionews)
(0092)

Fonte:www.avionews.it


19 Ottobre 2012

Wichita, Usa – L’azienda americana cercherà di evitare il fallimento con le proprie forze

(WAPA) – Giovedì 18 ottobre 2012 Hawker Beechcraft ha annunciato il fallimento delle trattative per l’acquisto dell’azienda americana leader nella fabbricazione di aerei di general aviation da parte del Gruppo cinese Superior Aviation Beijing Co Ltd per 1,79 miliardi di dollari. La società con sede a Wichita cercherà quindi da uscire dal regime di Chapter 11, una parte del codice fallimentare statunitense che consente la riorganizzazione di un’azienda, in osservanza delle disposizioni delle leggi sulla bancarotta, unicamente con le proprie forze.

La società ha deciso di cambiare il proprio nome in Beechcraft Corporation, ed implementerà un business plan che prevede la focalizzazione sui suoi aerei con motore a pistone, turboelica e militari, i prodotti con il maggior margine di profitto, e sui settori manutenzione, riparazione e rifacimento, che hanno un alto potenziale di crescita.

Come parte di questo piano l’azienda, dopo aver consultato i propri principali creditori, sta valutando le alternative strategiche per le linee di prodotti Hawker, che potrebbero includere la vendita di alcune di queste linee produttive, o anche di tutte, così come una chiusura dell’intero reparto di aerei a reazione, se non dovessero arrivare offerte soddisfacenti.

“Abbiamo preso la decisione di procedere con un piano di riorganizzazione senza partner dopo aver determinato che, nonostante i nostri sforzi, la transazione proposta da Superior non poteva essere competata in termini accettabili per l’azienda. Siamo delusi che il negoziato non abbia portato frutto, ma ci siamo protetti ottenendo un deposito non rimborsabile di 50 milioni di dollari che adesso è proprietà della società. Il business plan che abbiamo sviluppato con i nostri creditori assicura che emergeremo da questo processo con una forte posizione operativa e finanziaria, e con un’aumentata abilità di competere bene nel futuro”, ha commentato Robert S. Miller, amministratore delegato di Hawker Beechcraft. (Avionews)
(0092)

Fonte:www.avionews.it



Delhi, India – Anche American Airlines se ne sbarazzò all’inizio dell’anno

(WAPA) – Air India Ltd potrebbe vendere cinque aerei di linea a lungo raggio Boeing 777/200, valutati a 1,4 miliardi di dollari (al prezzo di listino). La stampa rende noto che gli aerei erano stati acquistati da Air India nel 2006 all’interno di un maxi-acquisto di 111 aerei per un valore di 11 miliardi di dollari. Questi velivoli bimotori sono stati utilizzati prevalentemente sulle rotte dirette verso il Nord America, come Toronto, Chicago e New York. La compagnia avrebbe deciso di venderli dopo non esser riuscita a noleggiarli ad altri vettori.

“Pensiamo di venderne cinque, e tenerne solo tre per i voli verso New York. Anche se non riuscissimo a venderli, sarebbe comunque meglio lasciarli a terra perché si risparmierebbe sui costi accessori. Sono davvero assetati di carburante” avrebbe rivelato una fonte interna ad Air India che ha preferito rimanere anonima.

Come accennato, Air India avrebbe a lungo cercato di noleggiare gli aerei con scarso successo, perdendo soldi nel continuare a farli volare. La stampa cita la rotta di New York, che da sola avrebbe arrecato perdite per duecento milioni di dollari all’anno al vettore di Nuova Delhi.

Air India non è comunque la sola a sbarazzarsi del 777/200. Ad esempio anche American Airlines, che offriva un “Volo non stop Chicago-Delhi su Boeing 77/200 dal 2005, ha eliminato la rotta all’inizio dell’anno”.

“Il problema è che il 777 ha troppa capacità per quello che si è dimostrato essere la vera essenza della richiesta nell’economia globale. Il 777 è un aereo grande ed è quindi più costoso di un, ad esempio, 767ER, che può comunque portarti altrettanto bene dovunque vuoi arrivare”.

Fonte:www.avionews.it


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