15 anni fa

11 Settembre 2016

Quel giorno cambiò il corso della storia nel mondo…

 

di Domenico Cacopardo www.cacopardo.it

Jean Baudrillard, il filosofo francese di scuola nietzscheana, chiamato, prima degli attacchi dell’11 settembre 2001, il «filosofo dell’Apocalisse», per la sua preveggente valutazione dei simulacri e della storia, formula una teoria ben applicabile all’insorgere del terrorismo islamico e al suo affermarsi. Dice Baudrillard che i cristiani del Rinascimento erano affascinati dagli indiani d’America, esseri umani che non avevano mai conosciuto la parola di Cristo. C’era stato, agli inizi della colonizzazione, un momento di stupore e di sbalordimento di fronte a questa possibilità, concretamente verificata, di sfuggire alla legge universale del Vangelo. Allora, delle due l’una: o si sterminavano gli indiani per cancellare le prove della loro esistenza (libera e felice) acristiana o li si convertivano (un altro tipo di sterminio) cancellandone l’identità culturale.

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In fondo gli uomini di Al Qaeda prima e, più di recente, quelli dell’Isis, sono stupificati dall’esistenza di un mondo felice e potente che non conosce i dettami del Corano e non venera Allah. Ecco che, per giustificare la propria esistenza, essi debbono cancellare le prove della nostra presenza o convertirci. Del resto, il medesimo libro sacro di Maometto impone di uccidere gli infedeli che non accettano di convertirsi alla «vera religione», cioè all’Islam.Come i colonizzatori rinascimentali, gli islamici si starebbero inserendo nel mondo degli indiani-occidentali, in attesa dello show-down, il momento in cui, se non ci convertissimo, saremmo sterminati.Il pensiero di Baudrillard s’è affermato e s’è sviluppato ben prima degli attentati alle Torri gemelli, al Pentagono e agli altri luoghi americani. In un certo senso, parlando di storia, di simulacri e di impostura, ne ha anticipato il verificarsi.

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Quell’11 di settembre è, ce ne siamo tutti resi conto subito, un tornante della Storia, uno di quei momenti in cui il corso dell’umanità cambia del tutto o in parte la propria direzione di marcia per far fronte a una sconvolgente novità: come la Guerra dei cent’anni, la Rivoluzione americana e quella francese, come le colonizzazioni, il comunismo, il fascismo, il nazismo, le guerre mondiali e, infine, la guerra fredda. E come la cosiddetta fine della Storia (teorizzata da Francis Fukuyana), causata dal crollo dell’impero sovietico e dalla nascita di un mondo monopolare, rivelatosi poi fragile ed effimero, visto il multipolarismo imperante. Quel giorno, verso le 2 e tre quarti del pomeriggio, ero tranquillo, in poltrona, davanti al televisore, sintonizzato sulla Cnn. Per ragioni pratiche, visti i miei frequenti viaggi negli Stati Uniti, mi costringevo a un training d’inglese. Così, tra i primi italiani ho osservato gli attacchi alle Torri gemelli e tutto il drammatico susseguirsi di immagini e di eventi compreso in diretta l’impatto del secondo aereo sulla Torre Sud.

La sensazione immediata era che fosse scoppiata la terza Guerra mondiale. Sconvolto, avevo immediatamente chiamato mia figlia. Lei vive in America da 25 anni e, allora, lavorava nel Consolato italiano di Miami. Mi disse di essere già stata contattata (meno di un’ora dopo il verificarsi dell’attacco: efficienza dell’amministrazione americana) dalle autorità scolastiche perché andasse subito a prendere i figli (l’istituto scolastico era già in assetto di emergenza) e li riportasse a casa. Per la cronaca, nelle scuole (da tanto) vengono effettuate frequenti prove di stato di emergenza con coinvolgimento delle famiglie.Radio e televisioni, intanto, stavano diffondendo l’invito del governo federale a tapparsi in casa e a non uscire sino al contrordine ufficiale.Il marito, invece, in quanto medico, doveva rimanere in ambulatorio sino alla cessazione dell’allarme.La Florida, lo Stato in cui vive mia figlia, si rivelò poi la base dei terroristi che qui, in una scuola per piloti vicina a Fort Lauderdale, avevano imparato quanto serviva loro per dirottare gli aerei e dirigerli sugli obiettivi.

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Ricapitoliamo brevemente i fatti. La mattina dell’11 settembre, 19 componenti dell’organizzazione terroristica al-Qaeda dirottarono quattro voli civili.Due vennero condotti a schiantarsi sulle torri nord e sud del World Trade Center di New York, causando poco dopo il collasso di entrambi i grattacieli e conseguenti gravi danni agli edifici vicini. Il terzo aereo di linea venne dirottato contro il Pentagono. Il quarto aereo, diretto contro il Campidoglio o la Casa Bianca a Washington, precipitò in un campo vicino a Shanksville, nella Contea di Somerset (Pennsylvania), dopo che i passeggeri e i membri dell’equipaggio avevano tentato, vanamente, di occupare la cabina di pilotaggio e di prendere in mano il velivolo.Nell’attacco morirono 2.974 persone, di 90 diverse nazionalità esclusi i diciannove dirottatori. Tutte le vittime erano civili a eccezione di 343 vigili del fuoco, 72 agenti delle forze dell’ordine, e 55 militari.

Al momento dell’attacco circa 17.400 civili erano presenti nelle Torri gemelle. Quasi tutte le persone al di sotto delle zone di impatto evacuò gli edifici, come pure 18 persone che si trovavano nella zona di impatto della torre meridionale; 1.366 delle vittime si trovavano nella zona di impatto o nei piani superiori della torre settentrionale; quasi 600 persone furono invece uccise dall’impatto o morirono intrappolate ai piani superiori nella torre meridionale. Quell’11 settembre è morta la sensazione di sicurezza e intangibilità che decenni di conflitti lontani dagli Stati Uniti avevano dato ai cittadini nordamericani.Tutto è quasi subito cambiato. Una coalizione occidentale ha attaccato l’Afghanistan, lo Stato in mano ai talebani che costituiva la base del movimento al-Qaeda. Poco dopo, ha avuto avvio la Seconda guerra del Golfo, con l’attacco all’Iraq. Una guerra di conquista, il cui scopo dichiarato era quello di neutralizzare Saddam Hussein e le sue armi chimiche e nucleari, mentre, quello reale, era di portare il conflitto in casa dell’Islam scongiurando nuovi attacchi all’Occidente.

Speranze fallaci, dato che da esse è sorto un nuovo terrorismo, di marca sunnita, che ha messo sotto scacco l’Europa. Il terrorismo e il controterrorismo hanno ricondotto la Storia tra di noi, imponendoci di viverla giorno dopo giorno, con i suoi pericoli e i suoi doveri. Referente perduto per qualche anno, la Storia s’è ripresa il proprio ruolo, sostituendo con la sua prosaica quotidianità il Mito (le rivoluzioni, le guerre, la democrazia). È sbagliato rallegrarsene.La Storia è meglio leggerla sui libri o vederla nel cinema. Non farla di persona, correndone i rischi e pagandone i prezzi.

Fonte:www.italiaoggi.it/


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