2012


E’ il primo risultato negativo dal giorno della quotazione, nel 1996: perdite per oltre 235 milioni di euro.

Primo bilancio in rosso della storia di Mediaset dal giorno della sua quotazione, nel 1996. Il rosso è di 235 milioni di euro, con un forte impatto delle svalutazioni. In frenata i ricavi a 3.720 milioni (-12%). Come previsto dagli analisti non sarà distribuito dividendo, ma il gruppo «guarda al futuro con buone prospettive di redditività».

LA NOTA – In una nota il gruppo controllato dalla famiglia Berlusconi spiega che: «I risultati nell’esercizio 2012 hanno pesantemente risentito della crisi economica internazionale e in particolare del quadro recessivo italiano e spagnolo. I mercati pubblicitari dei due paesi hanno subìto nel 2012 una perdita complessiva di 1,6 miliardi di euro con effetti rilevanti sui ricavi del gruppo. A fronte di questo andamento, grazie alla determinazione delle concessionarie Publitalia e Publiespaña, Mediaset ha sostanzialmente mantenuto le proprie quote del mercato tv. Tuttavia i ricavi consolidati si sono ridotti a 3.720,7 milioni di euro (con un calo di 529,5 milioni rispetto al 2011), in linea con l’andamento dei due comparti pubblicitari e in proporzione alle quote detenute da Mediaset nei rispettivi Paesi. Considerata questa forte contrazione del mercato, il gruppo in Italia ha lavorato per effettuare nel bilancio 2012 svalutazioni e accantonamenti al fine di adeguare al nuovo contesto i valori dei principali diritti sportivi e delle risorse artistiche. E ha stanziato oneri di ristrutturazione non ricorrenti. L’impatto netto di questi interventi è stato pari complessivamente a 307,8 milioni di euro. Il risultato operativo del gruppo (Ebit) – al netto degli oneri non ricorrenti, delle svalutazioni e degli accantonamenti – avrebbe chiuso in positivo per 72,4 milioni di euro. Gli interventi sopra citati portano viceversa il risultato operativo di gruppo in negativo per 235,4 milioni di euro».

Foto:www.corriere.it


31 Dicembre 2012

Sabato, 29 Dicembre 2012 13:32

i dati di ascend

Il 2012 è stato l’anno più sicuro per gli aerei

Si sono verificati «soltanto» 15 incidenti mortali, uno ogni 2,5 milioni di voli. In tutto decedute 362 persone

(Fotolia) (Fotolia)

Volare non è mai stato così sicuro come nel 2012. Negli ultimi 12 mesi gli incidenti aerei e il numero delle vittime sono sensibilmente diminuiti rispetto all’anno precedente. In tutto si sono verificati «solo» 15 incidenti mortali con una media di una tragedia ogni 2,5 milioni di voli. Le cifre, raccolte e pubblicate da Ascend, società britannica che si occupa di statistiche e consulenze in ambito aerospaziale, confermano che nel 2012 sono morte 362 persone contro le 403 del 2011.VITTIME – Quasi tre quarti delle vittime del 2012 viaggiavano su due aerei, il Boeing 737-200 della compagnia low cost Bhoja Air che lo scorso 20 aprile si è schiantato vicino a Islamabad causando 127 vittime e sul velivolo della compagnia low cost nigeriana Dana che lo scorso 3 giugno è precipitato mentre stava volando da Lagos ad Abuja provocando la morte di 163 persone. Ascend dichiara che negli ultimi cinque anni il tasso di mortalità dei passeggeri aerei è quasi dimezzato e la media è di una sola vittima ogni 6,1 milioni di viaggiatori mentre nel periodo tra il 2000 e il 2009 era di una ogni 3,7 milioni e negli anni ’90 una ogni 1,8 milioni. Anche le richieste di risarcimenti alle assicurazioni aeree sono in netto calo. Quest’anno hanno raggiunto un valore complessivo di 980 milioni di dollari, il più basso dal 1991.

OPERAZIONI SICURE – Paul Hayes, direttore della sicurezza della Ascend Aviation britannica, afferma che le cifre del 2012 confermano un trend positivo che si verifica ormai da anni: «Il tasso degli incidenti mortali è costantemente migliorato e in media le operazioni sono ora due volte più sicure rispetto a 15 anni fa. Nell’ultima decade, in media, ogni anno sono morte 335 persone in meno rispetto agli anni novanta».

Francesco Tortora

 29 dicembre 2012

 Fonte Corriere

Fonte:www.notiziarioitaliano.it


10 Ottobre 2012

 

Otto incidenti dall’inizio dell’anno per colpa dei gabbiani e degli animalisti che non vogliono abbatterli

Otto incidenti solo nel 2012. Cioè, una volta al mese un aereo rischia il peggio a decollare o ad atterrare a Genova per colpa degli stormi di uccelli che sorvolano la pista del Cristoforo Colombo

Il dato è impressionante, ma ancor più impressionante è il fatto che si decida deliberatamente di mettere in pericolo la vita delle persone per salvare quella dei gabbiani. La clamorosa denuncia, dati alla mano, arriva nel corso del consiglio regionale. È Francesco Bruzzone, vice presidente leghista dell’assemblea di via Fieschi, a far passare la voglia di sghignazzare a quanti, tra i colleghi, si stupiscono dell’insistenza con cui ripropone l’argomento. «La mia prima interrogazione su questo argomento è del 22 giugno 2010 – fa notare Bruzzone -. L’ho riproposta il 16 giugno dell’anno successivo. E se un mese fa sono tornato a chiedere un intervento in aula è perché la cosa non è stata mai risolta. A settembre un volo British Airways con 126 persone a bordo è stato costretto a un atterraggio di emergenza per aver investito alcuni gabbiani. E si è trattato solo del più recente caso, che è stato reso noto dalla stampa. Ma non l’unico».

Il consigliere leghista spiega anche perché si sia arrivati a questi punti senza che il problema sia stato risolto.

La «colpa», neanche a dirlo, è della solita soluzione troppo ani­malista che punta in prima istan­za a salvaguardare gli uccelli pre­senti in zona. «È stato chiesto addi­rittura all’Ispra, all’Istituto Supe­riore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, come contrastare la presenza dei volatili – attacca Bruzzone – . E i super specialisti hanno detto di usare metodi dis­suasori per allontanare i gabbia­ni ». In altre parole, sulla pista del Colombo sono stati installati can­noni che quando un aereo deve partire o arrivare a Genova spara­no e tuonano. Ma a salve. Cioè pro­vano a spaventare gli uccelli, che evidentemente hanno imparato a infischiarsene beatamente. Sicco­me gabbiani e altri pennuti non rappresentano un pericolo sono a Genova ma in ogni altro aeropor­to, e siccome però altrove il proble­ma è stato risolto, Bruzzone sugge­ri­sce di usare i metodi già testati al­trove. Cita i casi di Parigi e Amster­dam, ma aggiunge che la lista po­trebbe essere infinita.

Quello che non dice esplicita­mente, forse per evitare reazioni preconcette, è quale sia questa so­luzione efficace. Che in realtà è la stessa che si usava anche a Geno­va ­quando i voli aerei non correva­no certi rischi. In tempi non sospet­ti le guardie provinciali vennero dotate per la prima volta di fucili proprio per appostarsi sulla pista del Colombo e abbattere qualun­que cosa si alzasse in volo senza l’autorizzazione della torre di con­trollo. Quegli stessi fucili che oggi vengono usati per abbattere cin­ghiali e altri animali sulla base del­le «quote» dettate dalla Provincia, in principio furono date in dotazio­ne proprio per la tutela dell’aero­porto. Senza contare che in altre strutture internazionali vengono utilizzati sistemi di uccisione dei volatili anche con gas venefici.

Metodi che possono a prima vi­sta fare impressione, ma che si di­mostrano gli unici in grado di offri­re garanzie. Soprattutto in consi­derazione del fatto che a breve i ri­schi andranno ad aumentare. «Verso novembre e fino a marzo ­fa notare Bruzzone – arriveranno altre specie di uccelli migratori co­me gli storni, circa diecimila ani­mali in più, e aumenterà la colonia dell’aeroporto dove c’è un invitan­te prato su cui posarsi». Chi si aspettava la consueta risposta pre­concetta, seccata o comunque contraria dalla giunta di centrosi­nistra, ha dovuto ricredersi. La re­plica affidata all’assessore Clau­dio Montaldo, in quanto responsa­bile della sicurezza, è stata quanto­mai seria: «Credo che nell’ambito delle nostre competenze, il proble­ma si debba affrontare al più pre­sto insieme alle autorità dell’aero­porto. Il rischio c’è: occorre appro­fondire il problema e approntare la soluzione affinché non si debba domani piangere per non averlo fatto. Mi impegno a farlo al più pre­sto ». Si annunciano tempi duri per gabbiani, storni e ambientalisti. 

Fonte:www.ilgiornale.it


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