2015

7 Marzo 2016

Viaggiare in aereo sembra essere sempre più sicuro, come dimostrano i dati sugli incidenti rilasciati dall’International Air Transport Association (Iata).

volo

Il 2015 è stato uno degli anni migliori di sempre, con un incidente aereo ogni 3,1 milioni di voli effettuati. Prosegue così il trend positivo per la sicurezza in cielo. Gli incidenti gravi, ovvero quelli che hanno causato dei decessi, sono stati quattro (su 37,6 milioni di voli effettuati) e hanno riguardato aerei a turboelica, più piccoli dei jet che sono in servizio. Il numero totale degli incidenti è stato di 68, comunque inferiore rispetto ai 77 del 2014. Il numero di passeggeri morti nel 2015 è stato complessivamente di 136, contro i 614 dell’anno precedente, a fronte di 3,5 miliardi di persone che si sono servite dell’aereo per i loro viaggi
Il 2015, certamente, è stato anche l’anno della tragedia del Germanwings 9525 e del Metrojet 9268; i due casi, in cui hanno perso la vita complessivamente 374 persone, però non rientrano nelle statistiche della Iata in quanto non sono stati eventi accidentali ma sono stati causati dal suicidio del pilota e da un attentato terroristico (almeno questo è quanto si sospetta).
Buone notizie anche dal fronte dei danni gravi: soltanto uno ogni 4,1 milioni di voli.
Gli indici di sicurezza registrati nelle otto zone in cui l’International Air Transport Association suddivide il globo sono in calo sui quattro anni precedenti, con l’unica eccezione del Nord America che registra un incremento (più l’indice è basso, maggiore è la sicurezza). Le zone più sicure sono il Nord Asia (0,00 nel 2015 contro 0,06 nei quattro anni precedenti) e il Medio Oriente con il Nord Africa (0,00 – 1,00), l’Europa (0,15 – 0,18), Asia – Pacifico (0,21 – 0,56), Nord America (0,32 – 0,13), America Latina e Caraibi (0,39 – 0,92), CIS – Russia e aree limitrofe (1,88 – 3,14) e Africa (3,49 – 3,69).
Fonte:www.italyjournal.it/


31 Dicembre 2015

Attilio, Elisa, Federico, Loris, Marcello, Mirko,Pier e Valler, questi i protagonisti dell’ultima avventura del 2015 targata Aero Club Modena che ci ha portato in quel di Asiago.

Decollati attorno alle 10,22,  un tappeto di nebbia ci ha accompagnati da Carpi fin verso Vicenza.

Qua e la ciminiere sbucavano dalla densa e lattiginosa coltre.

SAM_5217 SAM_5215

SAM_5274

Lasciato Thiene abbiamo iniziato l’avvicinamento verso Asiago dove abbiamo toccato terra alle 11,07.

Per ben cominciare ci siamo crogiolati al sole in veranda, addirittura 13°C, con un Vin Brulè di benvenuto.

SAM_5226 SAM_5229 SAM_5282 SAM_5281

Passata una mezz’oretta ci siamo seduti a tavola dove tra le varie portate abbiamo degustato: Millefoglie di polenta e soppressa grigliata su fonduta di Asiago e Formaggio alla piastra salsiccia polenta e funghi, il tutto annaffiato da un magnifico Magnum  di Merlot Camernère Rosso Bruno della Tenuta due Castelli,(info at www.2castelli.com/) anche proprietari e gestori di Aeroporto e Ristorante.

In fine un  Gelato alla vaniglia con frutti di bosco caldi.

SAM_5284 SAM_5269 SAM_5266 SAM_5285

Purtroppo il tempo vola ed è ora di tornare a Modena.

Ore 14.50, decolliamo e lasciato l’Altopiano di Asiago, su Thiene, un vero e proprio “muro di nebbia” ci costringe a salire ulteriormente di quota sfiorando i 5000 piedi.

SAM_5244

Verso Legnago la situazione migliora nettamente, scendiamo di quota procedendo verso il Po fino a Carpi ed infine Modena.

I laghetti di Campogalliano sfilano alla nostra destra, inizia l’avvicinamento finale all’Aeroporto di Modena-Marzaglia.

SAM_5258

Toccato terra attorno alle 15.50, abbiamo brindato alla fine del 2015 dando il ben venuto al 2016 con una bottiglia di Champagne Dom Perignon Vintage 2004 offerta da Mirko.

SAM_5262

 

…Se deve andar male….

…che vada sempre così…

BUON ANNO A TUTTI

P.G.


28 Dicembre 2015

crash1
Il 2015 è stato un anno ricco di avvenimenti per quanto riguarda l’aviazione e il trasporto aereo. Purtroppo non sono mancati anche episodi tragici: in totale sono stati 16 gli inconvenienti gravi (solo per quanto riguarda i voli civili) dell’anno appena trascorso, che hanno causato un totale di 560 vittime. I numeri sono ampiamente sotto la media degli ultimi 10 anni, in cui si registrano 31 incidenti e 714 morti in media all’anno.

Almeno trenta invece gli incidenti con aerei militari nel 2015, tra cui si ricordano lo schianto dell’Airbus A400M a Siviglia e soprattutto, quello del Lockheed C-130 Hercules dell’Aeronautica militare indonesiana del 30 giugno, che ha causato la morte di 143 persone (121 a bordo e 22 a terra, nell’immagine).

Andiamo a vedere cos’è accaduto negli ultimi dodici mesi, con una consapevolezza quindi: terrorismo a parte, volare è sempre più sicuro.

TransAsia Airways GE235, errore in cabina

Il 4 febbraio 2015 il volo TransAsia Airways GE235 – operato da un aeromobile turboelica ATR72-212A marche B22816 e numero di serie 1141 – in partenza da Taipei e diretto a Kinmen, con a bordo 53 passeggeri e 5 membri del crew, pochi minuti dopo il decollo è precipitato nel fiume Keelung dopo aver colpito un taxi sul Boulevard Huangdong vicino all’aeroporto di Songshan.

L’aereo era in servizio da un anno (aveva volato per la prima volta il 28 marzo 2014), era stato consegnato alla TransAsia Airways il 15 aprile successivo, e aveva subito l’ultima manutenzione il 26 gennaio 2015. Dall’analisi delle scatole nere è emerso che il comandante, Liao Jian-Zong (4914 ore di volo all’attivo sull’ATR72-600), ha spento erroneamente l’unico motore funzionante dell’aereo – dopo che il primo aveva cessato di funzionare durante il decollo – causando lo stallo e l’impatto successivo nel quale morirono 43 dei 58 occupanti il velivolo.

L’aereo avrebbe potuto volare con un motore soltanto, ma nella concitazione del momento Liao ha tirato giù la cloche sbagliata: nell’audio del VCR si ascolta indistintamente la frase «Wow, pulled back the wrong side throttle» («ho azionato la leva sbagliata»). Il comandante ha cercato poi senza successo di riprendere il controllo dell’ATR, ma la situazione era irrimediabilmente compromessa: nell’audio si sente il Primo Ufficiale urlare: «Impatto, preparatevi all’impatto».

E’ opportuno rilevare che Liao, nel maggio 2014, non aveva superato l’esame per affrontare l’emergenza di un motore in fiamme durante il decollo. L’ha poi superato qualche mese dopo, sebbene fosse stato riconosciuto come «nervoso e frettoloso» nel gestire la situazione di avviamento del motore.

Germanwings 9525, schianto intenzionale del Primo Ufficiale

Il 24 marzo 2015 il volo Germanwings 4U9525, decollato da Barcellona alle 9,55 e diretto a Düsseldorf, è rimasto in aria fino alle 10:30, quando i controllori di Aix-en-Provence hanno parlato con l’equipaggio, che in quel momento pilotava l’aereo a 11400 metri di altezza.

Subito dopo l’aereo ha cominciato a scendere rapidamente senza autorizzazione, senza che i piloti potessero interagire con l’ATC e dichiarare l’emergenza: non fu propriamente una caduta verticale, ma una discesa brusca.

L’A320 si è schiantato 8 minuti dopo sulla catena montuosa Trois Eveché’s, in Alta Provenza, sul Massiccio dei Tre Vescovi.

L’aereo era un Airbus A320 marche D-AIPX con 24 anni e tre mesi di anzianità: secondo Lufthansa era stato controllato il giorno prima dell’incidente in seguito a un problema con il Nose Landing Door (lo sportello che si apre e chiude sotto la fusoliera per ospitare il carrello anteriore) ed era poi stato ritenuto in grado di riprendere il servizio. A bordo vi erano in totale 150 persone: 142 passeggeri, 2 piloti e 6 membri dell’equipaggio. Tra loro, 2 neonati e una scolaresca di 16 alunni accompagnati da due insegnanti.

Purtroppo, la causa dello schianto non è stata un problema tecnico, come le prime indagini erroneamente hanno portato a pensare. Approfittando di una tappa alla toilette del comandante Patrick Sondenheimer, il Primo Ufficiale Andreas Lubitz si è chiuso all’interno del cockpit e ha iniziato la sua missione suicida, dirigendo deliberatamente l’aereo contro la montagna.

Già nel 2009 Lubitz aveva sospeso l’addestramento per depressione e manifestazioni di impulsi suicidi, patologie dalle quali era poi stato dichiarato guarito. Il giorno dello schianto, tuttavia, Lubitz non sarebbe risultato idoneo a volare, stando al documento che la polizia rinvenne nella sua casa. Da allora, gran parte delle compagnie aeree hanno adottato la procedura, sul modello statunitense, secondo cui in cabina di pilotaggio devono esserci sempre almeno due membri dell’equipaggio.

Come annunciato nelle ultime settimane, Germanwings verrà gradualmente inglobata da Eurowings, sempre sotto il controllo di Lufthansa. «Vorrei fosse chiaro a tutti che la scelta di passare da Germanwings a Eurowings è stata fatta prima del tragico evento di quest’anno – ha dichiarato Thomas Eggert, country manager Italia di Lufthansa – Comunque serviranno 2 anni per effettuare il passaggio di macchine da Germanwings a Eurowings».

«Un giorno tutti parleranno di me», era solito confidare Lubitz alla compagna. Purtroppo, la sua profezia si è avverata. Qui la ricostruzione al simulatore dello schianto.

Trigana Air Service, colpa del maltempo?

Il TGN-257 era un volo regional di Trigana Air Service di soli 45 minuti decollato da Jayapura e diretto a Oksibil (Indonesia) operato con un ATR-42-300, registrazione PK-YRN, con 49 passeggeri (di cui cinque neonati) e 5 membri dell’equipaggio, in volo il 15 agosto.

Dopo aver perso il contatto radio con i controllori, il velivolo è stato trovato ad un’altitudine a circa 2500 metri sulla montagna Pegunungan, dopo aver urtato contro una roccia delle montagne di Bintang ed essere precipitato in un burrone. Il velivolo aveva effettuato il primo volo oltre 27 anni fa, il 28 maggio del 1988.

Secondo quanto ricostruito, non c’è stata alcuna chiamata di emergenza e durante la fase di atterraggio, con i carrelli già estesi, la scarsa visibilità ha portato i piloti a schiantarsi contro la montagna.

Il vettore indonesiano proprietario dell’ATR-72 aveva iniziato le operazioni nel 1991 e ad oggi ha una flotta di 22 aerei e 21 destinazioni nel network; in tutti questi anni ha avuto 14 incidenti aerei gravi con la perdita di 10 aerei e 11 decessi.

Dal 2007 è inserito nella black list delle compagnie che non possono volare in Europa a causa dei bassi standard di sicurezza e di regolamentazione, in quanto montano a bordo dei sistemi ritenuti obsoleti. Ad oggi il caso è ancora al vaglio del National Search and Rescue Agency (BASARNAS).

Metrojet, incidente o terrorismo?

Il volo Metrojet 9268 – operato da un Airbus A321 marche EI-ETJ con a bordo 217 passeggeri e 7 membri dell’equipaggio – il 31 ottobre scorso era in servizio tra l’Aeroporto Internazionale di Sharm el-Sheikh, in Egitto, e l’Aeroporto di San Pietroburgo-Pulkovo, in Russia.

L’aereo – spinto da due motori IAE-V2500 con alle spalle 56000 ore di volo in 21000 voli – è precipitato  in seguito ad un’esplosione sulla penisola del Sinai uccidendo tutti gli occupanti. In ordine cronologico è l’ultimo incidente di quest’anno e, naturalmente, non si hanno ancora riscontri riguardo le cause. Ma il fattore più preoccupante, che conseguentemente allungherà i tempi delle indagini, è certamente legato a una possibile matrice terroristicasecondo cui sarebbe stato il sedicente Stato Islamico (ISIS) a collocare a bordo dell’aereo una bomba.

A dare forza a questa teoria sono state le dichiarazioni del governo di Mosca, che il 17 novembre ha fatto sapere che a bordo dell’Airbus era stata collocata una bomba, elemento compatibile con la vasta area (13 km²) di ritrovamento dei detriti.

L’ISIS – forse approfittando della scia di terrore – ha rivendicato l’attentato pubblicando sulla sua rivista Dabiq l’immagine di una lattina contenente l’esplosivo collocata sotto uno dei sedili dell’aereo, nella parte posteriore, la cui detonazione avrebbe fratturato il velivolo. Tale rivendicazione – per quanto in linea con quanto affermato dal governo russo – non ha ancora trovato riscontro da parte del governo egiziano, che di concerto con l’EAAIA (Egypt’s Accident Investigation Commission) sta tuttora indagando su altre piste.

Nel 2014 ventuno incidenti e 990 vittime

Nonostante gli eventi tragici, il 2015 è stato un anno molto positivo per l’aviazione. Al contrario del 2014, in cui si sono verificati ben 21 incidenti ad aeromobili che trasportavano civili, causando in totale 990 vittime.

crash2

Il primo in ordine cronologico è il Nepal Airlines 183 del 16 febbraio (precipitato a Dhikura, Nepal, 18 morti a causa del meteo avverso e della cattiva coordinazione dell’equipaggio); poi c’è la misteriosa sparizione datata 8 marzo del MH370 di Malaysian Airlines con 239 passeggeri a bordo, presumibilmente avvenuta nelle acque dell’Oceano Indiano.

L’abbattimento in volo con un missile (russo o ucraino non è dato saperlo) delMH17 sempre di Malaysian è avvenuto invece il 17 luglio nei cieli di Donetsk(Ucraina), con 298 passeggeri a bordo.

Vanno ricordati anche i 48 morti causati dalla collisione, in fase di atterraggio, contro i palazzi di Penghu (Taiwan) il 23 luglio del volo TransAsia Airways GE222 a causa del meteo avverso; e il ghiaccio che ha probabilmente determinato la caduta dell’Air Algerie 5017 a Gossi (Mali) il 24 luglio (le indagini sono ancora in corso).

Altro episodio è stato lo schianto. del volo Sepahan Airlines 4915, avvenuto il 10 agosto in seguito allo spegnimento, subito dopo il decollo, del motore 2. Nell’incidente sono morte 39 persone nei pressi di Teheran (Iran). Infine, va ricordato il guasto al timone che ha causato lo schianto dell’Air Asia QZ8501 il 28 dicembre nel Borneo (162 morti).

Secondo l’International Air Transport Association (IATA) gli incidenti nel 2014 hanno coinvolto 0,15 aerei ogni milione di voli, mentre se si considera il periodo che va dal 2009 al 2013 la media degli aeromobili persi per milione di voli è stata di 0,24.

La sicurezza aerea è migliorata in quanto – stando al rapporto – si verifica un incidente aereo ogni 4,4 milioni di voli. Questo dato è in linea con quanto dichiarato dal National Transportation Safety Board, (NTSB), l’agenzia americana che si occupa della sicurezza dei trasportisecondo cui un volo ogni 1,2 milioni incorre in un incidente. La Commissione Europea ha rilasciato pochi giorni fa lablack list delle compagnie aeree che non possono volare in Europa.

Nel 2014, secondo l’Aviation Safety Network, nel 2014 gli incidenti sono avvenuti:  3 durante la salita iniziale, 13 con l’aeromobile in crociera, 3 durante l’approccio finale e 2 durante l’atterraggio.

crash3

Curiosamente, se consideriamo che non si sono avute fatalità durante il decollo, è ancora lecito pensare che decollo e atterraggio siano le fasi più critiche del volo?

Fonte:www.flyorbitnews.it/


21 Marzo 2015

Poco prima di andare in stampa arriva una amarissima lettera di sfogo di Gianni Zamboni, amico della prima ora e imprenditore illuminato, mosso unicamente dalla passione, con la quale ci comunica che dopo ben 25 anni la storica fiera aeronautica italiana non si terrà più. Finisce un pezzo di storia del volo e finisce nella maniera più paradossale e pazzesca che si possa immaginare, uccisa dall’AeCI, l’ente di diritto pubblico che dovrebbe per statuto promuovere il volo.

Al Direttore di Volo Sportivo
Caro Rodolfo,
ti confermo che nel 2015 la 26a edizione di “Cielo e Volo” non avrà luogo. Se l’atteggiamento dell’Aero Club d’Italia nei nostri confronti non cambierà, possiamo considerare annullati anche tutti gli incontri degli anni futuri, quindi “Cielo e Volo” non si farà mai più. È veramente un peccato, perchè dopo 25 edizioni, tutte di successo, dobbiamo arrenderci di fronte all’atteggiamento ostile di questo sodalizio che, invece, dovrebbe per statuto favorire lo sviluppo e la propaganda del volo. La Skyline Srl, proprietaria della struttura di Ozzano, non è Ente Federato ed è questa la motivazione per la quale ci è impedita l’organizzazione di questo evento. Già nel 2013 Il Gen. Cacciatore, direttore generale di AeCI, ci aveva negato il necessario nulla osta dell’AeCI, dico necessario in quanto le successive autorizzazioni provenienti da ENAC, Prefettura, Vigili del Fuoco e Comune, venivano concesse solo dopo che AeCI aveva dato il suo benestare.

 

Il 2013 l’abbiamo “tamponato in extremis” con una autorizzazione che Cacciatore ha concesso alla Scuola di Volo Cirrus Aviation che è presente nella nostra Aviosuperficie (non so e non capisco come ciò sia potuto avvenire, perchè Cirrus Aviation è Ente aggregato e non federato), e il 2014 attraverso la gentile mediazione dell’Aero Club di Rimini. Per il 2015 non abbiamo alcuna voglia, né intenzione, di chiedere elemosine ad altri Aero Club federati, con il rischio, in assenza delle necessarie certezze, di mettere in moto una organizzazione costosa e faticosa, per poi eventualmente vedere che qualche passaggio, per ottenere le varie autorizzazioni, si possa inceppare. Ti faccio presente che per 23 anni, quindi fino al 2012, l’AeCI ha sempre concesso il nulla osta senza alcuna difficoltà, ma le difficoltà sono iniziate nel 2013 quando Cacciatore, rispolverando un Regio Decreto del 1925 e un Decreto Legge del 1954, mi comunicò che solo gli Enti Federati potevano organizzare incontri aerei. Quello che però maggiormente non capisco è il motivo per cui questo Ente, che è preposto allo sviluppo del volo, possa e voglia impedire iniziative private dirette a tale scopo, appropriandosi di un potere che sicuramente presenta aspetti anticostituzionali nell’arrogarsi in via esclusiva tali iniziative e nell’impedire l’iniziativa privata. Ritengo, ma non ho la voglia di approfondire, che anche l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, possa definire illegittimo il potere di cui l’AeCI si è appropriato. Come sai, la Skyline, in un programma di sviluppo generale e con spirito imprenditoriale, nel 2014 ha rilevato da Dagapex i marchi “Cielo e Volo” e “Radio Model Show”, con l’intenzione di portare avanti negli anni questi due storici e importanti incontri, ma dopo le grosse difficoltà incontrate con l’AeCI, questo progetto è morto e l’entusiasmo mio personale si è spento. Pensa quale danno l’AeCI sta infliggendo a tutto il comparto aeronautico italiano… Ozzano è sempre stato il punto di riferimento per tutto il mondo del volo italiano ed estero: costruttori di aerei, di motori e di accessori, presentavano a Cielo e Volo le loro produzioni, con la partecipazione di piloti provenienti da tutta Italia e da molti Paesi d’Europa. Ricordo il 2010: in quel “Cielo e Volo” contammo oltre 800 aeroplani. Caro Rodolfo, tu sai quanto ho fatto per il mondo del volo e quanto mi piacerebbe ancora fare. Non è nella mia indole subire una sconfitta, ma credimi, di fronte a questa assurda burocrazia e cecità di funzionari, mi sono arreso. Un abbraccio,
Gianni Zamboni

RISPOSTA DEL DIRETTORE DI VOLO SPRTIVO

Molti dei nostri lettori conoscono Gianni Zamboni solo per “sentito dire” o solo per l’aviosuperficie di Ozzano “Guglielmo Zamboni”, intitolata a suo figlio scomparso in un incidente aereo e ricordato nel migliore dei modi, facendo volare la gente, più gente possibile; una conoscenza “superficiale” così come probabilmente in maniera superficiale lo conoscono in Aero Club d’Italia. Ed è un male, perché chi si occupa di volo deve avere cultura e memoria storica, deve sapere chi ha di fronte. Gianni è la passione per il volo fatta persona, ma senza eccessi e senza protagonismi, anche se con il mitico Renzo Rosetti andava a volare con gli ULM nel Sahara quando ancora Grand Sud Evasion neanche esisteva; se dovessi in qualche modo definirlo non andrei a scomodare la sua capacità imprenditoriale e forse neanche la sua passione viscerale per il volo. Direi semplicemente “è un signore”, un termine oggi desueto. Anche questo, mi perdonino coloro che non vi si riconoscono, un riconoscimento culturale fatto non di educazione e di buone maniere, ma di quel quid che nessuno yesman potrà mai avere. Perché non si compra. Gianni è il “signore” che, appena letta questa lettera, ho immediatamente chiamato al telefono cercando di fargli cambiare idea e promettendogli tutto il mio possibile aiuto.

 

Gianni è il “signore” che con toni amareggiati, ma fermi e affatto astiosi, neanche verso chi ha ucciso 25 anni di storia del volo italiano, mi ha confermato con poche e amare parole la sua decisione, e la sua profonda delusione. Non è servito a nulla dirgli che io al suo posto sarei andato sino in fondo, avrei dimostrato con esposti e ricorsi in tutte le sedi, anche in ambito europeo, l’incostituzionalità di quanto sta facendo AeCI (a quale scopo poi? Chiudere tutto? O solo poter dire di controllare tutto ciò che vola? Il tutto basato poi su un Regio Decreto del 1925 “ante Costituzione” e su una legge di 61 anni fa emanata sulla base della situazione di allora?); a nulla è servito dirgli che io avrei addirittura citato in sede civile i dirigenti AeCI che impediscono, probabilmente in maniera illegittima, ai privati di organizzare manifestazioni aeree (accade solo in Italia!), e che avrei loro richiesto, sempre in sede civile, il risarcimento del danno quantificato (si, perché sono dirigenti di un ente di diritto pubblico, pagati anche un centinaio di migliaia di euro l’anno per promuovere il volo, pagati con i soldi delle nostre tasse, e se non fanno correttamente il loro lavoro e se mi procurano un danno io voglio che ne rispondano personalmente, sapendo che se un giudice mi da ragione devono darmi le chiavi di casa loro o l’intero loro conto corrente bancario per risarcirmi). Come dice un mio caro amico, esperto di questioni giudiziarie: “alcuni dirigenti pubblici a volte prendono decisioni apparentemente assurde, spesso sconfessate dalla storia, dai tribunali o dal furor di popolo, e lo fanno contando su una sorta di impunità assoluta che si riassume nel “tanto nessuno dice mai nulla, nessuno si oppone, nessuno mi può toccare”. Ma il primo che si oppone, semplicemente perché ha la legge dalla sua, e che ha ragione in sede di giudizio, a seconda dei casi li spedisce in galera o azzera i loro conti correnti, o semplicemente li manda a casa e impedisce loro di continuare a guardarsi allo specchio vita natural durante”. Io non avrei mai mollato, ma Gianni mi ha risposto con pacatezza: “no, mi fermo qui, finisce tutto, sono stanco di combattere”.

 

 

Queste parole sono la peggiore delle sconfitte per un motivo che non è ben descrivibile o quantificabile. Ma ci provo lo stesso a spiegarlo: Gianni Zamboni è la persona che ha speso una intera esistenza e un patrimonio, anni di vita vera e soldi “pesanti”, per creare forse la più bella pista italiana, oggi anche asfaltata, con scuole di volo, rifornimento h24 con bancomat, ristorante, officina assistenza e con un plus che non ha prezzo: l’essere sempre accolti con il sorriso sulle labbra e con un abbraccio, chiunque tu sia. Riuscire a far desistere una simile persona, il cui entusiasmo è una risorsa preziosa per l’intero mondo del volo, è il peggior delitto che si potesse commettere. Ma capire questo è ancora una volta una questione culturale, per questo non mi aspetto che sia compreso da tutti. E se qualcuno si sentisse diffamato dalle mie parole gli chiedo pubblicamente di querelarmi, non aspetto altro: avrò modo di spiegare di fronte a un giudice i fatti, la storia di un pezzo di volo italiano e i motivi per i quali ciò che sta accadendo è, a mio giudizio, anticostituzionale. E se avessi ragione, chissà… magari qualcuno sarebbe chiamato a rispondere personalmente delle centinaia di migliaia di euro di danni sofferti da Skyline con la rinuncia alla attuale e alle future manifestazioni, per le quali aveva acquisito i diritti e varato un piano di investimenti a vantaggio di tutti noi e, so che è difficile da capire, a vantaggio anche dell’Aero Club d’Italia. Già, perché se il mondo del volo crescesse sarebbe una vittoria anche per AeCI. Ottenuta a costo zero. Ma anche questo, purtroppo, è un ragionamento culturale, lo comprenderanno in molti, ma non tutti; lo comprenderanno, ad esempio, i nostri lettori e tutti i veri appassionati del volo. E, probabilmente, solo loro. Caro Gianni, un abbraccio a te da tutti i piloti italiani e grazie di cuore per i 25 fantastici anni che ci hai regalato (Rodolfo Biancorosso)

 

FONTE: www.volosportivo.com


25 Maggio 2013

Il volo di debutto del KC-46 dovrebbe avvenire nel primo trimestre del 2015. Ma la struttura del velivolo 767-2C, su cui si basa il velivolo, è probabile che volerà a metà del 2014, prima di essere modificata per la forza aerea. Boeing spera in produzione entro il terzo trimestre del 2015.

Consegne del KC-46

Il primo dei 18 KC-46 dovrebbe essere consegnato nel 2016. La produzione full-rate, che dovrebbe essere di circa 15 aerei all’anno, avrà inizio più o meno nello stesso tempo, con un totale di 179 aerei da produrre per l’USAF.

Fonte:www.nonsoloaerei.net


SOCIAL NETWORKS

Seguici sui Social

Aeroclub Modena è presente sui maggiori canali Social. Per qualsiasi informazione non esitate a contattarci. Sapremo rispondere puntualmente ad ogni vostra necessità.