Aeroporto Duca d’Aosta

17 Agosto 2014

Da martedì sarà off limits «per motivi di sicurezza». Vi accederà solo la Pipistrel. Romoli: mai fatta una bonifica seria. Si sospetta la presenza di residuati bellicidi 

di Emanuela Masseria

GORIZIA. A partire da martedì prossimo l’Aeroporto Duca d’Aosta sarà interdetto a tutti, meno alla Pipistrel, l’azienda slovena in fase di insediamento che qui produrrà ultraleggeri a partire dal prossimo anno.

La motivazione – che farà sicuramente riflettere – è racchiusa in una circolare dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (Enac), che riconduce la decisione a «ragioni di pubblica incolumità, in vista di un organico piano di recupero e messa a norma delle infrastrutture».

Il documento, datato 13 agosto, non dice praticamente niente altro sulle ragioni del provvedimento, che è diretto alla concessionaria di beni e servizi che gestisce l’Aeroporto, al Prefetto e alle associazioni aeronautiche che operano all’interno della struttura. Una situazione improvvisa, piena di interrogativi e sospetta per la tempistica della decisione.

Proprio il 12 agosto, dopo aver promosso un volo dimostrativo su un aereo Panthera della stessa Pipistrel sulle piste appena messe a norma, l’Associazione Duca d’Aosta aveva posto il problema di un ritiro della concessione da parte dell’Enac, che gestisce lo spazio demaniale, a causa del pessimo stato dell’area.

Ma si trattava in realtà solo di un’ipotesi, basata sul fatto che, in ogni caso, è da decenni che il complesso attorno alle piste versa in uno stato di abbandono, anche per quanto riguarda la questione di una bonifica bellica complessiva dell’area. Questo discorso non vale ovviamente per la parte gestita dall’Associazione Duca d’Aosta e nemmeno da quella occupata dalla Pipistrel, ma, di primo acchito, si può ben notare che all’azienda è stato permesso l’accesso e invece a tutti gli altri no.

Curioso poi che si legga, nella circolare, che l’interdizione è stata decisa «in vista di un piano di recupero organico e della messa a norma delle infrastrutture» . Per questo, bisognerebbe avere una vista davvero lunga, dato che al momento non sembra proprio esserci un piano. Solo alcuni giorni fa, anche su queste pagine, si parlava soprattutto di future collaborazioni necessarie per il rilancio dell’intero complesso.

Sulla situazione è poi esemplificativa la posizione ufficiale del sindaco Ettore Romoli, fondamentale anche perché il Comune di Gorizia è un elemento cardine della concessionaria che gestisce l’aeroporto (e i suoi destini). A detta del primo cittadino, la questione è «gravissima» e troverà la ferma opposizione dell’amministrazione comunale, che si attiverà a riguardo. La buona notizia è «che la Pipistrel per fortuna è esclusa dal provvedimento».

Però – dice Romoli – «è evidente che qualcuno si è convinto proprio adesso che sia il caso di effettuare bonifiche, piani e messe a norma, dopo che per settant’anni è stato lasciato tutto così com’è». In pratica, non si ritiene, a quanto pare, che ci sia un’emergenza, nemmeno connessa agli esplosivi, anche se da voci di corridoio sembra che la motivazione possa essere proprio questa. A cercarle bene, probabilmente le bombe potrebbero pure venir fuori, dato che seriamente nessuno se n’è mai occupato. Per il momento, di sicuro l’interdizione c’è e non ha una data di scadenza. Si parla dell’intera area aeroportuale e del divieto «all’uso, alla sosta e alla circolazione di mezzi e pedoni».

Non saranno concesse «deroghe e/o proroghe in ragione del recupero o la rimozione dei mezzi» appartenenti a chiunque negli spazi dell’aeroporto. In tutto questo, solo la Pipistrel potrà continuare con i propri lavori sull’area demaniale che le è stata regolarmente concessa.

Fonte: http://messaggeroveneto.gelocal.it/


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