Asia

14 Febbraio 2014

(AGI) – Roma, 10 feb. – Boeing prevede un mercato di 1,9 trilioni di dollari in nuovi aerei per l’Asia-Pacifico nei prossimi 20 anni: la forte crescita economica e dei passeggeri saranno i principali motori della domanda di nuovi aerei nell’Asia-Pacifico. Boeing stima che le compagnie aeree della regione avranno bisogno di ulteriori 12.820 aerei per un valore di 1,9 trilioni di dollari, ovvero il 36% delle forniture mondiali di nuovi aerei nei prossimi 20 anni. “Le economie e il traffico passeggeri dell’Asia-Pacifico continuano a mostrare una forte crescita”, ha commentato Randy Tinseth, vice president Marketing di Boeing Commercial Airplanes durante un media briefing prima dell’apertura del Salone di Singapore.
  “Nei prossimi vent’anni, circa la meta’ della crescita del traffico aereo mondiale sara’ guidata dai viaggi verso, da o all’interno di quest’area. Per supportare l’incremento di tale domanda, la flotta dell’Asia-Pacifico arrivera’ quasi a triplicarsi, da 5.090 aerei del 2012 a 14.750 aerei nel 2032”.
  I dati Boeing prevedono che le compagnie aeree della regione faranno affidamento principalmente su aerei a corridoio singolo, come il 737 Next-Generation e il 737 MAX – una nuova variante del leader di mercato, il 737 – per effettuare i collegamenti. Gli aerei a corridoio singolo rappresentano il 69% dei nuovi aerei del Paese. “Le nuove compagnie low cost e la domanda di voli all’interno dell’Asia hanno alimentato il sostanziale incremento degli aerei a corridoio singolo”, ha aggiunto Tinseth. “Aerei a basso consumo come il 737 Next-Generation e il 737 MAX aiutano i sempre piu’ numerosi vettori low cost a operare in modo piu’ efficiente e a fornire tariffe vantaggiose alla classe media emergente”. Per il traffico a lungo raggio, Boeing prevede che gli aerei a corridoio doppio, come il 747-8 Intercontinental, il 777 e il 787 Dreamliner, costituiranno il 28% dei nuovi aerei consegnati. Inoltre, anche il 787-10 e il 777X, lanciati di recente, supporteranno la domanda dell’Asia-Pacifico di aerei a doppio corridoio a basso consumo. Singapore Airlines ha gia’ ordinato 30 787-10, favorendo cosi’ il lancio del programma durante il Salone di Parigi 2013 e Cathay Pacific ha recentemente ordinato 21 777-9X. (AGI) .

Fonte:http://www.agi.it


23 Aprile 2013

Un rapporto di Colliers International mostra che nel prossimo decennio saranno avvantaggiati negli Stati Uniti gli aeroporti che offriranno i migliori collegamenti intermodali, anche perché si svilupperà il modello di hub con relazione su un vasto territorio. L’influenza dell’ampliamento del Canale di Panama.
Secondo il rapporto di Colliers International, nel decennio compreso tra il 2015 e il 2025, gli effetti dell’ampliamento del Canale di Panama non si vedranno solamente nel trasporto marittimo, ma anche in quello aereo, perché il passaggio di portacontainer di maggiore dimensione potrà cambiare i rapporti tra mare e aria nei trasporti fra Asia e costa orientale degli Stati Uniti. I fattori determinanti saranno i costi dell’energia e delle infrastrutture e la crescita dell’e-commerce.
I porti potranno accogliere più merci trasportate a costi minori, ma ora non hanno infrastrutture sufficienti per distribuirle all’interno. Nello stesso tempo, il trasporto aereo delle merci subirà un’ulteriore evoluzione, che si attuerà nei prossimi cinque anni con una riduzione degli scali più importanti, che avranno una forte caratterizzazione di hub per un territorio piuttosto esteso. Secondo i ricercatori di Colliers International, la rete statunitense si concentrerà sugli scali di Memphis, Louisville, Columbus (Ohio), Miami, New York, Los Angeles, Seattle e Denver. La caratteristica di questi aeroporti è avere buoni collegamenti con porti marittimi.
Un esempio riportato dalla ricerca riguarda l’aeroporto di Memphis, che recentemente è stato scelto dal produttore di calzature Nike come hub per la distribuzione proprio per le sue connessioni intermodali. Inoltre, l’intermodalità mare-aereo favorirà nel prossimo decennio gli scali del Sud-Est e della costa atlantica

Fonte:www.trasportoeuropa.it


18 Aprile 2013

La posizione più forte della Russia sul mercato mondiale delle armi è quella relativa all’aviazione militare. Certi aeroplani come il Su-30 e il MiG-29 sono ben noti in molte regioni del mondo, specialmente nei paesi del Sud-est asiatico. La domanda di aerei militari di produzione russa si mantiene grazie alla comparsa di commissioni provenienti da paesi quali Algeria, Venezuela, Malaysia, Vietnam, Uganda e Indonesia.

A questa lista, forse, si aggiungerà ben presto anche il Bangladesh, dove potrebbe cominciare nel 2015 la fornitura di aerei Jak-130. Per le società del sistema industriale russo nel settore della difesa, la cooperazione tecnico-militare con i paesi asiatici ha un carattere prioritario. Le nazioni dell’Asia meridionale e del Sud-est asiatico sono in grande sviluppo e investono molto sul rifornimento delle loro forze armate, osserva Ivan Konovalov, direttore del Centro per la congiuntura strategica.

Questi paesi hanno bisogno di tali mezzi. Gli aerei da guerra russi sono quelli che i clienti preferiscono grazie al loro rapporto qualità-prezzo. Seppure costino abbastanza, essi, in confronto a quelli americani o francesi, sono più economici e di buona qualità. Per questo i paesi del Sud-est asiatico, dove esiste un gran numero di problemi irrisolti, compresi quelli relativi alle frontiere, sono molto interessati ai prodotti aeronautici russi. D’altronde, le società russe operano in maniera ponderata, pubblicizzando MiG e Sukhoi su questo mercato.

Il nuovissimo aeroplano militare di addestramento Jak-130 non è ancora così conosciuto nel mondo come il Su-30 o il Mig-29, ma ha buone opportunità di esportazione e ottime caratteristiche. Lo Jak-130 è unico per il fatto di svolgere due funzioni: il ruolo di aereo d’addestramento per la preparazione dei piloti militari e il ruolo di aereo d’assalto. Viktor Murachovskij, membro del Consiglio pubblico e presidente della Commissione industriale militare presso il Governo della Federazione Russa riferisce:

Grazie al dispositivo radioelettrico di bordo, è possibile imitare ampiamente svariati modelli di aerei militari, la loro aerodinamica e le modalità d’uso delle armi. Come aereo d’assalto leggero, esso può funzionare in condizioni meteorologiche semplici e adottare diversi tipi di armi, come bombe a caduta libera e missili non guidati. Ovviamente, lo Jak-130 non ha lo stesso potente sistema radioelettrico di bordo dei caccia di quarta e quinta generazione, ma in molti conflitti, soprattutto di natura locale o in azioni antiterroristiche, questo sistema non è richiesto.

Lo Jak-130 costa quasi la metà rispetto ai moderni caccia, sottolinea l’esperto. Questo rende il velivolo un prodotto esclusivo. Il contratto previsto con il Bangladesh è solo il primo passo verso la penetrazione dello Jak-130 nel mercato estero. Com’è ormai noto, il produttore dell’aeroplano, la corporazione «Irkut», insieme alla società «Rosoboronexport», ha intenzione di espandere lo Jak-130 nel mercato latinoamericano. Nel caso vengano conclusi contratti di fornitura di aerei con un paese di questa regione, la produzione su licenza potrebbe venire concessa al Brasile.

In tutto, secondo i dati di metà 2012, la «Rosoboronexport», negli ultimi sette anni, ha consegnato all’estero 290 aerei da guerra, per un ammontare di oltre 20 miliardi di dollari. Gran parte dell’esportazione riguarda il marchio «Su» e «MiG».

Fonte:http://italian.ruvr.ru


15 Aprile 2013

Due compagnie aeree del Pacific Rim hanno iniziato contemporaneamente l’utilizzazione commerciale del nuovissimo aereo di linea russo Sukhoj Superjet 100 (SSJ-100). I primi voli commerciali sono stati compiuti dal Superjet della compagnia indonesiana Sky Aviation e da quello della laotiana Lao Central. Si tratta di un passo importante per la promozione dell’aereo russo sui mercati dei paesi asiatici.

Nel maggio del 2012 un SSJ-100 in volo nel cielo dell’Indonesia si è scontrato contro il versante di una montagna. La commissione che ha indagato sulle cause della catastrofe è giunta alla conclusione che era dovuta ad errori commessi dall’equipaggio e alla cattiva conoscenza da parte dei piloti delle caratteristiche del territorio.

L’avvio dell’utilizzazione del Superjet in questa zona dimostra che il progetto sta superando gradualmente le conseguenze negative della catastrofe. Anche se dopo l’avaria molti pronosticavano al Superjet un fallimento sul mercato, la Sky Aviation non ha rinunciato ai piani di acquisto di questi aerei. Il contratto, firmato nel 2011, per la fornitura negli anni 2012-2015 di 12 Superjet del valore complessivo di 380 milioni di dollari viene regolarmente onorato. Con la Lao Central invece è stato firmato un contratto per la consegna di 3 aerei con l’opzione dell’acquisto di altri 6 Superjet. Questi aerei vengono forniti anche in Messico, dove la compagnia Interjet ha stipulato il contratto per l’acquisto di 20 aerei con l’opzione di altri 10. Il primo di questi aerei è stato consegnato alla fine del 2012.

Il portafoglio include in tutto commesse per 179 aerei Superjet. La Sukhoj, produttrice dell’aereo, programma di aumentarne le vendite anche in altre regioni del mondo, compresa l’Europa.

Ma al mercato asiatico viene dedicata un’attenzione prioritaria. Nel 2012 l’aereo SSJ-100 è stato esposto al salone aeronautico di Zhuhai. Allora Mikhail Pogosian, presidente della Corporation unificata delle costruzioni aeree (OAK), ha annunciato i piani di consegna di questi aerei al mercato cinese. Nel marzo 2013 l’aereo è stato presentato alla fiera di ingegneria aerospaziale e navale LIMA 2013 in Malesia.

I piani di promozione dell’aereo SSJ-100 sul mercato cinese acquistano contorni sempre più reali in quanto l’analogo progetto cinese ARJ-21 incontra sempre più problemi. I test di volo di questo aereo sono iniziati già nel 2008 ma finora sono lungi dall’essere terminati. I problemi rivelati all’inzio dei test sono stati risolti ma le modifiche apportate alla struttura dell’aereo hanno generato nuove difficoltà tecniche.

In una serie di comunicati dei media cinesi è stata avanzata l’ipotesi che il progetto ARJ-21 possa essere chiuso e l’esperienza accumulata possa essere utilizzata per la realizzazione di un programma assolutamento nuovo, ossia del programma di un aereo regionale. Se ciò succederà, aumenterà ancora di più il periodo in cui la Cina non avrà un proprio aereo di linea regionale.

A cavallo tra gli anni 1990 e 2000 la Cina ha rinunciato metodicamente all’impiego di aerei passeggeri sovietici e russi nella propria aeronautica civile. Un determinato numero di aerei Тu-154 viene ancora usato dall’aeronatica militare cinese in qualità di aerei speciali. Le forze aeree cinesi hanno ricevuto in dotazione anche i pochi Тu-204 forniti negli anni 2000. Ma i dirigenti dell’aviazione civile cinese erano contro gli aerei russi.

A differenza degli aerei sovietici, il Superjet viene costruito con un largo impiego di aggregati forniti dai migliori produttori occidentali e con il massimo ricorso alla cooperazione produttiva internazionale. L’aereo è orientato all’ottimizzazione massima dei profitti, per cui suscita già adesso interesse da parte di compagnie aeree occidentali. La compagnia Graždanskije samolety Sukhogo presta molta attenzione alla creazione della rete dei servizi postvendita per questi aerei e sta allestendo attualmente un centro regionale di servizi postvendita nel Sud-Est asiatico.

Fonte:http://italian.ruvr.ru


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