Austria

19 Luglio 2015

Sabato, sotto un sole cocente già alle 9,25 del mattino, proveniente dall’Austria è atterrato all’Aeroporto di Modena-Marzaglia un Diamond Aircradt Da-42 TWIN STAR”Platinum” OE-FMB (c\n 42-225 ), il quale si è trattenuto in città per tutta la mattinata.

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Verso le 15,20 il velivolo ha staccato le ruote dalla pista infuocata dello scalo emiliano facendo ritorno in Austria

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P.G


16 Agosto 2014

 Più che un’officina, la sua sembra un laboratorio: tutto è pulito e in ordine, dai motori ai bulloni, non c’è polvere né confusione.«Ma è normale – dice -, qui di morchia non ce n’è, non sono come i motori delle auto». Il mago dei motori degli ultraleggeri con la passione per il podismo

Lui è Andrea Minari, titolare della Micriflight di Baganzola, La sua officina non è solo un Centro di Servizio Autorizzato per la Manutenzione e Revisione dei Motori Rotax per aerei ultraleggeri: è stato il primo centro del genere nato in Italia, nel 1979 e, ancora oggi, è uno dei pochi presenti sul territorio nazionale. Pilota di volo libero, parapendio, paramotore, aviazione generale, paracadutista militare e civile, Minari è considerato uno dei maggiori conoscitori dei Motori Rotax, a livello nazionale e non solo. Una professione nata per caso dalla passione di un ragazzino.

«Mi sono avvicinato al volo a 14-15 anni – racconta -, contagiato dalla passione di mio padre. Negli anni ‘80 mi sono dedicato al volo libero in deltaplano e poco dopo ho acquistato un ultraleggero. Quando ha avuto bisogno di manutenzione mi sono reso conto che in Italia non c’era nessuno in grado si occuparsene e così, tramite un importatore Rotax, Corrado Gavazzoni, mi sono rivolto direttamente alla ditta e sono andato in Austria a fare un corso di formazione. Una volta tornato ho capito che anche altri ultraleggeri avevano bisogno di manutenzione e così ne ho fatto un lavoro. Un lavoro che dura da 35 anni».

Nel frattempo ha iniziato a tenere dei corsi di formazione; tra gli altri anche la Brigata di cui ha fatto parte, che utilizzava speciali deltaplani per le incursioni notturne. «Difficile spiegare le emozioni che provo con il volo libero. Prima andavo in moto ma non c’è paragone: sei lassù, con il vento in faccia». «Il rischio di farsi male c’è ma non è il volo in sé ad essere pericoloso, né gli ultraleggeri, anche se in Italia questo è ancora un argomento tabù.

Di norma dipende dal pilota: sapesse quanti incidenti per lanciare fiori sulla casa della fidanzata!

Mi portano le eliche sfasciate e io le conservo tutte qui: come monito per me, e soprattutto per loro, di quello che non si deve fare in volo».

Tra le eliche della sua officina, Minari ne conserva anche una particolare: è quella di un dirigibile del 1920, trovata in una vecchia soffitta. «Durante la guerra le bruciavano per scaldarsi, strano che si sia salvata. Un antiquario la voleva comprare, ma ho rifiutato. E’ un pezzo straordinario».

Dopo anni a bordo degli ultraleggeri, ultimamente Minari è tornato alle origini e si diverte con il paramotore: «Puoi volare quando vuoi, bastano un caschetto da bici e un paio di occhiali da sole. E non hai bisogno di qualcuno che ti venga a recuperare».

E quando non vola, corre: «Ho fatto qualche gara, tra cui la maratona di Ney York – dice indicando il pettorale appeso in officina, insieme a quello della 30 km della Cariparma – ma ho smesso: non di correre, faccio 10 km ogni sera, ma non faccio più gare.

La verità è che alla domenica mattina preferisco dormire».

 

Fonte: www.gazzettadiparma.it

 


19 Giugno 2013

I costruttori degli aerei russi ed austriaci hanno convenuto di progettare e produrre piccoli aerei passeggeri. L’accordo in merito è stato raggiunto al Salone dell’aeronautica Le Bourget tra la corporation statale Rosteh (Fabbrica dell’aviazione civile degli Urali) e la compagnia austriaca DAI (Daimond Aircraft Industries).

Gli aerei di linea capaci di portare fino a 19 passeggeri saranno destinati alle linee aeree locali per voli a distanza da 400 a 1000 chilometri. In Russia lo sviluppo dell’aviazione regionale è trattenuto in primo luogo proprio a causa dell’assenza di piccoli aerei di linea moderni per trasporti locali. In questo segmento non esistono nuovi aerei russi, mentre i vecchi An-2 stanno per esaurire le proprie risorse, rileva Oleg Smirnov, presidente del fondo “Partner dell’aviazione civile”:

L’aereo An-2 è una magnifica macchina che ha realizzato la propria storica missione aeronautica. Per una ventina d’anni questi aerei hanno trasportato decine di milioni di passeggeri. Grazie agli An-2 ogni paesino, ogni piccola città in Estremo Oriente, nel Nord, in Siberia e in altre regioni distanti aveva un collegamento aereo con la grande terra.

Tuttavia An-2, come anche l’aereo L-410 che esiste ancora nel parco aeronautico della Russia, è già da tempo moralmente obsoleto e non si può fare l’assegnamento sullo stesso. Sul mercato russo sono richiesti almeno 200 nuovi aerei di linea. Così il progetto congiunto russo-austriaco arriva al momento giusto, rileva Oleg Panteleev,direttore dell’agenzia settoriale AviaPort:

Il compito prtincipale che dovranno risolvere i partner è l’applicazione di nuovissime tecnologie e materiali nella struttura del futuro aereo. Si tratta di unlargo uso di materiali compositi, di modernissime attrezzature radioelettroniche e di motori diesel. Tali motori devono garantire un consumo ridotto di carburante e lapossibilità di usare come carburante kerosene per aerei che è molto meno caro della benzina per aerei usata, ad esempio, dagli An-2.

Di conseguenza, un’ora di volo su questo aereo deve costare meno rispetto agli esistenti aerei di tipo analogo. Grazie all’alto grado di automazione i voli saranno più sicuri. Il progetto russo-austriaco prevede la produzione non solo dell’aereo a 19posti, ma di una linea intera di macchine di dimensioni simili. È prevista anche lalocalizzazione, ossia l’adattamento alle condizioni della Russia. Alla fine tutti icomponenti degli aerei e i motori diesel per gli stessi verranno prodotti competamente nella Fabbrica dell’aviazione civile degli Urali. Tale cooperazione è molto vantaggiosa per le aziende dell’industria aeronatica russa, dice l’esperto:

In primo luogo vengono utilizzate le potenzialità delle aziende. Esiste anche lapossibilità di uscire sui mercati contigui. È ovvio che l’accordo debba prevedere nonsolo l’organizzazione dell’assemblaggio per il mercato russo. Probabilmente sono stati demarcati i mercati sui quali potranno essere venduti gli aerei assemblati in Russia. Tali dovrebbero essere, ad esempio, i mercati dei paesi dell’Unione doganale.

Il primo aereo completamente russo potrà entrare in servizio già nel 2016. I puntiaggiuntivi dell’accordo prevedono l’avvio della produzione in Russia di alcuni tipi di motori diesel per aerei di varia potenza ed anche la posibilità di produzione di aereileggeri a quattro posti

Fonte:http://italian.ruvr.ru


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