bol

7 Giugno 2014

Dopo aver sospirato per qualche week-end con un tempo incerto è arrivata la giornata ideale con una temperatura quasi estiva.
Non so perché, ma avevo in testa solo lo Zlatini Rat, ossia, il “Corno d’oro”.
E’ una lingua di ciottoli che si estende per circa 300 metri sul mare e all’interno una folta pineta poco dopo il paesino di Bol nella parte occidentale dell’isola di Brac.
Proprio su quest’isola avevamo fatto scalo qualche anno fa per fare rifornimento (scalo forzato per mancanza di carburante a Spalato), ma senza poterla visitare, e forse anche per questo mi era rimasta un po’ li’…
Ci siamo ritrovati alle 8 di mattina al campo e siamo partiti quasi subito, via Valen a sud di Bologna, Asdor, Ancora Vor, per poi tagliare l’adriatico fino alla prossimità di Spalato ed iniziare l’avvicinamento a Brac.
Il volo è durato circa 2 ore e 30 minuti con I-IKIM, il nostro vecchione, e complice anche una meteo pulita abbiamo avuto una visibilità incredibile per tutta la durata della traversata. Abbiamo perso contatto con la terra ferma solo per alcuni minuti durante la traversata ma poi sono immediatamente apparse gli atolli e le montagne della Croazia.
Istruiti per la discesa da Spalato abbiamo avvicinato l’isola da nord ovest. Lo spettacolo del corno d’oro lo abbiamo intercettato subito virando in finale per l’aeroporto di Bol. Un mare incredibile e questa lingua bianca di ciottoli che cambia forma costantemente a seconda delle maree e dei venti è inconfondibile. Un panorama da cartolina.
Anche l’approdo a Bol è interessante. La pista è sulla montagna a 1.800 piedi di quota a ridosso del costone roccioso a picco sul mare. Sembra davvero un appontaggio su una gigantesca portaerei di sasso!
Una volta terra e dopo aver rifornito il pulmino dell’aeroporto ci accompagna a Bol.
Un posto davvero incantevole, quasi sperduto ai piedi di questa montagna rocciosa che regala tratti di costa ed un mare davvero incredibile.
Da Bol c’è una camminata panoramica immersa nel verde della pineta che porta fino allo Zlatini Rat con qualche botteghino di artigianato locale e souvenirs.
L’acqua non ha nulla da invidiare a quella dei caraibi o di alcune calette della parte più  prestigiosa della sardegna. E dire che siamo praticamente di fronte ad Ancona.
La giornata è quasi estiva e a parte il tempo passato al ristorante aggrappati ad “alcune” bottiglie di vino bianco locale abbiamo battezzato il primo bagno della stagione.
Direi che a livello di mare, forse questo è uno dei posti più’ belli che ho visto fino ad ora della Croazia. La parte più’ ricreativa a la cittadina invece danno più’ l’idea del paese sperduto ritratto da Salvatores in “Mediterraneo” che non della mondana Rovigno. Ma, alla fine… dipende da quello che si cerca…

Il ritorno invece è stato più impegnativo. Un vento teso tutto frontale ci ha tenuto per aria per oltre 3 ore. Siamo arrivati giusto giusto con mezz’ora di margine sulle effemeridi. Ma ne è valsa la pena!


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