Caracas

15 Dicembre 2013

Il volo 385 stava per decollare. L’allarme degli 007 francesi e l’annuncio in tv del ministro dell’Interno venezuelano.

(Reuters)Erano pronti ad allacciarsi le cinture di sicurezza con la prospettiva di volare sull’oceano per tutta la notte, risvegliandosi a Parigi. Ma i passeggeri del volo Air France 385, prima del decollo, sono stati bloccati all’aeroporto di Caracas. «Non ci hanno spiegato perché il nostro volo sia stato fermato – ha raccontato Jesus Arandia, professore universitario di 52 anni -. Solamente dopo, guardando Twitter, abbiamo scoperto che a bordo poteva esserci una bomba». L’ordine di cancellare il volo è partito infatti dalle autorità venezuelane: erano state avvisate della possibile presenza di un ordigno sul velivolo. E la fonte era molto attendibile: l’intelligence francese. I controlli sull’aereo da parte degli oo7 sudamericani – una squadra specializzata composta da oltre 60 uomini – sono ancora in corso.

«GRUPPO TERRORISTICO PRONTO A COLPIRE» – Il ministro venezuelano dell’Interno, Miguel Rodriguez Torres, ha detto in televisione che l’allarme bomba è arrivato da una fonte attendibile come i servizi segreti francesi e l’antiterrorismo. «L’informazione che abbiamo – ha detto il ministro – è che c’è un gruppo terroristico che vuole far saltare in aria un aereo in volo fra la Francia e il Venezuela». Rodriguez non ha voluto fornire altri dettagli ma ha aggiunto che non è chiaro se la minacci riguardi un volo da Caracas a Parigi o viceversa.

IL MAXI SEQUESTRO DI COCAINA – Non è la prima volta che Caracas e Parigi si trovano «unite» da un aereo della compagnia di bandiera francese. Lo scorso settembre, infatti, alcuni soldati venezuelani di stanza all’aeroporto sono stati arrestati dopo che le autorità francesi hanno fatto il più grande sequestro di cocaina della loro storia: 1,4 tonnellate. La droga stava per raggiungere la Francia chiusa in 31 valigie a bordo di un volo Air France per Parigi .

Fonte:www.corriere.it



C’erano quattordici passeggeri. Il velivolo è stato individuato a circa 6 miglia da Los Roques, ad una profondità di 970 metri. I familiari: “Ora almeno sappiamo dove gettare un fiore”. Sulla stessa rotta, sei mesi fa, è scomparso un altro aeromobile con a bordo Vittorio Missoni Junior e la moglie.  L’ex moglie: “Nessuna traccia, convinti del sequestro”

CARACAS – E’ stato ritrovato il relitto dell’aereo disperso il 4 gennaio 2008 mentre era in volo da Caracas per l’arcipelago di Los Roques, in Venezuela, con a bordo 14 passeggeri, tra i quali 8 italiani. Lo rendono noto le autorità venezuelane. Il piccolo velivolo da turismo è stato individuato a circa 970 metri di profondità, a sei miglia a largo di Los Roques. 

  LE FOTO 1 e 2MAPPAVIDEO

Le operazioni di ricerca sono state effettuate dalla SeaScout nell’ambito di un accordo tra Venezuela e Italia. Il corpo del co-pilota fu recuperato alcuni giorni dopo la scomparsa dell’aereo, ma degli altri passeggeri, finora, non c’era stata traccia.

Sulla stessa rotta (ma in direzione contraria), esattamente cinque anni dopo, il 4 gennaio scorso, un altro velivolo simile, con a bordo Vittorio Missoni Junior, uno dei tre figli dello stilista Ottavio Missoni, recentemente deceduto, e la moglie, sparì senza lasciare tracce. Il ritrovamento del velivolo scomparso nel 2008 ora apre la speranza di recuperare anche questo aereo e accertare cosa sia effettivamente successo.

Le ricerche e il ritrovamento. A rendere noto il ritrovamento del bimotore Let 410 della compagnia Transaven è stata la procuratrice generale, Luisa Ortega Diaz. Il ministro degli Interni, Miguel Rodriguez Torres, ha precisato che l’aereo è stato trovato “nove chilometri a sud di Los Roques” e che sono state scattate delle fotografie. Il bimotore, che si trovava a una profondità di circa 970 metri, è stato localizzato dalla nave oceanografica americana Sea Scout che stava operando da giorni nell’area nell’ambito di un accordo Roma-Caracas.

Il velivolo era precipitato in mare dopo il decollo dall’aeroporto Maiquetia di Caracas mentre era diretto a Los Roques, una delle principali destinazioni turistiche dei Caraibi. Venticinque minuti dopo la partenza, il pilota Esteban Bessil aveva lanciato l’sos mentre si trovava ad un’altitudine di tremila piedi e a circa 16 miglia dall’arcipelago. Poi erano scattate le ricerche via mare e via terra, ma senza alcun esito.

Per anni, quindi, la sorte del piccolo aereo è stato un caso irrisolto, definito un mistero sia in Italia che in Venezuela.

Nel bimotore si trovavano gli italiani Stefano Frangione, Fabiola Napoli, Paola Durante, Bruna Guarnieri, le figlie Sofia e Emma, Rita Calanni e Annalisa Montanari. A bordo c’erano inoltre cinque venezuelani – il pilota Bessil, il copilota Osmel Alfredo Avila Otamendi, Patricia Alcala, Karina Rubis, Issa Rodríguez – e lo svizzero Alexander Nierman. Fino ad oggi l’unico cadavere ad essere stato ritrovato – il 13 gennaio nella penisola di Falcon – è stato quello del copilota.

Il dolore delle famiglie. “E’ come se fosse successo oggi, sia per Debora che per i genitori”. Così l’avvocato Riccardo Trupiano racconta all’Adnkronos lo stato d’animo delle famiglie di Stefano Fragione e Fabiola Napoli, la coppia romana in viaggio di nozze che si trovava a bordo dell’aereo scomparso. Trupiano, marito di Debora, sorella di Fabiola Napoli, era stato il loro testimone di nozze: “Ci hanno avvisati questa notte del ritrovamento dell’aereo. E’ stato identificato grazie alla targa, e a questo punto l’incidente è ritenuto un’ipotesi quasi certa. Come abbiamo appreso la notizia? Con dolore, certo, perché è come se fosse successo oggi, sia per Debora che per i genitori. Ma ora si mette un punto dopo cinque anni di lotte”.

“A questo punto, a nome di tutta di la famiglia, ci tengo a esprimere un ringraziamento all’ammiraglio Vitaloni e al Comandante Pica – aggiunge Trupiano – che ci hanno aiutato in questa battaglia e senza i quali certamente non saremmo arrivati a sapere cosa è successo quel giorno. A loro abbiamo chiesto di farci sapere le intenzioni per il recupero dell’aereo ed eventualmente di quello che rimane delle salme. Certo, alla scatola nera sarà interessata anche l’autorità giudiziaria venezuelana che sul caso ha indagato la compagnia per omicidio. In ogni caso, noi faremo di tutto perché sia recuperato il relitto”.

Meno serena e decisamente scossa Paola Fontana, madre di Bruna Guernieri: “Mi sento persa, non so cosa fare. Ci ha telefonato stamattina l’ammiraglio Giovanni Vitaloni che è lì sul posto e ci ha comunicato che senza alcun dubbio il relitto ritrovato è quello dell’aereo su cui stava mia figlia Bruna con il marito e le due bambine”.

“Per me non c’erano dubbi fin da pochi mesi subito dopo la scomparsa – sottolinea la signora – era mio marito Romolo che si illudeva che ci potessero essere alternative (come quella di un sequestro, ndr). Ognuno ha le sue idee, ma per me non c’erano illusioni, ma la certezza che l’aereo era scomparso in mare”.

“Ora almeno sappiamo con certezza dove sono i nostri cari – conclude Paola Fontana – per gettare un fiore. Io non credo che andrò lì, almeno al momento. Stamane lì sul posto c’è una riunione con il magistrato di turno per decidere cosa fare (per l’eventuale recupero, ndr) e abbiamo chiesto di essere subito informati”.

“E’ una buona notizia” perché potrà fornire elementi per “far luce” sulle cause dell’incidente, ma allo stesso tempo, “riapre una piaga che si vorrebbe tenere definitivamente chiusa”. Così Giancarlo Naldi, generale dell’aeronautica ora in pensione e zio di Annalisa Montanari, avvocato bolognese di 42 anni all’epoca dei fatti.

L’ex mogli di Missoni: “Convinti del sequestro”. La notizia riapre naturalmente la vicenda della scomparsa, il 4 gennaio scorso, dell’aereo da turismo, in volo su Los Roques, con a bordo sei persone, quattro delle quali italiane, tra cui Vittorio Missoni. “Tra pochi giorni inizieranno le ricerche anche per il nostro aereo, dobbiamo sapere. Per noi sono vivi” dichiara all’Adnkronos Tania Caputi, ex moglie di Vittorio Missoni.

“Riguardo il nostro aereo non è mai stato trovato nulla – spiega Caputi – tranne quel borsone… Un mistero. Come è un mistero quella targhetta arrivata non scolorita, malgrado l’acqua salmastra”.

L’ex moglie di Missoni non ha dubbi: “Io e i miei tre figli, Ottavio, Giacomo e Marco, crediamo che non sono in acqua. Non è stato un inabbissamento ma un sequestro, o qualcosa di simile. Ci sono tante cose che ci fanno pensare che siano ancora vivi. Dobbiamo sapere la verità. Lottiamo per questo”.

Fonte:www.repubblica.it



Le tracce del velivolo si sono perse
ieri mattina. A bordo il figlio maggiore dello stilista e la moglie.
Sulla stessa tratta il 4 gennaio 2008 scomparì un bmotore con 18 persone

In Venezuela non si hanno più tracce da ieri mattina di un aereo da turismo con 6 persone a bordo, quattro delle quali di nazionalità italiana, scomparso sulle acque dell’arcipelago Los Roques

I connazionali a bordo sono Elda Scalvenzi, Guido Foresti, Maurizia Castiglioni e Vittorio Missoni, delle province di Varese e Brescia, nomi forniti dalle autorità locali e che – viene precisato – potrebbero ancora avere qualche imprecisione. I due piloti sono German Merchane e Juan Fernandez. 

Oltre ai quattro turisti a bordo, il gruppo dei connazionali era composto anche da altre due persone che si sono imbarcate a Los Roques su un altro volo e che si trovano a Caracas. 

L’aereo era decollato dallo scalo di Los Roques e doveva atterrare all’aeroporto internazionale Simon Bolivar di Maiquetia, circa 20 chilometri da Caracas

A sparire in un punto non lontano dall’arcipelago è stato un piccolo bimotore britannico Britten Norman BN2″Islander” di colore bianco con le marche YV2615 BN-2, hanno reso noto le autorità, che con l’arrivo della notte hanno dovuto sospendere le ricerche, le quali – hanno precisato fonti diplomatiche – riprenderanno domani di prima mattina. 

Nella zona sono state impegnate diverse imbarcazioni e due-tre aerei venezuelani. La Farnesina ha attivato i canali di informazione nel paese e il consolato italiano, in raccordo con l’Unità di crisi, è in stretto contatto con Caracas. 

«L’ultimo contatto dell’aereo si è verificato a 10 miglia nautiche da Los Roques», ha precisato il ministro degli interni e giustizia venezuelano, Nestor Reverol, precisando che «il gruppo aveva trascorso Natale e l’ultimo dell’anno nell’arcipelago». Nel 2008 – anche in questo caso un 4 gennaio – le acque di Los Roques furono al centro di un’altra misteriosa vicenda: un velivolo di turismo della compagnia Transaven con a bordo otto italiani scomparve mentre era in volo da Caracas in avvicinamento all’arcipelago. Dell’aereo si sono perse le tracce. 

Fonte:www.lastampa.it


SOCIAL NETWORKS

Seguici sui Social

Aeroclub Modena è presente sui maggiori canali Social. Per qualsiasi informazione non esitate a contattarci. Sapremo rispondere puntualmente ad ogni vostra necessità.