Corea del Nord

9 Marzo 2016

Dopo le nuove sanzioni decise dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu in risposta al test nucleare di gennaio e al lancio del razzo/satellite di febbraio, Pyongyang torna a minacciare una reazione “spietata contro i nemici” e il leader coreano si fa fotografare accanto alla testata nucleare.

 

koreascemi

La Corea del Nord afferma di aver miniaturizzato la bomba nucleare, e di essere pronta a un attacco preventivo contro gli Stati Uniti in qualsiasi momento. La minaccia è l’ultima in ordine di tempo, nel mezzo delle esercitazioni militari congiunte Washington-Seul, le più grandi di sempre, con quasi 320mila soldati. “Se gli imperialisti americani violano la sovranità e il nostrodiritto a esistere con armamenti nucleari, la Corea del Nord non esiterà ad assestare un attacco preventivo”, ha sottolineato il leader Kim Jong-un, che per confermare quanto detto si è fatto fotografare accanto a quello che dovrebbe essere il contenitore della testata miniaturizzata.

Fonte:www.ilfattoquotidiano.it/ &  euronews


7 Marzo 2016

Corea del Sud e Stati Uniti hanno iniziato questa mattina la più importante esercitazione militare congiunta mai organizzata sulla penisola coreana, malgrado le minacce di Pyongyang, che nella tarda serata di ieri – secondo una dichiarazione della Commissione di difesa nazionale che cita il supremo comando della Korean People’s Army (KPA) (KPA) – ha avvertito che avrebbe reagito all’avvio delle manovre con un attacco nucleare “indiscriminato”.

nuke

Le esercitazioni congiunte di Seul e Washington, che si svolgono con cadenza annuale, sono sistematicamente fonte di tensione con la Corea del Nord, ma quest’anno il contesto è particolarmente delicato a causa degli esperimenti nucleari di Pyongyang.

Le manovre congiunte, battezzate «Key Resolve» e «Foal Eagle», mobilitano 15 mila americani, un numero quattro volte superiore a quello del 2015 e 300mila militari sudcoreani. Alcuni giorni fa il leader della Corea del Nord Kim Jong-Un ha ordinato di tenere pronti gli arsenali nucleari in qualsiasi momento. Il dispaccio dell’agenzia di stampa KCNA riporta la dichiarazione della Commissione: «Se premessimo il pulsante per annientare il nemico proprio ora, tutte le basi che ci provocano sarebbero ridotte in un mare di fiamme e ceneri in un momento».

I piani nord-coreani prevedono attacchi non solo ai target sulla penisola coreana, ma anche alle basi americane sulla terraferma e nel resto dell’area Asia-Pacifico.

La Corea del Nord incassa il sostegno del ministero degli Esteri russo, secondo cui Pyongyang «non può che avere una legittima preoccupazione per la sua sicurezza: la Russia ha ribadito più volte la sua contrarietà a questo tipo di pressioni politiche e militari sulla Corea del Nord».

Fonte:www.ilsole24ore.com/



Utilizzando “come scusa i satelliti di difesa“, Washington, si aspetta di migliorare i suoi dispositivi spaziali “per l’aggressione e l’intervento militare negli affari di altri Paesi”, scrive il quotidiano di partito nordcoreano Mingzhu Chosun.
Secondo il giornale, tali azioni sono “preludio per operazioni militari nello spazio.”
Cio’ inevitabilmente “ha portato ad una corsa agli armamenti”. Il titolo dice: “Gli Stati Uniti vogliono trasformare lo spazio in un campo di battaglia.”

 

Fonte:http://italian.ruvr.ru



NEW YORK Un nuovo scudo da un miliardo di dollari contro la Corea del Nord. Il Pentagono, sotto la guida del nuovo segretario alla Difesa Chuck Hagel, ha messo in moto un drastico rafforzamento dei sistemi anti-missile dispiegati lungo la costa occidentale americana, dalla California all’Alaska. E per finanziare con urgenza gli intercettori, che aumenteranno da 30 a 44 entro il 2017 e il cui compito è abbattere ordigni intercontinentali, effettuerà il parallelo ridimensionamento di un altro scudo missilistico oggi ritenuto meno efficace, quello sul teatro europeo.

L’obiettivo è politico oltre che militare. Gli intercettori hanno una funzione di deterrenza, anche se limitata dal risultato dei test che li vedono vittoriosi solo nella metà dei casi. Ma invia anche un chiaro monito agli avversari e un messaggio rassicurante agli alleati. Pyongyang, si augura la Casa Bianca, non avrà dubbi sulla determinazione Usa nel rispondere ai suoi arsenali balistici. E Giappone e Corea del Sud potranno tirare un sospiro di sollievo per l’impegno strategico di Washington a favore della sicurezza e stabilità asiatiche. Un invito è rivolto anche alla Cina, potenza regionale: una tacita richiesta di intervenire per evitare escalation frenando le provocazioni di un Paese a cui è tradizionalmente vicina.

La mossa è un significativo passo di riequilibrio nelle priorità e nell’impiego di risorse della Difesa Usa, per tenere conto dell’evoluzione dei focolai di crisi internazionali e dell’austerity che vige al Pentagono. Washington ha eliminato la fase finale, la quarta prevista in Polonia, dello scudo europeo pur confermando un sostegno ferreo all’apparato della Nato.

Quel progetto era diretto a contrastare ordigni a medio e lungo raggio e minacce dal Medio Oriente, ma era già in ritardo e osteggiato dalla Russia. Che davanti al passo indietro americano potrebbe anzi mostrarsi più aperta a un altro obiettivo strategico della Casa Bianca, i negoziati sulla riduzione di armamenti nucleari. Il Pentagono, oltretutto, ha fatto sapere di avere in mente un nuovo deterrente – simile a quello contro Pyongyang – per le minacce atomiche in arrivo dall’Iran: un generale aumento delle difese anti-Teheran, tra cui nuovi intercettori sulla costa orientale americana.

Hagel stesso ha messo in chiaro le ragioni per le nuove batterie sulla costa occidentale. «Rafforzeremo la protezione del territorio nazionale, manterremo i nostri impegni con partner e alleati e chiariremo al mondo che gli Stati Uniti rispondono con fermezza alle aggressioni», ha dichiarato. Più esplicito ancora l’ammiraglio James Winnefeld, vice-capo di stato maggiore: «Questo giovanotto – ha detto riferendosi al leader nordcoreano Kim Jong-un – dovrebbe fermarsi, altrimenti saremo pronti». Negli ultimi giorni, oltre ai continui test atomici e militari, Pyongyang ha stracciato l’armistizio in vigore nella penisola coreana dal 1953.

La marina americana, mobilitata per manovre congiunte con la Corea del Sud, ha già reagito potenziando temporaneamente la sua presenza. Nei prossimi anni molto spetterà alle nuove batterie missilistiche rivolte al Pacifico e che, all’atto pratico, saranno di stanza presso la base militare di Fort Greely in Alaska, che oggi ospita 26 sistemi di intercettori. Quattro batterie sono invece già nella base aerea di Vandenberg in California.

Fonte:www.ilsole24ore.com



L’Onu dà il via libera a nuove sanzioni

TOKYO – La Corea del Nord spara ad alzo zero e minaccia un attacco preventivo nucleare contro gli Usa, ma non evita il via libera unanime del Consiglio di Sicurezza dell’Onu alla stretta delle sanzioni in risposta al terzo test nucleare di Pyongyang, seguendo il testo concordato tra Usa e Cina. L’avvertimento del Nord, facendo ricorso a una buona e non nuova dose di retorica, è caduto anche nel mezzo delle manovre militari congiunte tra Washington e Seul che, avviate a inizio mese e destinate a chiudersi a fine aprile, entreranno lunedì nella cosiddetta ‘Key Resolvè, una simulazione al computer sugli scenari possibili di guerra, di difesa e attacco, avendo come riferimento un’azione delle forze armate nordcoreane. «Per tutelare l’interesse supremo del Paese e per affrontare la guerra nucleare da parte degli Stati Uniti, eserciteremo il nostro diritto di lanciare attacchi nucleari preventivi contro le roccaforti degli aggressori», ha tuonato un portavoce del ministero degli Esteri, secondo quanto rilanciato dalla Kcna.

«La Corea del Nord non otterrà nulla attraverso nuove minacce e provocazioni», ha ribattuto l’ambasciatrice americana all’Onu, Susan Rice, a voto ormai espresso e forte anche del sostegno della Russia. «L’unico risultato sarà quello di un ulteriore isolamento della Corea del Nord», ha continuato Rice, che ha definito le nuove misure restrittive varate dal Consiglio «le più pesanti mai approvate dalle Nazioni Unite». La Cina ha l’obiettivo che lo scomodo alleato del Nord opti per la «piena attuazione» della risoluzione, ha detto l’ambasciatore all’Onu, Li Baodong, chiedendo ora uno sforzo per smorzare le tensioni. Secondo il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, è «un messaggio inequivocabile» della comunità internazionale, non più disposta a tollerare altri esperimenti atomici. «È necessario – ha aggiunto – invertire la rotta e puntare sulla costruzione della fiducia con i Paesi vicini».

La Corea del Nord, nelle parole del portavoce del ministero degli Esteri, ha denunciato il fatto che la risoluzione non sarebbe stato altro che «uno stratagemma di Washington per manipolare il mondo» e nascondere le sue trame di invasione. In altri termini, sono «gli Stati Uniti che stanno giocando con il fuoco nella polveriera del nordest asiatico ed è Washington, la minaccia principale alla pace mondiale». In precedenza, l’ esercito del Nord ha minacciato di trasformare le capitali di Corea del Sud e Stati Uniti in un «mare di fuoco» se avessero tentato di penalizzare il Paese per il test nucleare. La farsa dell’adozione di risoluzione e sanzioni contro la Corea del Nord, sostenute dagli Stati Uniti, «avrebbero avuto lo scopo di costringere la Dprk (la Repubblica democratica popolare di Corea, ndr) ad adottare seconde e terze contromisure più potenti», incluso l’annullamento dell’armistizio siglato per fermare la sanguinosa guerra di Corea del 1950-53, se fossero partite le manovre militari ‘Key Resolve’. Le minacce non hanno sortito gli effetti sperati e i margini di manovra per il regime del ‘giovane generalè Kim Jong-un sono strettissimi, a maggior ragione dopo la presa di posizione di Pechino: in base alla risoluzione, gli Stati che aderiscono all’Onu sono tenuti a controllare cargo marittimi e aerei «all’interno o in transito sul loro territorio» nel sospetto che trasportino merce illecita, oltre che a prendere «misure necessarie per vietare alle istituzioni finanziarie» l’operatività se riconducibile ai programmi di distruzione di massa (altri tre individui e due entità nordcoreane sono finiti nella lista nera).

Fonte:www.ilmessaggero.it


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