Croazia

13 Ottobre 2016

Gli aerei sono un bombardiere e un idrovolante abbattuti nella Seconda Guerra mondiale. La nave affondò nel 1932

di Andrea Marsanich

SPALATO. Il “museo sommerso” intorno a Lissa, isola dalmata straricca di storia, non finisce di stupire. Nelle ultime settimane sono stati scoperti su questi fondali due velivoli, risalenti alla Seconda guerra mondiale e un piroscafo, affondato nel 1932.
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A rinvenire i tre relitti è stato Lorenz Marovic, proprietario del centro attività subacquee Manta di Comisa (isola di Lissa), non nuovo a episodi del genere avendo scoperto nel 2005 la carcassa della pirofregata Re d’Italia, speronata e affondata nella celebre battaglia di Lissa, il 20 luglio 1866.
Aiutato da un gruppo di pescatori di Comisa, Marovic si è dapprima accorto dei relitti dei due aerei e poi ha notato il piroscafo Michael N.Maris, colato a picco dopo avere urtato contro uno scoglio nel 1932 e che ora giace ad una profondità di 74 metri.

La nave, costruita nel 1899 aGlasgow e il cui primo nome fu Adriatico, costituisce il più grande relitto sui fondali intorno all’isola di Lissa. Marovic non ha comprensibilmente voluto rivelare la posizione dei tre siti. «La nave è a una quota batimetrica di 74 metri – è quanto dichiarato dal noto sub – mentre i due aerei si trovano rispettivamente alle profondità di 107 e 94 metri».

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Grazie all’aiuto degli esperti, è stato appurato trattarsi di un bombardiere Consolidated B24 Liberator, che sorvolava spesso questa porzione della Dalmazia, e di un idrovolante del tipo Catalina, prodotto dalla citata Consolidated, e che veniva utilizzato per operazioni di pattugliamento e soccorso.

Il bombardiere è piombato in mare inabissandosi a 107 metri, mentre il più piccolo idrovolante è posato su un fondale a 94 metri di profondità.
«Il 26 settembre, subito dopo il rinvenimento delle tre carcasse – ha precisato Marovic – ho avvertito il competente ministero croato.

Spetta agli organismi di Zagabria intraprendere i passi necessari, intervenendo in tempi sufficientemente rapidi in quanto si tratta di scoperte preziose per il turismo subacqueo».

Oltre ad avere rinvenuto il relitto della Re d’Italia, Marovic può vantarsi di avere tirato fuori dall’oblio – sempre sui fondali di Lissa – ciò che resta del piroscafo austroungarico Zagreb.

Fonte: ilpiccolo.gelocal.it/


25 Settembre 2016

Come sarebbe : partire dall’Aeroporto di Modena-Marzaglia con due Piper 28 alle 10 di un Sabato mattina, atterrare dopo un’ora e dieci minuti di volo sullo scalo croato di Vrsar-Crljenka  

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Noleggiare un motoscafo da 6 posti, uscire dal porto e dirigersi a Rovinj, attraccare mangiare una “vagonata di pesce“, ripartire di nuovo alla volta di Vrsar, fare un giro nel Limski Kanal, il Fiordo a sud di Vrsar, rientrare al porto mangiare un gelato e ripartire per Modena…..

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Beh,è più o meno quello che abbiamo fatto sabato.
Attilio, Loris, Luca, Stefania, Mirco ed io, a bordo di due Piper 28 dell’Aero Club di Modena.

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Una giornata indimenticabile e perfetta sotto ogni punto di vista, dal meteo al pranzo, dal giro in motoscafo al rientro a Modena
Vrsar e Rovinj, che definirei alcune delle “perle” della Croazia, ci hanno accolti in tutto il loro splendore.

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Acque cristalline, verde ovunque e gente, tantissima gente, così tanta da sembrare il 15 di Agosto invece che il 24 di Settembre.

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Ottima e più che abbondante la mangiata di pesce al Ristorante La Puntulina di Rovinj, abbarbicato sugli scogli a strapiombo sul mare con una privilegiata veduta sull’Isola Katarina.
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Che dire, più di così…..

 

P.G.

 

 

 

 

 


12 Luglio 2016

Tre velivoli, tre equipaggi, dieci amici per una fantastica giornata in Croazia.

Appuntamento in Aeroporto a Marzaglia per le 08.35, riforniti gli aerei caricati zaini zainetti e tutto il nécessaire pour le voyage, siamo decollati uno dopo l’altro tra le 9,20 e le 9,30, direzione Losinj Island.
Gli equipaggi erano cosi composti:

Sul primo Piper 28, Luca ai comandi, Stefania, sua moglie il piccolo Riccardo e Sara figlia di Mirco, sul secondo, Mirco ai comandi coadiuvato da Gabriele, Francesca moglie di quest’ultimo ed io.
Sul terzo Piper 28 infine il nostro Presidente, nonché organizzatore della trasferta Attilio con la figlia Laura.

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La rotta ( vedi cartina sopra) Aprevedeva il sorvolo del LUMAV POINT (un punto di riporto aeronautico che ha preso il posto dell’ormai spento NDB di Ferrara,un radiofaro di navigazione e procedura n.d.r) con salita a 8000 piedi, circa 2400 metri.

Proseguendo poi verso il BELOV POINT, altro punto sito sul Mare Adriatico al largo delle Valli di Comacchio, il BAXON POINT, che segna il confine tra le Aree di Controllo Radar tra Italia e Croazia, poi la discesa a 2000 piedi già in contatto con la Torre di controllo del Lsinj Airport verso il SIERRA 3 punto d’ingresso nel CTR di Lussino posto sull’Isola di Susak.

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Ore 11,06 anche l’ultimo Piper dell’Aero Club di Modena tocca il suolo croato.

Dopo un veloce controllo documenti, via tutti sul pulmino che in una decina di minuti ci porta a destinazione a Ulica Rovenska- Veli Lošinj ( Lussingrande ).

Chiamare questo posto paradiso è riduttivo,scesi dal taxi ci siamo incamminati giù per scoscesi viottoli contornati da muri a secco che cingevano casette e ville, fiorite di Bouganville in ogni dove, un porticciolo immerso in una rigogliosissima vegetazione che faceva da cornice ad un’acqua che variava dal turchese all’azzurro fino al blu scuro.

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Mamma mia ma dove siamo.
Gli aggettivi ovviamente si sprecavano.

Giunti in una caletta poco distante dal porto abbiamo affittato qualche sdraio e via di corsa in acqua.
Dopo un’oretta circa di tuffi e nuotate tra pesciolini che mordicchiavano i piedi a Sara e ricci di mare nascosti tra i sassi del fondale, ci siamo distesi al sole.

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Attorno alle 13,30 ci siamo seduti per una bella mangiata di pesce per alcuni e carne per altri.
Un bagno di sole ancora per digerire e l’ultimo bagno, vero questa volta prima di riprendere la via di casa.

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Attilio, Laura, Sara ed io, ci siamo incamminati verso il porticciolo di Lussino per acquistare qualche souvenir, seguendo un vialetto che seguiva la linea di costa, mentre gli altri della banda ci raggiungevano in taxi.

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Arrivati in Aeroporto abbiamo proceduto all’espletamento delle pratiche burocratiche, compreso un ulteriore controllo documenti in uscita.

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Risaliti sui tre piccoli monomotori parcheggiati sul brullo piazzale dell’Aeroporto di Lussino, abbiamo rullato verso la pista, dove uno dopo l’altro ci siamo levati in volo verso l’Italia.

20160710_171717 20160710_171703Che dire, una giornata magnifica ed indimenticabile che rimarrà a lungo nei nostri cuori e nei nostri ricordi…

P.G.

 

 

 

 


10 Luglio 2016

09-07-2016 ORE 09,04

Atterra una vecchia conoscenza dell’Aero Club di Modena, si tratta dell’Agusta A-109A II “PLUS” I-AGSN (C/N 7396), che dopo aver scaricato un passeggero rientra verso la sua base sull’Aeroporto F.Bonazzi di Reggio Emilia

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Atterra proveniente da ZadarCroazia un bellissimo Cessna T206H Stationair TC 9A-DHC (C/N T20608688 ) .

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Questo velivolo ora di proprietà di sassolesi appassionati di volo, è ripartito poco dopo per riportare al suo paese il “ferry pilot“. (così vengono chiamati i piloti che portano gli aerei dalla ditta al cliente o semplicemente da un proprietario ad un acquirente n.d.r.)

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Attorno alle 18,30 il velivolo è rientrato a sull’Aeroporto di Modena-Marzaglia dove è stato definitivamente hangarato

 

P.G.


7 Luglio 2016

Un piccolo video e qualche screen di un volo Modena-Zadar e ritorno con I-LUAN.

Attraversamento FIR a nord del punto Nikol, e discesa sotto l’area MOA “Speedy dell’adriatico. Peccato essere dovuti scendere a bassa quota, a parte il caldo, leggere 200+ Nodi di Ground è sempre un bell’andare…

 


25 Luglio 2015

Brac-Island Zlatni Rat Beach

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BRAC ISLAND-CROAZIA

Premessa

 

E pensare che non dovevo esserci….

Già proprio così, infatti l’equipaggio iniziale comprendeva: Attilio, organizzatore della gita e Presidente dell’Aero Club di Modena, sua figlia Laura, un’amica di quest’ ultima e Loris.

 

Per una disdetta dell’ultimo dell’amica di Laura sono stato chiamato a “tappare il buco” dallo stesso Attilio al quale va un ringraziamento particolare.

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Domenica 19 Luglio 2015 ore 08,20 Aeroporto di Modena-Marzaglia

 

Nonostante l’orario la temperatura era già altissima, 34\35°C  ed il nostro velivolo appena estratto dall’Hangar iniziava ad arroventarsi durante le operazioni di rifornimento.

 

Caricati zaini e zainetti vari saliamo a bordo del Piper e alle 08,53 precise stacchiamo le ruote dalla pista dell’Aeroporto di Modena.

Il piano di volo strumentale  prevedeva la salita ad 11000 piedi ( 3300 metri circa) verso il punto ASDOR per poi continuare in aerovia sul punto SORUG fino al VOR di Ancona-Falconara da dove poi sarebbe partta la traversata del Mare Adriatico toccando i punti TORPO ELGUS ed UMSON per poi avvicinarci  fino alla costa Croata scendendo fino all’Isola di Brac, meta della spedizione odierna.

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La rotta..
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Loris e Attilio
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Io e Laura

Pochi minuti dopo il decollo ci siamo resi conto che la salita non sarebbe stata una passeggiata, tutt’altro….

Quattro persone a bordo, gli zaini il  pieno di carburante ed il caldo, facevano sudare il  quattro cilindri boxer da 200 cavali montato sul nostro aereo che arrancando ci ha portati fino a 9000 piedi.

A 1400 metri il termometro segnava ancora 30°C….

Gli ultimi 2000 piedi sono stati tragicomici, salivamo a gradini poi livellavamo per riprendere velocità, fino a raggiungere la tanto agonista quota di volo.

Finalmente raggiungiamo 11000 piedi.

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Finalmente 11.000piedi

Avvicinandoci al Mare Adriatico densa foschia che ci accompagna dal decollo, cela la linea di costa, a malapena si intuiscono l’Aeroporto di Rimini Miramare e  quello di Fano

Il volo procede tranquillo e senza scossoni, tant’é che Laura si assopisce ascoltando la musica dagli auricolari collegati al  telefonino.

Sorvoliamo Ancona virando verso EST e prendiamo la via del mare.

Il Mare Adriatico è un olio, un traghetto dallo scafo rosso  che fa la spola tra la Croazia e l’Italia fa capolino da sotto la nostra ala destra per poi sparire dietro di noi.

Avvicinandoci alla riva del Mare Adriatico  opposta iniziamo la discesa  verso Brac.

La foschia continua a coprire tutto attorno a noi ed anche la miriade di isole ed isolette che caratterizzano la frastagliata costa croata appaiono sfocate.

Continuiamo la discesa fino a 2000 piedi e viriamo verso Brac sfilando sulla sinistra l’Isola di Solta .

Attilio attira la nostra attenzione facendoci notare che tra poco sorvoleremo la fantastica spiaggia di Zlatni Rat ( in croato Corno d’oro)  e sarà visibile alla nostra sinistra.

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Zlatni Rat Beach… Welcome to paradise…

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Pochi istanti dopo infatti lo spettacolo della natura ci riempie gli occhi. Sembra una spiaggia caraibica o polinesiana, favoloso e tra poco saremo li….

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Continuiamo la discesa e viriamo in finale sull’Aeroporto di Brac, sito su un altopiano di 541 metri a strapiombo sulla cittadina di Bol.

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On final at Brac Airport 541 mt slm

Atterriamo e veniamo istruiti a parcheggiare accanto ad un Pilatus PC-12 svizzero.

Aprendo il portello del Piper veniamo inondati da una ventata d’aria rovente,  i Marshall dell’ Aerostazione infatti ci confermano che è un caldo anomalo anche nella loro regione.

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PC-12 Svizzero

Espletate le pratiche d’atterraggio, preso un caffè ed una doverosa sosta al wc ( sapete com’é dopo 2 ore e mezza ….ndr) saliamo sul pulmino che ci porta fino alla spiaggia sorvolata pochi istanti prima.

Scesi dalla navetta abbiamo attraversato il bosco e davanti a noi si è aperto uno spettacolo indescrivibile.

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Barche a vela, Yacht gommoni parapendio e wind surf, sembrava di essere alle Hawaii e l’acqua da turchese vicino alla riva diveniva azzurra poi blu verso il largo

La spiaggia di finissimi sassolini bianchi  piena di gente che prendeva il sole e bambini che giocavano.

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Presi ombrelloni e sdraio ci siamo tuffati nelle acque verdi turchese del corno d’oro. Dapprima l’acqua era leggermente freddina,  ma dopo alcuni istanti non volevamo più uscire….

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Usciti dalle cristalline acque che circondano la meravigliosa spiaggia ci siamo crogiolati al sole per un paio di orette a godere di usi e costumi (soprattuto costumi…ndr) della zona dopo di che  ci siamo incamminati verso la passeggiata dei ristoranti che sovrasta la scogliera sottostante sedendoci al Restoran Centar Marijan – Zlatni Rat Beach Resort

( info @ www.zlatniratbeach.com/)

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Che squadra ragazzi…..

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Pranzo luculliano è dir poco: Calamari fritti con patate e verdure Gamberoni, birra acqua caffè e gran finale la Palacinka.

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La Palacinka…..

Tipico dolce dell’area mitteleuropea  simile alla Crèpe francese, ma priva del burro, Si serve arrotolata o ripiegata con ripieni di marmellate o cioccolata, spolverate di zucchero a velo, cacao o guarnite con panna montata, veramente spettacolare….

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percorso galleggiante per bambini

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Tornati ala spiaggia abbiamo fatto le “Lucertole” ancora un po’ e attendendo le 17,30 orario nel quale il pulmino ci sarebbe venuto a riprendere per riportarci all’ Aeroporto, abbiamo ammirato le “bellezze offerte dalla natura….”

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Ormai è ora di ripartire, raduniamo “armi e bagagli” chiudiamo gli ombrelloni e riattraversando la pineta ci dirigiamo al rendez vous con la navetta dell’Aeroporto

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Indiana Jones ed il gambero avariato………. 🙂
pronti per partire

 

Levata la copertura di protezione “anti caldo” posta sul tettuccio dell’aereo saliamo a bordo e rulliamo verso la pista.

Alle 18,01 il Piper Arrow staccava le ruote dalla pista sorvolando la meravigliosa spiaggia di Zlatni Rat.

La giornata volge ormai al termine, le ombre si allungano mentre salendo a 7000 piedi prendiamo la via del ritorno.

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L’Adriatico si tinge d’oro e dirigendo nuovamente verso Ancona sorvoliamo navi che incrociano in alto mare dirette chissà dove.

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La densa foschia che ci ha accompagnato la mattino si ripresenta puntuale e ci “tiene compagnia”fino a casa.

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Il sole ormai basso sull’orizzonte appare come una rossa palla infuocata, atterriamo all’Aeroporto di Marzaglia alle 20,34 .

Qualche minuto per trascrivere decolli e atterraggi  sullo stralcio voli in hangar  volo e via verso casa.

GUARDA VIDEO

 

Un’altra meravigliosa avventura è finita.

 

…E pensare che non dovevo esserci……

 

 

P.G.


15 Febbraio 2009

Le cose cambiano. E cambia anche il modo di lavorare. Qualche tempo fa non mi sarei mai sognato di andare in ferie un fine mese. Ma adesso non è piu’ come prima. Ormai siamo tutti “globali” e mentre io sono in ferie c’è un tizio, forse in India, che lavora, diciamo, per me (o noi). La parte brutta è che lo stesso tizio ti chiama alle 4 di notte perchè qualcosa non va (ho capito che era in India dal prefisso della telefonata che mi è arrivata sul mio cellulare). Beh, speriamo che a mezzanotte non si mettano a chiamare gli Americani altrimenti qua non si dorme nemmeno piu’. Per fortuna poi ci sono cose che sono e rimarranno sempre locali.

Comunque la globalizzazione mi ha regalato un venerdi’ di fine mese di ferie.

Il giovedi’ sera ero rientrato tardi dalla Sicilia (eh si’ la Sicilia è tra le cose locali…) purtroppo con la linea e non con l’Arrow, ed essendo tardi non mi sono dilungato troppo nel fare piani di volo. Dapprima ho stampato un Modena – Castiglione del Lago, poi come alternativa ho pianificato un Modena-Forli’-Pola con FilteStar per evitare cartine matite vetrografiche ecc.

La mattina seguente ci troviamo in aeroporto verso le 09:30, la giornata è buona anche se una foschia piuttosto densa riduce la visibilita’ e crea una discreta “fogna” in tutte le direzioni (peccato il giorno prima era molto limpido).

Non ci mettiamo molto a decidere la meta: si va a Pola. Trasmettiamo il piano d volo e facciamo il primo pezzo verso Forli’ per lo stop tecnico alla Dogana. Seguiamo la rotta standard e in un attimo siamo a LIPK autorizzati per un avvicinamento diretto da Ovest. A terra perdiamo un po’ di tempo perche’ l’ufficiale doganale non e’ arrivato, attendiamo un po’ e dopo un (buon) caffe’ al bar  un finanziere ci autorizza a proseguire. Risaliamo a bordo e ci allineiamo nuovamente per il decollo. In uscita da Forli’ proseguiamo per Ravenna e poi direttamente su Pola. Lasciata la costa saliamo a 3000 piedi ma è tutto un latte fluido che ci accompagna con alcune variazioni di grigio. Non rimane che incollarsi agli strumenti di assetto e rotta per stare on course. Dopo il confine Fir chiamiamo Pola che ci invita a proseguire e dopo poco ci indica il riporto di ingresso. Noi ovviamente siamo ancora nel bianco/grigio e cerchiamo di stimare la posizione con il Vor ed il DME per dirigere al punto Delta come istruiti. Il Radar ci fa scendere a 2000 piedi e ci istruisce su un nuovo riporto che confermiamo (avendolo sulla carta) sperando prima o poi di vedere qualcosa. A 3 o 4 miglia dalla costa scorgiamo finalmente la terra e riusciamo anche ad individuare il punto richiesto.  Siamo unico traffico, ci passano con la torre che ci fa riportare direttamente il finale per pista 27. Dopo circa un ora siamo a terra. L’aeroporto è vuoto ci sono 3 o 4 aeroplani di aviazione generale e noi ci parcheggiamo di fianco. Decidiamo di fermarci subito all’Aro per compilare il piano di volo per il rientro e poi il pullmino ci porta all’uscita. La Hall dell’aeroporto è vuota anch’essa ci siamo solo noi e alcune persone che stanno ristrutturando una parte interna dell’aeroporto: sembra che lo stiano preparando per la prossima stagione estiva.

Il taxi ci porta in città a Pola e decidiamo di farci lasciare lungo la Marina concordando subito il pick up per il pomeriggio.

Siamo nei pressi dell’anfiteatro di Pola (chiamato anche Arena di Pola – uno splendido Colosseo) che è per grandezza il sesto nel suo genere e il maggior monumento della romanità in Croazia.

Prima di visitarlo avendo l’abitudine di pranzare ci fermiamo in una grill house (La Grill House del Colosseo) per  consumare il ns menu’ a base di pesce, che oggi comprende grigliatona reale e vino (avendo scelto a caso il posto diciamo anche che non è andata male…).

Il tempo rimanente lo passiamo visitando questa immensa struttura Romana che venne costruita tra il 2 a.C. ed il 14 d.C., sotto l’imperatore Augusto. In seguito, l’imperatore Vespasiano, che aveva commissionato il Colosseo a Roma, lo fece ampliare (secondo la leggenda, egli voleva rendere omaggio ad una sua amante del luogo). Come il Colosseo, veniva utilizzato prevalentemente per combattimenti di gladiatori o per spettacoli (le naumachie). Si presume che sia rimasto intatto fino al XV secolo. In seguito sarebbe stato utilizzato come cava di pietra per le costruzioni della Repubblica di Venezia. Viene utilizzato tutt’oggi, similmente all’Arena di Verona: è un ambito centro di teatro e musica e nel 1993 ha ospitato il festival di Pola e gli Histria festivals. Personaggi di fama mondiale come Sting, Julio Iglesias, Luciano Pavarotti, Anastacia, Norah Jones, Alanis Morissette si sono esibititi in questa arena. Attualmente, è in grado di ospitare cinquemila spettatori.

La città di Pola in se’ non è tra le piu’ belle della Croazia, a tratti è decadente, ma ha, oltre al Colosseo, altri resti di epoca Romana come il Tempio di Augusto Alcuni Archi e Porte disseminate tra i palazzi della città. Non avendo pero’ molto tempo a disposizione rimaniamo nei pressi del colosseo e della Marina. Il ns tour finisce alle 15:00 quando il taxi ci raccoglie e ci riporta all’aeroporto.

Paghiamo le tasse (190 Kune – circa 26 euro) e ridecolliamo alla volta di Forli’. Appena avvenuta la rotazione sorvoliamo la parte militare dell’aeroporto di Pola, sede della Base aerea 92 di Pola e il 22° stormo dell’aeronautica militare croata. Sui piazzali (vuoti) c’e’ solo un enorme elicottero che a occhio sembra un Hind di fabbricazione Russa. Ci autorizzano subito la salita a 2000 piedi e riportiamo l’isola di Brioni come punto di uscita, in direzione del confine Fir. La visibilità è la stessa del mattino, quindi anche per il ritorno lo sguardo è dentro l’abitacolo. Lasciato lo spazio aereo croato chiediamo a Padova Info di avvisare Forli’ per la ns dogana in modo da accelerare le operazioni. In vista della costa Padova ci passa con Romagna Radar e poi con la torre di Cervia per coordinare l’attraversamento del loro fondamentale nord, essendoci intensa attività militare. Liberata l’area, Forli’ ci guida per il sottovento poi per il finale. Questa volta il doganiere è presente e ci rivolge le solite domande di rito a cui rispondiamo sempre nello stesso modo: nulla teniamo! E via ancora a bordo, questa volta dopo la messa in modo ci tengono inchiodati per oltre 10 minuti e una volta raggiunto il punto attesa ci fanno anche presente che la messa in moto deve avvenire solo dopo autorizzazione del ground e che deve essere il marshall che ci guida per l’uscita dal parcheggio (mah, questa non l’ho mai sentita – in quel momento c’era un piccolo aero scuola che faceva dei touch & go, un Cirrus sul raccordo davanti a noi pronto al decollo ed un Learjet privato sul piazzale a cui hanno dato precedenza). Appena ci accorgiamo di uno spiraglio comunichiamo alla torre che siamo pronti per un “immediate departure” e finalmente ci fanno allineare (anche qui non si capisce perchè, ci fanno rimanere allineati per oltre un minuto prima del clear for take off). L’uscita dal CTR questa volta ce la fanno fare via Castrocaro, Brisighella, poi scendiamo per Imola e con le solite rotte standard arriviamo sino a Modena.

Bel giro anche se improvvisato all’ultimo momento, da evitare Forli’ per dogana, sono piu’ svegli a Rimini (vale comunque la pena di fare dogana a Modena – chiamando Campogalliano il giorno prima). Ah già a proposito di globalizzazione: alle 18:30 sono poi dovuto andare in ufficio e ci sono dovuto rimanere sino alle 20:00 perchè certe cose dall’India pare non riescano bene…


12 Settembre 2008

Anche per quest’anno ci avviciniamo alla fine dell’estate. Dopo la giornata che avevamo fatto in agosto, passata letteralmente in volo dall’alba al tramonto, volevamo rilassarci un po’. Meta balneare, viste le temperature, ma con tutto il tempo da dedicare al sole al pesce ed al mare. A Spalato abbiamo dovuto dire no al bagno a causa del problema carburante, del tempo rimasto e del dirottamento a Brac (con il caldo che faceva ed il costume appresso, vi garantisco che non è stato facile rinunciare).

L’occhio ci è caduto sull’aeroporto di Orsera (Vrsar) vicino a Rovigno, ad un tiro di schioppo da noi (poco piu’ di un’ora di volo) nella bellissima Dalmazia.

Questa volta, abbiamo fatto le cose con calma. Nei mesi primaverili avevo personalmente (a nome dell’aeroclub) fatto un accordo con la Direzione Doganale della vicina Campogalliano, in modo da poter fare anche noi l’aeroporto “internazionale”. Mediante tale accordo la Dogana ci garantiva il controllo alla partenza ed all’arrivo senza costringerci a scali impossibili (il servizio è ancora valido da martedi’ a venerdi’ – purtoppo sabato e domenica non hanno personale). In virtu’ del pezzo di carta concessoci, e secondo accordi, mandiamo il fax con i ns documenti e fissiamo il take off alle 09:15.

Il primo ad arrivare all’aeroporto è Valler (come sempre) che alle 09:00 piantona l’entrata. I meccanici non sono ancora arrivati e l’aeroclub è deserto (oltre che chiuso). Puntuale arriva anche l’ufficiale Doganale (è una ragazza…). Meno male che Valler è là e la intrattiene a dovere.

Poi arrivano i meccanici ed io ovviamente per ultimo (come sempre…o quasi) con mezz’ora di ritardo. Eh dire che è anche la prima volta che chiamiamo la dogana. Purtroppo quest’estate nessuno di noi ha usufruito dell’accordo.

Comunque, constatato che: non abbiamo sostanze stupefacenti (se non quelle assunte appena alzati da letto ma che rientrano nell’utilizzo strettamente personale), non abbiamo prodotti cinesi (se non forse una radio VHF di emergenza di dubbia funzionalità e provenienza), non abbiamo soldi (siamo praticamente in mutande, ma al posto delle mutande abbiamo il costume), la ragazza ci da una stretta di mano, un bacio in fronte e ci manda in volo dicendoci che al rientro se non l’ avessimo vista per l’orario stabilito, potevamo andare.

Qualche secondo per imbarcare i giubbotti di emergenza e siamo in volo. Io mi faccio l’andata con rotta che piu’ diretta non si puo’. Ferrara, Chioggia Vor, Nord di Labin e quindi Orsera. Al confine Fir Padova info ci passa con Pola, a cui chiedo il sorvolo della bella Rovigno. Non fanno problemi ci danno il benvenuto e ci autorizzano come richiesto.
In pochi attimi siamo già in finale a Orsera in questa pista di circa 700 metri, piu’ stretta rispetto a quelle a cui siamo abituati.

A terra ci accoglie il simpatico Alex, un’istruttore di volo di Zara che in inverno fa scuola ai pilota della Lufthansa (a Zara) e d’estate si rischiera a Vrsar per accoglierei i turisti.
Ci racconta che il week-end precedente è stato invaso da una decina di ultraleggeri italiani un po atterravano da nord verso sud, altri da sud verso nord, insomma ci ha fatto capire che gli hanno combinato un po’ di casino. Comunque, decidiamo di mandare subito via il piano di volo per il rientro previsto per le ore 17:00 e andiamo a fare dogana.

Il tipo della dogana, con il mio documento in mano, in italiano/inglese/croato mi dice: “purtroppo la devo arrestare, il suo documento non è valido, lei si fermi qui”.


Tra l’incredulo, l’imabarazzato ed il ridicolo, constato che la mia carta d’identità è scaduta la settimana prima. Azz.. e meno male che in Italia l’avevo mandata a Dogana e Carabinieri.

Inizio a mercanteggiare sfilandomi dalle tasche la tessera di pilota, patente…ecc. ecc…tutto non valido. Inizio con la storia del turista, poi del poveraccio, poi del coglione con il capo cosparso di cenere. Quest’ultima parte sembra piacergli e funziona. Alla fine mi restituisce il documento, e ci lascia andare facendoci promettere di non farci fermare in suolo Croato, di non fare i pirla (questa è la cosa piu’ difficile) e di rientrare entro le 18:00 perchè poi lui stacca il turno e sono cazzi.

Non fa in tempo a finire la frase che siamo in taxi. Vista la situazione non andiamo a Rovigno che dista circa 40 minuti ma ci fermiamo a Orsera. La zona è bellissima, siamo a 4 minuti dall’aeroporto ed abbiamo tutta la giornata.

Ci infiliamo nella zona sud est della fascia costiera e via in acqua: il mare è stupendo e fa caldo al punto giusto. E uno! Abbiamo recuperato il bagno mancato di Spalato. Dopo un po’ di sole e relax identifichiamo il ns ristorante e ci abbandoniamo alle libagioni di pesce. Un po’ di nervosismo ci prende quando dietro di noi si accomodano due polizziotti. Io metto la mia gigantesca Canon sul tavolo per far vedere che sono il classico turista sprovveduto. Se ne vanno comunque prima noi.

Nel pomeriggio visitiamo la borgata e scendiamo dalla parte nord ovest della penisola. Ancora piu’ bella della zona sud. Abbiamo tutto il tempo che vogliamo. Altra spiaggia, assai invitante, altro bagno. E due!!

Facciamo persino in tempo ad asciugarci e a prendere un souvenir da portare a casa.
Alla fine, verso le 16:30 il tassista ci aspetta puntuale nella piazzetta convenuta e ci riporta al campo.

Esperienze passate ci hanno ormai insegnato a portarci appresso almeno i documenti di volo (licenze, visite, ecc) e non avendo altro, appena arrivati al campo, li indosso mettendomi al collo i tesserini (non so perchè l’ho fatto).

Apriamo con il sorriso la porta dell’ufficio doganale per scoprire che quello della mattina se ne è andato. Minchia!

Valler è il primo a costituirsi estraendo i documenti, io con colpo di tosse, sguardo vitreo apostrofandolo in dialetto reggiano lo invito a metterli via.

Comunico con l’ufficiale dicendo semplicemente che siamo i piloti di I-Modu facendo dondolare i tesserini al collo, puntando il dito sul mezzo e dicendo …casa… (la mia postura è la seguente: sguardo bovino, parlata lenta, sorriso ebete…).

Il tipo segna diligentemente le marche dell’aeromobile su di un foglio e ci saluta.
Siamo scivolati via come solo in certe animazioni televisive si puo’ vedere.
Dentro il perimetro il gioco è fatto. Il tempo intanto si è fatto scuro, si sentono i tuoni e si vedono i lampi che si avvicinano. Sapevamo che nel pomeriggio sarebbe peggiorata, ed infatti è da circa 30 minuti che la temperatura è scesa di colpo. Aprendo l’aereo che di solito è un forno non si sente caldo. In quel momento è finita davvero l’estate.

Alex ci offre caffè, una cartina di Orsera da appendere al muro e ci saluta.
Al rientro è Valler ai comandi. Sull’adriatico prendiamo acqua a tratti, siamo con copertura a 2.500 piedi e noi navighiamo a 2.000. La visibilità nel complesso rimane comunque buona.

Il rientro avviene in poco piu’ di un’ora e la ragazza della dogana non viene a riceverci a Modena…evidentemente si fida!

A parte l’inconveniente del documento Orsera è davvero un bel posto, comodo ed economico, poi 2 bagni….pesce…vino…grande giornata! Il sabato la temperatura è precipitata di oltre 10 gradi ricordandoci che siamo entrati in autunno! Mi sa che per quest’anno basta bagni. Ma abbiamo chiuso alla grande.


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