disagi

16 Maggio 2016

Due velivoli messi ko per errore dagli operai all’aeroporto di Napoli. Gravi disagi sulle linee per Roma e Bologna

OLBIA. Tutto sembra che congiuri contro Meridiana. Nel periodo peggiore dei suoi 50 anni e più di vita – con l’Aga Khan sempre più disinteressato dopo anni e anni di perdite milionarie, con il nuovo socio Qatar Airways ancora alla finestra, con centinaia di dipendenti che rischiano di non aver più un lavoro – tra ieri e oggi è successo qualcosa che raramente capita a una compagnia aerea: due aerei sono stati messi ko all’aeroporto di Napoli da un pullman e un camioncino, un altro ha avuto dei guai a Olbia.

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Peggio di così, per Meridiana, non poteva andare. Peggio ancora è andata però ai passeggeri sardi: con una flotta di pochi aerei, otto voli ieri sono decollati, alcuni anche di sei ore.

Le rotte colpite dai disagi sono state quelle tra Olbia e Roma, Napoli, Bologna.
I due giorni neri sono cominciati giovedì.

All’aeroporto di Napoli, in due distinti momenti, gli addetti dello scalo hanno mandato fuori servizio due aerei della compagnia di Olbia, un Md 80 e un Boeing 737.

Come? Un pullman per il trasporto dei passeggeri ha colpito un’ala, danneggiandola.

Un camioncino, usato per il trasporto dei bagagli, ha colpito in manovra un altro aereo, anche in questo caso creando un guasto.

Il tutto a poche ore di distanza. I tecnici di Meridiana hanno avviato le riparazioni, ma non in tempo per rimetterli in volo ieri. Giornata in cui è accaduto un altro fatto: un terzo aereo, un Boeing 737, ha avuto delle noie a Olbia.

Una serie sfortunatissima di eventi – alcuni passeggeri hanno fatto notare che si trattava di un venerdì 13, altri hanno pensato che ci potesse essere stato un complotto ai danni della compagnia – che ha creato forti disagi a chi doveva partire da Olbia, o arrivarci.

Il primo volo in ritardo è stato l’Olbia-Roma del pomeriggio: invece che alle 13, è partito alle 19,15; il Roma-Olbia alle 20.55 anziché alle 14.35.

Poi è stata la volta dell’Olbia-Bologna, partito alle 18.35 invece che alle 16,25; il Bologna-Olbia alle 20.10 anziché alle 18.10. E poi ancora: il Napoli-Olbia è partito alle 22 anziché alle 20; l’Olbia-Napoli alle 23.35 invece che che alle 18.10.

Infine, l’ultimo volo per Roma della sera: partito da Olbia alle 21,55 invece che alle 19,55; tornato da Roma Olbia alle 23,35 invece che alle 21,30.
Disagi di cui la compagnia aerea – stavolta incolpevole – si è scusata con tutti i passeggeri.

Oggi i voli dovrebbero essere regolari.

Fonte:lanuovasardegna.gelocal.it/


6 Dicembre 2015

È tornata la grande nebbia ed avvolge anche lo scalo della brughiera. Non senza disagi…

Ritardi, dirottamenti e turbolenze da tre giorni, ma lo scalo ha la certificazione massima in Italia. Cosa che manca a mezzi e personale dei vettori.

EC NEBIOUN

Regge alla nebbia, l’Aeroporto di Malpensa che in questi ultimi giorni di fitta coltre si è piegato a ritardi e dirottamenti in altri scali (soprattutto Genova e Torino) di alcuni voli in arrivo, ma non si è mai spezzato sotto il peso di una nebbia davvero penetrante che non si registrava in brughiera da diverso tempo. A sostenere l’attività dello scalo, c’è la certificazione massima di categoria – “3b” – che, dicono da Sea, permette di operare in questo aeroporto fino a 50 metri di visibilità grazie alla segnaletica orizzontale, all’illuminazione delle piste e ai radar di terra in funzione a Malpensa.

Si tratta della più alta certificazione esistente negli aeroporti in Italia che deve, però, poi combinarsi con un’analoga certificazione dell’aereo che deve muoversi sulle piste di Malpensa e del comandante che lo guida.

Serve, insomma, che il velivolo abbia le strumentazioni ad hoc per affrontare la nebbia anche con scarsa visibilità e che il pilota di turno abbia l’abilitazione specifica alla nebbia.

Condizioni necessarie
Due condizioni che le compagnie aeree solite a volare nei Paesi dove la nebbia è un fattore quasi costante hanno certamente e che potrebbero, invece, mancare per le compagnie con aerei più piccoli o che non operano rotte con questo tipo di problema. Dunque al fattore nebbia si combina l’abilitazione di piloti e macchine. Ciò nonostante, in questi giorni non sono mancati voli in ritardo anche di ore in brughiera.

Giusto ieri la situazione è ritornata, pian piano, alla normalità.

Mentre, infatti, ieri mattina, dalle 7 alle 11 si sono registrati 11 ritardi nei decolli da Malpensa per una visibilità media di 200 metri sulle due piste (dove ci sono tre punti di rilevazione), come dichiarato da Sea, nel pomeriggio il diradarsi della nebbia ha rimesso in moto operazioni regolari. Sempre nella mattinata di ieri, da registrare il dirottamento su Genova del volo in arrivo da Beirut della Mea. Si spera che il peggio sia passato. Tra mercoledì 2 dicembre e giovedì mattina, ci sono stati 7 voli dirottati su Genova e Torino e ben 46 ritardi, anche con attese importanti.

Cancellato il volo per Roma delle 19.15 del 2 dicembre «per la visibilità inferiore alla minima soglia necessaria per operare su un aeroporto» ricordano da Alitalia. E il volo in arrivo da Charles de Gaulle, sempre mercoledì, di EasyJet che conferma: «Tutte le operazioni relative alla flotta di EasyJet vengono svolte in stretta osservanza di tutte le regole vigenti».

Disagi evitabili?
Servizi complementari a bordo o voucher per i passeggeri in aerostazione sono stati forniti dalla low cost inglese che ha, invece, provvisto una sistemazione in hotel per i viaggiatori non decollati da Parigi.

Paura, di contro, per chi era sul volo proveniente da Gatwick che ha provato per ben due volte ad atterrare a Malpensa prima di riuscirci. Mentre i passeggeri che erano sul volo della Lot sono ritornati a Varsavia senza neanche avvicinarsi a Malpensa.

I disagi non sono mancati. Ma la sicurezza dei passeggeri e degli equipaggi resta la priorità delle compagnie aeree che devono fare volare gli aerei con ogni condizione atmosferica, salvo intoppi che il meteo può sempre mettere nel mezzo frenando inevitabilmente l’azione dell’uomo.

Di Alessandra Pedroni

Fonte:www.laprovinciadivarese.it/


6 Aprile 2014

Genova – Una cinquantina di persone sono rimaste bloccate da questa mattina fino le 17.30 circa nell’aeroporto Cristoforo Colombo: dovevano tutte partire per Napoli con l’aereo della Volotea (previsto) in partenza alle 11.10.

L’ultimo annuncio di ritardo del volo: partenza programma alle 17.25 (foto Il Secolo XIX)

Poco prima del decollo del volo, che tempo fa ha sostituito quello di Alitalia dal capoluogo ligure a quello campano, i passeggeri sono stati però avvisati che le avverse condizioni meteo su Napoli avrebbero ritardato la partenza sino alle 12.30 (fotogallery).

All’avvicinarsi di mezzogiorno, però, è stato spiegato che a causa di un problema tecnico l’aereo che sarebbe dovuto volare fra Genova e Napoli era fermo a Palermo: dunque, partenza rimandata alle 15.

Nel primo pomeriggio, l’ennesima “spiegazione”: il secondo aereo della compagnia che avrebbe dovuto raggiungere il capoluogo ligure per portare i passeggeri sino a Napoli si sarebbe rotto, dunque la partenza è stata posticipata nuovamente, questa volta alle 17.25.

Ma sul sito di Volotea viene segnalato un altro orario: le 17.59 (fotogallery)

Fra i circa 50 passeggeri di Volotea serpeggia il nervosismo, anche perché in aeroporto non è presente personale della compagnia aerea, ed è difficile ottenere informazioni attendibili.

L’unica comunicazione da parte della compagnia è arrivata alle 13.40 via sms ai passeggeri: “Ci scusiamo per il disagio. Il nostro gruppo sta lavorando per garantire la partenza del suo volo V7 1733 il prima possibile. Continueremo a tenerla informata”.

«Di solito prendo il treno, ma questa volta mi sono detta: “meglio l’aereo”. Ma adesso basta, niente più voli e cancello del tutto questo scalo, non c’è nulla», spiega con rassegnazione Vanda Verzino seduta in attesa della partenza sulle sedie del Colombo.

Nella fila dietro Annamaria Russo tiene in braccio la figlia di 14 mesi che continua a muoversi impaziente. «Abbiamo cercato di distrarla come potevamo, anche con l’aiuto di altri passeggeri che si son messi a giocare con lei», spiega continuando a cullare la bambina. Il papà è andato a fare la spesa omogeneizzati e pannolini che avevamo nella valigia imbarcata. «Speriamo almeno ci rimborsino il biglietto».

«Io abito qui vicino, potevo uscire e fare tutto in queste sei ore. Invece mi hanno detto di restare qui, che non potevamo andare via», spiega Annamaria Vigilante. «Non è un hub internazionale, potevano chiamarci al telefono e lasciarci impiegare il tempo in altro modo». Un disagio che ha colpito anche i giocatori della squadra di pallanuoto della Pro Recco diretti a Napoli per la partita con il Posillipo.

Alle 16.28, in aeroporto viene annunciato ai passeggeri di «recarsi alla sala d’imbarco» dove però le persone in attesa di partire per Napoli si trovano già da questa mattina. Alle 17.26 finalmente le procedure di imbarco e poco dopo la partenza.

Fonte:www.ilsecoloxix.it



Disagi all’aeroporto

Restrizioni degli arrivi alla pista dell’Aeroporto Mameli di Elmas, tre ogni ora, e non 8 come nella normalità. In serata la situazione si è stabilizzata anche se ci vorrà tempo a smaltire i ritardi accumulati un una mattinata e primo pomeriggio. Un fine settimana da dimenticare.

“Il tecnico addetto al radar si è ammalato, c’è voluto poi il tempo per rintracciare i colleghi, con il giro di telefonate della reperibilità”,  fanno sapere della Base di Decimomannu.
Quindi per questioni di sicurezza ai passeggeri che atterrano, ci sono state restrizioni negli arrivi.

Sogaer, la Società che gestisce l’aerostazione, fa sapere che per loro non c’è nessun problema. In mattinata mancava il personale specializzato che controllasse il  radar d’avvicinamento dell’aeroporto militare di Decimomannu che gestisce anche il traffico aereo dello scalo civile di Elmas.

Nel pomeriggio, i ritardi di oltre un’ora si pensava fossero dovuti al fumo che arrivava spinto dal forte vento, nell’incendio scoppiato di Sa Illetta e al Porto canale, che ha mandato in tilt anche Sulcitana dal chilometro 3 nei pressi di Tiscali, sino alla rotonda di Maddalena Spiaggia con un ingente spiegamento di uomini e mezzi della Polizia stradale, Vigili del Fuoco, Forestale e della Protezione civile.

Invece, no.

Tutt’altra questione. Si è appreso invece che il ritardo dei voli in arrivo era di tutt’altra natura, alla base di Decimo, il personale era in malattia ed è stato sostituito di tutta fretta.
Quindi, non più di tre aerei in arrivo all’ora, in un primo momento. I Ritardi sono stati inevitabili e passeggeri imbestialiti.

Un pomeriggio di inizio estate da dimenticare, proprio nel fine settimana tra chi i pendolari che vogliono arrivare presto a casa dopo gli impegni di  lavoro e i turisti che non vedono l’ora di iniziare le ferie in totale relax.
Dopo le 15 da 3 aerei l’ora in arrivo, si è passati a 5.

Mentre, in serata  8 arrivi in 60 minuti, come nella norma.
Naturalmente, ci vorrà tempo a smaltire i ritardi accumulati in un venerdì nero da dimenticare, per i passeggeri che sbarcavano in aerostazione.

Fonte:www.castedduonline.it



Tutti i guai di cui i viaggiatori si lamentano con maggiore frequenza

Sempre più utilizzati e diffusi, i viaggi in aereo, un po’ come per tutti i viaggi con mezzi non personali, hanno i loro pro e contro.
Tra i pro, come è ovvio pensare, c’è la brevità del viaggio, rispetto a treni o navi – e qualche volta anche il prezzo. Tra i contro, ci sono i passeggeri… Sì, proprio i passeggeri.

Ecco quanto emerso da un sondaggio condotto da TripAdvisor, sito di recensioni da parte degli utenti su luoghi, strutture, servizi e mezzi. Il sito internazionale è presente in molti Paesi: il sondaggio sul bello e il brutto dei voli aerei è stato promosso dal sito australiano.

Al primo posto tra le lamentele c’è l’abitudine, ritenuta sgarbata, di reclinare il sedile senza tener conto di chi sta dietro: questo pare sia infatti uno dei maggiori motivi di discussione tra i passeggeri. Segue, a ruota, la presenza di bambini a bordo, soprattutto quando sono vivaci e chiassosi. In particolare le lamentele si focalizzano sulla pessima abitudine, da parte di molti piccoli viaggiatori, di prendere a calci lo schienale della poltrona di chi è di fronte a loro; di parlare ad alta voce o gridare; non stare fermi; toccare tutto o fare scorribande per il corridoio. Molti degli intervistati hanno espresso la disponibilità a pagare di più pur di viaggiare senza la presenza di bambini a bordo, o di avere a disposizione aree “bambino-free”.
Vista la grande richiesta, ci sono già alcune compagnie aeree che hanno preso in considerazione il creare delle zone interdette ai baby viaggiatori, una sorta di “aree silenziose”, vietate ai piccoli.
Altro motivo di lamentela da parte dei solcatori dei cieli sono le persone malate che non si premurano di non tossire o starnutire in faccia o vicino agli altri passeggeri: la buona abitudine di portarsi una mano o un fazzoletto davanti alla bocca, non è così diffusa, e i virus si spargono per tutto l’aereo. Altra lamentela comune è contro le persone che impiegano troppo tempo nel sistemare i bagagli e contro quelle che occupano senza motivo il corridoio.
 
Il posto più richiesto, poi, non è quello vicino al finestrino – come si potrebbe pensare – ma quello che dà sul corridoio: potendo scegliere, lo vorrebbe il 57% degli intervistati. Quello vicino al finestrino lo sceglierebbe invece il 43%, mentre il posto centrale è decisamente poco apprezzato: lo sceglierebbe meno dell’1%.
 

Infine, un terzo degli intervistati, nonostante i progressi della tecnica e della tecnologia, ritiene che i servizi e i voli non siano migliorati negli ultimi cinque anni. A conclusione, i reclami dei viaggiatori del cielo si concentrano ancora sui disagi causati dai numerosi controlli e misure di sicurezza negli aeroporti, sui  ritardi nei voli e su alcune tariffe ancora troppo care. 

Luigi Mondo & Stefania Del Principe
 

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