elicotteri

21 Aprile 2014

CASARANO. I potenti motori degli elicotteri  non hanno ancora cominciato a girare.

Date per imminenti già a fine gennaio scorso, le ispezioni speciali con attrezzature sofisticate in grado di “vedere” oltre la superficie del terreno, non sono ancora partite; forse cominceranno dopo Pasqua sulla zona di Casarano e Supersano. Era stata la Procura della Repubblica di Lecce ad ordinarle, a seguito della pressione popolare conseguente il rilancio di confessioni vecchie e nuove di “pentiti” e di lavoratori del settore che avevano raccontato del diffusissimo sistema di smaltimento in uso negli anni in cui le scarpe salentine proteggevano i piedi di mezzo mondo.

Ma evidentemente non proteggevano  – con i loro pericolosi scarti – la salute dei salentini.

«Si faranno, si faranno», fanno sapere dalla Procura dove i magistrati in prima linea restano Ennio Cillo, procuratore aggiunto, e Elsa Valeria Mignone, sostituto procuratore. Ma il problema-soldi esiste. Le aree da perlustrare sono state individuate tra Casarano, Supersano e Cutrofiano. Inizialmente, perchè poi altre segnalazioni e comunque richieste sono pervenute ai magistrati che indagano, come quella di Gallipoli per le cave “Mater Gratiae” e di altre realtà in cui le cave tufacee sono state utilizzate negli anni Ottanta per scaricarvi rifiuti domestici, spesso poi incendiati.

Insomma, il “lavoro” per i georadar appesi agli elicotteri è cresciuto ma i soldi ancora non si vedono.  Ma non si sta perdendo tempo inutilmente: in Procura si stanno raccogliendo tutte le segnalazioni degli uffici di carabinieri e polizia sparsi sul territorio provinciale, in modo da avere un quadro generale il più completo possibile (a “Piazzasalento” sono state segnalate anche le cave in località “Sauli” di Taviano). Urgono fondi, quindi, e non pochi. E una volta concluse le radiografie dei terreni sospetti, si aprirà l’altro costoso capitolo del risanamento dei luoghi e della messa in sicurezza dei veleni.

Ma questo è un altro discorso.

Fonte:www.piazzasalento.it


21 Aprile 2014

L’US Army sta valutando la possibilità di usare i propri elicotteri a bordo delle navi.

Lo rivela la stampa specializzata americana, secondo la quale si tratterebbe di una mossa legata allo spostamento degli interessi verso l’Asia-Pacifico. Data la natura prettamente navale di quel teatro operativo, le possibilità di operare da basi terrestri sarebbero limitate. Di qui la ricerca di alternative che evitino all’Army di avere un ruolo secondario rispetto ai Marines. Lo studio mira a identificare gli interventi necessari sugli elicotteri in termini di robustezza e protezione dalla corrosione.

Fonte:www.dedalonews.it


21 Aprile 2014

di Luca Orlando

Export in corsa per il distreto aerospaziale lombardo, che sfiora nel 2013 i 2 miliardi di euro grazie in particolare allo sprint dei big targati Finmeccanica. Siamo entrati nel sito di Vergiate, alle porte di Varese, per vedere gli elicotteri di Agusta-Westland in fase di assemblaggio, in attesa di finire sui mercati internazionali.
GUARDA VIDEOSERVIZIO
Il distretto lombarddo vale 4,5 miliardi di produzione, con 215 e 7000 addetti diretti, che raddoppiano con l’indotto.

13 Aprile 2014

Kiev, Ucraina – Una delle immagini mostra una pista d’atterraggio “Che prima non c’era”

(WAPA) – La Nato ha rilasciato una serie di foto che mostrano come la Federazione Russa stia concentrando molte truppe ed equipaggiamenti, inclusi numerosi aerei ed elicotteri, lungo il confine con l’Ucraina, alimentando la tensione internazionale generata dall’occupazione della Crimea.

Gary Deakin, direttore del Comprehensive Crisis Operations and Management Center dell’alleanza atlantica, ha definito le forze di Mosca nell’area “In grado di muoversi velocemente se gli venisse ordinato. Si tratta di una preoccupazione, perché rappresenta una vera minaccia per l’Ucraina”.

Una delle immagini mostra 21 elicotteri su una pista d’atterraggio “Che prima non c’era”, costruita in un campo nei pressi della città di Belgorod, a circa 40 km dal confine ucraino. Nei pressi si trovano anche allineati 40 carri armati e 100 veicoli di fanteria, “Sebbene non ci sia traccia di una base permanente”. Secondo Deakin il fatto che i mezzi non siano camuffati “Significa che sei pronto ad andare o che vuoi essere visto”.

Alcune delle foto mostrano alcune basi temporanee nei pressi del Mar d’Azov (una sezione settentrionale del Mar Nero), non lontano dalla Crimea. In una è possibile riconoscere alcuni aerei caccia come dei Sukhoi Su-24, Sukhoi 27 e MiG-31, che secondo Deakin “Possono raggiungere l’Ucraina in pochi minuti”.

Il Sukhoi Su-27 (nome in codice Nato: Flanker) è un caccia per superiorità aerea entrato in servizio nel 1984. I principali operatori sono le aeronautiche militari di Russia e Cina. Gli esemplari costruiti sono poco meno di 700. Sukhoi si è basata sul Su-27 per sviluppare vari altri modelli, come il Su-30, il Su-33 Flanker-D, il Su-34 Fullback ed il Su-35 Flanker-E.

Il Sukhoi Su-24 (nome in codice Nato: Fencer) è un aereo da attacco bimotore onnitempo, attualmente operato da Russia ed Ucraina, oltre che da alcuni Stati africani e medio-orientali.

Il Mikoyan MiG-31 (nome in codice Nato: Foxhound) è un aereo caccia intercettore supersonico sviluppato per sostituire il MiG-25 “Foxbat”. È attualmente utilizzato solamente dalle aeronautiche militari di Russia e Kazakistan. (Avionews)
(0092)

Fonte:www.avionews.it


23 Dicembre 2013

Bando da 7,3 milioni per avere a disposizione tre mezzi nell’arco di 12 ore. La Protezione Civile li utilizzerà per le emergenze.

TRIESTE. Un elicottero pronto in 15 minuti in situazioni d’emergenza. Un altro, eventualmente, disponibile in due ore. E un terzo in volo entro 12 ore. La Protezione Civile deve contare anche sui servizi aerei – operativi da 23 anni in Fvg – e la giunta regionale provvede. Vicino alla scadenza (14 marzo 2014) il contratto con il precedente fornitore, si apre la gara per un nuovo accordo triennale, eventualmente rinnovabile per ulteriori tre anni, da complessivi 7.320.000 euro, un incremento del 13% rispetto ai 6.480.000 del periodo 2008-2014. «È una cifra importante ma che non deve stupire – commenta l’assessore competente Paolo Panontin –, tenuto conto che il costo dell’utilizzo dei mezzi viaggia attorno ai 26 euro al minuto».

Di qui il calcolo di una spesa attorno a 1,2 milioni all’anno, poi spalmata su un contratto di tre anni più tre, non per acquistare elicotteri ma per averne a disposizione da uno a tre per il soccorso in emergenza anche in zona montana e la ricerca di persone disperse (ne è servito uno proprio di recente in Carnia per individuare una donna che si era smarrita nei boschi), per il controllo e lo spegnimento degli incendi (tra il Carso e le Giulie ben 12 l’estate scorsa), per il trasporto di attrezzature e personale specializzato in aree di difficile accesso, per la ricognizione di zone a rischio e infine per le esercitazioni proprio della Protezione Civile.

Per tutto il periodo di validità del contratto, si legge nel bando, la ditta aggiudicataria garantisce la disponibilità di una base operativa, e delle relative certificazioni previste, ubicata in regione in posizione baricentrica rispetto alla zona montana, nella quale schierare gli elicotteri destinati al servizio. Il velivolo di prima emergenza, fa sapere il direttore della Protezione Civile Fvg Guglielmo Berlasso, si trova infatti sempre o a Ronchi dei Legionari o a Tolmezzo. «A volte serve sul Carso, altre volte in montagna», spiega. «Negli ultimi anni – aggiunge l’assessore Panontin – il servizio è risultato fondamentale per agevolare e accelerare le attività della Protezione civile a salvaguardia della pubblica incolumità garantendo tempestività, efficienza e ampio successo delle operazioni anche in contesti transfrontalieri».

Non resta che attendere la migliore offerta via gara europea dopo che cinque anni fa a prevalere fu la Elifriulia di Ronchi (poi in Ati con Helica di Amaro) con sedi operative anche a Cortina, Tolmezzo e Roma.

Dalle due piste regionali sono partiti gli AS 350 Écureuil del gruppo francese Eurocopter con caratteristiche ben precise: peso a vuoto 1.400 kg, peso massimo al decollo con carichi esterni non inferiore a 2.700 kg, velocità massima non inferiore a 140 nodi, motore a turbine di potenza massima non inferiore a 557 Kw, gancio baricentrico di capacità non inferiore a 1.350 kg, porta scorrevole sul lato sinistro, disponibilità di almeno 5 sedili passeggeri, volume bagagliai di almeno un metro cubo. «Questi mezzi esprimono il miglior rapporto qualità/prezzo/prestazioni – chiarisce ancora Berlasso –, data la possibilità di trasportare 1,4 tonnellate di acqua».

La ditta dovrà anche garantire nel contratto la disponibilità di almeno tre piloti (con esperienza minima di volo di almeno 1.500 ore in qualità di comando, di cui almeno 500 ore di lavoro aereo per trasporti al gancio baricentrico), tre tecnici di terra e quattro operatori addetti all’assistenza. E ancora, oltre all’obbligo di mantenere la piena disponibilità di uno dei tre elicotteri del servizio e relativo equipaggio per l’attivazione immediata, ossia con decollo entro 15 minuti dall’attivazione da parte della Sala operativa regionale, dovrà pure mettere in agenda una miglioria rispetto all’attuale assetto: prevedere in situazioni di particolare emergenza l’ampliamento della flotta base di tre aeromobili con ulteriori elicotteri operativi entro 36 ore dall’attivazione della Protezione Civile.

Fonte:http://ilpiccolo.gelocal.it


23 Dicembre 2013

Nell’ultimo rapporto del Registro Nazionale Mesoteliomi, tenuto dal dipartimento di Medicina del Lavoro dell’Inail :

Risulta che la scatola del rotore può essere coibentata con amianto […]. È segnalata inoltre la presenza di pannellature in amianto inserite nei pianali. […] Fra gli agenti cancerogeni, lamianto si caratterizza per una serie di fattori di particolare pericolosità […] con conseguenze di rischi per la salute

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Nelle sole Forze Armate si segnala un’incidenza del 2,6% . Il tema è al centro di un’interrogazione parlamentare depositata da parlamentari M5S che sottolineano come

Gli equipaggi degli elicotteri “inquinati”, non siano stati debitamente informati dei notevoli rischi cui erano giornalmente sottoposti durante l’orario di lavoro

Di seguito il testo integrale interrogazione parlamentare M5S:

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

Al Ministro della Difesa, al Ministro dell‟Ambiente e della tutela del territorio e del mare, al  Ministro della salute- ZOLEZZI, ARTINI, BUSTO, DAGA, DE ROSA, MANNINO, TERZONI, SEGONI

Per sapere-premesso che- Il 7 agosto 2013 il quotidiano online Huffington Post.it pubblicava un articolo dal quale si veniva a conoscenza che:” La flotta di elicotteri delle nostre forze armate è a rischio contaminazione: innumerevoli modelli attualmente in dotazione a Esercito, Marina, Aviazione e Carabinieri sarebbero in pratica scatole volanti piene di amianto”. E questa situazione andrebbe avanti da oltre quindici anni, nel silenzio più assoluto delle autorità. È ciò che si scopre leggendo una recentissima quanto belligerante corrispondenza fra il Ministero della salute e l’azienda che li ha fabbricati, l’AgustaWestland. In tale carteggio, è la stessa azienda a definire gli apparecchi “inquinati”. Come noto, l’Huffington Post ha potuto analizzare questa corrispondenza– adesso in mano ai magistrati delle procure militari di Roma e Napoli – grazie alla segnalazione del Partito per la Tutela dei Diritti dei Militari. Da tale documentazione risulta evidente, come già dopo il ’92 (anno della legge che bandisce l’impiego dell’amianto), la controllata di Finmeccanica avesse
debitamente, e dettagliatamente, provveduto a informare la Difesa su quali e quanti modelli di velivoli da loro prodotti contenessero asbesto, in quali e quante parti delle rispettive carlinghe. Si legge, infatti, in proposito, che nella lettera del 6 giugno scorso inviata dall’AgustaWestland al Segretariato Generale della Difesa e Direzione Nazionale degli Armamenti “Sin dal 1996 abbiamo trasmesso l‟elenco di tutti i materiali „pericolosi‟ presenti sui nostri elicotteri”, ossia quanto scritto nella loro lettera del 6 giugno scorso inviata dall’AgustaWestland al Segretariato Generale della Difesa e Direzione Nazionale degli Armamenti, a dimostrazione del fatto che il Ministero semplicemente non poteva non sapere.
Dall’articolo si apprendeva, inoltre, che il Ministero della Difesa, pur essendo a conoscenza della gravissima situazione, non avrebbe mai provveduto alla bonifica degli elicotteri contenenti amianto, né tantomeno avrebbe informato (circostanza gravissima) gli equipaggi dei notevole rischi cui erano giornalmente sottoposti durante l’orario di lavoro, violando in tal modo, quanto stabilito dagli articoli 32 e 117 della Costituzione.
La legge 257/1992, anticipando quanto sostenuto dalla recente direttiva Direttiva 2009/148/CE detta le norme per la messa al bando di tutti i prodotti contenenti amianto,vietandone l’estrazione, l’importazione, la commercializzazione nonchè la produzione di amianto e di prodotti che lo contengono,secondo un preciso programma di dismissione che definisce i criteri per il finanziamento delle imprese interessate alla riconversione produttiva e per i benefici previdenziali a favore dei lavoratori occupati nella produzione dell’amianto.

Con la Legge 271/93 venivano estesi tali benefici a tutti i lavoratori professionalmente esposti ad amianto. Il legislatore, tuttavia, non si limitava a prescrivere la cessazione dell’impiego dell’amianto ma metteva in evidenza alcuni problemi considerati particolarmente rilevanti ai fini della tutela della salute pubblica, connessi alla presenza nell’ambiente di prodotti di amianto liberamente commercializzati ed installati in precedenza.

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Il D.lgs 81/2008, ovvero il T.U. sulla salute e sicurezza dei luoghi di lavoro, prevede delle forme di tutela dei lavoratori nei vari ambienti di attività, dai diversi agenti chimici cui possono venire in contatto. Tra questi, viene considerato anche l’amianto. In particolare, l’articolo 254 del decreto, stabilisce che il valore limite di esposizione all’amianto deve essere pari a 0.1 fibre per centimetro cubo di aria, misurato come media ponderata nel tempo di riferimento di otto ore, ponendo a carico dei datori di lavoro il controllo, affinché nessun lavoratore sia esposto ad una contaminazione di amianto nell’aria, che superi il valore limite. Il datore di lavoro, conseguentemente, (ex articolo 249 valore limite) è tenuto a valutare i rischi dovuti alla polvere proveniente dall’amianto e dai materiali che lo contengono, al fine di stabilire la natura e il grado dell’esposizione e le misure preventive da attuare, affinché non venga superato il prescritto valore limite di esposizione, di cui al predetto articolo 254. Ai fini del rispetto di questo valore limite, il datore di lavoro ha, altresì, l’obbligo di effettuare periodicamente la misurazione della concentrazione di fibre di amianto nell’aria del luogo di lavoro (ex articolo 253 controllo dell’esposizione). I campionamenti che vengono effettuati a tale fine devono avvenire sempre previa consultazione dei lavoratori ovvero dei loro rappresentanti. Nel quarto rapporto Registro Nazionale Mesoteliomi del 2012, ovvero il sistema di sorveglianza epidemiologica istituito ai sensi del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 308 del 2002, redatto dal settore ricerca dipartimento di medicina del Lavoro dell’Inail veniva affermato che: “Fra gli agenti cancerogeni, l‟amianto si caratterizza per una serie di fattori di particolare pericolosità, legati alle quantità del materiale usato, in una gamma assai ampia di attività industriali, al numero di lavoratori esposti, alle ricadute in termini di matrici ambientali contaminate, con conseguenze di rischi per la salute non solo negli ambienti di lavoro. La legge che nel 1992 ha bandito l‟impiego dell‟amianto ha posto l‟Italia tra le nazioni che hanno condotto una politica di contrasto, di controllo e di prevenzione dei rischi specifici. Restano, tuttavia, ancora aperte le questioni della bonifica e del risanamento ambientale, della sorveglianza epidemiologica e sanitaria per la prevenzione primaria e secondaria, della tutela dei soggetti ammalati.
Inoltre, sempre nel documento sopracitato venivano riportate compiutamente delle percentuali inerenti ai casi di mesotelioma maligno riscontrati in alcuni lavoratori e più specificatamente tra coloro prestanti attività di servizio nella Cantieristica navale, la percentuale risulta essere del 9.6 %,
nei trasporti terrestri ed aerei del 6.3%, nella portualità e trasporto marittimo del 5.5% ed infine nella difesa militare del 2.6%. Nel quarto rapporto si evince anche che per quanto riguarda gli elicotteri militari:”Risulta che la scatola del rotore può essere coibentata con amianto e durante le manutenzioni programmate (ogni 30 ore di volo) debba essere smontata e revisionata. È segnalato inoltre la presenza di pannellature in amianto inserite nei pianali”.
Il ministro della Difesa in risposta ad un’interrogazione a risposta in commissione (Artini e altri n. 5/01298) in cui si sollevava il problema qui riportato ovvero quello relativo alla presenza di amianto a bordo degli elicotteri Augusta Westland rispondeva che:”l’impegno finalizzato a garantire che il personale non venisse sottoposto ad esposizioni all’amianto oltre il prescritto valore limite, non si è limitato soltanto ai componenti degli elicotteri, ma ha riguardato, fin dalla
sua messa al bando, tutti i mezzi e tutte le strutture delle Forze armate; ma anche che:”non è realistica, tuttavia, la prospettiva di una rimozione integrale della presenza di amianto, che, peraltro, possiamo trovare ancora in grandi quantità anche nelle fabbriche, negli edifici privati e pubblici e nell’ambiente”.

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In relazione alla necessità di predisporre aggiuntive azioni e misure di protezione per il personale della Difesa così come annunciato dal Ministro competente il 20 ottobre 2013. se risulti, ai ministri interrogati per le rispettive competenze, che per le attività lavorative che comportano per i lavoratori, un’esposizione da amianto, sia stato redatto un documento di valutazione dei rischi al fine di stabilire la natura e il grado dell’esposizione e le misure preventive e protettive da attuare nonché il controllo dell’esposizione ai sensi del combinato disposto degli artt. 249 e 254 del Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 recante “Attuazione
dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” ed in relazione all’osservanza delle linee guida ministeriali per il corretto smaltimento dell’amianto e dei materiali e rifiuti contenenti amianto.

Fonte:http://news.you-ng.it


23 Dicembre 2013

A Milano al «Leonardo da Vinci», il primo esemplare di velivolo realizzato da Enrico Forlanini nel 1877.

MUSEO DELLA SCIENZA A MILANO: i Inaugurata la nuova sala

C’è una data poco conosciuta ma che rimane incisa nella storia dell’aviazione: nel 1877 Enrico Forlanini, ingegnere del Politecnico, faceva volare a Milano l’elicottero, primo oggetto più pesante dell’aria a sollevarsi da terra con un motore. A bordo non aveva passeggeri ma apriva la strada ad un nuovo mondo prima ancora che i fratelli Wright negli Stati Uniti compissero il loro storico balzo nel 1903.

Negli anni Cinquanta, nella brughiera lombarda, il sogno dell’ala rotante riprendeva l’antico filo di Forlanini e la fabbrica Agusta produceva i primi elicotteri su licenza americana. Era solo l’inizio di una storia bellissima che porterà alla nascita di uno dei grandi gruppi elicotteristici mondiali, l’AgustaWestland di Finmeccanica, cui si deve la produzione di macchine che si imporranno sul mercato internazionale. La storia di questa eccellenza italiana prende ora corpo in una nuova sezione del Museo della scienza e della tecnologia «Leonardo da Vinci». E oltre a incontrare l’elicottero Forlanini si possono ammirare altri elicotteri (come l’AW 109 che ha portato al successo la fabbrica di Cascina Costa) e scoprire i segreti del convertiplano oggi in collaudo. Ma si ha pure la possibilità di salire su un simulatore per provare l’avventura e il piacere di pilotare.
«La scuola per fabbricare macchine volanti dove ha studiato Forlanini guarda adesso al futuro preparando gli ingegneri del domani», ricorda Giovanni Azzone, rettore del Politecnico. «E il museo – aggiunge Fiorenzo Galli, direttore generale del “Leonardo da Vinci – vede nella nuova sezione elicotteri un’altra tappa del suo sviluppo sempre più mirato a testimoniare il valore della tecnologia italiana fornendo nel contempo una palestra aggiornata per la formazione dei giovani».

Fonte:www.corriere.it


15 Novembre 2013

Il governo di Ottawa vicino alla rottura di un contratto da 3,8 miliardi di euro con Sikorsky per 28 elicotteri. I velivoli della controllata di Finmeccanica sono l’unica reale alternativa.

Roma, 14 nov – Una boccata d’ossigeno per Finmeccanica potrebbe arrivare da un momento all’altro dal Canada. Il governo di Ottawa, secondo quanto risulta a ilmondo.it, starebbe per ufficializzare la rottura del contratto stipulato circa dieci anni fa con il produttore americano Sikorsky per 28 velivoli elicotteri e un controvalore di circa 3,8 miliardi di euro.

L’unica reale alternativa al Cyclone di Sikorsky (azienda controllata da United Technologies) è l’AW-101 prodotto da AgustaWestland (100% di Finmeccanica) nella versione già fornita alla Marina britannica (oltre che a Danimarca e Portogallo) Merlin HM-1, che inviati civili e militari di Ottawa hanno avuto modo di provare e valutare a più riprese negli ultimi mesi.

La stessa macchina è in pole position in una gara indetta dal governo della Norvegia: a favore dell’AW-101 giocano soprattutto motivi di sicurezza (dispone di tre motori e di un’autonomia maggiore dei concorrenti che nei viaggi in mare è fondamentale) e un buon rapporto qualità/prezzo. Il programma di Sikorsky sarebbe in grave ritardo e, nel frattempo, diventato molto più costoso del previsto. Alla probabile rottura avrebbero contribuito anche i rapporti sempre più tesi su molti dossier (dal commercio estero all’energia) tra il premier conservatore canadese, Stephen Harper, e il presidente democratico Usa, Barack Obama. Il Canada ha rinunciato anche ai caccia Jsf 35 prodotti da Lockheed Martin per il loro costo definito esorbitante.

Pietro Romano

Fonte:www.ilmondo.it



di

 

Musicisti in volo: con “Helicopter String Quartet” di Karlheinz Stockhausen si inaugura il festival della laguna. L’insolita partitura fu scritta per l’Arditti Quartet che lo esegue oggi e ne parla in questa intervista.

Musica per elicotteri. Musica in volo. Musica che assorbe e rilancia le sonorità del cosmo. Musica che traccia cerchi aerei e disegna utopie. Karlheinz Stockhausen, il più megalomane, discusso e provocante compositore del secondo Novecento (nato nel 1928 e morto nel 2007), scrisse per gli strumentisti dell’Arditti Quartet un pezzo senza confronti né precedenti, l’Helicopter String Quartet, che debuttò all’Holland Festival nel 1995.

Partitura vertiginosa. Tanto vertiginosa quanto perversa (per difficoltà di realizzazione), l’opera isola gli intrepidi membri dell’ensemble nelle cabine di quattro elicotteri guidati nei cieli dai rispettivi piloti. E prevede che suonino, ognuno per proprio conto, a 1500 metri d’altezza. I “canti” dei due violini, della viola e del violoncello si uniscono tecnologicamente e a distanza, mischiandosi col suono dei motori, delle pale, delle nuvole e del vento. Alla riproposta di quest’impressionante composizione  –  ripresa solo tre volte, di cui una a Roma nel gennaio 2009  –  viene affidata il 4 ottobre l’apertura della 75esima Biennale Musica di Venezia, intitolata “Altro spazio, altro suono” e articolata come un intreccio, secondo innumerevoli varianti, di due elementi-cardine del pensiero musicale contemporaneo, cioè lo spazio e la voce.

Una commissione. Con la sua folle e unica capacità di “teatralizzare” la musica e di “spazializzare” il suono, Stockhausen stabilì l’avvio del concerto all’interno di una sala (nel caso di Venezia sarà la Sala Grande del Palazzo del Cinema al Lido, inizio ore 15) con la presentazione dei quattro musicisti, e ne fissò il termine col loro ritorno sulla terra, in tempo per prendere gli applausi del pubblico, che di volta in volta segue il concerto aereo su un grande schermo pronto a restituire in tempo reale le immagini e i suoni delle performance musicali dentro gli elicotteri. “Fui io a decidere di commissionare un brano a Stockhausen, pensando che avrebbe composto un normale quartetto d’archi”, racconta il violinista inglese Irvine Arditti, capofila del gruppo che porta il suo nome e dedicatario di tante opere importanti. “Fin dall’adolescenza adoravo Stockhausen: avevo quindici anni quando andai a Darmstadt per incontrarlo. La sua musica siderale e visionaria era un mito per me, che ero totalmente disinteressato al pop. Dopo la formazione del Quartetto Arditti lo contattai per chiedergli un pezzo, e quando mi mandò i dettagli del progetto pensai che fosse impazzito. C’erano istruzioni nette e rigorose. Gli dissi che nessuno avrebbe mai prodotto un tale kolossal e gli proposi di usare un nastro registrato per il rumore delle eliche che avrebbe dovuto mixarsi al suono degli archi. Replicò furente di aver ricevuto in sogno il piano dell’esecuzione. L’ebbe vinta lui, e l’Helicopter String Quartet debuttò ad Amsterdam in modo fedele alle sue indicazioni”.

Motori e suoni.Irvine Arditti, che compie sessant’anni il 16 ottobre (festeggerà con un concerto alla Wigmore Hall di Londra), è uno dei massimi campioni della musica contemporanea: “Il nostro repertorio è sterminato”, dice riferendosi al Quartetto Arditti. “Comprende centinaia o forse migliaia di pezzi fatti apposta per l’ensemble, e tra gli autori ci sono Carter, Boulez, Ligeti, Cage, Xenakis e Berio. Stimolare i compositori alla creazione ed esserne stimolato è l’interesse che occupa tutta la mia vita”. L’Helicopter String Quartet è l’unico brano da lui eseguito che non ha mai potuto ascoltare dal vivo: “Non riesco a sentirlo mentre suono nel mio elicottero perché il rumore del contesto mi sommerge”. Sostiene che “oggi la musica ha bisogno di grandi accadimenti” e che l’immenso gioco concepito da Stockhausen “è così spettacolare da destare la curiosità della gente per la sperimentazione musicale, conducendola ad aprire i suoi orizzonti”.

In cartellone anche domani. Alla Biennale di Venezia, col suo gruppo, sarà protagonista di un secondo appuntamento, il 5 ottobre, “nella relativa sicurezza di uno spazio normale, a Cà Giustinian”. Accanto a brani di Rebecca Saunders, Evis Sammutis e Andrea Portera, vi figura il Quartetto n. 5 di Elliott Carter, di cui gli Arditti hanno registrato l’intera produzione quartettistica. “Scritto per noi, questo brano mette in scena lo stesso processo della sua esecuzione, fino alla discussione dei musicisti su ogni movimento interpretato”.
Se gli si domanda quanto e come sia cambiata la nuova musica rispetto alle “scandalose” e arrabbiate opere dell’ultima fetta di Novecento, risponde “che oggi l’avanguardia non deve più scioccare, come un tempo. Prima spezzare i ponti col passato era una necessità per i compositori; ora invece non si è più ossessionati dalla voglia di uccidere i maestri. Ogni musica è interessante oppure non lo è, a prescindere da intenti dimostrativi”.   

Fonte:www.repubblica.it



Una giornata di formazione per 25 volontari della Protezione civile di Lissone con il secondo Reparto Volo della Polizia di Stato di Milano – Malpensa, domenica 30 giugno sul campo esercitativo di Santa Margherita.

Sotto Agusta-Bell AB-212 POLI-102

I volontari della protezione civile hanno incontrato due piloti e due specialisti coordinati dall’ ispettore superiore Paolo Negri, del secondo reparto volo della Polizia di Stato, allo scopo di familiarizzare con le procedure di avvicinamento agli aeromobili in generale, e agli elicotteri in particolare. La protezione civile A. Mussi e G. Arosio di Lissone, è una delle poche in Italia ad avere la specializzazione nella gestione e allestimento di elisuperfici temporanee per l’atterraggio di elicotteri di soccorso.

Durante la mattinata si è svolta una parte teorica per i volontari, con la presentazione di tutte le fasi e delle nozioni di sicurezza per capire come muoversi sul campo in caso di emergenza. Nel pomeriggio i piloti hanno eseguito alcuni decolli e atterraggi dell’ elicottero in dotazione. Otto volontari della Protezione civile hanno potuto partecipare alla prova pratica di “marshall”, ovvero colui in grado di gestire l’atterraggio e la partenza di tutti i mezzi volanti e in questo caso di elicotteri.

Fonte:www.ilcittadinomb.it


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