Finmeccanica

7 Marzo 2016

Il gruppo italiano punta al contratto da oltre 10 miliardi di dollari in consorzio con Raytheon, Cae Usa e Honeywell. La scelta nel 2017

finE’ una delle gare internazionali più importanti degli ultimi trent’anni nel settore della Difesa, quella bandita dall’Aeronautica degli Stati Uniti per il rinnovamento di tutta la flotta di aerei di addestramento; una fornitura da un minimo di 350 a un massimo di 500 velivoli (includendo 150 macchine per la Marina) del valore di svariati miliardi di dollari, probabilmente più di dieci.

Sugli aerei che verranno scelti saranno addestrati anche i piloti dell’F35. Finmeccanica, insieme a Raytheon, ha presentato oggi la propria soluzione, basata sul velivolo T-100 (derivato dall’Aermacchi M-346 di Finmeccanica). Una soluzione di ultima generazione completamente integrata che vede Raytheon, una delle più importanti aziende al mondo nel settore dell’addestramento e dei sistemi avionici, nel ruolo di prime contractor, insieme a Finmeccanica, Cae Usa e Honeywell Aerospace come principali partner.

“Il successo dei nostri futuri piloti dipende da un sistema di addestramento completo che consenta loro di utilizzare al meglio le capacità dei velivoli di prima linea di 4a e 5a generazione”, ha dichiarato Rick Yuse, presidente della divisione Space and airborne systems di Raytheon.

Circa 45.000 piloti ed equipaggi di volo hanno ‘guadagnato le ali’ con i sistemi di addestramento progettati, sviluppati e resi operativi dai componenti del team guidato da Raytheon.

La soluzione offerta alla Forza aerea degli Stati Uniti integra il velivolo T-100, una variante avanzata dell’Aermacchi M-346, con un sistema di addestramento a terra all’avanguardia. “Il T-100 offre elevate prestazioni in volo e il suo sistema di simulazione tattica immerge gli allievi piloti in uno scenario di missione estremamente realistico”, ha dichiarato Filippo Bagnato, capo della divisione Velivoli di Finmeccanica.

“L’M-346, su cui si basa il T-100, è già operativo e utilizzato per l’addestramento dei piloti che volano sui più avanzati velivoli di prima linea in tutto il mondo”.

Cae Usa progetta e sviluppa alcuni tra i più sofisticati sistemi di simulazione per velivoli di addestramento avanzato al mondo, mentre Honeywell Aerospace fornirà i due motori F124 per il T-100 attraverso la joint venture con International turbine engine company
Finmeccanica è tra le prime dieci società al mondo nell’Aerospazio, Difesa e Sicurezza e la principale azienda industriale italiana. Operativa da gennaio 2016 come “one company” organizzata in divisioni di business (Elicotteri; Velivoli; Aerostrutture; Sistemi Avionici e Spaziali; Elettronica per la Difesa Terrestre e Navale; Sistemi di Difesa; Sistemi per la Sicurezza e le Informazioni), Finmeccanica compete sui più importanti mercati internazionali facendo leva sulle proprie aree di leadership tecnologica e di prodotto.

Cae è leader globale nell’addestramento nei settori dell’aviazione civile, difesa e sicurezza e servizi sanitari. Progetta e integra le soluzioni addestrative più complete, e ogni anno forma oltre 120mila equipaggi civili e militari. I prodotti e servizi di Honeywell Aerospace si possono trovare praticamente in ogni aereo commerciale, da difesa e veicolo spaziale, e i suoi turbocompressori sono utilizzati da quasi tutti i produttori mondiali di automobili e camion.

La divisione aerospaziale sviluppa soluzioni che consentono ridotti consumi di carburante per automobili e velivoli, voli più diretti e puntuali nonché voli e traffico autostradale più sicuri, motori per aerei, sistemi elettronici per i cockpit e per la cabina, servizi di connettività wireless, logistica e molto altro.

Raytheon , infine, con ricavi nel 2015 per 23 miliardi di dollari e 61.000 dipendenti, è un leader in tecnologia e innovazione specializzato in soluzioni per la difesa, governative e di cyber-security.

La gara, bandita nel 2015, punta a sostituire parte dei T38 dell’americana Northrop, aerei che operano dal 1959, ormai a fine ciclo. L’assegnazione del contratto è prevista nel 2017 e le consegne a partire dal 2024 fino al 2030.

I concorrenti con i quali Finmeccanica e i suoi partner dovranno misurarsi sono Korea aerospace insieme a Lokeed Martin, Northrop Grumman e Boeing insieme a Saab group.

Vincere negli Stati Uniti significa assicurarsi un mercato mondiale, perchè le forze aeree di molti Paesi si adeguano ai mezzi scelti dall’Aeronautica degli Stati Uniti. Di T38, per intendersi, ne sono stati consegnati oltre mille in tutti i Continenti.

Fonte:www.ilgiornale.it/


23 Dicembre 2013

La società controllata dal Tesoro si è aggiudicata la fornitura dei modelli AW101, serviranno per operazioni di recupero e salvataggio

Finmeccanica vince contratto da 1 miliardo: alla Norvegia 16 elicotteri Agusta Westland

MILANO – Finmeccanica cerca di dimenticare i guai della sua controllata Agusta Westland con un nuovo contratto in Norvegia per oltre un miliardo di euro. La società controllata dal Tesoro, si è aggiudicata un contratto del valore di circa 1,15 miliardi di euro per la fornitura di 16 elicotteri AW101 in “configurazione ricerca e soccorso” al governo norvegese.
Una buona notizia per il maggiore gruppo industriale italiano (oltre 70mila dipendenti) al centrod ella cronaca proprio per le disavventure della sua controllata Agusta Westland. A causa di una inchiesta per corruzione internazionale, è finito agli arresti l’ex amministratore delegato Giuseppe Orsi, coinvolto nelle indagini per la vendita di una dozzina di elicotteri Agusta in India, con il governo di New Dheli che ha annunciato di voler stracciare il contratto.

La conquista della fornitura di velivoli in Norvegia avrà un impatto favorevole anche sui conti della società, impegnata nel rilancio della reddittività. Il contratto, tra l’altro, include un pacchetto completo di addestramento e supporto e prevede opzioni per ulteriori sei elicotteri. La consegna delle macchine avverrà a partire dal 2017 per concludersi nel 2020. La configurazione Sar dell’AW101 destinato alla Norvegia – si legge in una nota del gruppo – include anche un sistema radar di sorveglianza Aesa, realizzato da Selex Es, altra società di Finmeccanica. Inoltre, a sostegno dell’addestramento dei piloti, un Full Flight Simulator sarà disponibile in Norvegia,nel 2016, in anticipo rispetto alla consegna della prima macchina.
La notizia è stata saluta con soddisfazione dai vertici societari. “La scelta del governo norvegese – ha dichiarato il presidente di Finmeccanica, Gianni De Gennaro – rappresenta un’ulteriore testimonianza della leadership di AgustaWestland a livello mondiale sia in termini di credibilità che di valore tecnologico delle soluzioni offerte al mercato”. “Questo successo – ha dichiarato l’amministratore delegato di Finmeccanica, Alessandro Pansa – arriva al termine di un complesso iter di selezione che ha tenuto conto di severi criteri tecnici legati alla valutazione del prodotto. L’AW101 si è confermato ancora una volta come il migliore della sua categoria”. 


15 Novembre 2013

Il governo di Ottawa vicino alla rottura di un contratto da 3,8 miliardi di euro con Sikorsky per 28 elicotteri. I velivoli della controllata di Finmeccanica sono l’unica reale alternativa.

Roma, 14 nov – Una boccata d’ossigeno per Finmeccanica potrebbe arrivare da un momento all’altro dal Canada. Il governo di Ottawa, secondo quanto risulta a ilmondo.it, starebbe per ufficializzare la rottura del contratto stipulato circa dieci anni fa con il produttore americano Sikorsky per 28 velivoli elicotteri e un controvalore di circa 3,8 miliardi di euro.

L’unica reale alternativa al Cyclone di Sikorsky (azienda controllata da United Technologies) è l’AW-101 prodotto da AgustaWestland (100% di Finmeccanica) nella versione già fornita alla Marina britannica (oltre che a Danimarca e Portogallo) Merlin HM-1, che inviati civili e militari di Ottawa hanno avuto modo di provare e valutare a più riprese negli ultimi mesi.

La stessa macchina è in pole position in una gara indetta dal governo della Norvegia: a favore dell’AW-101 giocano soprattutto motivi di sicurezza (dispone di tre motori e di un’autonomia maggiore dei concorrenti che nei viaggi in mare è fondamentale) e un buon rapporto qualità/prezzo. Il programma di Sikorsky sarebbe in grave ritardo e, nel frattempo, diventato molto più costoso del previsto. Alla probabile rottura avrebbero contribuito anche i rapporti sempre più tesi su molti dossier (dal commercio estero all’energia) tra il premier conservatore canadese, Stephen Harper, e il presidente democratico Usa, Barack Obama. Il Canada ha rinunciato anche ai caccia Jsf 35 prodotti da Lockheed Martin per il loro costo definito esorbitante.

Pietro Romano

Fonte:www.ilmondo.it


14 Febbraio 2013

ROMA – L’inchiesta su Finmeccanica mette a rischio la commessa indiana per 12 elicotteri, ballano 500 e passa milioni. Sarebbe una “botta” per l’industria italiana, una botta che fa male ma che si assorbe, come un dolorosissimo livido. Se però alla prima botta aggiungi la seconda, cioè la sconfitta diventata ora più probabile nella gara per fornire agli Usa l’aereo base per l’addestramento dei piloti, allora i milioni diventano miliardi e la botta diventa sanguinosa ferita, altro che doloroso livido. Se poi ci aggiungi ancora le conseguenze, già all’Italia minacciate, dalla rinuncia totale o parziale degli F35, cioè meno commesse e soldi per le fabbriche italiane del settore, allora sommi e vedi che butta male dal cielo per l’industria aeronautica italiana. Lassù qualcuno…non ci ama e l’Italia che fabbrica ali rischia l’osso del collo.

I guai vengono dal cielo, sotto forma di elicotteri, aerei, F35. L’Italia li produce come quasi nessun altro al mondo, in termini di qualità, e li vende all’estero. E ne compra anche in notevole quantità, ne compra l’Aeronautica italiana, e quello che spende è almeno in parte compensato dagli investimenti delle aziende estere nel nostro Paese. Un cane che si morde la coda, un “Rischiatutto” che l’Italia sta giocando.

L’inchiesta della magistratura italiana sui 12 elicotteri venduti da Finmeccanica all’India ha fatto emergere l’accusa di tangenti e la conseguenza è stata che Nuova Delhi, in attesa della fine dell’inchiesta, non ritirerà altri elicotteri oltre i tre già consegnati. Cosa rischia l’Italia? A stretto giro un impatto sulla produzione e sul fatturato delle fabbriche italiane. Ma il rischio è anche più ampio se di diffondesse nel mondo l’idea che noi italiani paghiamo tangenti e attiriamo inchieste, o anche solo che la nostra magistratura è “più brava” a scovare l’intoppo. Finmeccanica è un colosso in Italia, che muove miliardi di euro, che colpo sarebbe sull’economia italiana si può facilmente intuire.

Se l’India non volesse più gli Aw-10 dagli stabilimenti di AgustaWestland a Vergiate, a Yeovil e a Filadelfia uscirebbero 9 elicotteri in meno su una produzione totale di 200 macchine l’anno, un danno non indifferente ma neanche irrimediabile. Gli effetto a lungo raggio non sono così indolori, come si legge su La Stampa:

Ma se si considerano i riflessi a lungo raggio Finmeccanica rischia di diventare un fornitore meno appetibile nel mondo? Si dice che possa finire in una specie di lista nera. Un analista del settore, Pietro Batacchi (direttore della rivista Rid) minimizza il pericolo: «Intanto mi pare improbabile che l’ordine indiano venga cancellato. Non è facile trovare in giro per il mondo aziende con le macchine di AgustaWestland. E quanto alla black list, anche se le mazzette fossero dimostrate, il che è tutto da vedere, non mettiamoci in testa che l’Italia sia un caso speciale. Anni fa la britannica Bae System è stata coinvolta in un grosso scandalo in Arabia saudita per i Tornado ma poi è tornata a vendere allo stesso cliente i Typhoon». E udite udite, c’è del marcio persino in Scandinavia: «Che cosa c’è di più pulito, onesto e trasparente della Finlandia? Eppure la finlandese Patria, un grande produttore di blindati, tempo fa è finita nei guai per una storiaccia dello stesso genere».

 

E sono in bilico anche le commesse negli Stati Uniti. Loren Thompson, analista del Lexington Institute, dice: “Il programma più importante che vede in corsa Finmeccanica in questo momento riguarda il jet di addestramento per tutti i piloti delle forze armate americane. È il primo velivolo sul quale un pilota sale per apprendere a volare. Finmeccanica è in gara contro Lockheed Martin e Bae System, due aziende americane. Questo significa che già in partenza è più debole. Lo scandalo delle tangenti rischia di diminuire ancor più la possibilità di prevalere”.

Sugli F35 un altro “Rischiatutto”. L’Italia spenderà 15 miliardi ma nel frattempo 27 aziende, la maggior parte delle quali appartenenti al gruppo Finmeccanica, godranno di contratti per 9 miliardi di dollari. “Non è elegante dirlo -dice Stephen O’Bryan, prossimo direttore operativo del programma F35 – , ma se un paese acquista un aereo non può aspettarsi la quantità di investimenti dell’Italia che ne compra 90″.

Fonte:www.blitzquotidiano.it


25 Ottobre 2012

Roma, Italia – Pozzessere: “Mi chiese ‘Una provvigione’, ma io rifiutai”

(WAPA) – Spunta un nuovo nome nell’inchiesta napoletana su Finmeccanica, che ieri ha portato all’arresto dell’ex-direttore commerciale del gruppo Paolo Pozzessere ed all’iscrizione nel registro degli indagati dell’ex-ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola (AVIONEWS): si tratta di Esteban Caselli, senatore eletto nella ripartizione Sudamerica della circoscrizione Estero.

Nel verbale dell’interrogatorio di Pozzessere dell’11 novembre scorso, pubblicato oggi da numerosi organi di stampa italiani, l’ex-dirigente Finmeccanica dichiara che nel marzo-aprile 2001 fu contattato dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che gli chiese se Finmeccanica fosse interessata ad una commessa di aerei ed elicotteri per l’Indonesia. “A tale domanda -dice Pozzessere– io risposi affermativamente e lui mi disse che c’era un suo amico, il senatore Esteban Caselli, che poteva esserci utile, nel senso che Caselli conosceva una persona che poteva esserci utile per la trattativa in Indonesia; dopo qualche giorno mi chiamò il senatore Caselli e mi disse che mi avrebbe presentato tale Tsatsiky, che era l’uomo che poteva aiutarci nella trattativa”.

Il senatore fissò un appuntamento con Tsatsiky nell’ufficio di Pozzessere per il 27 giugno 2011, ma l’incontro non si svolse: secondo Caselli l’intermediario indonesiano “Non aveva fornito sufficienti garanzie”. Secondo l’ex-dirigente Finmeccanica le cose sarebbero però andate diversamente: “Un mio collega responsabile di Finmeccanica a Londra Alberto De Benedictis, mi disse di aver incontrato Tsatsiky il quale gli aveva detto che il senatore Caselli gli aveva chiesto dei soldi per farlo incontrare con me e per avere un mandato di agenzia da Finmeccanica, o meglio da Alenia”.

I rapporti tra Pozzessere ed il senatore non sono però limitati a quell’episodio: l’ex-manager riferisce che, tempo dopo, Caselli andò a trovarlo nel suo ufficio, proponendo la vendita di un elicottero al ministero dell’Interno. “Gli dissi di mettersi in contatto con Agusta e cioè la società del gruppo che si occupa di elicotteri; a tal riguardo gli diedi il nominativo della persona di Agusta. Nella medesima circostanza mi chiese quale sarebbe stata la ‘Provvigione’ e io gli risposi freddamente che lui era un senatore della Repubblica e che, semmai, in presenza di presupposti commerciali, la provvigione per un mediatore/agente esperto del settore e per un affare di quel tipo, pari a 4,5 milioni di Euro, poteva andare dal 5% al 10%. Ritengo che anche tale vicenda non sia andata in porto”. (Avionews)
(0092)

Fonte:www.avionews.it


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