I velivoli erano in missione di addestramento a bassa quota. Un testimone: «Li ho visti scontrarsi da direzioni diverse e poi cadere». Il sindaco: «Poteva essere un’apocalisse»
LOCALIZZATO UN PARACADUTE. RILEVATI SEGNALI A TERRA, FORSE DI ALTRI SEGGIOLINI EIETTABILI
Due Tornado dell’AeronauticaMilitare si sono schiantati sulle montagne del Piceno, nelle Marche. I caccia, provenienti da direzioni diverse, si sono scontrati in volo. Una collisione durante una missione di addestramento a una quota di 500 metri. Ancora dispersi i quattro a bordo dei due jet, tra piloti e navigatori. Le squadre di soccorso hanno rilevato segnali. Potrebbero essere quelli provenienti dai seggiolini eiettabili. Le ricerche si stanno concentrando proprio nel posto da cui provengono le trasmissioni. I due velivoli, appartenenti al 6° Stormo, si erano levati in volo dalla base militare di Ghedi (Brescia) per una missione di addestramento in vista di un’esercitazione Nato in autunno e sarebbero dovuti tornare alla base in serata.
Localizzato un paracadute
Testimoni avrebbero visto lanciarsi tre dei quattro aviatori. E un paracadute è stato localizzato. Alcuni testimoni raccontano di avere visto i due velivoli toccarsi. Uno dei due aerei ha preso fuoco ed entrambi sono precipitati.
Collisione in addestramento
I due jet stavano svolgendo attività addestrativa e si sarebbero scontrati in volo, arrivando appunto da direzioni diverse. Per domare gli incendi (divampati in diverse zone dei monti della Laga dato che i rottami dei caccia sono caduti in un’area larga circa 25 chilometri) sono stati utilizzati Canadair ed elicotteri cisterna.
«Ho visto i due velivoli scontrarsi»
«Stavo lavorando al computer nella mia casa ad Ascoli Piceno, quando ho sentito passare un aereo sopra di me. Mi sono affacciato alla finestra e pochi secondi dopo, all’incirca dalla direzione opposta, ho visto giungere un altro caccia» lo ha riferito un testimone all’Ansa. «Ho visto i due velivoli scontrarsi e l’esplosione – aggiunge -. Non ho potuto vedere dove sono caduti gli aerei. Dal luogo dell’impatto, all’incirca fuori dalle mura di Ascoli (forse a Mozzano), si alza una nube di fumo nera. Si sentono le sirene di ambulanze e vigili del fuoco». E ancora: «Abbiamo sentito un fortissimo boato e quando abbiamo alzato gli occhi al cielo abbiamo visto dei pezzi di aereo che cadevano» dice una testimone che vive a Roccafluvione.«Qui in paese – racconta ancora – tremava tutto, poi sono divampate sulle colline le fiamme ».
L’Aeronautica manda team di esperti
L’Aeronautica ha inviato un team di esperti sul luogo dell’incidente per le prime verifiche. Al momento sul luogo dell’incidente sono stati ritrovati un motore e altri pezzi.Non si sa ancora se vi siano vittime.
I Tornado provenivano da Ghedi
I Tornado del 6° Stormo sono partiti da Ghedi (Brescia) una delle due basi (l’altra è Piacenza) da cui operano questi cacciabombardieri dell’Aeronautica che, in attesa dell’arrivo contestato degli F 35, continuano a rappresentare la spina dorsale dell’Aviazione Militare Italiana. L’aereo è un velivolo da combattimento bireattore, biposto, con ala a geometria variabile e capacità «ognitempo». È progettato per volare a bassissima quota a velocità supersoniche (Mach 1.2) ma è capace di prestazioni bisoniche ad alta quota. E’ stato utilizzato in tutte le principali missioni all’estero italiane, dai Balcani alla Libia, dall’Iraq ( Foto sotto Tornado Operazione Locusta) all’Afghanistan.
Il sindaco di Ascoli: «Poteva essere apocalisse»
Non mancano le polemiche. Mentre il Sindaco di Ascoli Guido Castelli dice che «poteva essere un apocalisse», un deputato Pd, Dario Ginefra, chiede che «sia fatta immediata chiarezza sullo scontro tra i due caccia tornado e sulla presunta esercitazione in corso al momento dell’incidente e – auspicata l’incolumità dei militari coinvolti e di eventuali civili residenti nell’area dove sono precipitati i velivoli – immediatamente accertata ogni eventuale responsabilità». E ancora: «Sono certo che il ministro Pinotti sarà la prima a voler chiarire l’accaduto e a voler spiegare perchè – se confermate le voci dell’esercitazione – questa sarebbe avvenuta in prossimità di aree abitate e non sul vicino mare adriatico». Così invece il sindaco: «Abbiamo assistito a un dramma sconvolgente ma dobbiamo anche riconoscere che le conseguenze potevano essere davvero apocalittiche per il nostro territorio. Una questione di secondi e tutti avremmo rischiato il peggio».
«Ancora non sappiamo gli esiti nè tantomeno le cause dell’incidente. È bene adottare ogni prudenza ed attendere i risultati dei rilievi in corso. L’importante, però, è che quanto accaduto non susciti polemiche sulle attività addestrative, che sono fondamentali». Lo sottolinea all’Adnkronos il Generale Leonardo Tricarico, ex Capo di StatoMaggiore dell’AeronauticaMilitare ed attuale Presidente della Fondazione Icsa. «Dobbiamo soltanto ringraziare i militari che, pur tra mille ristrettezze di bilancio, continuano a svolgere il loro lavoro meglio di chiunque altro e hanno sempre dato prova di altissima professionalità in Italia e nelle missioni all’estero. Se il comparto pubblico italiano può vantarsi di qualcosa a livello internazionale -aggiunge- è proprio per l’attività delle forze armate».
Tornado, velivoli da combattimento specializzati nella bassissima quota
Acquisiti dall’Aeronautica dal 1982, sono usati per le missioni all’estero ed equipaggiati con sistemi d’avanguardia.
Acquisito dall’Aeronautica Militare a partire dal 1982, il Tornado è un velivolo da combattimento bireattore, biposto, con ala a geometria variabile e capacità `ognitempo´. E’ progettato per volare a bassissima quota a velocità supersoniche (Mach 1.2) ma è capace di prestazioni bisoniche ad alta quota.
Usato per le missioni all’estero
Il velivolo è stato utilizzato in tutte le principali missioni all’estero italiane, dai Balcani alla Libia, dall’Iraq all’Afghanistan. Nella versione standard Ids (Interdiction Strike), in dotazione al 6° Stormo di Ghedi (Brescia), il Tornado può essere impiegato come cacciabombardiere e ricognitore. Il 50° Stormo di Piacenza, invece, è equipaggiato con la variante It-Ecr (Electronic Combat Reconnaissance), specializzata nella soppressione delle difese aeree avversarie mediante l’impiego di missili aria-superficie Agm-88 Harm.
Sistemi d’arma d’avanguardia
Tramontato il rischio di un confronto militare globale, la probabilità di utilizzare un velivolo come il Tornado, la cui efficacia è stata accresciuta dall’acquisizione di sistemi d’arma d’avanguardia, riguarda essenzialmente le cosiddette «operazioni di risposta alle crisi», interventi cioè nelle fasi più virulente di un confronto militare allo scopo di attivare il processo di progressiva stabilizzazione e di svolgere azione di deterrenza dal cielo. Nella versione standard Ids (Interdiction Strike), in dotazione al 6°Stormo di Ghedi (Brescia), il Tornado può essere impiegato come cacciabombardiere e ricognitore. Il 50° Stormo di Piacenza, invece, è equipaggiato con la variante IT-Ecr (Electronic Combat Reconnaissance), specializzata nella soppressione delle difese aeree avversarie mediante l’impiego di missili aria-superficie.
I dettagli
L’equipaggio standard per un Tornado è di un pilota e un navigatore, la velocità massima che può raggiungere il velivolo a bassa quota è di 1.480 km/h. L’apertura alare varia dagli 8,6 ai 13,9 metri, la lunghezza invece è di 16,70 metri e l’altezza di 5,95 metri. L’armamento prevede 2 cannoni cal. 27 mm, fino a 9.000 kg di carichi esterni.
VEDI ANCHE
it.wikipedia.org/wiki/Panavia_Tornado
Fonte:www.corriere.it/