incidente

22 Agosto 2014

Trovati i resti di uno dei due piloti ancora dispersi. Al lavoro nelle ricerche 70 tecnici del Soccorso alpino. L’Aeronautica: «Sulle cause dell’incidente ogni ipotesi è aperta»

ASCOLI PICENO
 
Sono stati ritrovati, in località Poggio Anzù, i resti di uno dei due piloti ancora dispersi dopo lo scontro fra i due Tornado dell’Aeronautica avvenuto sui cieli di Ascoli Piceno il 19 agosto. Il ritrovamento è avvenuto in un luogo piuttosto distante da quello dove il 20 agosto erano stati recuperati i resti di due dei quattro piloti che viaggiavano bordo dei due caccia precipitati in un incidente di volo, verosimilmente quelli del pilota Alessandro Dotto e del navigatore Giuseppe Palminteri. A Poggio Anzù si sono concentrate le ricerche delle ultime ore perché in quell’area erano stati individuati frammenti di aereo piuttosto grandi. È ancora impossibile fare ipotesi sull’identità del terzo corpo: all’appello mancano il Capitano Pilota Mariangela Valentini e il Capitano Navigatore Paolo Piero Franzese. Difficoltosa si presenta anche l’identificazione delle prime due vittime ritrovate: la procura di Ascoli Piceno ha affidato ieri al Medico Legale Adriano Tagliabracci l’esame del Dna sui resti, che verrà condotto in collaborazione con un consulente dell’Aeronautica Militare

 

Intanto circa 70 tecnici del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico continuano le ricerche per l’ultimo corpo del pilota disperso. Il perimetro delle operazioni si estende per circa dieci chilometri quadrati, ed è stato identificato come area primaria di ricerca dall’Aeronautica. Gli uomini del Cnsas hanno istallato un campo base operativo nel comune di Venarotta. Ieri, proprio il Soccorso Alpino ha rinvenuto un flight recorder, la “scatola nera”, di uno dei due Tornado. Tutti i resti dei due velivoli identificati dal Cnsas, come concordato con l’Aeronautica, vengono fotografati e “georeferenziati”, indicando con precisione le esatte coordinate della posizione del reperto. Anche stamani il Soccorso alpino collabora alle perlustrazioni con l’ausilio degli elicotteri dell’Aeronautica, con cui il Cnsas condivide un protocollo di intervento nei casi di incidente aereo, militare o civile. 

 

Intanto, sulle cause dell’incidente, per l’Aeronautica Militare «ogni ipotesi è aperta». Secondo una fonte non viene escluso nulla: «dall’errore umano, all’avaria, al problema tecnico, fino allo scontro con un uccello in volo o al malore di un pilota». Quanto all’ipotesi circolate sinora, comprese quelle di un mal funzionamento del radar di bordo o delle piattaforme inerziali, si tratta appunto «solo di ipotesi, dato che al momento non abbiamo elementi».

Fonte:www.lastampa.it/


20 Agosto 2014

I resti del primo corpo nella fusoliera di uno dei caccia. Smentito il ritrovamento di un paracadute, era un salvagente. Aperta inchiesta per disastro aereo colposo, già sequestrati diversi componenti dei relitti finora rinvenuti .

torncrash8

20 agosto 2014  Sono stati ritrovati i corpi carbonizzati di due dei quattro piloti che viaggiavano a bordo dei Tornado che si si sono schiantati in volo ieri nei cieli sopra Ascoli Piceno. Sembra che i resti  di uno dei militari, trovati nella zona di Tronzano, fossero nella fusoliera di uno dei due caccia.

Intanto sono stati resi noti i nomi dei quattro militari che volavano sui jet: si tratta dei piloti – entrambi piemontesi – Mariangela Valentini, 31 anni di Borgomanero, in provincia di Novara, e Alessandro Dotto originario di San Giusto Canavese, nella zona di Ivrea. Con loro i capitani navigatori Paolo Piero Franzese e Giuseppe Palminteri. I due velivoli, appartenenti al 6ª Stormo, si erano levati in volo dalla base militare di Ghedi (Brescia) per una missione di addestramento in vista di un’esercitazione Nato in autunno e sarebbero dovuti tornare alla base in serata. 

Smentito ritrovamento paracadute
Non ha avuto conferme, invece, la notizia del ritrovamento dei resti di un paracadute arancione, che aveva alimentato le speranze di trovare vivo almeno uno dei piloti. Si sarebbe trattato solo dei resti di un salvagente. Intanto i Vigili del Fuoco hanno rinvenuto diversi componenti di uno o di entrambi gli aerei, tutti concentrati nell’area di Casamurana.

Aperta inchiesta per disastro aereo colposo
Fonti della Procura di Ascoli Piceno confermano stamani l’apertura di un’inchiesta per l’ipotesi di reato di disastro aereo colposo. Il Procuratore Capo Michele Renzo l’ha affidata al sostituto Umberto Monti, che ieri notte ha tenuto una riunione in Procura con tutti i soggetti impegnati nelle operazioni di ricerca dei piloti scomparsi. Un summit servito anche per stabilire con chiarezza che la competenza sulle operazioni di ricerca e sulle indagini è della magistratura ascolana, che avrà il supporto e l’ausilio di tutte le forze impegnate sul campo, comprese quelle militari. Sono stati già sequestrati diversi componenti dei relitti finora rinvenuti.

Fonte:www.rainews.it/


19 Agosto 2014

I velivoli erano in missione di addestramento a bassa quota. Un testimone: «Li ho visti scontrarsi da direzioni diverse e poi cadere». Il sindaco: «Poteva essere un’apocalisse»

LOCALIZZATO UN PARACADUTE. RILEVATI SEGNALI A TERRA, FORSE DI ALTRI SEGGIOLINI EIETTABILI

torncrash3Due Tornado dell’AeronauticaMilitare si sono schiantati sulle montagne del Piceno, nelle Marche. I caccia, provenienti da direzioni diverse, si sono scontrati in volo. Una collisione durante una missione di addestramento a una quota di 500 metri. Ancora dispersi i quattro a bordo dei due jet, tra piloti e navigatori. Le squadre di soccorso hanno rilevato segnali. Potrebbero essere quelli provenienti dai seggiolini eiettabili. Le ricerche si stanno concentrando proprio nel posto da cui provengono le trasmissioni. I due velivoli, appartenenti al 6° Stormo, si erano levati in volo dalla base militare di Ghedi (Brescia) per una missione di addestramento in vista di un’esercitazione Nato in autunno e sarebbero dovuti tornare alla base in serata.

Localizzato un paracadute

Testimoni avrebbero visto lanciarsi tre dei quattro aviatori. E un paracadute è stato localizzato. Alcuni testimoni raccontano di avere visto i due velivoli toccarsi. Uno dei due aerei ha preso fuoco ed entrambi sono precipitati.

Collisione in addestramento

torncrash2I due jet stavano svolgendo attività addestrativa e si sarebbero scontrati in volo, arrivando appunto da direzioni diverse. Per domare gli incendi (divampati in diverse zone dei monti della Laga dato che i rottami dei caccia sono caduti in un’area larga circa 25 chilometri) sono stati utilizzati Canadair ed elicotteri cisterna.

«Ho visto i due velivoli scontrarsi»

torncrash1«Stavo lavorando al computer nella mia casa ad Ascoli Piceno, quando ho sentito passare un aereo sopra di me. Mi sono affacciato alla finestra e pochi secondi dopo, all’incirca dalla direzione opposta, ho visto giungere un altro caccia» lo ha riferito un testimone all’Ansa. «Ho visto i due velivoli scontrarsi e l’esplosione – aggiunge -. Non ho potuto vedere dove sono caduti gli aerei. Dal luogo dell’impatto, all’incirca fuori dalle mura di Ascoli (forse a Mozzano), si alza una nube di fumo nera. Si sentono le sirene di ambulanze e vigili del fuoco». E ancora: «Abbiamo sentito un fortissimo boato e quando abbiamo alzato gli occhi al cielo abbiamo visto dei pezzi di aereo che cadevano» dice una testimone che vive a Roccafluvione.«Qui in paese – racconta ancora – tremava tutto, poi sono divampate sulle colline le fiamme ».

L’Aeronautica manda team di esperti

L’Aeronautica ha inviato un team di esperti sul luogo dell’incidente per le prime verifiche. Al momento sul luogo dell’incidente sono stati ritrovati un motore e altri pezzi.Non si sa ancora se vi siano vittime.

I Tornado provenivano da Ghedi

I Tornado del 6° Stormo sono partiti da Ghedi (Brescia) una delle due basi (l’altra è Piacenza) da cui operano questi cacciabombardieri dell’Aeronautica che, in attesa dell’arrivo contestato degli F 35, continuano a rappresentare la spina dorsale dell’Aviazione Militare Italiana. L’aereo è un velivolo da combattimento bireattore, biposto, con ala a geometria variabile e capacità «ognitempo». È progettato per volare a bassissima quota a velocità supersoniche (Mach 1.2) ma è capace di prestazioni bisoniche ad alta quota. E’ stato utilizzato in tutte le principali missioni all’estero italiane, dai Balcani alla Libia, dall’Iraq ( Foto sotto  Tornado Operazione Locusta) all’Afghanistan.

torncrash7

 

Il sindaco di Ascoli: «Poteva essere apocalisse»

Non mancano le polemiche. Mentre il Sindaco di Ascoli Guido Castelli dice che «poteva essere un apocalisse», un deputato Pd, Dario Ginefra, chiede che «sia fatta immediata chiarezza sullo scontro tra i due caccia tornado e sulla presunta esercitazione in corso al momento dell’incidente e – auspicata l’incolumità dei militari coinvolti e di eventuali civili residenti nell’area dove sono precipitati i velivoli – immediatamente accertata ogni eventuale responsabilità». E ancora: «Sono certo che il ministro Pinotti sarà la prima a voler chiarire l’accaduto e a voler spiegare perchè – se confermate le voci dell’esercitazione – questa sarebbe avvenuta in prossimità di aree abitate e non sul vicino mare adriatico». Così invece il sindaco: «Abbiamo assistito a un dramma sconvolgente ma dobbiamo anche riconoscere che le conseguenze potevano essere davvero apocalittiche per il nostro territorio. Una questione di secondi e tutti avremmo rischiato il peggio».

«Ancora non sappiamo gli esiti nè tantomeno le cause dell’incidente. È bene adottare ogni prudenza ed attendere i risultati dei rilievi in corso. L’importante, però, è che quanto accaduto non susciti polemiche sulle attività addestrative, che sono fondamentali». Lo sottolinea all’Adnkronos il Generale Leonardo Tricarico, ex Capo di StatoMaggiore dell’AeronauticaMilitare ed attuale Presidente della Fondazione Icsa. «Dobbiamo soltanto ringraziare i militari che, pur tra mille ristrettezze di bilancio, continuano a svolgere il loro lavoro meglio di chiunque altro e hanno sempre dato prova di altissima professionalità in Italia e nelle missioni all’estero. Se il comparto pubblico italiano può vantarsi di qualcosa a livello internazionale -aggiunge- è proprio per l’attività delle forze armate».

Tornado, velivoli da combattimento specializzati nella bassissima quota

Acquisiti dall’Aeronautica dal 1982, sono usati per le missioni all’estero ed equipaggiati con sistemi d’avanguardia.

torncrash4

Acquisito dall’Aeronautica Militare a partire dal 1982, il Tornado è un velivolo da combattimento bireattore, biposto, con ala a geometria variabile e capacità `ognitempo´. E’ progettato per volare a bassissima quota a velocità supersoniche (Mach 1.2) ma è capace di prestazioni bisoniche ad alta quota.

Usato per le missioni all’estero

torncrash6Il velivolo è stato utilizzato in tutte le principali missioni all’estero italiane, dai Balcani alla Libia, dall’Iraq all’Afghanistan. Nella versione standard Ids (Interdiction Strike), in dotazione al 6° Stormo di Ghedi (Brescia), il Tornado può essere impiegato come cacciabombardiere e ricognitore. Il 50° Stormo di Piacenza, invece, è equipaggiato con la variante It-Ecr (Electronic Combat Reconnaissance), specializzata nella soppressione delle difese aeree avversarie mediante l’impiego di missili aria-superficie Agm-88 Harm.

Sistemi d’arma d’avanguardia

torncrash5Tramontato il rischio di un confronto militare globale, la probabilità di utilizzare un velivolo come il Tornado, la cui efficacia è stata accresciuta dall’acquisizione di sistemi d’arma d’avanguardia, riguarda essenzialmente le cosiddette «operazioni di risposta alle crisi», interventi cioè nelle fasi più virulente di un confronto militare allo scopo di attivare il processo di progressiva stabilizzazione e di svolgere azione di deterrenza dal cielo. Nella versione standard Ids (Interdiction Strike), in dotazione al 6°Stormo di Ghedi (Brescia), il Tornado può essere impiegato come cacciabombardiere e ricognitore. Il 50° Stormo di Piacenza, invece, è equipaggiato con la variante IT-Ecr (Electronic Combat Reconnaissance), specializzata nella soppressione delle difese aeree avversarie mediante l’impiego di missili aria-superficie.

I dettagli

L’equipaggio standard per un Tornado è di un pilota e un navigatore, la velocità massima che può raggiungere il velivolo a bassa quota è di 1.480 km/h. L’apertura alare varia dagli 8,6 ai 13,9 metri, la lunghezza invece è di 16,70 metri e l’altezza di 5,95 metri. L’armamento prevede 2 cannoni cal. 27 mm, fino a 9.000 kg di carichi esterni.

VEDI ANCHE

it.wikipedia.org/wiki/Panavia_Tornado

Fonte:www.corriere.it/


17 Agosto 2014

Il velivolo presenta una rottura nella parte anteriore

di Pierluigi Palladini

AVEZZANO  Un guasto improvviso in fase di atterraggio, e l’aereo ultraleggero è precipitato a terra.

Il pilota, un uomo di 57 anni della provincia di Roma, è rimasto gravemente ferito. L’incidente è avvenuto ieri mattina, poco dopo le 11, nella zona boschiva fra Carsoli e Poggio Cinolfo. Il pilota era giunto nel campo di volo dove aveva affittato un velivolo per un’uscita sugli incantevoli boschi della Piana del Cavaliere, a cavallo fra le province di L’Aquila, Rieti, Roma e Frosinone. Improvvisamente, durante la fase di rientro e atterraggio, l’imprevisto.

Forse un guasto, forse una manovra brusca dovuta alle turbolenze causate dal forte vento che per tutta la giornata ha agitato i cieli della Marsica, sta di fatto che il velivolo ha impennato verso il basso e, muso all’ingiù, ha impattato violentemente contro il terreno sottostante.

Fortunatamente l’altezza non era eccessiva e questo ha aiutato il pilota a controllare l’urto.

Sul posto si sono subito portati altri appassionati e il personale del centro volo che hanno fatto intervenire i Vigili del fuoco di Avezzano, i Carabinieri di Tagliacozzo e l’eliambulanza del 118 di Roma. Il pilota del velivolo è stato quindi estratto dall’aereo e caricato sull’elicottero che l’ha poi trasportato fino all’Ospedale «Gemelli» della Capitale.

Le condizioni sono state definite gravi, ma comunque tali da non far temere per la vita dell’uomo. Il velivolo, quindi, è stato rimosso dai Vigili del fuoco di Avezzano che, a un primo esame, hanno potuto constatare una rottura nella parte anteriore del mezzo.

I militari guidati dal Capitano Lorenzo Pecorella, conclusa l’emergenza, hanno condotto i rilievi nella zona dell’incidente e ascoltato le testimonianze delle persone che si trovavano nelle vicinanze per tentare una prima ricostruzione dell’incidente e avviare le indagini preliminari. Le risultanze saranno poi riferite alla Procura della Repubblica di Avezzano per le eventuali valutazioni del caso. Una vicenda che, comuqnue, riporta a galla il problema della sicurezza, in quel fazzoletto di terra, per quanto riguarda gli appassionati del volo a tutti i livelli.

Dalla zona di Carsoli fino a Tagliacozzo, Magliano e Scurcola, in passato sono stati molti gli incidenti, purtroppo anche molto gravi, che si sono verificati ed hanno visto protagonisti parapendisti, paracadutisti, piloti di alianti ed ultraleggeri e quant’altro.

Molti anche i campi volo tutto intorno, anche nelle vicine province di Rieti e Roma. Un’area incantevole e naturalmente favorevole per questo tipo di attività, ma anche soggetta a cambi di correnti e di condizioni meteorologiche repentine che si trasformano in un vero pericolo per chi viene sorpeso in volo.

Fontehttp://www.iltempo.it/


27 Marzo 2014

Il meccanismo di funzionamento di alcuni satelliti spiega perché a volte uno stesso aereo è visto più volte in posizioni leggermente diverse.

Nella ricerca all’aereo scomparso della Malaysia Airlines – e ormai dato per precipitato nell’Oceano Indiano – i satelliti hanno avuto un ruolo fondamentale. È infatti in base ai dati satellitari che sono stati avvistati i probabili resti del velivolo, e sempre grazie ai satelliti britannici si è riusciti a risalire alle ultime posizioni dell’aereo. Ma la ricerca del Boeing scomparso è stata portata avanti anche da volontari di tutto il mondo, che hanno cercato di risalire alla localizzazione dell’aereo spulciando le immagini catturate dai satelliti, come quelli della BlackBridge, rivelando però in molti casi nient’altro che degli aerei fantasma, colorati ora di verde, rosso e blu, come mostrato in queste immagini.

Queste foto però altro non mostrano che il prodotto, un artefatto, derivante dal meccanismo con cui funzionano i satelliti che hanno catturato le immagini. Quelli di BlackBridge, come molti satelliti che osservano la Terra, contano su un sistema cosiddetto di push-broom scanner per acquisire i loro dati. Questo sistema, spiega Wired.com, è costituito di tre lunghe file di sensori, disposte perpendicolarmente alla direzione di movimento del satellite, e acquisiscono immagini al pari di uno scanner tradizionale.

Nei satelliti della BlackBridge i sensori registrano le bande spettrali del verde, del rosso, dell’infrarosso e del blu, con ogni fila di sensori che cattura un colore alla volta. In questo modo gli oggetti che si muovono molto velocemente danno vita a immagini fantasma, in diversi colori, con un aereo, per esempio, mappato in posizioni leggermente diverse quando ogni fila di sensori gli passa sopra. I vari sensori poi sono accoppiati a due diverse CCD: il rosso e l’infrarosso ad una e il verde e il blu a un’altra, il che spiega anche perché le immagini in rosso sembrano più distanti da quelle in blu e verde.

Detto questo le ricerche continuano e il servizio di mapping di MapBox insieme a BlackBridge stanno ancora aiutando le indagini. Qui l’ultima immagine su cui effettuare le ricerche dei possibili resti dell’aereo della Malaysia Airlines, nell’Oceano Indiano meridionale.

foto: Digital Globe

Fonte:www.wired.it


30 Dicembre 2013

“Michael Schumacher è in condizioni critiche dopo l’incidente occorsogli mentre sciava’’. Questa la nota diffusa dall’ospedale in cui il pluricampione del mondo di F1 è attualmente ricoverato,

Roma, 30 dicembre 2013 – “Michael Schumacher è in condizioni critiche dopo l’incidente occorsogli mentre sciava’’. Questa la nota diffusa dall’ospedale in cui il pluricampione del mondo di F1 è attualmente ricoverato. “Al suo arrivo qui soffriva di un trauma cranico grave, con annesso coma, per il quale si è reso necessario un immediato intervento neurochirurgico”.

In precedenza, prima che l’ospedale di Grenoble diffondesse la sua breve nota, l’emittente Rmc, citando fonti mediche dirette, aveva sostenuto via radio e sul proprio sito che le condizioni di ‘Schumi’ erano in peggioramento parlando appunto di ‘’stato critico’’ e di ‘’emorragia cerebrale in corso’’. Rmc, ripresa poi dal sito de ‘L’Equipe’, aveva anche fatto sapere che in ospedale, oltre alla moglie e ai figli del pluricampione del mondo di F1, era arrivato il professor Gerard Saillant, proveniente da Parigi, che operò il ferrarista dopo l’incidente di Silverstone (1999).

L’AGGIORNAMENTOOggi alle 11 è prevista una conferenza stampa dei medici per un aggiornamento. 

L’INCIDENTESchumacher – scrive l’Ansa – stava sciando fuori pista, in compagnia di altre persone e in particolare, secondo i media locali e quelli tedeschi, del figlio Mick di 14 anni. Dopo la caduta era stato immediatamente soccorso, e secondo il direttore della stazione di Meribel, Christophe Gernigon-Lecomte, era anche cosciente ‘’anche se un po’ agitato’’. In dieci minuti era stato ‘’evacuato’’ con un elicottero dei soccorsi aerei francesi, ma viste le sue condizioni si era ritenuto opportuno spostarlo ancora, verso Grenoble.

LEGGI ANCHE

“Non posso vivere senza sfide”. Vittorie e brividi di una leggenda di LEO TURRINI

Fonte:http://qn.quotidiano.net


30 Novembre 2013

Incidente sul Circuito del Sagittario nel giorno del ricordo di Simoncelli. Aperta un’inchiesta, sequestrate le moto. Domani si corre lo stesso!

Non ce l’ha fatta Doriano Romboni, il pilota di 45 anni, ricoverato in gravissime condizioni dopo un incidente durante le prove per il Sic day, la manifestazione che ricorda Marco Simoncelli. L’incidente è avvenuto al circuito del Sagittario sulla Pontina a Latina. Romboni, ex pilota di Motomondiale, classe 250, era stato ricoverato in rianimazione all’ospedale “Santa Maria Goretti” di Latina, dov’è stato trasportato in condizioni disperate dall’eliambulanza dell’Ares 118.

Secondo la prima ricostruzione dell’incidente Romboni ha preso una curva troppo “larga” ed è scivolato dalla moto, finendo sull’erba e quindi dall’altra parte della pista dove è stato travolto dalla moto di Gianluca Viziello che stava svolgendo le prove. Il pilota che sopraggiungeva non è riuscito a evitare l’impatto.

Immediati i soccorsi, le condizioni di Romboni sono parse subito molto serie e i sanitari lo hanno “intubato” già sul circuito, prima del trasferimento in ospedale.

Domani, intanto, si correrà ugualmente. E’ stato deciso dopo una concitata riunione. “L’organizzazione del Sic Supermoto Day insieme alla maggioranza dei piloti e con l’accettazione da parte di Paolo Simoncelli hanno deciso che l’evento non verrà annullato – si legge in una nota diffusa in serata – parte della somma ricavata andrà alla famiglia di Romboni, che è l’urgenza più importante del momento, sapendo che Doriano ha 3 figli. Questo è l’unico motivo che ci spinge ad andare avanti”.

Sull’incidente è stata aperta un’inchiesta, seguita dal sostituto procuratore Raffaella Falcione. I carabinieri del comando provinciale di Latina hanno sequestrato le due moto coinvolte nell’incidente e stanno valutando anche le misure di sicurezza del circuito. Ascoltati anche i primi testimoni dell’incidente.

L’APPRODONDIMENTO DE

“IL MESSAGGERO”

Ancora un lutto nel mondo del motociclismo. A perdere la vita in un drammatico incidente sulla pista di Latina, durante le prove del Sic Supermoto, gara intitolata a Marco Simoncelli, è stato Doriano Romboni, che l’8 dicembre avrebbe compiuto 45 anni.Sulla stessa pista nel 2004 anche Max Biaggi ebbe un incidente procurandosi la frattura al malleolo.

Romboni ha corso nel Motomondiale (l’esordio nel 1989 nella classe 125) vincendo sei gare, la prima nel 1990 in Germania. Per il pilota ligure 22 i podi e una sola pole position in 102 gran premi disputati. Nel 1999 partecipò fino al 2004 al campionato mondiale Superbike disputando in totale 12 gare senza raggiungere mai il podio. Nel 2003 dopo uno stop di tre anni, tornò alle corse con il team Giesse Racing nel campionato italiano Superbike, nel 2004 con lo stesso team oltre al campionato italiano prese parte anche a due prove del mondiale, sempre Superbike.

Prima della tragedie di Romboni l’estate scorsa morì sul circuito di Mosca, durante una gara del mondiale Supersport, Andrea Antonelli. Lo sfortunato 25enne pilota di Castiglione del Lago cadde sulla pista resa scivolosa dalla pioggia e fu violentemente urtato da un altro pilota italiano, Lorenzo Zanetti. Tra metà giugno e fine agosto Misano, la pista dedicata a Simoncelli fu teatro di altri due drammatici incidenti, per fortuna non mortali ma con conseguenze molto gravi. Nel primo fu coinvolta Alessia Polita, che per poi è rimasta paralizzata. Nel secondo invece Eddi La Marra, pilota Superstock e fidanzato della Polita, che se la cavò con un forte trauma cranico che gli fece perdere conoscenza per alcuni istanti.

Proprio Simoncelli morì il 23 ottobre 2011 sulla pista di Sepang in Malaysia. Il Sic morì dopo una scivolata in curva a 200 orari, cercò anche lui di restare aggrappato alla sua moto imprimendo una strana traiettoria, non accorgendosi del sopraggiungere veloce di Colin Edwards e Valentino Rossi. In entrambi i casi impatto violentissimo e inevitabile. Un incidente simile a quelli di Antonelli e Simoncelli era accaduto anche il 5 settembre 2010, sempre a Misano. Nella gara di Moto2, il 19enne giapponese Shoya Tomizawa cadde in curva, e venne anch’egli investito da due delle moto che lo seguono a distanza quasi ravvicinata a quasi 200 all’ora.

Poco più di dieci anni fa (il 6 aprile del 2003) la tragedia del giapponese Daijiro Kato, grande promessa della Motogp. Faceva parte del team Gresini, lo stesso di Simoncelli. L’incidente avvenne sulla pista giapponese di Suzuka: Kato perse il controllo della sua moto e si schiantò violentemente contro un muretto di protezione lungo i bordi della pista, riportando ferite gravissime, e morì qualche giorno dopo in ospedale, senza mai riprendere conoscenza.

Risale, invece, a quaranta anni fa (20 maggio 1973) la tragedia di Renzo Pasolini e Jarno Saarinen. Fu proprio l’italiano a cadere per primo durante il Gp delle Nazioni (classe 250) sul circuito di Monza, coinvolgendo altri piloti nella caduta.

Fonte:www.ilmessaggero.it


17 Novembre 2013

Sarebbe deceduto anche uno dei figli del governatore della Regione, il Tatarstan

Tra le 50 persone morte nello schianto di un Boeing 737 in Tatarstan, Russia centrale, c’e’ anche uno dei figli del presidente della regione, Rustam Minnikhanov. Stando alla lista dei passeggeri pubblicata su alcuni siti Irek, questo il nome della vittima, si trovava sull’aereo proveniente da Mosca ed esploso al momento dell’atterraggio all’aeroporto di Kazan

Ha tentato di atterrare due o forse tre volte, poi si è schiantato al suolo ed è esploso. Così sono morte le 50 persone, 44 passeggeri e sei membri dell’equipaggio, che viaggiavano a bordo di un boeing 737 delle linee regionali del Tatarstan, Russia centrale. L’incidente è avvenuto alle 19.25 ora locale (le 16.25 in Italia) all’Aeroporto di Kazan, capitale della regione, a 700 km a est di Mosca, che poi è stato chiuso. “Secondo le prime informazioni, tutte le persone che erano sull’aereo sono morte”, ha annunciato la portavoce del ministero russo delle Emergenze, Irina Rossious, precisando che a bordo non c’erano bambini. Secondo testimoni, l’aereo ha perso quota molto velocemente ed è esploso al momento dell’impatto col suolo.

Sul posto sono subito accorsi i vigili del fuoco che sono riusciti a domare le fiamme dopo un’ora ma per i passeggeri non c’è stato nulla da fare. Nessuno è sopravvissuto.

I corpi delle vittime sono stati tutti ritrovati vicino al luogo in cui il velivolo si è schiantato. Ancora ignote le cause dello schianto, fonti della sicurezza hanno ipotizzato un errore del pilota. Le tv locali hanno descritto condizioni del tempo avverse con forti venti, nuvole e temperature sotto lo zero. La terza pista è naturalmente quella del guasto tecnico. Il presidente Vladimir Putin ha costituito una commissione di inchiesta per indagare sulle ragioni dell’incidente. Negli ultimi anni in Russia sono aumentati gli incidenti nel trasporto aereo, tanto che le autorità hanno ordinato di sostituire gli apparecchi più vetusti, di progettazione sovietica, e lanciato una verifica su molte compagnie aeree, specie quelle minori che operano sull’immenso territorio della Federazione, dove spesso per spostarsi la via dei cieli è l’unica opzione. Nell’aprile del 2012, 31 persone morirono nello schianto di un aereo poco dopo il decollo in Siberia. A settembre del 2011, 44 persone rimasero uccise nell’incidente di uno Yak-42 vicino alla città di Yaroslav. Nel 2010, la Russia e le ex repubbliche sovietiche hanno registrato un tasso di incidenti tre volte superiore alla media mondiale, secondo i dati della International Air Transport Association

Fonte: www.ansa.it


SOCIAL NETWORKS

Seguici sui Social

Aeroclub Modena è presente sui maggiori canali Social. Per qualsiasi informazione non esitate a contattarci. Sapremo rispondere puntualmente ad ogni vostra necessità.