India

7 Febbraio 2014

Nuova Delhi, India – 624 gli espositori presenti all’evento, provenienti da 36 Paesi

(WAPA) – L’ottava edizione di “Defexpo”, l’evento internazionale del settore della difesa, si è aperto oggi, giovedì 6 febbraio 2014, a Nuova Delhi.

Sono 624 gli espositori dell’edizione 2014, provenienti da 36 Paesi (le società indiane sono 256), che metteranno in mostra i propri prodotti nella speranza di conquistare una fetta significativa del budget indiano della difesa, che prevede investimenti per 150 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni. La Russia sarà il Paese più rappresentato con 37 aziende, seguita dalla Francia con 24 e da Israele con 20.

Rosoboronexport, l’agenzia della Federazione Russa per le esportazioni della difesa, metterà in mostra i propri aeromobili in vista dei prossimi appalti che verranno assegnati da Nuova Delhi. La Russia sta infatti offrendo l’elicottero utility leggero Ka-226T nella gara per 197 elicotteri da sorveglianza e ricognizione per l’aeronautica, e l’aereo anfibio multiscopo Be-200 per la marina.

L’edizione di quest’anno ha visto anche l’esclusione di alcune aziende, tra le quali quelle del Gruppo Finmeccanica, che aveva già prenotato e pagato gli spazi espositivi per le proprie sussidiarie (AVIONEWS).

Come spiegato da vari rappresentanti del ministero della difesa di Nuova Delhi, “Defexpo 2014” sarà principalmente focalizzato sull’industria della difesa indiana: il governo sta fortemente puntando sullo sviluppo delle società nazionali, e solamente nel 2013 ha emesso richieste per informazioni e proposte per quasi 7 miliardi di dollari. (Avionews)
(0092)

Fonte:www.avionews.it



NEW DHELI – L’incredibile episodio risale al mese scorso, ma è stato reso noto solo oggi: hostess ai comandi al posto dei piloti.  E’ accaduto a bordo di un volo della “Air India, quando il pilota de un Boeing 747 con 160 passeggeri a bordo ha lasciato (insieme al co-pilota) i comandi del jet a due assistenti di volo mentre loro andavano a farsi una pennichella in prima classe.

Riposo breve perché, come era facile immaginare, 40 minuti dopo l’inizio del loro “riposino” a 11 km di quota una delle due hostess ha disinserito per errore il pilota automatico rendendo l’aereo ingovernabile.

Il jet era decollato da Bangkok e diretto a New Delhi. Ei due piloti, naturalmente, sono stati sospesi.

Dopo il “risveglio”, l’aereo ha proseguito il volo normalmente con i piloti ai comandi. Ma l’episodio alimenta i timori dell’affidabilità delle compagnie aeree indiane, come sottolinea il britannico Daily Telegraph ricordando che all’inizio dell’anno un piloto indiano era stato trovato completamente ubriaco poco prima di mettersi i comandi.

Nel 2010, inoltre, venne scoperto che alcuni piloti avevano false licenze di volo, mentre a marzo un rapporto dell’Onu ha accertato che l’India è tra i 13 peggiori Paesi al mondo per la sicurezza aerea.

Fonte:www.repubblica.it


14 Febbraio 2013

ROMA – L’inchiesta su Finmeccanica mette a rischio la commessa indiana per 12 elicotteri, ballano 500 e passa milioni. Sarebbe una “botta” per l’industria italiana, una botta che fa male ma che si assorbe, come un dolorosissimo livido. Se però alla prima botta aggiungi la seconda, cioè la sconfitta diventata ora più probabile nella gara per fornire agli Usa l’aereo base per l’addestramento dei piloti, allora i milioni diventano miliardi e la botta diventa sanguinosa ferita, altro che doloroso livido. Se poi ci aggiungi ancora le conseguenze, già all’Italia minacciate, dalla rinuncia totale o parziale degli F35, cioè meno commesse e soldi per le fabbriche italiane del settore, allora sommi e vedi che butta male dal cielo per l’industria aeronautica italiana. Lassù qualcuno…non ci ama e l’Italia che fabbrica ali rischia l’osso del collo.

I guai vengono dal cielo, sotto forma di elicotteri, aerei, F35. L’Italia li produce come quasi nessun altro al mondo, in termini di qualità, e li vende all’estero. E ne compra anche in notevole quantità, ne compra l’Aeronautica italiana, e quello che spende è almeno in parte compensato dagli investimenti delle aziende estere nel nostro Paese. Un cane che si morde la coda, un “Rischiatutto” che l’Italia sta giocando.

L’inchiesta della magistratura italiana sui 12 elicotteri venduti da Finmeccanica all’India ha fatto emergere l’accusa di tangenti e la conseguenza è stata che Nuova Delhi, in attesa della fine dell’inchiesta, non ritirerà altri elicotteri oltre i tre già consegnati. Cosa rischia l’Italia? A stretto giro un impatto sulla produzione e sul fatturato delle fabbriche italiane. Ma il rischio è anche più ampio se di diffondesse nel mondo l’idea che noi italiani paghiamo tangenti e attiriamo inchieste, o anche solo che la nostra magistratura è “più brava” a scovare l’intoppo. Finmeccanica è un colosso in Italia, che muove miliardi di euro, che colpo sarebbe sull’economia italiana si può facilmente intuire.

Se l’India non volesse più gli Aw-10 dagli stabilimenti di AgustaWestland a Vergiate, a Yeovil e a Filadelfia uscirebbero 9 elicotteri in meno su una produzione totale di 200 macchine l’anno, un danno non indifferente ma neanche irrimediabile. Gli effetto a lungo raggio non sono così indolori, come si legge su La Stampa:

Ma se si considerano i riflessi a lungo raggio Finmeccanica rischia di diventare un fornitore meno appetibile nel mondo? Si dice che possa finire in una specie di lista nera. Un analista del settore, Pietro Batacchi (direttore della rivista Rid) minimizza il pericolo: «Intanto mi pare improbabile che l’ordine indiano venga cancellato. Non è facile trovare in giro per il mondo aziende con le macchine di AgustaWestland. E quanto alla black list, anche se le mazzette fossero dimostrate, il che è tutto da vedere, non mettiamoci in testa che l’Italia sia un caso speciale. Anni fa la britannica Bae System è stata coinvolta in un grosso scandalo in Arabia saudita per i Tornado ma poi è tornata a vendere allo stesso cliente i Typhoon». E udite udite, c’è del marcio persino in Scandinavia: «Che cosa c’è di più pulito, onesto e trasparente della Finlandia? Eppure la finlandese Patria, un grande produttore di blindati, tempo fa è finita nei guai per una storiaccia dello stesso genere».

 

E sono in bilico anche le commesse negli Stati Uniti. Loren Thompson, analista del Lexington Institute, dice: “Il programma più importante che vede in corsa Finmeccanica in questo momento riguarda il jet di addestramento per tutti i piloti delle forze armate americane. È il primo velivolo sul quale un pilota sale per apprendere a volare. Finmeccanica è in gara contro Lockheed Martin e Bae System, due aziende americane. Questo significa che già in partenza è più debole. Lo scandalo delle tangenti rischia di diminuire ancor più la possibilità di prevalere”.

Sugli F35 un altro “Rischiatutto”. L’Italia spenderà 15 miliardi ma nel frattempo 27 aziende, la maggior parte delle quali appartenenti al gruppo Finmeccanica, godranno di contratti per 9 miliardi di dollari. “Non è elegante dirlo -dice Stephen O’Bryan, prossimo direttore operativo del programma F35 – , ma se un paese acquista un aereo non può aspettarsi la quantità di investimenti dell’Italia che ne compra 90″.

Fonte:www.blitzquotidiano.it


26 Ottobre 2012

 Nel Gennaio del 1947 il giornalista inglese H.A. Taylor , inviato della rivista specialistica “Flight’s” partecipò , in qualità d’inviato speciale presso l’Air Ministry , alla “R.A.F. Navigation Liason Mission” che si svolse in India.
L’articolo fu pubblicato in tre edizioni separate del magazine nel successivo mese di Marzo.

La missione partì dalla “Empire Air Navigation School” di Shawbury (UK) e , dopo un trasferimento veloce sul suolo indiano , si svolse , per la durata di un mese , con visite programmate presso i vari centri R.A.F e R.I.A.F. sparsi nel paese. Lo scopo della missione organizzata dalla su citata E.A.N.S. era la spiegazione e la dimostrazione a scopo didattico degli ultimi sistemi di navigazione aerea in dotazione ed in corso di sviluppo in UK.

Alla rivista questa importante missione offrì materiali e spunti non solo riguardo l’aspetto operativo delle basi e la situazione in essere nelle varie scuole , bensì anche sulle condizioni e gli strumenti a disposizione della R.I.A.F e , più in generale , sulla situazione delle aerolinee Indiane e dell’intero Medio Oriente.

Eccone un estratto per noi interessante :

SHORTAGES IN THE R.I.A.F.

 
La Royal Indian Air Force formava un microcosmo nel macrocosmo che era l’India del periodo. Sulla carta per esempio , lo standard dell’istruzione richiesto agli allievi ufficiali era molto più elevato di quello richiesto per gli allievi aviatori della R.A.F..
Lo standard era solo teorico e le promozioni erano facili da ottenere. All’epoca in India esisteva una mancanza di ufficiali con un buon livello d’esperienza amministrativa , cui faceva seguito una ancor più grave carenza di responsabili tecnici qualificati.

Il numero dei non qualificati ai vari concorsi d’addestramento era anch’esso più alto che negli standard Inglesi. Riguardo agli squadroni aerei , dei 10 esistenti in India , solo uno era stato convertito da mono posto a carrier (multi engined) – Dakotas – mentre tutti gli altri erano dotati di Spitfires e Tempests (single seater aircrafts). Al tempo della Missione i quotidiani locali riportavano “rumours” non confermati secondo i quali l’intera difesa aerea nazionale sarebbe stata nazionalizzata nell’estate successiva. Possibile….ma rimase solo sulla carta.
Aldilà di ciò notevoli sforzi erano stati compiuti ed una delle più interessanti soste fu quella presso la Navigational Signal School che era stata da poco costituita dalla R.I.A.F. a Tambaran nei pressi di Madras (ora Chennay ).

Questa stazione era stata utilizzata dalla Royal Navy in passato come deposito per aerei inutilizzati. In precedenza i cadetti navigatori venivano mandati in UK per la loro formazione . Un nuovo gruppo d’istruttori , preparati alla EANS di Strawbury , aveva iniziato però , al momento della missione , un lavoro minuzioso di preparazione sulla teoria di base per la navigazione presso il centro.
I nuovi cadetti avrebbero avuto l’accesso solamente dopo aver superato i test finali e non prima , come in tutta l’India. Dalla visita non risultò evidente quando Tambaran sarebbe stata in grado di svolgere il training completo e di buon livello. Infatti se da un lato St.Thomas Mount , dove la missione era atterrata col suo Halifax , avrebbe dovuto essere operativa ad uso civile mesi addietro , Tambaran non era ancora pienamente efficiente.
A St.Thomas , sempre nella regione Tamil , (a pochi chilometri da Avadi) , operavano già Deccan Airways e Air India (Tata) equipaggiate con 10 Tiger Moths , effettuando voli di linea in tutta l’India già prima dello scoppio della seconda Guerra Mondiale. Il Club St.Thomas , come altri in India , erano utili a formare al volo il personale al disotto dei 28 anni , che , in caso di conflitti o di veloce espansione delle aerolinee , sarebbe stato molto utile.Il costo orario dei corsi per i minori di 28 anni era di 15 Rupie (1,28 GBP), mentre per gli over 30 era di 30 Rupie. Gli operatori militari del centro non erano particolarmente felici dell’uso della pista da parte dei carriers civili in quanto il manto erboso utile ai Tempest veniva regolarmente deteriorato.”
L’articolo continua con un interessante capitolo

THE AIR NAVIGATIONAL SCHOOL

La Navigational Signal School (NSS) di Tambaran venne fondata nel Settembre del 1946 con uno staff di 25 ufficiali. Il primo corso era composto da 9 ufficiali e 19 allievi cadetti arrivati una decina di giorni prima da Bhopal , dove avevano iniziato il corso prima dell’apertura del NSS. . Lo “STAGE A” , consistente nella trattazione preliminare della navigazione tecnica , fu portato a termine in modo soddisfacente con la promozione di tutti i cadetti.

Il primo C.O. della scuola fu S/L V.S.C. Bonerjee , arrivato all’inizio del mese successivo all’apertura.Per lo “STAGE B” , dove erano richiesti insegnamenti più approfonditi e severi , 3 istruttori freschi di nomina arrivarono da Shawbury dove avevano conseguito l’ “Advanced Navigation Course“.
Sebbene la scuola fosse funzionante non c’erano , come già accennato , aree ed attrezzature di volo ed il campo era in qualche modo sparpagliato con i quartieri dormitorio ben lontani , anche in bicicletta , dall’area d’addestramento vera e propria.
Sicuramente la sezione più attraente della scuola era quella dedicata agli insegnamenti sull’uso dei radar. Tra le varie attrezzature didattiche vi era anche un “Gee trainer” (il primo sistema di navigazione radio iperbolica in uso in UK dal 1942).

Presumibilmente tale metodo di navigazione con l’ausilio del radar si prevedeva sarebbe rientrato in uso in India nonostante le stazioni erette durante la 2a guerra fossero state abbandonate e dismesse. Dal punto di vista operativo l’eventuale idea di dotare la scuola di un velivolo tipo Avro 198 per le attività d’istruzione non avrebbe avuto possibilità alcuna vista la mancanza di strutture di ricovero e manutenzione dell’aereo.
I centri d’istruzione al volo del personale della R.I.A.F in India erano localizzati a Jodhpur (E.F.T.S.) e ad Ambala (S.F.T.S.). Le reclute che studiavano presso i due centri , all’inizio non erano interessati o particolarmente pronti allo studio dei moderni metodi di navigazione aerea , per cui , sull’itinerario della Mission le due scuole non erano previste.
Fu deciso invece di fare un mini corso esemplificativo di 24 h ad Ambala che si trova nel Punjab , circa 130 miglia a Nord di Dehli ai piedi dei primi contrafforti Himalayani.
Laggiù , sotto la sorveglianza di istruttori Britannici i cadetti che avevano superato i corsi a Jodhpur , venivano istruiti su degli Harvards prima di passare agli Spitfire VIIIs e IXs. Benché descritta come S.F.T.S. , si preferiva un curriculum completo di addestramento ad Ambala piuttosto che la combinazione come al tempo di guerra di A.F.U. e O.T.U. dato che i cadetti venivano poi inviati direttamente agli squadroni operativi.
Superare gli esami solo su degli Harvard e non su degli Spitfire VIIIs (erano in uso i Supermariner , una versione più avanzata del glorioso Mark IX) faceva si che una volta allo squadrone le possibilità di non volare fossero alte.
Ad Ambala era di stanza anche il 12° Squadrone che stava all’epoca convertendo gli obsoleti Oxfords ai più moderni Douglas Dakotas , diventando così , subito dopo , il primo squadrone Indiano dotato di aeromobili bi-motore (multi-engined aircrafts).

Ambala risultava uno dei posti più attrezzati e confortevoli per il personale R.A.F. in India ed i membri della Missione ne godettero i benefici. Alla cena di gala organizzata in loro onore , I membri della Missione vennero accolti dalla banda del 15° Battaglione del Punjab , una serata indimenticabile che raccoglieva in se il ricordo dei fasti del “British Raj”…..”

R.I.A.F. N°12 SQUADRON

Pochi cenni su questo glorioso squadrone.
Il 12° squadrone R.I.A.F. di stanza ad Ambala , fu l’unico , al tempo dell’indipendenza dell’India , ad effettuare operazioni di avio trasporto. Dotato dei mitici Douglas Dakota , lo squadrone ha avuto il merito d’effettuare molti dei leggendari voli per la salvaguardia e l’indipendenza del Kashmir sotto il controllo indiano. Nelle operazioni in Kashmir lo squadrone venne coadiuvato da alcuni Dakotas civili.
Il primo comandante fu Wg. C.D.R. K.L. Bhatia. Dall’Aprile del 1948 prese il comando Wg.Cdr. J.D. Acquino.
I Dakotas in dotazione allo squadrone furono 10 e due vennero abbattuti nel corso delle operazioni di guerra. Molti salvataggi di civili ebbero luogo grazie al 12° che s’impegnò in molti casi di calamità naturali.

THE TEMPEST COMES TO INDIA
Di questo obsoleto caccia monoposto val la pena ricordare i reali numeri in dotazione alla R.I.A.F..
I primi 180 aerei Tempest IIs furono spediti a Karachi nel Dicembre del 1945. Man mano che venivano assemblati andavano poi destinati ai vari squadroni. I primi entrarono in dotazione al ed al 30° squadrone R.A.F. a Bhopal nel Marzo del 1946 , poi al 20° Squadrone R.A.F. ad Agra ed al 152° squadrone R.I.A.F. a Risalpur.

Tutti i Tempest anche marcati R.A.F erano in uso ed a carico della R.I.A.F.
La consegna ufficiale di tutti i Tempest avvenne nel Settembre del 1947 e ricevettero i nuovi seriali col prefisso HA….. agli inizi del 1948. 35 Tempest vennero “girati” alla RPAF.
Successivamente altri 89 Tempest (ricondizionati) vennero trasferiti alla R.I.A.F. dallo stock esistente. Quando poi la R.A.F. li dismise altri 20 vennero ceduti alla R.I.A.F , in due lotti , il primo il 9 Luglio 1951 ed il secondo il 29 Agosto successivo.
Alla fine i Tempest ceduti alla R.I.A.F. risultarono 233 su 452 prodotti.

SEVA PARAMO DHARMA” antico motto delle scuole R.I.A.F.
E’ importante in questa ricerca verificare i numeri dei cadetti ammessi alle scuole specialistiche con particolare riguardo alle forze aeree.
Nei corsi per allievi ufficiali multi arma durante la dominazione Inglese, la regola imponeva di avere almeno 250 elementi partecipanti. Quelli indirizzati alle Forze aeree erano mediamente tra i 10 ed i 25 , alle Forze Navali tra i 15 ed i 30. Il resto era destinato alle forze terrestri. Un numero veramente esiguo se si raffronta alla popolazione. Dopo la Seconda Guerra Mondiale e ,soprattutto dopo il 26 Gennaio del 1950 , data d’indipendenza dell’India , i numeri lievitarono portando sino ai primi anni ’50 il numero degli allievi per corso tra i 30 ed i 50 (forze aeree).

http://orologi.forumfree.it



Delhi, India – “Delhi è il migliore dei clienti per l’export internazionale”

(WAPA) – Russia e India hanno firmato stamattina 28 agosto 2012 un accordo che regolerà una joint-venture mirata alla produzione di munizioni moderne per equipaggiare truppe, mezzi e velivoli delle forze armate indiane. La notizia è stata resa nota da una fonte interna alle suddette forze armate a un’agenzia russa.

Il documento è stato discusso nella giornata di ieri durante un workgroup mirato a definire il futuro di questo tipo di produzione bellica. A breve quindi il meglio della tecnologia balistica russa in fatto di munizioni, proiettili di artiglieria e razzi non guidati sarà costruito non solo in madrepatria ma anche in India. Questa collaborazione non deve stupire, dal momento che Russia e India sono da tempo legate da programmi militari.

Basti pensare all’acquisto dei caccia che andranno ad equipaggiare la portaerei Ins Vikramaditya venduta all’India dai russi, o alla joint-venture per lo sviluppo del nuovo aereo caccia di quinta generazione Sukhoi Pak-Fa.

Proprio in merito occorre infatti sottolineare che tra i due Paesi è in corso un altro negoziato che andrebbe a definire altre aree d’interesse all’interno dell’industria bellica, come ad esempio quella aerospaziale. Tuttavia la fonte, citata dai giornali, non avrebbe fornito ulteriori informazioni in merito.

L’India è oggi probabilmente il migliore dei clienti per l’export internazionale di armi, soprattutto per quel che riguarda equipaggiamenti prodotti in Russia. Le forze armate indiane utilizzano oggi infatti carri armati e veicoli lanciarazzi russi. Anche le armi d’assalto in dotazione alle truppe indiane sono, nella maggior parte dei casi, di provenienza russa. (Avionews)

Fonte:www.avionews.it


SOCIAL NETWORKS

Seguici sui Social

Aeroclub Modena è presente sui maggiori canali Social. Per qualsiasi informazione non esitate a contattarci. Sapremo rispondere puntualmente ad ogni vostra necessità.