ipotesi

19 Ottobre 2016

Alitalia potrebbe ricapitalizzarsi grazie a Lufthansa. Il nome del colosso dei cieli tedesco circola come possibile salvatore dei conti della compagnia aerea di Fiumicino.

DI RITA PUCCI

Stando a una ricostruzione riportata stamani dalle colonne del Messaggero, sarebbe stata avviata una trattativa preliminare tra Etihad e Lufthansa, che vedrebbe come nodo del negoziato quell’airberlin che proprio in queste ultime settimane sembra essere al centro del mercato aviation.

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l ruolo di airberlin
Lufthansa potrebbe intervenire con una ricapitalizzazione pari a 400-500 milioni di euro da far confluire inAlitalia Cai, che con il 51 per cento controlla Alitalia Sai, di cui Etihad, a sua volta, detiene il 49 per cento del capitale. L’operazione sostanzialmente potrebbe svilupparsi con il passaggio di airberlin (appartenenete a Etihad Group) a Lufthansa, in cambio del suo ingresso nel capitale Alitalia.

L’asse tra gli emiri di Etihad e i tedeschi di Lufthansa porterebbe a un aumento di capitale compreso tra i 400 e i 500 milioni di euro da cui Alitalia Cai resterebbe esclusa, andando a diluire le proprie quote attorno al 10-15 per cento. I restanti 45 per cento andrebbero da un lato agli arabi di Abu Dhabi e dall’altro ai tedeschi di Lh. Questo nonostante esista un vincolo di lock up per i soci Cai, sottolinea il quotidiano, di non aprire a compagnie concorrenti.

Il cda Alitalia Cai di domani
La questione potrebbe essere definita nella giornata di domani, data per cui è fissato un cda di Alitalia Cai, in cui è previsto un focus sui conti della compagnia. Anche perché la situazione finanziaria sembra essere piuttosto precaria, con perdite che, nel 1° semestre si sono attestate a 100 milioni di euro e le stime di chiusura del secondo periodo dell’anno parlano di un andamento ancora peggiore.

La sola soluzione percorribile sembrerebbe dunque essere quella della ricapitalizzazione, ma i soci Cai, con i grandi istituti di credito in primis, non sembrano intenzionati a mettere mano al portafoglio. Il cavaliere bianco potrebbe proprio essere in Germania e portare le insegne del Gruppo Lufthansa.

Fonte: www.ttgitalia.com/


19 Maggio 2016

l relitto dell’aereo di Egyptair scomparso dai radar questa notte mentre era in volo fra Parigi e Il Cairo è stato individuato al largo dell’isola greca di Karpathos, in acque territoriali egiziane. Lo riferiscono i media francesi.

Il volo MS804, con 66 persone a bordo (56 passeggeri e 10 membri dell’equipaggio), ha fatto perdere le sue tracce quando si trovava già nello spazio aereo egiziano, a circa 280 chilometri dalla costa. Le condizioni del tempo erano buone.

L’aereo, a quanto ha detto il ministro della Difesa greco, ha compiuto brusche virate e ha improvvisamente perso quota prima di scomparire dai radar.

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Navi egiziane stanno convergendo sul luogo in cui è stato individuato il relitto, riferiscono i media, nel mar Egeo fra Rodi e Creta.

«La possibilità che si sia trattato di un atto terroristico è più forte di quella del guasto tecnico», ha affermato il ministro dell’aviazione civile, Sherif Fathi, aggiungendo che non è ancora il momento per trarre delle conclusioni, ma che l’ipotesi del terrorismo resterebbe una delle possibilità più accreditate.Funzionari della sicurezza egiziana stanno eseguendo controlli sull’identità dei passeggeri per verificare eventuali loro collegamenti con estremisti e quindi la possibilità che un attacco terroristico abbia abbattuto l’aereo.

Ad avvalorare la tesi del terrorismo le prime indiscrezioni trapelate dall’aministrazione Usa. «Le prime indicazioni sono quelle di una bomba»: così fonti dell’amministrazione Obama citate dai media Usa sull’aereo della Egyptair precipitato nel Mediterraneo. Le stesse fonti – spiega la Cnn – affermano anche di non essere a conoscenza di alcuna minaccia particolare che avrebbe preceduto la scomparsa dell’aereo.
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È giallo sull’eventuale invio di un messaggio di Sos. Fonti dell’EgyptAir avevano riferito che poco prima della sparizione dai radar, alle 2.26, dall’aereo era partito un Sos, mentre un segnale di emergenza è stato captato alle 4.26, circa due ore dopo aver perso le tracce del velivolo. Quest’ultimo segnale, secondo la compagnia, potrebbe essere stato inviato dall’apparecchiatura per la localizzazione dell’aereo installata a bordo. Ma il primo ministro Sherif Ismail ha smentito la notizia, affermando che «non vi è alcuna informazione» sull’accaduto e aggiungendo che non si può escludere alcuna ipotesi, compreso l’attacco terroristico. Lo riferisce l’agenzia statale egiziana Mena.

Ad ulteriore conferma dell’ipotesi secondo cui l’aereo è precipitato in mare c’èla testimonianza del capitano di un mercantile, il quale ha detto di avere visto fiamme nel cielo questa notte a circa 240 chilometri a sud dell’isola greca di Karpathos.

I controllori di volo greci sono stati in contatto con la cabina di comando dell’Egyptair mentre l’aereo transitava nello spazio aereo ellenico e non hanno ricevuto nessuna segnalazione di problemi da parte del pilota. È quanto fa sapere il direttore dell’Aviazione civile greca confermando che il volo era a 37mila piedi e procedeva ad una velocità di 519 miglia l’ora. Secondo la stessa fonte i controllori greci hanno provato a contattare il volo Ms804 circa 10 miglia prima di lasciare lo spazio aereo greco ed entrare in quello egiziano ma non hanno ricevuto risposta. I tentativi di contatto sono proseguiti – ha aggiunto – fino alle 3.39 (le 2.39 in Italia) quando l’aereo è scomparso dai radar.

L’aereo è un Airbus A 320 costruito nel 2003, il numero del volo è MS804, decollato dall’aeroporto Charles De Gaulle alle 23.09 di ieri ora europea. L’atterraggio era previsto per le 3.15. Quando è scomparso dai radar, l’aereo era a quota 11.280 metri. Le autorità egiziane hanno perso il contatto radar con l’aereo quando il velivolo si trovava sul Mediterraneo a circa 280 chilometri dalla costa egiziana alle 2:30 ora locale. Lo rende noto la EgyptAir.

Tra i passeggeri anche un bambino e due neonati. Indagini sulla situazione sono attualmente in corso, anche con l’impiego delle forze speciali. Attivato un numero internazionale (fuori dall’Egitto) da cellulare per i parenti delle persone imbarcate, +202 25989320. Non ci sono cittadini italiani tra i passeggeri. La maggioranza dei passeggeri sono egiziani (30), oltre a 15 francesi, un britannico, un belga, due iracheni, un kuwaitiano, un saudita, un sudanese, un portoghese, un algerino, un canadese e un cittadino del Ciad.

L’Airbus 320 precipitato era stato consegnato alla compagnia egiziana nel novembre 2003 e aveva accumulato 48.000 ore di volo. L’apparecchio, precisano fonti di Airbus, era immatricolato SU-GCC e portava la linea di serie 2088. Egyptair ha comunicato tramite Twitter i dati dei piloti: il capitano ha 6275 ore di volo, di cui 2101 su un Airbus 320. Il copilota ha 2766 ore di volo.

Il capo dello stato francese, Francois Hollande, ha parlato questa mattina al telefono con il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi, con il quale ha concordato una «stretta cooperazione» per stabilire le circostanze della scomparsa del volo Egyptair MS804. Lo ha reso noto l’Eliseo. Una telefonata vi è stata anche tra il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukri ed il suo omologo francese Jean-Marc Ayrault, che si sono reciprocamente scambiati le condoglianze per le vittime della tragedia aerea. Sul volo Egyptair si trovavano 15 passeggeri francesi e 15 egiziani, oltre a 7 membri dell’equipaggio. I due ministri hanno anche sottolineato l’importanza della cooperazione tra i due Paesi per accertare le cause del disastro. Lo ha riferito il portavoce del ministero degli esteri del Cairo, citato dall’agenzia Mena.Per il primo ministro francese, Manuel Valls, «non si esclude alcuna ipotesi».Valls lo ha detto rispondendo a una domanda durante un’intervista alla radio RTL

Fonte:www.ilmessaggero.it/


22 Agosto 2014

Trovati i resti di uno dei due piloti ancora dispersi. Al lavoro nelle ricerche 70 tecnici del Soccorso alpino. L’Aeronautica: «Sulle cause dell’incidente ogni ipotesi è aperta»

ASCOLI PICENO
 
Sono stati ritrovati, in località Poggio Anzù, i resti di uno dei due piloti ancora dispersi dopo lo scontro fra i due Tornado dell’Aeronautica avvenuto sui cieli di Ascoli Piceno il 19 agosto. Il ritrovamento è avvenuto in un luogo piuttosto distante da quello dove il 20 agosto erano stati recuperati i resti di due dei quattro piloti che viaggiavano bordo dei due caccia precipitati in un incidente di volo, verosimilmente quelli del pilota Alessandro Dotto e del navigatore Giuseppe Palminteri. A Poggio Anzù si sono concentrate le ricerche delle ultime ore perché in quell’area erano stati individuati frammenti di aereo piuttosto grandi. È ancora impossibile fare ipotesi sull’identità del terzo corpo: all’appello mancano il Capitano Pilota Mariangela Valentini e il Capitano Navigatore Paolo Piero Franzese. Difficoltosa si presenta anche l’identificazione delle prime due vittime ritrovate: la procura di Ascoli Piceno ha affidato ieri al Medico Legale Adriano Tagliabracci l’esame del Dna sui resti, che verrà condotto in collaborazione con un consulente dell’Aeronautica Militare

 

Intanto circa 70 tecnici del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico continuano le ricerche per l’ultimo corpo del pilota disperso. Il perimetro delle operazioni si estende per circa dieci chilometri quadrati, ed è stato identificato come area primaria di ricerca dall’Aeronautica. Gli uomini del Cnsas hanno istallato un campo base operativo nel comune di Venarotta. Ieri, proprio il Soccorso Alpino ha rinvenuto un flight recorder, la “scatola nera”, di uno dei due Tornado. Tutti i resti dei due velivoli identificati dal Cnsas, come concordato con l’Aeronautica, vengono fotografati e “georeferenziati”, indicando con precisione le esatte coordinate della posizione del reperto. Anche stamani il Soccorso alpino collabora alle perlustrazioni con l’ausilio degli elicotteri dell’Aeronautica, con cui il Cnsas condivide un protocollo di intervento nei casi di incidente aereo, militare o civile. 

 

Intanto, sulle cause dell’incidente, per l’Aeronautica Militare «ogni ipotesi è aperta». Secondo una fonte non viene escluso nulla: «dall’errore umano, all’avaria, al problema tecnico, fino allo scontro con un uccello in volo o al malore di un pilota». Quanto all’ipotesi circolate sinora, comprese quelle di un mal funzionamento del radar di bordo o delle piattaforme inerziali, si tratta appunto «solo di ipotesi, dato che al momento non abbiamo elementi».

Fonte:www.lastampa.it/


16 Maggio 2013

La segnalazione del sistema satellitare della centrale delle Capitanerie di Porto di Roma. Sarebbe un velivolo militare

Un aereo potrebbe essere precipitato in mare al largo delle Eolie. A segnalarlo è stato il sistema satellitare della centrale operativa delle Capitanerie di Porto di Roma. Ricerche in corso tra Lipari e Tropea con alcune motovedette della Guardia Costiera e navi mercantili in transito, scattate a scopo precauzionale, fino ad ora non hanno dato alcun esito. L’allarme – secondo quanto si è appreso – sarebbe attribuito ad un velivolo spagnolo, ma le autorità aeronautiche iberiche hanno escluso situazioni di emergenza.

IPOTESI VEIVOLO SPAGNOLO – «L’Aeronautica non ha ancora nessun tipo di informazione, stiamo cercando di avere più dati». Così un portavoce del ministero della Difesa spagnolo, interpellato dal portale di notizie Terra, ha commentato le notizie secondo cui l’aereo scomparso potrebbe essere un velivolo militare spagnolo. Anche le autorità aeronautiche italiane segnalano traffico regolare. L’ipotesi allo stato prevalente è che possa essersi trattato di un falso allarme, ma la continuazione delle ricerche è dettata dal fatto che, sempre in via ipotetica, potrebbe essere coinvolto un aereo di piccole dimensioni. 

SEGNALE CAPTATO DA BARI – Il segnale è stato captato dalla stazione satellitare di Bari. Sul posto è stato inviato anche un aereo della Guardia costiera, «ma a scopo precauzionale, perché non ci sono conferme neppure dalla autorità aeronautiche», spiegano dal Comando generale delle capitanerie. Quello scattato, infatti, è un allarme definito «Costas-Sarsat»: non si tratta della richiesta di aiuto ricevuta direttamente da un pilota e non si esclude quindi l’ipotesi di un «falso allarme» partito per motivi tecnici da un mezzo aereo trasportato su una nave mercantile.

Fonte:www.corriere.it


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