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14 Ottobre 2016

Milano, Italia – Secondo una nuova ricerca condotta da Jetcost

 

(WAPA) – Un nuovo sondaggio, condotto da un sito web di comparazione voli in concomitanza con la fine delle vacanze estive, ha scoperto i cinque motivi più gettonati per cui ai passeggeri italiani non piace volare oltre le quattro ore, con la sensazione di costrizione e l’evitare i bagni degli aerei in cima all’elenco dei motivi per cui non si avventurerebbero troppo lontano da casa.

 

A confronto, i turisti britannici, francesi, tedeschi e spagnoli sembrano molto più preparati a viaggiare più lontano per raggiungere posti da sogno.

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Il team di www.Jetcost.it ha condotto la ricerca come parte di uno studio in corso sulle attitudini dei viaggiatori europei per quanto riguarda le abitudini vacanziere. 2390 britannici dai 18 anni in su, i quali hanno tutti affermato di aver volato all’estero almeno una volta negli ultimi due anni, sono stati interrogati in merito ai loro pensieri e attitudini riguardanti i voli, e 1000 persone provenienti da Germania, Spagna, Italia e Francia –con una ripartizione equa tra i quattro Paesi- sono stati interrogati sulla massima durata che sopporterebbero di un volo.

Inizialmente, a tutti gli interessati è stato chiesto: “Ti piace volare?”.
A questa domanda la maggior parte di questi, il 44%, ha affermato che volare non li disturba, mentre la restante parte dei rispondenti ha risposto “No, non mi piace” (37%) e “Sì, adoro volare” (19%).

A tutti quelli che hanno risposto di no, è stato chiesto il perché e le risposte più comuni sono state: “non mi piacciono le turbolenze” (32%) e “Ho paura di volare/dell’altezza” (31%).
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Successivamente, a tutti è stato chiesto: “La durata del volo gioca un ruolo fondamentale nella scelta della meta delle vacanze?”. Quasi due terzi dei rispondenti, il 64%, ha detto di sì.

Secondo il sondaggio, a tutti i rispondenti è stato poi chiesto quale fosse la durata massima del volo che avrebbero preso per una vacanza.

Le risposte medie sono state le seguenti:

Germania – 15 ore e 36 minuti

Francia – 12 ore e 37 minuti

Spagna – 8 ore e 59 minuti

Regno Unito – 6 ore e 11 minuti

Italia – 4 ore e 12 minuti.

Per andare un po’ più a fondo, è stato poi chiesto perché la durata del volo fosse importante.
Una volta fornito un elenco di possibili risposte e detto di selezionare tutte quelle pertinenti, i cinque risultati più gettonati sono stati i seguenti:

1 Dopo un po’ soffro la sensazione di costrizione – 45%

2 Preferisco evitare di utilizzare i bagni degli aerei ove possibile – 41%

3 In caso di emergenza, mi piacerebbe poter essere a casa il giorno stesso – 28%

4 I lunghi viaggi mi annoiano – 22%

5 Ho paura della trombosi venosa profonda – 17%

Secondo i risultati, il 28% dei rispondenti ammette di discutere con il proprio partner sulla distanza da percorrere per viaggiare.

Un ulteriore 11% ammette di essersi spinto oltre la propria distanza ideale e di aver avvertito come se il viaggio più lungo avesse smorzato la vacanza.

Fonte: www.avionews.it/


7 Settembre 2016

L’incidente poco prima di uno scalo tecnico a Skopje. Il Piper, partito da Treviso, era diretto a Pristina

SKOPJE – Un Piper partito da Treviso e diretto a Pristina è precipitato prima di uno scalo tecnico in Macedonia. Tutte italiane le 6 vittime: a bordo cinque passeggeri più il pilota, Francesco Montagner, presidente dell’Associazione dilettantistica sportiva Aeroclub Treviso.

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Con lui c’erano anche il vicepresidente dello stesso Aeroclub, Dario Bastasin, Luca Dalle Mulle, Angelo Callegari, Ilaria Berti e Visar Degaj, un kosovaro con cittadinanza italiana. Le vittime risiedevano tra le province di Treviso, Padova e Udine.

Il gruppo aveva programmato il viaggio per affari, anche legati all’attività dell’Aeroclub di Treviso. Dalla pista di quest’ultimo sono partiti oggi quattro voli: due per Pristina e altri due per Skopje, tutti arrivati a destinazione eccetto il quello guidato dal presidente dell’Aeroclub.

Secondo lo speciale comitato macedone che si occupa stabilmente di indagini su incidenti aerei, il Piper e altri due velivoli simili erano diretti a Pristina per partecipare all’inaugurazione di un Aeroclub nella capitale del Kosovo.

Le prime notizie sulla sciagura sono arrivate da Mitko Ciavkov, direttore dei servizi di sicurezza macedoni. Il Piper, registrato in Germania, era partito dall’aeroclub di Treviso alle 14 ed è scomparso intorno alle 17.40 al controllo dei radar dell’aeroporto di Skopje, dove era previsto uno scalo tecnico per fare rifornimento di carburante.

Alcuni abitanti di villaggi vicino a Veles, città della Macedonia centrale poco a sud di Skopje, hanno detto di aver udito da un’esplosione e di aver visto fiamme e fumo denso. Alcuni di loro, citati dai mezzi di informazione macedoni, hanno affermato di aver visto il Piper bruciare ancor prima dello schianto al suolo.

Al momento dell’incidente le condizioni atmosferiche erano avverse con pioggia, vento e scarsa visibilità. Sul posto, una zona accidentata e di difficile accesso, si sono recate squadre di soccorso dei servizi di emergenza e dei vigili del fuoco, che hanno individuato i rottami del Piper.

La procura generale macedone ha aperto un’inchiesta sulla sciagura.

Il precedente – Un incidente simile
era avvenuto il 14 luglio scorso. Un aereo da turismo Piper 32, in condizioni di scarsa visibilità, era precipitato in Slovenia, a venti chilometri dal confine italiano. Erano morti quattro tedeschi, il pilota e tre passeggeri. L’aereo era partito da Venezia ed era diretto a Lipsia, in Germania.

Fonte:www.repubblica.it/


7 Settembre 2016

Il Piper era in volo da Treviso a Pristina

 

E’ un flusso continuo di soci e conoscenti delle vittime quello che dalle prime ore di questa mattina entra ed esce dalla porta della sede della Scuola di Volo Asd Treviso, più nota come Aeroclub, il cui presidente, Francesco Montagner, 59 anni; il vicepresidente, Dario Bastasin (62) e il responsabile amministrativo, Luca Dalle Mulle (tutti trevigiani), sono morti ieri pomeriggio in un incidente aereo in Macedonia.

A bordo del Piper PA 34 Seneca, bimotore turboelica decollato alle 14 dalla pista di Treviso, c’erano anche i veneti Angelo Callegari e Ilaria Berti, oltre a Visar Degaj, italiano di origine kosovara.

L’aereo, come altri tre velivoli con altre 12 persone a bordo e partiti contemporaneamente dallo stesso scalo, era diretto a Pristina (Kosovo) dove era prevista una manifestazione per il primo anniversario di fondazione di un aeroclub sorto in collaborazione con l’associazione trevigiana.

Il Piper guidato da Montagner, però, dotato di un serbatoio di capienza più limitata, aveva dovuto allungare il percorso per raggiungere Skopje, la capitale della Macedonia, dove avrebbe potuto rifornirsi della speciale benzina “blu” a 100 ottani non disponibile invece nello scalo di destinazione e necessaria per assicurare il rientro a Treviso.

altro aereo della piccola flotta aveva compiuto la stessa operazione grazie ad una fermata tecnica all’isola di Brac, in Croazia, mentre per gli altri due, con una autonomia di volo doppia, un rifornimento intermedio non era indispensabile.

“Fino a questo momento – spiega Maurizio Patuelli, uno dei tre consiglieri rimasti dell’Aeroclub, realtà che conta una settantina di aderenti – non abbiamo ricevuto una sola comunicazione ufficiale di quanto è accaduto. Quello che sappiamo lo abbiamo appreso in questa notte insonne da internet e giornali. Gli stessi viaggiatori partiti da Treviso e giunti a Pristina, da noi raggiunti telefonicamente nella tarda serata di ieri, non erano stati informati dell’accaduto”.

Il Piper precipitato, intestato ad una società collegata all’ Aeroclub, era sottoposto come tutti gli altri sette velivoli in dotazione ad Asd Treviso a manutenzioni continue “per le quali – aggiunge Patuelli – spendiamo ogni anno somme molto ingenti”.

Le revisioni erano effettuate sia a Treviso sia in un’officina tedesca, essendo il Piper registrato in Germania. Sulle cause dell’incidente occorrerà attendere gli esiti delle perizie che la magistratura macedone vorrà disporre, comunque senza l’ ausilio dei dati di una scatola nera non essendo tale dispositivo montato in apparecchi di quel tipo.

Ritenuto improbabile l’errore umano, data la grande esperienza di Montagner, ed il guasto tecnico, grazie alla meticolosa manutenzione del Piper, l’ipotesi più probabile resta quella collegata alle avversità atmosferiche in atto nella zona di Skopje al momento dell’incidente, avvenuto ad una ventina di chilometri di distanza durante l’avvicinamento per l’ atterraggio.

L’ultima tragedia che aveva coinvolto un aeroplano da turismo riferibile all’Aeroclub di Treviso risale al 17 maggio 2002, quando in val Salatis, nel bellunese, precipitò sempre un Piper con tre persone a bordo. “Adesso, nostro malgrado – conclude il consigliere – dobbiamo procedere al più presto alla nomina di un presidente pro tempore per ripristinare i rapporti con l’Enac, gli istituti di credito ed i fornitori”.

Fonte:www.ansa.it/


7 Maggio 2013

(AGI) – Roma, 7 mag. – Per molti l’idea di rimanere incastrati in una conversazione con la persona seduta accanto durante un volo e’ il peggiore degli incubi, ma per il viaggiatore moderno non e’ cosi’ e pare non gli dispiaccia affatto scambiare due chiacchiere a bordo. Una recente indagine condotta dal sito di comparazione voli Skyscanner tra 10.000 viaggiatori europei ha messo in evidenza che ben l’80 per cento dei viaggiatori e’ felice di chiacchierare “sempre” o “qualche volta” con lo sconosciuto seduto accanto durante un volo. Al terzo posto si piazzano gli italiani: a uno su tre (33 per cento) fa piacere conversare col viaggiatore seduto di fianco. Gli spagnoli confermano il famigerato stereotipo della “chiacchiera facile” con il 36 per cento di essi sempre felice di parlare al proprio vicino di posto. Mentre per quanto riguarda i piu’ loquaci di tutti – i francesi con il 44 per cento che ha sempre voglia di parlare con il passeggero di fianco – il dato va in contrasto con un precedente sondaggio condotto da Skyscanner che indicava i francesi come una tra le popolazioni piu’ maleducate. “Non e’ quindi solo un luogo comune che le popolazioni latine siano piu’ propense a scambiare due parole con chi non conoscono, il sondaggio conferma questa attitudine anche in una situazione particolare e spesso di piacere come quella del viaggio”, ha commentato Caterina Toniolo, Country Manager di Skyscanner Italia. “Inoltre, piu’ della meta’ dei viaggiatori italiani ha comunque risposto che ‘qualche volta’ gradisce fare due chiacchiere con chi gli sta seduto di fianco”. All’estremita’ opposta della classifica ci sono gli inglesi, risultati essere i meno socievoli con soltanto il 16 per cento che gradisce di scambiare sempre due parole con il passeggero vicino. Non molto differenti i risultati relativi ad altre popolazioni del Nord Europa: danesi 18 per cento, olandesi 19, svedesi 22 per cento.
  I passeggeri che proprio non vogliono parlare con i loro vicini di posto hanno sviluppato alcune tattiche molto interessanti per evitare questo tipo di contatto: oltre un quarto di essi finge di dormire con addirittura un subdolo 2 per cento che fa finta di essere sordo. La tattica piu’ popolare, che adotta oltre il 60 per cento degli intervistati e’ quella di leggere un libro, mentre il 30 per cento semplicemente evita il contatto visivo. (AGI) .

Fonte:www.agi.it


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