PORDENONE. Uno stallo in virata o “a comandi incrociati”, con il sole basso all’orizzonte che potrebbe aver compromesso la visuale di chi stava pilotando il piccolo aereo a elica.
Ecco la possibile spiegazione dell’incidente costato la vita a due soci dell’Aeroclub La Comina di Pordenone: il 68enne Roberto Giacon, nativo di Resana (Treviso) ma pordenonese d’adozione, ex Colonnello dell’Aviazione dell’Esercito, e Mauro Armani, 65enne maniaghese nato a Montereale, assicuratore.
l biposto Alpi Aviation”Pioneer 200″ a elica, dell’Aeroclub Comina, è precipitato per cause tecniche verso le 15 poco prima dell’atterraggio, in un campo agricolo che si affaccia su Via dei Templari (SP65), nel territorio comunale di San Quirino, a meno di tre chilometri dal campo di volo, e a circa 200 metri dalla rotonda di villa d’Arco. A causa dell’impatto con il suolo si è immediatamente incendiato. I due occupanti sono morti sul colpo, nell’impatto.
Terribile la scena che si è presentata ai primi soccorritori. Il Pioneer, completamente distrutto, era ancora avvolto dalle fiamme: all’interno, i corpi carbonizzati dei due occupanti.
Il velivolo a elica, con apertura alare di 7,55 metri e una lunghezza di 6,15 metri, è un biposto affiancato con doppi comandi. Secondo i primi accertamenti si ipotizza che alla guida fosse Giacon ma trattandosi di un velivolo a doppi comandi e considerando le condizioni in cui si trova la carcassa del Pioneer (completamente distrutta dall’incendio) risulterà di fatto quasi impossibile stabilire con certezza chi stesse pilotando il velivolo al momento dell’incidente.
I due amici erano entrambi piloti esperti, con alle spalle migliaia di ore di volo complessive. Giacon, in particolare, era stato pilota professionista per l’aviazione dell’esercito.
Giacon e Armani erano decollati verso le 14.20, intenzionati a compiere un volo di almeno una quindicina di minuti attorno all’aviosuperficie pordenonese.
Quando stavano cominciando la fase di atterraggio, il piccolo velivolo a elica ha compiuto una virata ad un’altezza da terra ridotta, probabilmente non superiore ai 100-150 metri, è entrato in stallo ed è precipitato al suolo, in verticale: un impatto che non ha lasciato scampo ai due amici. In seguito allo schianto il Pioneer è stato istantaneamente avvolto dalle fiamme. Il punto in cui è precipitato il velivolo si trova a poco più di 100 metri dalla strada provinciale 65 e a poche decine di metri dal giardino di una villetta.
Ad allertare i soccorsi è stata un’automobilista di San Quirino che mentre transitava sulla rotonda ha notato con la coda dell’occhio un piccolo aereo che stava virando a una quota insolitamente bassa, e pochi istanti dopo l’ha visto schiantarsi al suolo e incendiarsi.
Quando i vigili del fuoco di Pordenone, con tre squadre, sono giunti sul posto assieme alle ambulanze del 118 il Pioneer 200 stava bruciando e le fiamme erano alimentate dal carburante residuo. Subito è apparso chiaro che per chi si trovava all’interno del velivolo precipitato non ci sarebbe stato nulla da fare.
Sul posto sono intervenuti Squadra mobile, Volanti e Scientifica e i carabinieri. L’area dell’incidente è stata subito delimitata con il nastro. Gli accertamenti sono affidati alla polizia.
Verso le 16, sul luogo della tragedia è arrivato anche il figlio di Armani, Francesco che si è poi allontanato per raggiungere la mamma, Anna Santarossa, che si trovava a Frisanco per la “Sei per un’ora” e comunicarle quello che era appena accaduto: appresa la notizia della morte del marito, la donna è stata colta da malore.
Poco dopo le 17, il medico legale è intervenuto su incarico del magistrato di turno Monica Carraturo per la constatazione dei decessi. Nell’ambito degli accertamenti è stata disposta anche l’effettuazione di prelievi sulle salme e quello che resta del velivolo è stato posto sotto sequestro.
Fonte:messaggeroveneto.gelocal.it/pordenone