La Mole Antonelliana

12 Febbraio 2008

Un mese. Un mese senza volare. Non passa mai. Dalla terza settimana di dicembre piogge, neve, nebbia, un vortice di basse pressioni che lasciavano solo pochi istanti di intervallo ci hanno tenuto a terra. Con il mese di gennaio, il primo cuneo di alta pressione ha portato nebbie che si tagliavano con il coltello, come non si vedevano da anni, poi ancora acqua, ma non poteva piovere per sempre. Ogni giorno solito rito di consultazione delle meteo per vedere se nel medio periodo c’erano segni di ripresa (nell’ultima settimana anche due volte al giorno sperando in un aggiornamento magico…), con l’unico scopo di identificare un giorno, tenerlo libero e decollare. Alla fine la terza settimana di gennaio mostrava qualche raggio di sole e speranza. Dove andare? Nell’intermiabile e noisa attesa non ho fatto altro che mettere in fila delle mete per l’anno sucessivo sia vicine che lontane. Tra questa mi era pero’ sfuggita la splendida Torino, di cui mi ero accordo avendo letto un articolo su di un giornale che proponeva la sequenza di Fibonacci con luci colorate (eh eh…vediamo se avete studiato) sulla Mole Antonelliana e poi ancora la settimana dopo quando si parlava dei World Air Games del 2009.

A questo punto, fissiamo provvisoriamente il giorno e ci accordiamo per l’orario sperando nella tenuta del tempo.
La fortuna finalmente Ë con noi e questa volta il cielo Ë nostro.

Arriviamo al campo alle 10.00, penso sia stata l’unica volta in diversi anni in cui sono arrivato in aeroporto prima io di Valler, avevo preso tutte le precauzioni per non avere rotture….giornata di ferie, telefono spento, no impegni di lavoro, no impegni a casa, e forse Ë per questo che sono arrivato prima. Il briefing meteo ci riporta CAVOK con delle nebbie sparse lungo la rotta ma che non dovrebbero destare preoccupazioni. Comunque, per precauzione ci portiamo anche il GPS che lasciamo nelle borsa per divertirci di piu’ (ma meglio averlo appresso che a casa, non si sa mai). Il ns velivolo Ë pronto e rifornito anche se ha appena effettuato 4 touch & go. Per sicurezza comunque rabbocchiamo di nuovo per non avere sulla coscienza quei 15 minuti di volo…gi‡ spesi.

All’andata a sinistra sono io, procediamo senza piano di volo per Parma che concede la diretta senza fare lo slalom tra i riporti standard del CTR per poi passarci con Piacenza. Qui incontriamo 2 gruppi di Tornado, uno davanti a noi che doveva essere in lungo finale (su cui pero’ non abbiamo il contatto visivo) e subito dopo un package di 2 Tornado che ci sfilano alla stessa quota sulla destra un paio di miglia piu’ a nord. Dopo il CTR di Piacenza mettiamo in prua il Vor di Voghera ed iniziamo ad incontrare i primi banchi di nebbia che si fanno piu’ fitti in zona Alessandria. Qui abbiamo l’ala sinistra in nebbia e l’ala destra con visibilit‡ illimitata. A 1.500 piedi siamo a volte in mezzo ai ciuffi ma la visibilit‡ frontale si mantiene sempre in VMC. Lasciata anche Alessandria spariscono i ciuffi e le nebbie (in alcuni punti doveva essere densa perchË sentiamo per radio riporti al suolo con visibilit‡ < 300 mt.), mentre riceviamo distintamente la stazione di Poirino da cui inizieremo il circuito di avvicinamento all’aeroporto Aeritalia. Lo scenario Ë fantastico, il Monte Bianco sullo sfondo e tutte le Alpi innevate che fanno da cornice alla citt‡ rendono quest’ultimo tratto di volo indimenticabile.


Ci sganciamo da Milano informazioni e passiamo sulla frequenza locale che ci porta sino a terra senza difficolt‡. L’aeroporto Ë vicinissimo al centro, in sottovendo vediamo distintamente la Mole e la via tutta diritta che porta dall’aeroporto al centro citt‡.

A terra poi, una piacevole sorpresa: come a Modena, qui non si pagano tasse di atterraggio! E noi che ci eravamo gi‡ preparati a mendicare… Questo ci permette di investire i soldi nel taxi per farci portare in centro. Le effemeridi non ci consentono un pranzo comodo cosi’ decidiamo di dare precedenza alla visita al centro e con il tempo residuo, quello che si trova, si mangia.

Dalla piazza centrale passiamo dalla sede degli uffici RAI per arrivare nella via delle Mole che immortaliamo da ogni angolo e prospettiva e ci fermiamo li’ sotto a mangiare un panino. Ormai sono quasi le 14:00, dobbiamo riguadagnare un taxi, rientrare in aeroporto e ripartire se vogliamo avere almeno mezz’ora di margine sulle effemeridi. Ne agguantiamo uno nella piazza centrale che in un quarto d’ora ci molla all’aeroporto. Essendo ospiti chiediamo conferma all’AeC dell’inesistente gabella e ci infiliamo sul ns PA-28 con Valler a sinistra per il rientro.

Atmosfera e visibilit‡ magica anche nel pomeriggio, sembra quasi l’anno scorso, sempre a gennaio dove dal Garda si vedeva il Cimone. Sulla rotta inversa dell’andata superiamo Poirino, Asti e Alessandria per arrivare a Voghera con l’inserimento nel CTR di Piacenza. Milano ci informa che il CTR Ë chiuso (al venerdi’ i militari fanno mezza giornata) cosi’ senza troppo disturbo seguiamo l’autostrada senza dover riportare ogni waypoint come all’andata. Parma, ci riconcede la diretta e poco dopo siamo gi‡ al traverso di Reggio Emilia con la pista del campo che ci sfila sotto l’ala. Coordiniamo quindi con la locale di Modena un lungo finale per gli utmimi minuti di volo.

Dopo poco piu’ di un’ora e mezza, spegnamo controvoglia il motore. Visto lo scrupolo del rabbocco alla mattina, prima di ricoverare il mezzo, controlliamo i serbatoi che ci rivelano un’autonomia residua di circa 45 minuti (consumi quindi confermati secondo i parametri).

Veramente un bel giro, non impegantivo, che ci ha tenuto per aria circa 3 ore in una rara giornata di visibilit‡ quasi illimitata. Adesso rimangono le altre mete studiate…tra cui l’Ungheria…


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