Luftwaffe

9 Ottobre 2015

I resti trovati dai «cacciatori di reperti». Sabato si scava

 

CAVARZERE (Venezia) La sua missione era intercettare i bombardieri americani diretti a Vicenza e poi Verona. Abbattuto la sera dell’8 febbraio 1944 in un duello aereo con i caccia Alleati, un Messerschmitt BF109 G6 della Luftwaffe tornerà alla luce sabato mattina dai terreni torbosi della tenuta agricola Della Rocca, a Ca’ Briani nella campagna di Cavarzere, con quel che resta del suo pilota. Il ritrovamento ha un che di avventuroso.

La memoria storica è custodita da Mario Benito Mattiazzi, cavarzerano classe 1923, all’epoca sergente del 56º Fanteria di Mestre. Le vanghe e i metal detector, invece, sono quelli dei volontari del Romagna Air Finder, che dal 1998 ha individuato e recuperato 30 resti di aerei e di 13 piloti della Seconda Guerra mondiale in tutta Italia. Il loro uomo a Cavarzere è chioggiotto e si chiama Alessandro Voltolina, da una vita appassionato di aerei da combattimento e imprese di piloti. Voltolina ha intercettato in paese questa storia che si tramandava da anni. «Ma di aerei a Cavarzere – dice lui – ce ne sono sicuramente ancora altri da ritrovare sotto terra». Il racconto dell’aereo tedesco che precipita in fiamme a Ca’ Briani, si tramanda per decenni; sino a quando, circa un anno fa, Voltolina incontra Mattiazzi e attiva i romagnoli per una prima ricognizione.

«Abbiamo individuato la massa, cioè la fusoliera e il motore. Sabato vedremo cosa effettivamente è rimasto », dice. Dalla memoria di Mattiazzi, che tentò subito nel dopoguerra di ritrovare la carcassa di alluminio, e da ricerche d’archivio e nei forum sul web, si arriva più o meno a questa scena. Alcuni bombardieri Alleati B24 e B17 partirono da Foggia per bombardare gli snodi ferroiari di Vicenza e Verona. Erano scortati da caccia P51 o P47. Forse da Pordenone si alza in volo uno squadrone tedesco per intercettare e abbattere gli aerei degli Alleati. Sopra il cielo di Cavarzere si scatena una battaglia, in cui i tedeschi sembra abbiano avuto la peggio. Sabato tocca ai volontari guidati da Leo Venieri, da Lugo di Romagna, padre in aviazione e lui stesso pilota di ultraleggeri, dire l’ultima parola. «Sabato si scava, domenica si pulisce – dice – Saremo una squadra di circa una trentina, perché negli anni ognuno s’è maturato una sua specialità. C’è chi viene con l’escavatore, chi col camion, chi provvede ai panini». Per lui, il recupero degli aerei e dei piloti è una missione. «Da bambino – racconta Venieri – mia madre mi raccontava di un aereo abbattuto vicino casa nostra la notte in cui nacqui. L’ho trovato alla fine degli anni ‘90. Caccia tedesco, pilota nemmeno ventenne». «Tempo perso – brontola scettico Mattiazzi – dopo la guerra scavammo fino a trenta metri, ma lì è tutta torba, chissà quanto a fondo sarà finito. Noi trovammo solo lo scalpo di un uomo biondo». Tedesco, allora. «Intanto daremo esequie provvisorie a Cavarzere, ma siamo in contatto con l’ambasciata tedesca per restituire i resti del pilota alla Germania», dice il sindaco Henri Tommasi. Nell’ottobre del 2007 un altro aereo venne scoperto e portato alla luce. Era sotterrato in un campo di grano di Concordia Sagittaria e venne individuato dal Centro studi ricerche storiche Silentes Loquimur di Pordenone.

Fonte: corrieredelveneto.corriere.it/


14 Settembre 2012

L’Heinkel He 111 Z “Zwilling” ( gemello )era un aereo da traino alianti ad ala bassa prodotto dall’azienda tedesca Ernst Heinkel Flugzeugwerke AG nei primi anni quaranta.

Descrizione
Tipo aereo da traino alianti
Equipaggio 4
Costruttore Bandiera della Germania Heinkel
Data primo volo autunno 1941
Data ritiro dal servizio 1945
Utilizzatore principale Bandiera della Germania Luftwaffe
Sviluppato dal Heinkel He 111 H-6
Dimensioni e pesi
 
Lunghezza 16,40 m
Apertura alare 35,40 m
Altezza 4,00 m
Superficie alare 167,60 m²
Peso a vuoto 21 500 kg
Peso carico 25 350 kg
Peso max al decollo 28 600 kg
30 000 kg in sovraccarico
Propulsione
Motore 5 Junkers Jumo 211F-2/S-2
Potenza 1 350 PS (PS=Pferdestärke=Cavalli Vapore) (993 kW) ciascuno (al decollo)
1 060 PS (780 kW) ciascuno (in volo)
Prestazioni
Velocità max 435 km/h
VNE 340 km/h (di traino) con un Me 321
220 km/h con 2 Go 242
Velocità di crociera 390 km/h
Raggio di azione 250 km
Tangenza 10 000 m
Note dati riferiti alla versione He 111 Z-1  

FONTE:http://it.wikipedia.org


12 Settembre 2012

Cagliari, 12-09-2012

Era uno dei colossi dell’aria da trasporto della Luftwaffe, la forza armata aerea tedesca. Un mostro di acciaio con un’apertura alare di 55 metri, 10 metri di altezza e 30 di lunghezza, sei motori per un peso complessivo a pieno carico di 45 tonnellate. Ora l’aereo tedesco, un esamotore Messerschmitt Me-323 “Gigant”, ritorna alla luce dagli abissi del mare dove giaceva a 64 metri di profondita’.

 Dopo un anno di ricerche tra gli archivi e gli studi storici, grazie ai contatti incontrati con i viaggi solitari all’isola della Maddalena, avviene l’inaspettato ritrovamento nelle acque dell’Arcipelago, nella Nord della Sardegna. Il risultato porta la firma di una donna, Cristina Freghieri, milanese, subacquea, scrittrice, e soprattutto appassionatissima di storia militare. Grazie alla sua puntigliosa ricerca tra fondali e archivi storici a sessantanove anni dall’affondamento nelle acque dell’Arcipelago ad opera di un aereo inglese nella seconda guerra mondiale, arriva la scoperta, segnalata alle autorita’ competenti.

 Prodotto in 200 esemplari, sono andati tutti distrutti durante il conflitto: quello sul fondale de La Maddelana, e’ ritenuto l’unico relitto scoperto. Il lavoro di squadra permette di ricostruire una tragica battaglia aerea svoltasi nei cieli dell’isola il 26 luglio 1943, a ridosso della caduta del fascismo in Italia. La passione di Cristina Freghieri, amante di relitti sommersi, ricchi di mistero, fascino e storia, la spinge a seguire un messaggio del suo libraio di fiducia, Federico Peyrani, gestore della Libreria Militare di Milano.

 “La ricerca storica tra gli archivi inglesi, italiani e tedeschi con l’esperto Dino Pagano e’ iniziata a maggio del 2011. Dino e’ riuscito a recuperare il piano di volo del Beaufigther che colpi’ il Messerchmitt restringendo la zona di mare da setacciare. Il 3 gennaio ho messo piede per la prima volta a La Maddalena. A fine mese sono poi tornata per calare la telecamera filoguidata nel punto in cui presumibilmente si trovava l’aereo”, racconta Cristina Freghieri. A La Maddalena entra in contatto con un pescatore, Mario Vitello, che la guida sul punto dove lui riteneva fosse affondato il velivolo. Il 27 maggio sono iniziate le immersioni a 96 metri. Il pomeriggio del 28 e’ un giorno importante per Cristina.

“E’ stato un tuffo, fatto un po’ forzato vista la stanchezza del lavoro del mattino. E’ stata una carica di emozione pura, vedere improvvisamente l’aereo nel blu velato del mare. Prima abbiamo visto un pezzo di lamiera, poi un altro ancora fino a quando l’aereo non e’ apparso, in una esplosione di immagini, in tutta la sua bellezza, un tuffo al cuore”. Quello che Cristina e il compagno di avventura Aldo Ferrucci hanno portato in superficie e’ piu’ che una pagina di storia. “Rende merito alla memoria delle vittime di una guerra lontana – dice la ricercatrice – e vive nel cuore di chi non ha una tomba a cui portare un fiore”.

La battaglia nei cieli della Sardegna

Erano le 11.50 del 26 luglio del 1943 quando due esamotori Messerschmitt Me-323 “Gigant” appartenenti alla 3/a Staffel del I./TG 5 (Luftwaffe) decollano dall’aeroporto di Venafiorita in Sardegna, diretti a Pistoia. Venti minuti dopo i velivoli militari tedeschi vengono intercettati dagli inglesi. Attaccati simultaneamente, il primo, colpito in coda, tenta l’ammaraggio, getta in mare un gommone di salvataggio prima di affondare con gran parte dell’equipaggio, mentre l’altro cerca la fuga verso terra, esplodendo nell’impatto al suolo a Mongiardino sull’isola de La Maddalena. Si salvano solo 10 membri dell’equipaggio, mentre gli altri muoiono carbonizzati.

“Fino ad ora – afferma Cristina Freghieri, la subacquea che ritrovato il relitto sui fondali dell’Arcipelago maddalenino – risulta che nessun Messerschmitt Me-323 ‘Gigant’ appartenuto alla Luftwaffe sia sopravvissuto al periodo bellico. Questo rende il ritrovamento del 28 maggio 2012 di grande valore storico, oltre ad essere il luogo di rispetto di chi e’ scomparso in mare”.

La rivista Il Vento nel 2011, a firma di Giovanna Saba Soro, collaboratrice della Banca della Memoria Maddalenina, ha ricostruito la vicenda del Me-323 distrutto a terra. La giornalista si e’ avvalsa delle testimonianze di chi ha visto con gli occhi di ragazzo nel 1943, l’aereo distruggersi a pochi metri da casa.

DATI TECNICI VELIVOLO MESSERCHMITTT Me-323 “GIGANT”

Tipo aereo da trasporto pesante
Equipaggio 7-11
Costruttore Bandiera della Germania Messerschmitt
Data primo volo 1941
Data entrata in servizio 1943
Utilizzatore principale Bandiera della Germania Luftwaffe
Esemplari circa 200
Sviluppato dal Messerschmitt Me 321
Altre varianti Zeppelin-Messerschmitt ZMe 423
Dimensioni e pesi
 
Lunghezza 28,50 m
Apertura alare 55,00 m
Altezza 9,60 m
Superficie alare 300,00 m²
Peso a vuoto 29 000 kg
Peso max al decollo 45 000 kg
Passeggeri 130 passeggeri o
Capacità 10 000 kg
Propulsione
Motore 6 radiali Gnome-Rhône 14N 48/49
Potenza 1 140 PS (838 kW) ciascuno
Prestazioni
Velocità max 250 km/h
Velocità di crociera 235 km/h
Velocità di salita 265 m/min
Autonomia 1 300 km
Tangenza 4 500 m
Armamento
Mitragliatrici 7 MG 131 calibro 13 mm
Cannoni 2 MG 151 in torrette EDL 151
Note dati relativi alla versione Me 323 E-2

 GUARDA VIDEO

http://www.youtube.com/watch?v=5T4L4TpQqsA

Fonte:www.rainews24.rai.it & http://it.wikipedia.org & www.youtube.com


SOCIAL NETWORKS

Seguici sui Social

Aeroclub Modena è presente sui maggiori canali Social. Per qualsiasi informazione non esitate a contattarci. Sapremo rispondere puntualmente ad ogni vostra necessità.