minacce

19 Maggio 2016

(ANSA) – NEW YORK, 19 MAG – “Le prime indicazioni sono quelle di una bomba”: cosi’ fonti dell’amministrazione Obama citate dai media Usa sull’aereo della Egyptair precipitato nel Mediterraneo, mentre era in volo da Parigi al Cairo. Le stesse fonti – spiega la Cnn – affermano anche di non essere a conoscenza di alcuna minaccia particolare che avrebbe preceduto la scomparsa dell’aereo.

Fonte:www.lettera43.it/



L’Onu dà il via libera a nuove sanzioni

TOKYO – La Corea del Nord spara ad alzo zero e minaccia un attacco preventivo nucleare contro gli Usa, ma non evita il via libera unanime del Consiglio di Sicurezza dell’Onu alla stretta delle sanzioni in risposta al terzo test nucleare di Pyongyang, seguendo il testo concordato tra Usa e Cina. L’avvertimento del Nord, facendo ricorso a una buona e non nuova dose di retorica, è caduto anche nel mezzo delle manovre militari congiunte tra Washington e Seul che, avviate a inizio mese e destinate a chiudersi a fine aprile, entreranno lunedì nella cosiddetta ‘Key Resolvè, una simulazione al computer sugli scenari possibili di guerra, di difesa e attacco, avendo come riferimento un’azione delle forze armate nordcoreane. «Per tutelare l’interesse supremo del Paese e per affrontare la guerra nucleare da parte degli Stati Uniti, eserciteremo il nostro diritto di lanciare attacchi nucleari preventivi contro le roccaforti degli aggressori», ha tuonato un portavoce del ministero degli Esteri, secondo quanto rilanciato dalla Kcna.

«La Corea del Nord non otterrà nulla attraverso nuove minacce e provocazioni», ha ribattuto l’ambasciatrice americana all’Onu, Susan Rice, a voto ormai espresso e forte anche del sostegno della Russia. «L’unico risultato sarà quello di un ulteriore isolamento della Corea del Nord», ha continuato Rice, che ha definito le nuove misure restrittive varate dal Consiglio «le più pesanti mai approvate dalle Nazioni Unite». La Cina ha l’obiettivo che lo scomodo alleato del Nord opti per la «piena attuazione» della risoluzione, ha detto l’ambasciatore all’Onu, Li Baodong, chiedendo ora uno sforzo per smorzare le tensioni. Secondo il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, è «un messaggio inequivocabile» della comunità internazionale, non più disposta a tollerare altri esperimenti atomici. «È necessario – ha aggiunto – invertire la rotta e puntare sulla costruzione della fiducia con i Paesi vicini».

La Corea del Nord, nelle parole del portavoce del ministero degli Esteri, ha denunciato il fatto che la risoluzione non sarebbe stato altro che «uno stratagemma di Washington per manipolare il mondo» e nascondere le sue trame di invasione. In altri termini, sono «gli Stati Uniti che stanno giocando con il fuoco nella polveriera del nordest asiatico ed è Washington, la minaccia principale alla pace mondiale». In precedenza, l’ esercito del Nord ha minacciato di trasformare le capitali di Corea del Sud e Stati Uniti in un «mare di fuoco» se avessero tentato di penalizzare il Paese per il test nucleare. La farsa dell’adozione di risoluzione e sanzioni contro la Corea del Nord, sostenute dagli Stati Uniti, «avrebbero avuto lo scopo di costringere la Dprk (la Repubblica democratica popolare di Corea, ndr) ad adottare seconde e terze contromisure più potenti», incluso l’annullamento dell’armistizio siglato per fermare la sanguinosa guerra di Corea del 1950-53, se fossero partite le manovre militari ‘Key Resolve’. Le minacce non hanno sortito gli effetti sperati e i margini di manovra per il regime del ‘giovane generalè Kim Jong-un sono strettissimi, a maggior ragione dopo la presa di posizione di Pechino: in base alla risoluzione, gli Stati che aderiscono all’Onu sono tenuti a controllare cargo marittimi e aerei «all’interno o in transito sul loro territorio» nel sospetto che trasportino merce illecita, oltre che a prendere «misure necessarie per vietare alle istituzioni finanziarie» l’operatività se riconducibile ai programmi di distruzione di massa (altri tre individui e due entità nordcoreane sono finiti nella lista nera).

Fonte:www.ilmessaggero.it


14 Gennaio 2013

“Ci ha attaccato, la colpiremo al cuore”

 

Oltre 60 miliziani uccisi nei bombardamenti notturni sulla città di Gao. Dalla Somalia, dopo il fallito blitz per liberare un ostaggio, Shabaab annuncia la morte di un secondo militare francese. E pubblica le foto su twitter. Islamisti avanzano verso sud e occupano la città di Diabaly. Berlino valuta supporto medico e logistico e chiede vertice straordinario Ue

 

BAMAKO – Gruppi di jihadisti basati nel nord del Mali, le cui posizioni sono sotto attacco dalle forze francesi, hanno annunciato oggi che colpiranno il “cuore della Francia”. Lo ha reso noto un responsabile del gruppo armato Mujao, Abou Dardar: “La Francia ha attaccato l’Islam. Colpiremo il cuore della Francia”, ha detto.

Stando al racconto di alcuni testimoni, gli intensi bombardamenti dell’aviazione francese hanno provocato ieri la morte di oltre 60 jihadisti nella città di Gao, nel nord del paese. “Oltre 60 islamici sono stati uccisi a Gao e in basi situate non lontano dalla città. Durante la notte i miliziani sono usciti per recuperare i corpi dei loro compagni”, ha detto per telefono un residente. “Gli integralisti sono stati sorpresi durante una riunione”, ha aggiunto.

Le foto del soldato ucciso. Intanto dalla Somalia i terroristi di Shabaab hanno pubblicato sul loro account twitter le foto di un soldato francese morto in seguito alle ferite riportate sabato nel tentativo di liberare un ostaggio. “Francois Hollande, ne valeva la pena?” si legge nel commento. Il blitz risale alla notte tra venerdì e sabato quando i soldati francesi hanno tentato di liberare, nella Somalia meridionale, un loro agente dei servizi segreti, Denis Alex, tenuto prigioniero dagli Shabaab dal 2009. La missione ha incontrato una forte resistenza da parte dei miliziani islamici: secondo le autorità di Parigi l’ostaggio è morto insieme a due soldati. Secondo gli Shabaab invece, un soldato ferito sarebbe stato fatto prigioniero e l’ostaggio sarebbe ancora vivo.

All’annuncio di un portavoce degli Shabaab, che avvertiva della diffusione a breve delle immagini del cadavere, la Francia aveva reagito, parlando di macabra esposizione: “Purtroppo tutte le indicazione ci lasciano pensare che gli Shebaab si stiano preparando a organizzare un’orribile e macabra mostra” dei cadaveri, ha detto il ministro della Difesa Le Drian.

Conquistata Diabaly. Sul terreno i gruppi islamici armati hanno ripiegato nella parte est del Mali ma per le forze francesi resta “un punto difficile” nella regione occidentale del paese, ha dichiarato oggi il ministro della Difesa, Jean-Yves Le Drian: la situazione in Mali “si sta evolvendo in modo favorevole”, ha sottolineato Le Drian, non nascondendo però le difficoltà nell’ovest del Paese. I gruppi armati intanto hanno occupato la città di Diabaly, situata 400km a nord della capitale, Bamako. Lo ha riferito una fonte della sicurezza maliana, sostenendo che i ribelli provengono dalla zona vicino al confine con la Mauritania, in fuga dai bombardamenti degli ultimi giorni dalle truppe francesi.

Intanto i ribelli Tuareg si dicono “pronti ad aiutare” le forze francesi impegnate in Mali contro i gruppi islamici che controllano il nord del paese. “Noi appoggiamo assolutamente l’intervento aereo francese e siamo pronti ad aiutare l’esercito francese” e a “fare il lavoro sul terreno”, ha detto Moussa Ag Assarid, raggiunto telefonicamente a Tinzawatane, nell’estremo nord del Mali dove il movimento è riunito in congresso da diversi giorni.

Germania “non lascerà sola Parigi”.
Sul piano internazionale, la Germania considera “seria” la situazione. Lo scenario è “in continuo cambiamento”, e bisogna fare qualcosa ha riferito il portavoce del ministero della Difesa tedesco a Berlino in conferenza stampa. “Per il ministro degli Esteri Guido Westerwelle è chiaro che la Germania non lascerà sola la Francia in questa situazione difficile”, ha detto il portavoce Andreas Peschke. Il governo tedesco sta valutando la possibilità di un “supporto medico e logistico” in Mali e auspica un vertice straordinario dei ministri degli Esteri dell’Unione europea.

Ue accelera missione di addestramento
. Nel pomeriggio, intanto, si riunisce la “piattaforma di crisi” dei servizi Ue per fare il punto della situazione. La Ue sta accorciando i tempi per l’invio di una missione per l’addestramento dell’esercito maliano, previsto per metà febbraio-inizio marzo, ha comunicato il portavoce dell’alto rappresentante per la politica estera della Ue Catherine Ashton. Rimarrà una missione di addestramento e non si trasformerà in una missione di combattimento, ha ribadito Ashton.

Il presidente del Consiglio Europeo Van Rompuy ritiene sia “urgente fermare i terroristi” e “i gruppi ribelli” che hanno ripreso l’offensiva in Mali. “Ho ribadito la profonda preoccupazione dell’Unione europea di fronte alle azioni dei terroristi e dei gruppi ribelli in questo paese”, ha dichiarato dopo un incontro al Cairo con il segretario generale della Lega Araba, Nabil Al Arabi.

Fonte:www.repubblica.it


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