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9 Ottobre 2016

Un meraviglioso e storico edificio industriale, le Officine Aeronautiche Caproni Vizzola, dove nel 1910 si levò in volo il primo aeroplano costruito in Lombardia e dove da qualche anno ha sede Volandia, il museo del volo: è questa l’insolita scenografia di «Volo di notte», la nuova notte di tango organizzata da Tango Social Club.
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Un binomio piuttosto insolito, non c’è dubbio, il volo e il tango, ma l’associazione varesina Social Club è abituata portare il tango nei musei e nei luoghi di rilevanza storica.

La nuova sala polifunzionale di Volandia si trasforma in una specialissima Milonga nel Padiglione Ala Rotante, e per arrivarci si passa attraverso gli Hangar storici allestiti con i vecchi velivoli, quasi una visita al museo compresa nella milonga.

E il musicalizador della serata è il grande Marcelo Rojas, il tango dj più blasonato al mondo, amatissimo in Italia e in Europa, che arriva direttamente dalla mitica Radio La 2×4 di Buenos Aires.

Sabato 8 ottobre a Volandia, ex Officine Aeronautiche Caproni Vizzola, Somma Lombardo, via per Tornavento 15, ingresso 10 euro per soci Acsi Fai consumazioni escluse, ampio parcheggio, bar a disposizione in sala.

Fonte: www.prealpina.it/


14 Agosto 2016

Fontanaluccia, due cugini cercavano il relitto da 72 anni: «Scoperta incredibile»

 

Frassinoro (Modena), 13 agosto 2016 – È una lunga storia iniziata 72 anni fa sui monti di Fontanaluccia, a Frassinoro, in una notte di stelle cadenti tra il 2 e il 3 agosto del ‘44.

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Una notte passata alla storia perché a cadere,abbattuto da un caccia inglese, fu un aereo tedesco decollato da Livorno, lo Junkers Ju 87D-3, con a bordo il Sergente Maggiore Pilota Hans Wolfsen e il Caporale Hans Wilk, entrambi dichiarati all’epoca scomparsi in azione, come l’aereo che pilotavano.

Ma la fine di quel velivolo mai trovato – almeno fino a oggi – passò davanti agli occhi di alcuni testimoni: Mario Stefani, allora ragazzo, recentemente scomparso, e Nelly Tazzioli, oggi 90 enne.

 

A distanza di 72 anni sono stati proprio il figlio di Mario, Riccardo Stefani, con la storia nel cuore (è il regista, insieme a Sabrina Guigli, del celebre film sulla strage di Monchio ‘Sopra le nuvole’), e il cugino Piergiorgio Stefani, a ritrovare i resti dell’aereo caduto e dei piloti.

Una scoperta straordinaria avvenuta proprio in questi giorni. I due cugini, volontari dell’associazione ‘Appennino 44’, erano da tempo sulle tracce dell’aereo.

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«In questi anni la storia dell’aereo era rimasta nel silenzio – racconta Riccardo -. Mio padre mi ha raccontato tante volte di quando fu abbattuto, quella notte del ’44 piena di stelle cadenti. Ma credeva che non saremmo mai riusciti a trovarlo».
Così, durante alcune spedizioni, i due sono incappati nel relitto (quel che ne resta oggi), in mezzo al quale erano presenti ancora resti umani, appartenenti ai due aviatori.
Riccardo e Piergiorgio hanno segnalato il ritrovamento ai carabinieri di Frassinoro e al sindaco Elio Pierazzi.

Sono stati poi i militari a recuperare i resti umani, ora in medicina legale.

«Confidiamo nella collaborazione di abitanti e autorità per altre ricerche – dicono i due cugini –. Ringraziamo chi ci ha aiutato Mario Stefani, Nelly Tazzioli, Giuliano e Giuseppe Gigli, i carabinieri, la Procura di Modena, Elio Pierazzi, Gianluca Mazzanti, Riccardo Franceschetti, Daniele Cagrandi, Candido Fontanini, Davide Ghini, Carlo Asti, Michele Becchi».

Milena Vanoni

Fonte: www.ilrestodelcarlino.it/


5 Agosto 2016

Una lettrice: «Sono esterrefatta, ho visto una scia molto luminosa che alla fine è letteralmente esplosa»

di Maurizio Troccoli

Sono passate le 19 da poco più di mezz’ora, lunedì, quando sui cieli di Perugia si avverte il primo rombo assordante. E’ quello tipico di un aereo che, pur non volando a bassissima quota, dal forte rumore sembra sfiorare il tetto delle abitazioni.

NIGHTFLYING2

La ricostruzione. Il cielo è nuvoloso e non è possibile a occhio nudo individuare l’aereo, bisogna accontentarsi di percepirlo attraverso il fragore del suo motore.

Quel suono sembra essere circolare, ovvero sembra allontanarsi per poi riavvicinarsi e scomparire.

E’ avvertito nella zona prossima all’aeroporto di Perugia e non ha il suono tipico degli aerei civili.

Senza essere esperti è facile il collegamento con gli aerei militari. Nulla di strano tuttavia se tutto finisse qui.

Ma quel fragore, dopo pochissimi minuti, uno, forse due, ritorna a farsi sentire.

Quell’aereo sembra ritornare a volare, nella stessa traiettoria precedente, con lo stesso rumore, sempre in maniera circolare, sparendo e ricomparendo.

Chissà che non fosse lo stesso di prima.

I particolari.
Non passano troppi minuti ed ecco ripetersi il rombo assordante.

Per la terza, la quarta, la quinta e poi tante altre volte ancora, fino a circa le 22, poco più, poco meno.
E’ un ripetersi continuo di quel fragore.
Chissà in quanti l’avranno avvertito, in quanti si saranno anche preoccupati di cosa stesse accadendo.
Chissà in quanti si saranno chiesti se si trattasse di un solo aereo, magari in esercitazione o più aerei, uno dietro l’altro, con lo stesso identico suono che dura un identico intervallo di tempo.

Alla mail della redazione di Umbria 24 una lettrice, Monica Rizza, scrive:

«Salve, ero in terrazza, erano circa le 22:15 e improvvisamente ho visto una scia in cielo, molto luminosa che alla fine della traiettoria è letteralmente esplosa…booom!!!
Sono ancora esterrefatta, mai visto nulla di simile, stelle cadenti si, ma questa è proprio esplosa.
Avete avuto altre segnalazioni??? Grazie».

E’ l’unica segnalazione di questa natura giunta alla nostra redazione che pur non trovando riscontro a quanto segnalato dalla lettrice ha però trovato risposte al continuo ‘rombare’ di motori di aerei.

Fonti vicine all’aviazione hanno confermato che sui cieli di Perugia, lunedì sera c’è stata una esercitazione di aerei militari.

Mauro Casciari. Il noto giornalista delle Iene, Mauro Casciari, che abita nei pressi dell’Aeroporto San Francesco d’Assisi, sul suo profilo Facebook ha scritto: «Ieri sera sono andato a correre dalle 20:50 alle 21:50 intorno a casa mia fino all’Aeroporto di Perugia Sant’Egidio e ritorno, come tante altre volte.

Nonostante la musica sentivo un aeroplano sopra la testa ma non lo vedevo.
La cosa strana era che, a differenza del solito, il rumore è continuato per tutto il tempo.
Ed era sempre forte, visto che lo sentivo con le cuffie. Non c’erano nuvole e il rumore era di una velocità non supersonica…
La cosa mi ha inquietato non poco: ormai, vivendo vicino all’Aeroporto, riesco a vedere e prevedere rotte, modelli e rumori dei pochi aerei che circolano nello scalo.
Ma ieri sera, al buio, sentivo questa cosa sopra la testa senza vedere alcunché.

Sono l’unico?»

Ecco alcune risposte…

Anche in zona Santa Maria Rossa ho sentito la stessa cosa, come se ripassasse continuamente.

Raid USA a Sirte. Credo che sia questo il motivo. Aerei militari probabilmente diretti agli Aeroporti Militari della Sicilia immagino, magari provenienti da Aviano.
NIGHTFLYING
Ho guardato le tracce dei voli su ‪flightradar24.comma qui ovviamente c’è solo il traffico civile mica quello militare.

E il traffico di aerei di linea era assolutamente normale.
Anche nella nostra zona, stavamo cenando fuori e ho notato questa cosa….

L’ho sentito. Rumore continuativo per più di un ora.
Anche io l’ho notato… ero in casa, con le finestre aperte e avevo la televisione accesa… ho alzato tanto il volume rispetto al solito (Papiano)

Lo abbiamo sentito anche noi, zona Mantignana
Oltre 10, son passati sopra casa nostra

Tranquilli non ci bombardano!! Lavoro a poche decine di metri dall’Aeroporto e tutto quello che avete sentito questa notte, a volte c è di giorno.
Molte esercitazioni vengono effettuate nei nostri cieli.
Anche noi da Pretola li abbiamo sentiti a lungo tanto è vero che ho detto a Mimmo “ma che sono tutti questi aerei stasera?”

C’era una esercitazione Mauro, credo che siano stati una decina perchè io ero a Bevagna e se ne sentivano diversi, all’inizio abbiamo pensato ai tuoni, ma poi il rumore continuo….ricordo che gran parte dell’Umbria (Foligno, Spoleto, Colfiorito) è corridoio aereo di esercitazioni a bassa quota per i caccia…

FONTE:www.umbria24.it/


7 Febbraio 2014

"Ustica, solo aerei Nato in volo la notte della strage"

Il maresciallo che seguiva il traffico rompe il silenzio: ecco cosa accadde. C’erano solo velivoli “friendly” e un missile può essere lanciato anche da una nave

CAGLIARI – Tra i grandi misteri d’Italia, quello di Ustica è il più tormentato e affollato di bugie. Cosa davvero successe la notte del 27 giugno 1980 lo sanno in molti, ma tengono le bocche cucite o raccontano fandonie. C’è di mezzo la Nato, tante ragioni di Stato e ci sono le 81 vittime che viaggiavano a bordo di un DC-9 dell’Itavia.

Il maresciallo Mario Sardu, 62 anni, quella notte era il responsabile del 35esimo GRAM di Marsala, sede del centro militare di controllo radar, nome in codice “Moro”. Oggi è pensionato. Ed è arrabbiato con l’Aeronautica per problemi legati a scatti di carriera e ad avanzamenti di grado che non gli sono stati concessi. Ha fatto ricorso al Tar, ma è stato respinto. Stessa sorte col Consiglio di Stato. Ha scritto a Napolitano e al ministro della Difesa. Nessuno gli ha risposto.

Per 33 anni non ha mai rilasciato un’intervista. Questa è la prima. Ed è destinata a riaccendere polemiche. Perché il maresciallo spiega come il wargame Synadex, l’esercitazione simulata, non sia mai stata sospesa. Semplicemente perché non andò mai in esecuzione. Ai giudici, invece, i radaristi avevano detto che era stata “attivata”. E conferma l’ipotesi che ad abbattere il DC-9 non sia stato un aereo “nemico”.

“In quel momento, qualche minuto prima della caduta dell’aereo, tutto il traffico era friendly. Il settore (Martina Franca) ci disse non seguiteli più. Volevano che seguissimo le tracce in penetrazione (quella degli aerei non appartenenti alla Nato, ndr), perché quelle che avevamo identificato erano tutti amici. Quando facevamo l’esercitazione, cosa che accadeva almeno una volta alla settimana, si metteva il nastro Synadex di simulazione di guerra. L’operatore EM Ior era Tozio Sossio. Il simulato partiva alle 9, ma per 20-25 minuti lui non riuscì a mettere la scheda. Poi il settore ci disse “ripassiamo in reale”. Ma nel frattempo l’aereo era già caduto”.

Quindi non siete mai stati in simulato? La Synadex doveva attivarsi alle ore 19 Zulu, cioè alle 21 locali. Alle 21 e 13, quando avete dato lo “stop” non eravate ancora partiti, è così?
“Esatto! Non siamo neanche entrati in simulato. Queste cose le hanno prese tutte sottogamba, non le hanno mai considerate…”.

Perché non l’ha mai detto prima?
“Non ce l’hanno mai chiesto! Salvatore Loi era all’identificazione e girava la manopola su sim o su reale. Ma su reale non poteva più vedere il DC-9 perché era già caduto”.

Alle 20 e 59, per essere precisi. E voi stavate preparando la Synadex…
“Esattamente. Quando ci preparammo a passare in simulato gli aerei erano tutti identificati. Tutti amici. Noi eravamo della Difesa, non del traffico aereo. Dovevamo guardare dalla Libia, dalla Tunisia, dai paesi ostili… purtroppo non seguimmo più la traccia del Dc-9 per seguire il simulato”.

Ma il sergente Luciano Carico disse che sul sistema fonetico manuale aveva seguita la traccia del Dc-9 e l’aveva vista scomparire dal monitor.
“Quello che ha detto Carico non importa. Quando ci ha chiamato il giudice Borsellino a Marsala, lui e il tenente Avio Giordano, che non erano mai andati a Roma a deporre, parlavano tra di loro in corridoio e io dissi: ‘Signori miei, stiamo attenti perché voi alle consolle non c’eravate, c’eravamo io e Loi che abbiamo già deposto a Roma'”.

Lei questa cosa la fece presente durante il confronto?
“Certo, e il giudice istruttore Vittorio Bucarelli mi minacciò, disse che alzavo troppo la voce e che i carabinieri erano fuori, pronti a portarmi via…”.

Quindi l’aereo, da 26mila piedi, passò a zero. Colpito da un missile, secondo i giudici…
“D’accordo, ma il missile chi l’ha lanciato?”.

È quello che le chiediamo, era lei in servizio la sera della strage.
“Secondo lei chi può essere stato, se quella sera gli altri aerei erano tutti amici? Non certo un nemico…”.

Gli aerei militari erano marcati con lo strap, l’etichetta di colore rosso, avevano comunque un’autorizzazione di volo…
“Sissignore. Gli aerei non autorizzati invece, come quelli provenienti dalla Libia, venivano marcati zombi ed erano in giallo, perché considerati non alleati. Li tenevamo d’occhio, mentre gli aerei amici non li guardavamo neanche”.

C’erano aerei, in quella zona, la sera del 27 giugno 1980?
“Come dissi all’epoca, un caccia, un aereo militare, è piccolo, a differenza di un aereo civile. Se non si accendono i codici, i famosi IFF/SIF, rischi di non vederlo. Più basso vola, meno possibilità ha di esser visto dal radar. I militari dovevano accendere tutti e tre i codici IFF/SIF 1,2,3; mentre gli aerei civili solo il 3. Se sono friendly, volo basso e non accendo i codici, non vengo visto dal radar. E poi, non sono solo i caccia a lanciare i missili, ma anche
le navi… quindi non dirò che non c’erano altri velivoli. C’erano eccome, ma erano tutti friendly”.

Facciamo un’ipotesi. Se caccia francesi Mirage, in formazione, partivano da Solenzara, in Corsica e volavano bassi, quante probabilità avevate di vederli?
“Se volavano bassi noi non li vedevamo! Avrebbero consumato il doppio del carburante… come fece quel Mig precipitato in Calabria, ma loro, i francesi, sarebbero potuti rientrare alla base: avrebbero avuto abbastanza autonomia. I libici, no. Poi c’erano gli americani. Quelli di Sigonella o quelli stanziati a Cagliari quando andavano verso la Tunisia o il Marocco, per fare attività anti-sommergibile, volavano bassi e non li vedevamo. Al ritorno, però, si alzavano, volavano più in alto per consumare meno carburante, e a quel punto ci apparivano sul radar. Spesso facevamo decollare i nostri F-104 da Trapani Birgi. Al che loro, sentendo che partivano gli intercettatori, accendevano finalmente i codici. Furbi, gli americani, li accendevano solo all’ultimo…”.

E le portaerei?
“Quelle americane che navigavano in mezzo al Mediterraneo ovviamente non le potevamo vedere, se da quelle si alzava in volo uno solo o più velivoli non potevamo saperlo, valeva sempre la storia dell’1+. Erano libere di scorrazzare. Ci avvertivano soltanto dell’eventuale presenza di sommergibili russi. La portaerei di Napoli, però, dubito avesse i radar. Noi eravamo nel pallone, ma non avevamo i radar spenti… “.

Che sfortuna, proprio in quei quaranta minuti…
“Gheddafi si salvò nell’86 un giorno che il radar di Marsala era in avaria e il radar di Siracusa in manutenzione, o viceversa, non ricordo bene. Nell’85 aerei israeliani rasero al suolo la caserma dove si diceva fosse Arafat, lo mancarono d’un soffio. Ora, gli israeliani andarono e tornarono indisturbati, proprio in quel momento in cui non potevamo vederli. Qualcosa dovevano sapere. Guarda caso agirono quando entrambi i radar erano in avaria… “.

Fonte:www.repubblica.it


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