O’Leary

9 Novembre 2016

L’istrionico numero uno della compagnia irlandese lancia la “caccia” al suo assistente: sul sito del vettore, alla pagina di ricerca di personale, si parla del “peggior lavoro del mondo

di LUCIO CILLIS

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ROMA – L’offerta di posti di lavoro scarseggia, è vero. Ma anche se fosse una proposta seria quella dell’istrionico numero uno di Ryanair, Michael O’Leary – noto per le sue trovate e gag pubblicitarie – non troverebbe molte persone disposte ad accettare.

Ecco l’ultima di Michael: sul sito della compagnia è apparso improvvisamente il seguente annuncio: “E’ il peggior lavoro del mondo? Cercasi assistente all’incompreso ma amato Ceo di Ryanair“.

E quali caratteristiche dovrà possedere il candidato/a ideale? Oltre alle ovvie capacità di analisi e comprensione di finanza ed economia, dovrà avere la “pelle dura, la pazienza di un santo, una naturale avversione alle sciocchezze, una collezione di filastrocche e racconti per bambini, oltre alla capacità di restare operativi senza dormire o in assenza di contatti col mondo“.

Ma come se già tutte queste “caratteristiche” non fossero abbastanza difficili da scovare in un candidato, “tutti gli amanti delle biciclette, i fans dei Dubs (squadra di calcio gaelico), quelli del Manchester United (calcio) non solo saranno esclusi dalla selezione ma verranno torturati” e anche peggio, pare.

Insomma, una simpatica trovata per attirare l’attenzione. Solo pubblicità? Forse. Ma è probabile che proprio queste “simpatiche” uscite, compresa l’ultima che in queste ore sta facendo il giro del web, costringano il manager irlandese a cercare con una certa frequenza la o il proprio braccio destro.

In ogni caso i tempi sono stretti.

L’assistente dovrà inviare il proprio curriculum all’indirizzo mcmahonn@ryanair.com entro venerdì 18 novembre.

Fonte: www.repubblica.it/



Contributi a Ryanair, indaga la Ue

VERONA — Ryanair nel mirino della Commissione europea, il ministro Corrado Passera che si accinge a presentare ai colleghi il nuovo piano aeroportuale nazionale (con Verona e Brescia considerati scali non «strategici», ma comunque utili al Paese), e il presidente della Provincia di Brescia, Daniele Molgora, che dichiara che in futuro «tutto il traffico cargo di Bergamo sarà trasferito a Brescia». Tante novità per quanto riguarda il traffico aereo, a testimonianza del fatto che il settore vive una fase di rapidi cambiamenti e Verona può cercare di sfruttarli per accrescere la propria offerta commerciale e risanare i conti della società Valerio Catullo, oggi disastrosi.

Il contratto Ryanair La notizia del giorno arriva dal settimanale Panorama, che rivela che lo scorso 8 agosto, la Commissione europea ha aperto un’istruttoria sul «presunto contributo di 7 milioni di euro all’anno», concesso a Ryanair dalla Catullo come «premio» per portare i propri voli sullo scalo scaligero. L’iniziativa potrebbe portare a breve all’apertura di un’indagine per «aiuti di stato illegittimi». L’indagine non è la prima del suo genere: già nel 2007 la Commissione aveva avviato un’istruttoria sui presunti aiuti irregolari dati alla Ryanair dalla Sogeaal, la società che controlla l’aeroporto di Alghero. Sotto la lente dei funzionari di Bruxelles sono finiti 43 milioni pagati dalla Regione Sardegna a Ryanair a partire dal 2001. Ora, rispetto al caso di Verona, si tratta di capire quale sarà l’orientamento della Commissione: l’apertura dell’istruttoria era infatti qualcosa di scontato, dopo la denuncia presentata da Meridiana- Air Italy contro il contratto che dà alla compagnia low cost una sovvenzione tanto generosa. La società di gestione dello scalo veronese (dopo il rinnovo dei vertici un anno fa e l’affidamento della presidenza a Paolo Arena) contesta l’eccessiva onerosità del contratto, e un intervento della Commissione che sanzionasse la pratica dei contributi alle low cost, potrebbe tornare utile ai fini della rinegoziazione dello stesso.

Verona scalo prioritario Se il lavoro della Commissione europea incrocia le vicende del Catullo, altrettanto importante è capire l’orientamento del governo verso i due scali collocati in prossimità delle sponde del Garda. Sembra che domani il ministro Passera illustrerà in consiglio dei ministri il piano aeroportuale nazionale elaborato assieme ad Enac, allo scopo di ridurre l’eccessivo numero di aeroporti italiani: nella Penisola oggi se ne contano una sessantina. La buona notizia è che sia Verona sia Brescia hanno un ruolo ben preciso, quindi da parte del governo non arriverà la decisione di chiuderli o di far ricadere sugli enti locali gli eventuali oneri di gestione. La «cattiva » è che il Catullo non rientra tra gli scali «strategici», chiamati a sviluppare il traffico nazionale, ma solo tra quelli «prioritari», cha hanno cioè una loro ragion d’essere ma confinata in ambito locale. Questa classificazione non ha ricadute concrete (chi decide il destino commerciale di un aeroporto è il mercato, perché il governo non può imporre scelte alle compagnie aeree), ma certo non fa piacere vedere che lo scalo di Verona si trova circondato da aeroporti di «categoria » superiore: a est Venezia, che è uno dei tre scali «internazionali » assieme a Fiumicino e Malpensa, e attorno tre aeroporti «strategici» (Linate, Bergamo e Bologna).

Cargo a Brescia Il presidente della Provincia di Brescia, Daniele Molgora, ha dichiarato nei giorni scorsi che non solo a Brescia arriveranno voli cargo (notizia attesa da tempo), ma addirittura che «tutto il traffico cargo di Bergamo» passerà a Montichiari. La ragione è che Orio al Serio, coi suoi 9 milioni di viaggiatori low cost, è già al limite delle proprie possibilità. L’eventualità sarebbe molto positiva ma prima di festeggiare è meglio vedere gli aerei.

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Ryanair, Ue indaga su aiuti italiani

 

Roma – Un presunto contributo di 7 milioni di euro all’anno concesso a Ryanair dalla società Valerio Catullo che gestisce l’aeroporto di Verona. È l’oggetto di un’istruttoria aperta l’8 agosto scorso dalla Commissione europea di cui scrive Panorama in un’inchiesta «sui sostegni occulti degli scali italiani alla compagnia irlandese», e che potrebbe portare a breve all’apertura di un’indagine per aiuti di Stato illegittimi.

Il settimanale scrive anche che «la Commissione, dal 27 giugno, ha allargato l’ambito di un’altra indagine avviata nel 2007 sui presunti aiuti irregolari dati alla Ryanair dalla Sogeaal, la società che controlla l’aeroporto di Alghero. Adesso sotto la lente di Bruxelles ci sono 43 milioni che sarebbero finiti alla compagnia guidata da Michael ÒLeary dal 2001: soldi pagati dalla Regione Sardegna, azionista unico della Sogeaal». Panorama spiega anche «il meccanismo attraverso il quale la low cost irlandese ottiene le sovvenzioni: accordi commerciali con le società di gestione degli aeroporti, quasi sempre controllate da enti pubblici. In cambio di una quota per passeggero trasportato, la compagnia si impegna a pubblicizzare lo scalo. In molti casi, come nell’aeroporto di Verona, Ryanair beneficerebbe anche di sconti sui servizi di terra e dell’esenzione delle addizionali comunali per un contributo totale di quasi 25 euro a passeggero».

Agli inizi di agosto, Meridiana Fly-Air Italy aveva fatto ricorso alla Ue contro l’aeroporto di Verona e contro Ryanair per concorrenza sleale da parte di Ryanair proprio grazie al contratto con l’aeroporto veronese. «Totale sostegno» all’iniziativa di Meridiana-Air Italy contro «gli aiuti di stato a Ryanair» era stata espressa da Assaereo (Associazione confindustriale delle Compagnie aeree), che contestava «l’incredibile vantaggio competitivo di cui gode il vettore irlandese per l’esenzione dalle addizionali comunali, prezzi stracciati per i servizi di assistenza a terra e contributi commerciali per ciascun passeggero trasportato».

Agevolazioni «finanziate da enti pubblici azionisti delle società di gestione e quindi, in ultima istanza, dai cittadini contribuenti», «per attività di un singolo operatore irlandese» che peraltro «non applica le leggi italiane in materia fiscale, contributiva (in Irlanda è del 12% mentre in Italia è del 37%), previdenziale, e le norme comunitarie a tutela dei diritti dei passeggeri», rilevava Assaereo. Così costringe altre compagnie a cessare le operazioni. L’ispettorato del lavoro di Bergamo, ricordava l’associazione confindustriale, «ha già contestato a Ryanair una evasione contributiva di 12 milioni di euro e sono in corso accertamenti della Guardia di Finanza per un’evasione fiscale dal 2005, stimata in circa 500 milioni di euro».

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Ryanair e i guai del low cost:
dagli aiuti vietati all’evasione fiscale

La compagnia irlandese è sotto gli occhi di Bruxelles e della Guardia di finanza. Sotto accusa per concorrenza sleale e contratti di lavoro speciali per evadere la tasse. Adesso l’Ue sta indagando su presunti aiuti di Stato che l’azienda di O’Leary avrebbe ricevuto per tenere in piedi alcune tratte magari poco redditizie

MILANO – Non è un buon momento per le compagnie di volo low-cost. Il traffico sui cieli è per la prima volta in diminuzione e l’effetto novità del viaggiare con l’areo a prezzi stracciati sembra svanito. Ma per la Ryanair (che nel periodo dicembre 2011-12 ha perso in Italia il 5 per cento), la compagnia irlandese tra i leader nei voli a basso costo, le difficoltà sono anche altrove.

GLI AIUTI CONTESTATI – Prima è arrivata l’accusa di evasione fiscale e contributiva, ora ci si è messa anche la Commissione europea che sta indagando su presunti aiuti di Stato che l’azienda di Michael O’Leary avrebbe ricevuto per tenere in piedi alcune tratte magari poco redditizie. Dal 2001, sono 43 i milioni versati dall’aeroporto di Alghero, mentre sono 12 i milioni di euro all’anno che la regione Puglia paga alla Ryanair per le campagne pubblicitarie dedicate agli scali di Bari e di Brindisi. Aiuti che sono vietati dai regolamenti europei. Anche per questo fu decisa la vendita di Alitalia che non poteva più essere tenuta in piedi dai soldi dei contribuenti italiani. La Commissione europea indaga anche su 7 milioni di euro che sarebbero arrivati dall’aeroporto di Verona, secondo una denuncia della Meridiana, depositata sui tavoli di Bruxelles il 19 luglio: l’8 agosto è stata poi aperta un’istruttoria preliminare.

25 EURO A PASSEGGERO – I 22 scali italiani, sostengono le compagnie concorrenti di Ryanair, versano sostanziosi contributi nelle casse della compagnia irlandese. C’è una quota che viene versata dallo scalo per ogni passeggero in cambio della pubblicità dello scalo stesso sui banner del sito Ryanair. Il dossier aperto dalla Commissione è però solo uno dei problemi della compagnia low cost più famosa in Italia. Oltre alla probabile concorrenza sleale denunciata da Airone per la Sardegna, la Guardia di finanza sta investigando su una presunta evasione fiscale di mezzo miliardo di euro. A Bergamo, invece, l’ispettorato del lavoro contesta un’evasione di 12 milioni di euro: i dipendenti, pur con base in Italia, hanno contratti di lavoro irlandesi, con aliquote più basse rispetto a un contratto italiano. Secondo un’inchiesta di Panorama, la media dell’obolo versato dall’aeroporto per passeggero è di dieci euro, mentre l’aeroporto di Verona avrebbe versato 25 euro per ogni passeggero Ryanair.

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Ryanair molla tutto? Paura ad Alghero

Dopo le ultime notizie sull’allargamento dell’inchiesta svolta dalla Commissione Ue, grande apprensione in aeroporto

ALGHERO. Sono davvero «aiuti di Stato» quei soldi che la Regione, attraverso la Sogeaal, di sua proprietà, ha dato a Ryanair in forma di contributi co-marketing? Una domanda da almeno 42,5 milioni di euro (tanto sarebbe complessivamente il denaro versato tra il 2000 e il 2010). Alla quale molto presto dovranno dare risposta gli ispettori della Commissione europea, che a partire dal 27 giugno scorso ha allargato l’ambito di un’altra indagine avviata cinque anni fa sempre sui presunti sostegni irregolari concessi alla compagnia aerea irlandese dalla società che gestisce l’aeroporto di Alghero. La questione, dunque, non è proprio nuovissima. Ma ora a riportarla prepotentemente alla ribalta è un’inchiesta contenuta sull’ultimo numero del settimanale Panorama, in edicola da oggi, nella quale si racconta che aria tira nei cieli italiani. Ed è, manco a dirlo, aria di crisi profonda.

La colpa? Stando ai concorrenti della più importante compagnia low cost al mondo – gli stessi che ripetutamente fanno appello all’Unione europea – sarebbe da ricercarsi nelle norme poco chiare che regolano il mercato nazionale dei voli, ma anche (per non dire: soprattutto) nelle sproporzionate agevolazioni che l’azienda fondata nel 1985 dall’uomo d’affari Tony Ryan riesce a ottenere rispetto ai suoi competitor.

I vettori italiani accusano Ryanair di concorrenza sleale. E vanno a lamentarsi a Bruxelles.

Ma come si comporterebbe Ryanair se le venissero improvvisamente a mancare i sostegni da Sogeaal? Proprio come aveva fatto nel corso di una sua recente visita nello scalo di Fertilia, Michael Cawley, numero due della compagnia irlandese, risponde che «se continueranno a infierire saremo costretti a ridurre drasticamente la nostra presenza ad Alghero». Parole sufficienti a generare il panico nella Riviera del corallo.

Fonte:http://corrieredelveneto.corriere.it \www.ilsecoloxix.it  \http://www.ilvostro.it  \http://lanuovasardegna.gelocal.it


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