Pil


Una gestione unitaria dei cieli Ue solcati dagli aerei porterebbe a un miglioramento del controllo del traffico, grazie al quale il Pil del Vecchio continente potrebbe crescere di 240 miliardi di euro al 2035, risparmiando 8 minuti per ogni volo e altri 4 per i ritardi negli scali

cielun

ROMA – Bella l’Europa. Ed è un piacere volarci sopra. Anche se i tempi sono ancora troppo lunghi rispetto al dovuto e i costi siano davvero alti. La Iata, associazione delle compagnie aeree, in un report appena pubblicato mette nudo tutte le inefficienze e le potenzialità del trasporto aereo nel Vecchio continente.

Si scopre, nel leggere lo studio molto dettagliato, che ogni volo in media “allunga il tragitto” di almeno 50 chilometri rispetto alla tratta, oltre a costare ancora troppo ai passeggeri e a durare 10 minuti in più da scalo a scalo.

Tutti nodi che potrebbero essere risolti mettendo a fuoco, una volta per tutte, le difficoltà della gestione del traffico aereo oggi coordinate da ben 38 autorità nazionali contro – ad esempio – l’unica presente in territorio degli Stati Uniti che riesce a veicolare in maniera molto più fluida i transiti dei velivoli sul territorio Usa.

Queste inefficienze, quindi costano molto alla collettività.

Basterebbe da qui ai prossimi 20 anni mettere a punto delle riforme concrete per poter recuperare e immettere nel motore dell’economia europea circa 245 miliardi di euro di Prodotto interno lordo oltre a distribuire tra i vari Paesi Ue un milione di posti di lavoro.

Oggi il settore contribuisce per 860 miliardi di dollari al Pil continentale sostenendo il lavoro di 11,7 milioni di europei che lavorano più o meno direttamente al mantenere in volo o far decollare e atterrare gli aerei.

Cosa non va quindi? I voli in media sono più lunghi di 50 chilometri rispetto a quanto necessario a causa di cambi di tragitto o corridoi di volo (militari) off limits al traffico civile.

E ogni collegamento da punto a punto – anche per questo – accumula 10-12 minuti di ritardo. Questi fattori già da soli impattano negativamente sull’economia e sull’ambiente.

La soluzione è già scritta ma va applicata superando le resistenze dei singoli Stati che non vogliono mollare la presa sul traffico aereo: e si chiama “Cielo unico europeo” o Single European Sky (Ses). Un progetto che potrebbe da solo migliorare di dieci volte la sicurezza, riducendo del 10% l’impatto sull’ambiente e tagliando i costi complessivi del 50%. La modernizzazione del settore potrebbe migliorare anche l’indotto del sistema aereo, come hotel e industria del turismo.
Che potrebbero crescere di un ulteriore 1,3%. “Non soltanto le compagnie soffrono di queste inefficienze ma anche i passeggeri e l’ambiente” dice Tony Tyler, numero uno in uscita della Iata che a breve verrà sostituito da Alexandre de Juniac ceo di Air France Klm.

Fonte:www.repubblica.it/


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