pilota

30 Novembre 2013

Incidente sul Circuito del Sagittario nel giorno del ricordo di Simoncelli. Aperta un’inchiesta, sequestrate le moto. Domani si corre lo stesso!

Non ce l’ha fatta Doriano Romboni, il pilota di 45 anni, ricoverato in gravissime condizioni dopo un incidente durante le prove per il Sic day, la manifestazione che ricorda Marco Simoncelli. L’incidente è avvenuto al circuito del Sagittario sulla Pontina a Latina. Romboni, ex pilota di Motomondiale, classe 250, era stato ricoverato in rianimazione all’ospedale “Santa Maria Goretti” di Latina, dov’è stato trasportato in condizioni disperate dall’eliambulanza dell’Ares 118.

Secondo la prima ricostruzione dell’incidente Romboni ha preso una curva troppo “larga” ed è scivolato dalla moto, finendo sull’erba e quindi dall’altra parte della pista dove è stato travolto dalla moto di Gianluca Viziello che stava svolgendo le prove. Il pilota che sopraggiungeva non è riuscito a evitare l’impatto.

Immediati i soccorsi, le condizioni di Romboni sono parse subito molto serie e i sanitari lo hanno “intubato” già sul circuito, prima del trasferimento in ospedale.

Domani, intanto, si correrà ugualmente. E’ stato deciso dopo una concitata riunione. “L’organizzazione del Sic Supermoto Day insieme alla maggioranza dei piloti e con l’accettazione da parte di Paolo Simoncelli hanno deciso che l’evento non verrà annullato – si legge in una nota diffusa in serata – parte della somma ricavata andrà alla famiglia di Romboni, che è l’urgenza più importante del momento, sapendo che Doriano ha 3 figli. Questo è l’unico motivo che ci spinge ad andare avanti”.

Sull’incidente è stata aperta un’inchiesta, seguita dal sostituto procuratore Raffaella Falcione. I carabinieri del comando provinciale di Latina hanno sequestrato le due moto coinvolte nell’incidente e stanno valutando anche le misure di sicurezza del circuito. Ascoltati anche i primi testimoni dell’incidente.

L’APPRODONDIMENTO DE

“IL MESSAGGERO”

Ancora un lutto nel mondo del motociclismo. A perdere la vita in un drammatico incidente sulla pista di Latina, durante le prove del Sic Supermoto, gara intitolata a Marco Simoncelli, è stato Doriano Romboni, che l’8 dicembre avrebbe compiuto 45 anni.Sulla stessa pista nel 2004 anche Max Biaggi ebbe un incidente procurandosi la frattura al malleolo.

Romboni ha corso nel Motomondiale (l’esordio nel 1989 nella classe 125) vincendo sei gare, la prima nel 1990 in Germania. Per il pilota ligure 22 i podi e una sola pole position in 102 gran premi disputati. Nel 1999 partecipò fino al 2004 al campionato mondiale Superbike disputando in totale 12 gare senza raggiungere mai il podio. Nel 2003 dopo uno stop di tre anni, tornò alle corse con il team Giesse Racing nel campionato italiano Superbike, nel 2004 con lo stesso team oltre al campionato italiano prese parte anche a due prove del mondiale, sempre Superbike.

Prima della tragedie di Romboni l’estate scorsa morì sul circuito di Mosca, durante una gara del mondiale Supersport, Andrea Antonelli. Lo sfortunato 25enne pilota di Castiglione del Lago cadde sulla pista resa scivolosa dalla pioggia e fu violentemente urtato da un altro pilota italiano, Lorenzo Zanetti. Tra metà giugno e fine agosto Misano, la pista dedicata a Simoncelli fu teatro di altri due drammatici incidenti, per fortuna non mortali ma con conseguenze molto gravi. Nel primo fu coinvolta Alessia Polita, che per poi è rimasta paralizzata. Nel secondo invece Eddi La Marra, pilota Superstock e fidanzato della Polita, che se la cavò con un forte trauma cranico che gli fece perdere conoscenza per alcuni istanti.

Proprio Simoncelli morì il 23 ottobre 2011 sulla pista di Sepang in Malaysia. Il Sic morì dopo una scivolata in curva a 200 orari, cercò anche lui di restare aggrappato alla sua moto imprimendo una strana traiettoria, non accorgendosi del sopraggiungere veloce di Colin Edwards e Valentino Rossi. In entrambi i casi impatto violentissimo e inevitabile. Un incidente simile a quelli di Antonelli e Simoncelli era accaduto anche il 5 settembre 2010, sempre a Misano. Nella gara di Moto2, il 19enne giapponese Shoya Tomizawa cadde in curva, e venne anch’egli investito da due delle moto che lo seguono a distanza quasi ravvicinata a quasi 200 all’ora.

Poco più di dieci anni fa (il 6 aprile del 2003) la tragedia del giapponese Daijiro Kato, grande promessa della Motogp. Faceva parte del team Gresini, lo stesso di Simoncelli. L’incidente avvenne sulla pista giapponese di Suzuka: Kato perse il controllo della sua moto e si schiantò violentemente contro un muretto di protezione lungo i bordi della pista, riportando ferite gravissime, e morì qualche giorno dopo in ospedale, senza mai riprendere conoscenza.

Risale, invece, a quaranta anni fa (20 maggio 1973) la tragedia di Renzo Pasolini e Jarno Saarinen. Fu proprio l’italiano a cadere per primo durante il Gp delle Nazioni (classe 250) sul circuito di Monza, coinvolgendo altri piloti nella caduta.

Fonte:www.ilmessaggero.it


17 Novembre 2013

L’aereo era in atterraggio a Kazan: è esploso all’impatto. Tra le vittime il figlio del governatore del Tatarstan

Un Boeing che volava sulle tratte nazionali russe si è schiantato in fase di atterraggio a Kazan, capitale del Tatarstan. Le 50 persone a bordo, 44 passeggeri e 6 membri dell’equipaggio, sono morte. Lo riferiscono le agenzie Ria Novosti e Itar-Tass citando l’Agenzia per il Trasporto federale di Mosca. Fonti del ministero per le Emergenze indicherebbero invece le vittime in 52, con 50 corpi già ritrovati. Tra questi ci sono anche, secondo la lista delle vittime Irek Minnikhanov, il figlio 24enne del governatore del Tatarstan, Rustam Minnikhanov, e il responsabile dei servizi di sicurezza dello Stato. Non risultano, invece, ancora recuperate le scatole nere.

ESPLOSIONE – L’aereo, un 737 della compagnia Tatarstan, volo U9 363, era in rotta dall’aeroporto di Mosca Domodedovo a Kazan, 700 km a est della capitale. Lo schianto è avvenuto al momento dell’atterraggio, alle 19.25 locali – le 16.25 italiane. Dopo l’impatto è avvenuta anche un’esplosione. Secondo fonti locali l’incidente si sarebbe verificato mentre il pilota tentava un richiamo, il terzo, per riprendere quota. Le fiamme sono state spente un’ora dopo l’impatto.

GUARDA VIDEO

 http://video.corriere.it/russia-incidente-aereo-prime-immagini-disastro/328b9ec0-4fc2-11e3-bcac-1da7283cab64

ERRORE UMANO – Fonti dei servizi d’emergenza, citati dall’agenzia Interfax, parlano di un probabile errore dei piloti durante l’avvicinamento, anche se non escludono nemmeno un guasto tecnico. Il muso dell’aereo avrebbe comunque toccato terra al momento e, successivamente, sarebbero esplosi i serbatoi. L’agenzia meteo di Kazan ha precisato che al momento dell’incidente si registravano scarse precipitazioni, che la temperatura era sopra lo zero, che il vento era inferiore ai 30 km/h e che nella zona dell’aeroporto la visibilità era di circa 5 km. Un’inchiesta per «violazione delle regole si sicurezza aerea» è stata immediatamente avviata.

LA STORIA E IL PRECEDENTE – Il velivolo – costruito nel 1990- era identificato con la registrazione VQ-BBN. Comprato prima dalla francese Euralair Horizons, era entrato nella flottiglia di Air France. Ceduto nel 1995 alla Uganda Airlines, era poi stato utilizzato tra il 2000 e il 2005 da una compagnia brasiliana, la Rio Sul, da lì ceduto alla rumena Blue Air e passato nel 2008 alla Bulgaria Air. La compagnia di Sofia, dopo pochi mesi, aveva venduto il Boeing alla Tatarstan. Poco meno di un anno fa, il 26 novembre 2012, mentre stava partendo da Kazan verso Domodedovo , aveva dovuto invertire la rotta dopo 20’ e compiere un atterraggio d’emergenza perché alcuni sensori avevano indicato un’emergenza a bordo.

——————————————————————————————-

Russia: una lunga serie di incidenti aerei

Quello di Kazan purtroppo non è il solo incidente aereo avvenuto in Russia e nei Paesi dell’ex Unione sovietica negli ultimi anni. Questi i più recenti:

29 dicembre 2012: un Tupolev 204-100 della Red Wings Airlines proveniente da Pardubice (Rep. Ceca) cade nei pressi di un’autostrada a Mosca. Morti cinque degli otto membri dell’equipaggio.

2 aprile 2012: un Atr 72-200 della UTair cade 1,5 km dopo la partenza dall’aeroporto di Tyumen: morti i quattro membri dell’equipaggio e 27 dei 39 passeggeri.

7 settembre 2011: è l’incidente più doloroso , tra le vittime tutta la squadra di hockey su ghiaccio della Lokomotiv Yaroslav a bordo della Yak-42D della Yak Service che si schianta a Yaroslav poco dopo la partenza: 44 i morti.

20 giugno 2011: 44 i morti anche a bordo del Tupolev Tu134A della RusAir proveniente da Mosca che precipita all’atterraggio all’aeroporto di Petrozavodsk.

1° gennaio 2011: 4 vittime sul Tupolev Tu154M della Kolavia all’aeroporto di Surgut che prende fuoco mentre sta andando verso la pista di decollo.

4 dicembre 2010: 2 morti nell’atterraggio di emergenza del Tupolev Tu154M della Dagestan Airlines decollato da poco dall’aeroporto Vnukovo a Mosca.

14 settembre 2008: tutte morte le 88 persone a bordo del volo Aeroflot 821 da Mosca a Perm che cade prima dell’atterraggio.

24 agosto 2008: 65 vittime sul Boeing 737.200 della Itek Air che tenta un atterraggio di emergenza dieci minuti dopo il decollo da Bishkek, capitale del Kirghizistan.

22 agosto 2006: nessun sopravvissuto sulle 170 persone a bordo del Tupolev Tu154M della Pulkovo Airlines che precipita 30 minuti dopo il decollo da Anapa, in Ucraina.

9 luglio 2006: 124 morti sulle 203 persone a bordo del Airbus 310-300 della Sibir Airlines che ha un incidente nell’atterraggio all’aeroporto di Irkutsk.

3 maggio 2006: nessun sopravvissuto tra le 113 persone a bordo del Airbus 300 della Armavia Airlines che cade nel mar Nero nel secondo tentativo di atterraggio all’aeroporto di Sochi.

Fonte www.ilcorriere.it

 ————————————————————————————

 Articoli correlati:

https://aeroclubmodena.it/2013/11/russia-si-schianta-boeing-50-morti-forse-un-errore-del-pilota/

https://aeroclubmodena.it/2013/11/boeing-si-schianta-ed-esplode-in-russia/


17 Novembre 2013

Ha tentato di atterrare due o forse tre volte, poi si è schiantato al suolo ed è esploso. Così sono morte le 50 persone, 44 passeggeri e sei membri dell’equipaggio, che viaggiavano a bordo di un Boeing 737 delle linee regionali del Tatarstan, Russia centrale. L’incidente è avvenuto alle 19.25 ora locale (le 16.25 in Italia) all’aeroporto di Kazan, capitale della regione, a 700 km a est di Mosca, che poi è stato chiuso.

«Secondo le prime informazioni, tutte le persone che erano sull’aereo sono morte», ha annunciato la portavoce del ministero russo delle Emergenze, Irina Rossious, precisando che a bordo non c’erano bambini. Secondo testimoni, l’aereo ha perso quota molto velocemente ed è esploso al momento dell’impatto col suolo. Sul posto sono subito accorsi i vigili del fuoco che sono riusciti a domare le fiamme dopo un’ora ma per i passeggeri non c’è stato nulla da fare. Nessuno è sopravvissuto. I corpi delle vittime sono stati tutti ritrovati vicino al luogo in cui il velivolo si è schiantato. Ancora ignote le cause dello schianto, fonti della sicurezza hanno ipotizzato un errore del pilota. Le tv locali hanno descritto condizioni del tempo avverse con forti venti, nuvole e temperature sotto lo zero.

La terza pista è naturalmente quella del guasto tecnico. Il presidente Vladimir Putin ha costituito una commissione di inchiesta per indagare sulle ragioni dell’incidente. Negli ultimi anni in Russia sono aumentati gli incidenti nel trasporto aereo, tanto che le autorità hanno ordinato di sostituire gli apparecchi più vetusti, di progettazione sovietica, e lanciato una verifica su molte compagnie aeree, specie quelle minori che operano sull’immenso territorio della Federazione, dove spesso per spostarsi la via dei cieli è l’unica opzione. Nell’aprile del 2012, 31 persone morirono nello schianto di un aereo poco dopo il decollo in Siberia. A settembre del 2011, 44 persone rimasero uccise nell’incidente di uno Yak-42 vicino alla città di Yaroslav. Nel 2010, la Russia e le ex repubbliche sovietiche hanno registrato un tasso di incidenti tre volte superiore alla media mondiale, secondo i dati della International Air Transport Association.

Fonte:http://foto.ilmessaggero.it


15 Novembre 2013

Per Diventare Pilota  “il passo fondamentale è quello di frequentare l’Accademia dell’ Aeronautica Militare” – dice Andrea Russo, pilota di velivolo,

Molti giovani, non appena conseguito il diploma, non scelgono il percorso universitario né tanto meno la ricerca di un immediato lavoro ma decidono di proseguirela una diversa carriera, come nel caso di chi ha il sogno di diventare pilota di aerei di linea o diventare pilota di aerei militari

In casi come questi la scelta del neo diplomato potrebbe rivolgersi a mestieri difficili, che richiedono sacrificio ma che, proprio perché non molti li praticano, sono ricercati. Uno di questi è il pilota d’aereo. 

Ma chi è il pilota d’aereo e come fare per diventare pilota di aerei di linea e aerei militari? È necessario fare un primo chiarimento; “pilota” è un termine piuttosto generico che racchiude in sé vari sottotipi dello stesso. In questo caso, ci concentreremo sulle due più importanti: il pilota d’aereo di linea e quello militare. 

Il pilota possiede una specifica licenza, che gli permette di pilotare aeromobili civili in base alle abilitazioni di cui è in possesso. Le licenze sono diverse: 

  • pilota privato (PPL)
  • pilota commerciale (CPL)
  • pilota di linea (ATPL)
Pilota Pilota 

Ecco Come diventare pilota di aerei di linea
 

  • Idoneità psico-fisica: requisito essenziale e imprescindibile per intraprendere la strada di pilota di linea è l’idoneità psico-fisica certificata dall’Istituto Medico Legale dell’Aeronautica Militare o da un ambulatorio della Sanità Marittima del Ministero della Salute. Sono previste due classi di accertamenti differenti in considerazione della tipologia di licenza che si intende conseguire
    • II classe per privati,
    • I classe per commerciale e linea.
  • Frequentare una scuola di volo: Per diventare pilota di velivolo o di elicottero occorre seguire un corso (composto da una parte teorica e da una parte pratica in volo e/o su un simulatore di volo) presso una scuola di volo certificata o approvata da Enac. La licenza si ottiene solo a seguito di un esame teorico-pratico svolto presso l’Enac. Si può intraprendere il corso per diventare piloti professionisti dopo aver conseguito il diploma di scuola media superiore o, in alternativa, dopo aver superato un test di matematica, fisica e inglese al fine di verificare le conoscenze di base del candidato.
  • Ottenere la licenza: Per conseguire una Licenza di Pilota Commerciale e successivamente, quella di Pilota di Linea, allo scopo di intraprendere l’attività professionale di pilota, sono previsti due tipi di percorso:
  •  
    • Corso così detto “Modulare” o un corso “Integrato”. Il corso Modulare consente di conseguire, in una prima fase, la Licenza di Pilota Privato di Velivolo o Elicottero, per proseguire poi con l’addestramento per la Licenza di Pilota Commerciale e infine, effettuato un numero minimo di ore di volo su aeromobili a equipaggio plurimo, sostenere l’esame per Pilota di Linea
    • Corso Integrato, invece, dà la possibilità di conseguire la Licenza di Pilota Commerciale con l’idoneità teorica per la Licenza di Pilota di Linea. Frequentando il corso di tipo integrato, l’allievo svolge l’addestramento teorico per la Licenza di Pilota di Linea (in gergo: ATPL Frozen) articolato in 750 ore di istruzione ripartite tra le varie materie. L’idoneità teorica conseguita resta valida almeno per 7 anni e, comunque, fino a quando l’allievo mantiene l’abilitazione al volo strumentale. Terminato l’addestramento pratico e superato l’esame in volo, l’allievo sarà titolare di una Licenza di Pilota Commerciale che lo abilita a svolgere attività professionale.
  • Pilota Aereo Pilota Aereo 

    L’addestramento: Il candidato in fase di addestramento per diventare pilota è chiamato allievo pilota, da distinguere dal pilota allievo già titolare di licenza aeronautica ed in addestramento per il conseguimento di una ulteriore licenza o abilitazione aeronautica. Le Licenze rilasciate dall’Enac sono Licenze JAR, vale a dire che rispondono ai requisiti stabiliti e riconosciuti in tutti i Paesi aderenti all’EASA. 

  • Altre abilitazioni: Una volta conseguita la licenza con almeno una abilitazione è possibile acquisirne altre sia per il pilotaggio di altri tipi o classi di aeromobili sia per lo svolgimento di altre specifiche attività (volo in montagna, volo acrobatico, lancio paracadutisti, volo strumentale, per citare alcuni esempio) o qualifiche (fra le altre, quella di istruttore).

Ecco quanto guadagna un pilota. I piloti di aerei sono, in Italia, i meno pagati. Solitamente guadagnano dai 30.000 ai 36.000 euro all’anno; bisogna considerare, però, che il guadagno dipende molto dalla compagnia aerea per cui si lavora. All’estero, infatti, esistono compagnie aeree che offrono ai piloti, in particolare a quelli più esperti, anche il doppio della cifra sopra indicata. 

Ecco come diventare pilota militare 

Ovviamente, non tutti sono interessati a pilotare aerei di linea ma, pur optando per il volo, vedono nel proprio futuro la strada del servizio militare. Diventare pilota di aerei militari è una scelta difficile e sacrificante ma, per chi crede davvero, molto emozionante. 

Il Ministero della Difesa ha indetto infatti il bando dell’Aeronautica Militare per la selezione di 750 volontari in ferma prefissata di un anno, in un unico blocco, con due distinti incorporamenti nei mesi di Giugno e Settembre 2014 . Il concorso VFP1 2014 dell’ Aeronautica Militare prevede, da parte di un’apposita Commissione, la valutazione dei titoli presentati dai candidati e l’accertamento dei requisiti di idoneità psico fisica ed attitudinale, in base ai quali sarà formulata la graduatoria di merito. Il bando scade il 29 Novembre 2013 

Per capire bene come diventare pilota militare abbiamo sentito Andrea Russo, pilota di volo, il quale ci spiega tutti i passaggi necessari per diventare pilota di aerei militari. 

Andrea, quali sono i passi fondamentali per diventare pilota di aerei militari  

“Direi che il passo fondamentale è quello di frequentare l’Accademia di Aeronautica Militare. Per entrare nell’Accademia bisogna attendere che il Ministero della Difesa indica un concorso, solitamente viene proposto annualmente.” 

Quali sono i requisiti base per diventare pilota oggi? 

  • Pilota Militare Pilota Militare 

    cittadinanza italiana; 

  • godere dei diritti civili e politici;
  • essere in procinto di compiere 18 anni  e non aver compiuto il 25° anno di età;
  • avere, se minorenni, il consenso dei genitori o del tutore;
  • non essere stati condannati per delitti non colposi e non essere in atto imputati in procedimenti penali per delitti non colposi;
  • non essere stati destituiti, dispensati, dichiarati decaduti o licenziati dall’impiego presso una Pubblica Amministrazione, o prosciolti d’autorità o d’ufficio da precedente arruolamento nelle Forze Armate o di Polizia;
  • possedere il diploma di istruzione secondaria di primo grado;
  • non essere stati sottoposti a misure di prevenzione e aver tenuto condotta incensurabile;
  • non aver tenuto verso le istituzioni democratiche comportamenti che non diano sicuro affidamento di fedeltà alla Costituzione repubblicana e alle ragioni di sicurezza dello Stato;
  • idoneità psico fisica e attitudinale;
  • statura non inferiore a 1,65 m per gli uomini e 1,61 per le donne;
  • non essere in servizio quali volontari nelle Forze Armate.

Esistono delle prove da superare per diventare pilota oggi? 

“Si, è necessario fare un test selettivo di circa 100 domande a risposta multipla, gli argomenti sono di cultura generale e logica. Passato questo test si viene chiamati per un ulteriore accertamento delle condizioni psico fisiche. Coloro che superano questa prova saranno chiamati alla prova scritta di italiano. Superato l’esame scritto, i candidati saranno chiamati a svolgere un tirocini di 10 giorni presso l’Accademia che permetterà loro di conoscere la vita militare e di assolvere a diverse prove fisiche. Raggiunto il successo con questa prova, bisogna superarne altre due orali, una di matematica e una di inglese. A questo punto si sommano i punteggi e, se il risultato è sufficiente, si verrà finalmente ammessi all’Accademia dell’Aeronautica Militare.” 

Dopo essere stati ammessi cosa succede? 

L’Accademia ha la durata di 5 anni durante i quali si frequenteranno delle lezioni, si studierà molto e si farà addestramento. Alla fine dei 5 anni si otterrà una laurea in scienze aeronautiche, si otterrà il brevetto dopo un ulteriore corso e, alla fine si diventerà piloti. 

Scarica qui —> Tracce svolgimenti per diventare pilota prova di italiano aeronautica militare 

Scarica qui —> Tracce svolgimenti per diventare pilota prova italiano aeronautica militare

Fonte:www.controcampus.it


13 Ottobre 2013

Alla guida Mi torna alla mente la canzone che mi cantava mio padre: «E gira, gira l’elica, romba il motor»Aveva ragione Herman Melville: «Resta fedele ai sogni della tua giovinezza»Ai comandi di un Cessna: 80 euro per 20 minuti.

L’esperienza Debutto da pilota nei cieli della provincia: subito alla cloche.

I have a dream. Anch’io ho un sogno. Non importante come quello che Martin Luther King enunciò nel 1963 al Lincoln Memorial di Washington, ma è il mio sogno e me lo sono portato dentro per anni. Come un talismano o come un rimpianto. È il sogno di volare.

Non semplicemente di viaggiare per aria con uno dei tanti low cost, ma di pilotare io stesso un aereo. Ogni volta che decollavo per un viaggio di lavoro o per andare in vacanza, quel sogno si materializzava nell’immagine di me che nel cockpit tirava la manetta della potenza dei motori e lanciava il bestione sulla pista, fino al magico momento in cui lo sentivo staccarsi per iniziare, improvvisamente affrancato dalle asperità del suolo, la sua aerea avventura nell’azzurro.

Da ragazzi forse l’abbiamo fantasticato tutti, ma ora io sto portando il mio sogno di testardo sessantenne su nel cielo di Orio, con un aeroplanino che assomiglierà più a quello di Paperino che a quello di Top Gun, ma vola davvero e ai comandi c’è il ragazzo di allora che non ha voluto demordere.Tutto è cominciato qualche giorno fa con una telefonata all’Aeroclub di Bergamo.

Una signora, che poi scoprirò chiamarsi Betty, mi propone un volo di prova. «Sono venti minuti a ottanta euro con uno dei nostri piloti-istruttori, che può già darle qualche spiegazione e, grazie ai doppi comandi, farle provare a condurre l’aereo. Poi, se le piace, può iniziare il corso vero e proprio per la Licenza di pilota privato.

Dura nove mesi, richiede 50 lezioni teoriche e 45 ore di volo e costa come un’utilitaria».A dire «mi prenoti», l’ho capito dopo, è stato il Piccolo principe di Saint-Exupéry, che mi ronzava dentro con il suo monomotore fino dagli anni delle medie. Ma, mentre parcheggio l’auto davanti alla rete di recinzione dell’Aero Club, il vento a raffica che accumula minacciosi nuvoloni temporaleschi nel cielo di Bergamo evoca più prosaiche fantasie fantozziane. «È sicuro di volere provare proprio oggi?», mi chiede il mio istruttore, un ex pilota dell’Aeronautica militare. «Ci sono un pò di nodi di vento e lassù si rischia un pò da ballare». Si chiama Valerio Lonardi, ha un inatteso accento romagnolo e l’aria compassata di un gentiluomo inglese.Un gesto di viltà non mi sembra un buon esordio per il mio sogno. Ed eccoci dunque stipati nel minuscolo Cessna 152 II, targato I-BGBG, che Lonardi ha scrupolosamente ispezionato pezzo dopo pezzo, mentre, una dopo l’altra, leggo ad alta voce su un foglio plastificato le misteriose voci della check list prima del decollo.

Nelle cuffie sento il dialogo con la torre di Orio, che ci autorizza al decollo. Lonardi tira la levetta del gas su cui è scritto «throttle». L’elica comincia a ruotare come un frullatore, poi la levetta è pressata, il motore aumenta i suoi giri e il muso dell’aereo comincia a ingoiare prima le due grandi frecce della pista, poi le righe della mezzeria. È un attimo ed eccoci in aria, leggeri sopra la grande curva dell’A4, intasata dal primo traffico serale. Ora voliamo sopra il centro di Bergamo, via Giovanni XXIII, il Sentierone, poi la prua di nave di Bergamo Alta. Riconosco Sant’Agostino, la sede della mia università, con il chiostro punteggiato di studenti.«Ora cerchi di sentire l’aereo ? mi fa Lonardi ? lo prenda lei». E lascia il suo volantino.

Provo a muovere il mio, l’aereo asseconda docile i miei movimenti. «Ora viri a destra, lentamente». Impartisco una sterzata più netta. L’orizzonte si inclina e la collina della Maresana sembra scivolare verso Milano. «Bene, mantenga l’inclinazione, l’aereo farà tutto da solo». I boschi sfilano sotto la fusoliera, poi tornano le case. «Ecco, siamo sopra la Val Seriana. Ora raddrizzi e livelli, puntando a quella cava sullo sfondo». Fatto, sono dritto. È meraviglioso, sto volando e sono io a pilotare.

Mi sale un’ondata di emozione, mi torna alla mente la canzone che mi cantava mio padre quando, sospendendomi in aria, mi faceva fare l’aereo: «E gira, gira l’elica, romba il motor, / questa è la bella vita, la vita bella dell’aviator». Un colpo di vento in coda impartisce al velivolo una sbandata di trenta gradi. Oscilla, cerco di stabilizzarlo, correggendo l’assetto con il piccolo volante.

Lonardi mi getta uno sguardo sorridente e sento che nella cuffia dice: «Sta capendo come funziona». Superiamo la Val Cavallina, il lago di Endine è uno specchio blu cupo. «Scendiamo a 300 piedi», mi ordina. Avanzo il volantino verso gli orologi della strumentazione e il Cessna si inclina di prua. «Saprebbe ora ritrovare l’aeroporto?». Guardo il sole che tramonta, deve essere là nella foschia un pò a sinistra. Faccio segno con il braccio. «Bene, ora chiediamo l’autorizzazione a Orio per l’atterraggio».

Breve conversazione con una voce femminile, che conclude nel misterioso gergo aeronautico: «Runway 30, siete il numero due dopo Ryanair 4703». Ora la lunga pista di Orio è davanti a noi. Scorgo il 737 della compagnia irlandese che tocca il suolo. È il nostro turno. Lonardi si allinea sulla pista dell’Aeroclub Bergamo che corre parallela all’altra. Si avvicina velocissima, sembra un videogioco. «Ora stia leggero, sente come l’aereo scende docile?». Alcune minute correzioni, poi le ruote toccano l’asfalto. «Ora il ruotino». Un altro piccolo urto e il Cessna si raddrizza e corre oscillando goffamente verso il parcheggio. Non è più l’uccello che sfiorava lieve i colli di Bergamo, ma una specie di triciclo con le ali.

Prendo confidenza con il freno per eseguire le curve a terra. Il volo si conclude con l’ultima check list sul piazzale. Mentre avanzo verso la sede dell’Aeroclub tra quelle strane cavallette metalliche, che una dopo l’altra vengono ricoverate negli hangar, penso che aveva ragione Herman Melville: «Resta fedele ai sogni della tua giovinezza». È meno difficile di quanto si pensi.

Brevini Franco

(23 giugno 2013) – Corriere della Sera

Fonte:http://archiviostorico.corriere.it


10 Ottobre 2013

Al quarto tentativo l’uomo è riuscito nell’impresa pur non avendo alcuna esperienza di volo

LONDRA – Terrore nei cieli inglesi: l’unico passeggero di un aereo si è ritrovato ai comandi del velivolo dopo che il pilota è stato colto da un malore improvviso. L’uomo, che non aveva mai pilotato un aereo prima di quel momento, è riuscito ad atterrare al quarto tentativo, anche grazie all’aiuto arrivato da terra. Il lieto fine, però, non c’è stato: il pilota non ce l’ha fatta, ed è morto poco dopo l’arrivo in ospedale.
Tutto è accaduto martedì sera nei cieli del North Lincolnshire, nel nord-est dell’Inghilterra. Il pilota ha fatto appena in tempo a dare l’allarme prima che le sue condizioni si aggravassero ulteriormente. A quel punto, è toccato al passeggero prendere i comandi, guidato via radio dalla torre di controllo. L’aereo è stato fatto atterrare all’aeroporto di Humberside, non senza difficoltà: il carrello ha colpito l’asfalto, alla fine il velivolo ha alzato il muso, si è posizionato e finito la corsa. “Un’impresa straordinaria, quella compiuta dal passeggero – ha raccontato l’istruttore di volo Roy Murray alla Bbc – “Non conosceva le strumentazioni, non riusciva ad accendere le luci e ha dovuto praticamente atterrare alla cieca”.

Fonte:www.modenaonline.info

<!– –>



Il pilota era un manager della Microsoft

Il piccolo velivolo si è schiantato su alcune abitazioni nel Connecticut. Nell’impatto, oltre all’uomo ai comandi è morto il figlio di questi e due bambini che si trovavano all’interno di un edificio distrutto. Il pilota, Bill Henningsgaard, aveva già avuto un grave incidente nel 2009

HARTFORD – Il piccolo velivolo da turismo precipitato ieri su alcune abitazioni nel Connecticut ha provocato la morte del pilota, del figlio di quest’ultimo e di due bambini che si trovavano negli edifici distrutti dall’aereo. Il pilota, Bill Henningsgaard, era un membro della direzione esecutiva di Microsoft dove lavorava da 14 anni e stava portando il figlio in un giro per visitare i college della East Coast.

Già nel 2009, però, Henningsgaard aveva avuto un altro grave incidente aereo, nella zona del fiume Columbia. Stava volando da washington a seattle assieme alla madre ottantaquattrenne quando per un guasto ai motori è caduto nel fiume. In un blog postato pochi giorni dopo quell’incidente, aveva raccontato proprio la paura vissuta: “Ora devo confrontarmi con il fatto di aver vissuto un’esperienza simile – scriveva – e di averla vissuta avendo vicino mia madre. Per fortuna ci siamo salvati, ma è un’esperienza terrificante”.

Henningsgaard era conosciuto anche per la sua rinomata filantropia. Era infatti membro di una Fondazione che si occupava di aiutare le comunità disagiate di Seattle. Inoltre, aveva fatto parte di una associazione che si occupava di abusi nei confronti delle donne e dei minori e aveva lanciato una raccolta di fondi per aprire il nuovo centro di accoglienza a Bellevue, riuscendo a raccogliere oltre 10 milioni di dollari.

Ma l’incidente aereo del Connecticut, per ora, resta senza spiegazioni. Il velivolo non avrebbe avuto guasti, né il pilota aveva lanciato un allarme. Secondo il Dipartimento dei trasporti americano, l’aereo ha fatto una picchiata con un angolo di 60 gradi finendo contro le case

mentre stava percorrendo la rotta di approccio all’aeroporto di New Haven. L’unica certezza è che in quel momento stava piovendo forte.

Nell’incidente, come detto sono morti il pilota e il figlio e due bambini che si trovavano nelle abitazioni distrutte anche da un violentissimo incendio che ne è scaturito dopo l’impatto con l’aereo. I soccorsi non sono potuti entrare nelle case in fiamme proprio per l’alto calore e il pericolo di ulteriori esplosioni.

Fonte:www.repubblica.it



L’uomo che si trovava ai comandi è nato a Città di Castello
Forse ha tentato un atterraggio di fortuna

PERUGIA – Un piccolo aereo da turismo è caduto domenica sera nell’Aretino, a Sensano, nel comune di Anghiari. Grave il pilota, 37 anni, nato a Città di Castello. Secondo quanto spiegato dal 118 avrebbe riportato ustioni sul 60% del corpo e un politrauma. Fatto intervenire l’elisoccorso per il trasporto dell’uomo in ospedale. Non ancora chiara la dinamica dell’incidente. Sul posto intervenuti anche i vigili del fuoco.
E’ stato trasferito con l’elisoccorso al centro grandi ustionati di Pisa in codice rosso. Il velivolo
coinvolto è un ultraleggero monoposto. Non è escluso che il pilota abbia anche tentato un atterraggio di emergenza. Nell’impatto con il suolo il velivolo ha preso fuoco.

Fonte:www.ilmessaggero.it

 


Jane Wicker era famosissima per il suo show: camminava sulle ali degli aerei in volo.

Una festa si è trasformata in tragedia nello stato americano dell’Ohio. Un aereo da esibizione si è infatti schiantato in volo a Dayton.

Jane Wicker, famosa per i suoi show in cui cammina sulle ali degli aerei in volo, è morta proprio mentre stava eseguendo il suo numero. 

A quanto pare, il velivolo si sarebbe abbassato troppo durante il volo, tanto da causare la morte della donna e del pilota stesso. A Dayton, era arrivata gente da tutte le contee dell’Ohio per la curiosità. Effettivamente, ora, difficilmente dimenticheranno ciò che hanno visto.

I soccorsi sono stati tempestivi, ma inutili. Subito dopo lo schianto, infatti, si è sviluppato un incendio che ha avvolto nelle fiamme sia il piccolo velivolo sia gli occupanti. L’aereo partecipava al Vectren Dayton Air Show, un evento organizzato per esaltare le doti di Jane Wicker.

Un testimone ha raccontato: “All’improvviso ho sentito delle urla, ho guardato e ho visto una palla di fuoco”. Ecco il video in diretta della manovra non riuscita e dell’impatto con il suolo che trasforma, effettivamente, l’aereo in una autentica palla di fuoco.

GUARDA VIDEO 

http://www.youtube.com/watch?v=zctCuE46VKM&bpctr=1372179746

Fonte:http://cronacaeattualita.blogosfere.it   

www.youtube.com  

  idad99



Non aveva conseguito la licenza

Si faceva chiamare «comandante e indossava molto spesso una divisa». La descrizione che gli ex collaboratori danno di G. R. , 56 anni di Cassano Spinola, si ripete udienza dopo udienza. L’uomo è balzato agli onori della cronaca quale titolare di una scuola per piloti abusiva e si ritrova a processo per truffa. Il caso esplose nel 2009 quando Le Iene arrivarono proprio a Mesenzana trasformando in nazionale una storia sino ad allora rimasta localizzata.

Stando alle accuse mosse dalla procura di Varese, a conclusione delle indagini della Guardia di Finanza di Luino, il “comandante” avrebbe violato parecchi articoli del codice di navigazione esercitando «a titolo oneroso il servizio di trasporto aereo», così recita il capo di imputazione, senza aver mai ottenuto il previsto certificato di operatore aereo e la licenza di esercizio.

I titoli riconosciuti a R. gli avrebbero al massimo consentito il volo turistico e non a scopo di lucro. E invece attraverso due società la Yacht Fly Company srl intestata a lui e la Fox Jet Airlines srl riconducibile alla sua convivente, avrebbe effettuato «viaggi di aero taxi – così ieri ha testimoniato in aula una ex dipendente – Da Voghera a Roma e poi più giù verso la Puglia». Non solo: con la sua perfetta divisa, i gradi di comandante bene in vista, i biglietti da visita, il sito internet delle sue società, e una notevole parlantina «raccontava di essere stato comandante su jet di linea di grandi compagnie aeree», hanno detto i testimoni, ha convinto due aspiranti piloti a versare 20 mila euro ciascuno quale condizione per diventare soci delle sue compagnie, acquisire il brevetto di volo e poi solcare l’aria a loro volta.

Un volo di addestramento costava in media 1.200, ma né R. né la Fox Jet era in possesso del Coa (certificato di operatore aereo) come avrebbero accertato finanza e Enac. R. ha sempre respinto le accuse spiegando che quei voli, almeno dieci quelli accertati dalle fiamme gialle, non avrebbero avuto bisogno di autorizzazione Coa, in quanto «condotti come mero addestramento dei soci, e non per un traffico privato o commerciale».

E in merito ai 20 mila euro versati per R. non ci sarebbe nulla di illecito in quanto con quella somma i due aspiranti politi avrebbero regolarmente acquistato delle quote (pari al 5%) della compagnia Fox Jet. Una delle vittime ascoltate in aula ha tra l’altro raccontato di un volo da ?brivido? da Voghera ad Albenga durante il quale il ?comandante? avrebbe «eseguito una serie di manovre palesemente errate». Il 23 ottobre si torna in aula per la discussione e probabilmente la sentenza

Fonte:www.laprovinciadivarese.it


SOCIAL NETWORKS

Seguici sui Social

Aeroclub Modena è presente sui maggiori canali Social. Per qualsiasi informazione non esitate a contattarci. Sapremo rispondere puntualmente ad ogni vostra necessità.