PPL

17 Febbraio 2011

Ci saranno le minime?E’ un periodo in cui quando volo sono solito indossare la mascherina IFR e seguire le lancette degli orologi di bordo per tenere dritto sul sentiero di discesa l’aeroplano. Avevo bisogno di una boccata d’aria, di un volo a naso… L’occasione non è mancata: dovevamo andare da un cliente al Lido di Venezia, per discutere di opportunità di sviluppo. Al primo tentativo di uscita, quasi non si vedeva la manica a vento dall’ufficio del Club. La settimana dopo invece si riusciva a vedere anche un pezzo di pista.
Ci siamo accordati con il ns cliente per incontrarci al Lido verso le 15:00 del pomeriggio in modo da poter pranzare con un po’ di calma. Per evitare le nebbie e le foschie del primo mattino siamo partiti alle 11:30, destinazione Laguna di Venezia. Arrivarci è facile: sempre dritto, quando vedi il mare prendi la prima rotonda a sinistra, segui la costa e sei arrivato.
Così’ abbiamo fatto, anche se si vedeva più’ che altro sotto e non davanti. Il tempo pero’ verso Chioggia si è rivelato mite e soleggiato. Sorprendente il traffico del Nicelli: c’eravamo solo noi! Abbiamo contribuito con 20 euro di tasse al bilancio dell’aeroporto e ci siamo incamminati verso il pranzo. Per strada abbiamo raccattato anche una coppia di turisti in cerca di un ristorante (forse tedeschi) che abbiamo trascinato alla “Favorita”.

Un po’ di imbarazzo quando dopo 10 minuti di cammino abbiamo trovato il ristorante chiuso. Nella via centrale non è andata tanto meglio, anche gli altri locali erano chiusi, unica soluzione papabile il Pub Hostaria alla fine della via centrale e unico aperto (o quasi) nella zona. Abbiamo dovuto abbandonare l’idea del Branzino o consimili…e accontentarci di un pasto da Birreria…Ma poi in fondo, il divertente è fare quattro chiacchere in compagnia e su questo…branzino o non branzino…ci divertiamo sempre! Anzi…non essendo distratti dalla tavola sono uscite anche idee interessanti (di solito il vino che scorre a fiumi limita le già poche capacità intellettive).
Nel frattempo diamo un giro di telefono al ns uomo per incontrarci: è puntuale e ci aspetta in aeroporto.
Rientriamo e lo troviamo là ad aspettarci. Nella sala del Lido abbiamo modo di scambiare un po’ di vedute sulla situazione e su come andare avanti e condivise le azioni (che sicuramente ci faranno tornare) rientriamo alla base. Sono io ai comandi, sempre stesso giro, lungo costa, alla prima rotonda a destra (questa volta), quando inizia a non vedersi nulla un po’ a sinistra e più’ o meno dovremmo essere a casa.

In effetti il più’ o meno lo centriamo, troviamo la circonvallazione di Modena e la provinciale che collega Modena a Sassuolo. Prendiamo la seconda uscita a destra che dovrebbe essere la via che ci porta in aeroporto e dopo 1 minuto e 30 secondi riusciamo a vedere qualcosa che sembra la pista. Impostiamo il finale e in corto la vediamo, full flap e atterraggio. Di nuovo nella foschia emiliana, suona il telefono è l’ufficio, siamo rientrati…


22 Aprile 2009

Dopo un marzo piuttosto fiacco passato a fare qualche giro campo (la meteo non ha aiutato), siamo riusciti ad accordarci per una nuova gita. Avevamo 2 preferenze: Monaco o Lubiana a seconda del tempo. Il Lubiana era già pianificato da tempo (dall’anno scorso) quindi era sufficiente ristampare le carte e verificare se non vi fossero cambiamenti sostanziali. Scrivo anche all’aeroporto per avere la PPR ed assicurazione di presenza dell’AVGAS. La Signorina mi risponde puntualmente che siamo i benvenuti. Qualche giorno prima della giornata stabilita, spunta anche l’amico Ivan che deve andare a Brindisi. Ecco fatto, decisione presa. Andiamo a Brindisi, l’andata se la ciuccia Ivan, il ritorno ce lo dividiamo in due (questà si che è flessibilità…).

Preparo due rotte, quella IFR e una piu’ VFR che segue il lungo costa sino a Pescara dove saremo costretti a fermarci per rifornire.

La meteo sembra buona, quel giorno sull’adriatico dovrebbe resistere un nucleo di alta pressione, ma già dalla sera prima inizio a guardare le carte del tempo metar e taf.
Data la lunghezza del volo e la necessità di stop tecnico per refuelling l’ora di ritrovo è fissata per le 6:30 locali (l’alba….ora in cui di solito volto gallone…). Il pomeriggio prima chiamo Pescara per le 2 PPR (andate e ritorno) e la sera scrivo di nuovo a Lubiana per dirgli che il ns volo è rimandato mentre continuo a guardare l’evoluzione meteo. Non ci sono fenomeni, l’unico rischio è la nebbia lungo il litorale: attendo sino a mezzanotte l’ultima carta del tempo nei bassi strati che piu’ o meno conferma quanto visto in precedenza. Fisso cosi’ la sveglia qualche minuto prima per verificare anche al mattino la situazione.

L’indomani è come previsto, alta pressione, nessun problema, ma nebbia lungo la costa con i metar di Pescara e Brindisi delle 3:50 zulu (5.50 locali) che danno visibilità di 600-800 metri con nebbia. I taf sono un po’ piu’ confortanti in quanto riportano per Brindisi un CAVOK dopo le 09:00 zulu e per Pescara danno un miglioramento dalle 6 alle 9 zulu con visibilità prevista di 7 km. Diciamo che il rischio c’è, ma c’è anche la possibilità che la nebbia si alzi nel tempo in cui arriveremo a Pescara. Stampo tutto e vado all’aeroporto. Sono già tutti la con il mezzo rifornito e pronti a partire. Breve briefing sulla meteo, siamo consapevoli che se permane la nebbia dobbiamo rientrare, ma l’autonomia non ci manca, cosi’ Ivan mette in moto.

Rotta standard Modena, Valen, Bagno e Ancona, sorvolando gli appennini. Il tempo è buono con ottima visibilità, ma nei pressi della costa, durante la discesa su Ancona inizia un tappeto bianco incollato al suolo. Ancona è IFR e tutta la costa sino a circa 10 miglia all’interno è avvolta da nebbia. Iniziamo a chiedere ad Ancona un aggiornamento della situazione di Pescara che conferma nebbia anche se in leggero miglioramento. Proseguiamo lungo costa (con i fix che avevamo preparato) nella speranza che il ceiling di Pescara migliori (l’ultimo era di 300 piedi overcast) anche se vista la situazione sembra difficile. In prossimità di San Benedetto cambiamo con Pescara che è ancora in nebbia e prossimi a Roseto a circa 10 miglia dal campo manteniamo la zona per quindici primi in un area fuori dalla nebbia nella speranza che la situazioni si sblocchi (anche se non ci credevamo).

Ad Ancona per il Refuelling

La visibilità orizzontale migliora passa da 600 mt a circa 1.500 ma il cieling rimane 300 piedi broken con Scattered a 1.000. Impossibile infilarsi li’ sotto, quindi a malincuore, si rientra. Prua a nord di nuovo verso Ancona per poi procedere verso Rimini o Forlì a seconda della visibilità. Ancona ci comunica l’ultimo bollettino e ci informa che sono in grado di darci Avgas, quindi decidiamo di scendere li’, poi una volta riforniti vedremo il da farsi. Qui la nebbia si è alzata piu’ che a Pescara e anche se in VFR speciale scendiamo dal mare diretti per il finale.

Ci fermiamo direttamente all’Aeroclub e riempiamo il ns PA28. Ivan prova a ipotizzare un dleay di un ora per poi proseguire per Brindisi, ma gli aggiornamenti meteo non lo consentono, anche se la nebbia si sta alzando con tutta quella fogna non è detto che il ritorno sia garantito. La giornata lavorativa va quindi a ramengo. In aeroclub ci forniscono carte e piantine cosi’ proviamo ad ipotizzare un paio di soluzioni alternative per non rovinare del tutto la giornata. Scartiamo la Croazia per via delle necessità di dogana al ritorno, se torna a chiudere sulla costa puo’ essere un problema. Scartiamo Portorose perchè anche qui essendo sul litorale la densa foschia potrebbe non rendere agevole l’arrivo (i metar non sono proprio belli), scegliamo Lubiana che è cavok.Accordati sulla meta ci dividiamo i compiti, io vado con il pulmino all’ufficio operativo e all’aro per tutte le pratiche aeroportuali, Ivan e Valler in Aeroclub a plottare la rotta.

Finito il giro delle sette chiese, chiamo l’aro per mandare il piano di volo e fotocopio la piantina di Lubiana.

Ai Comandi Valler per rotta diretta Ancona, Pula, Bistrica, Lubiana (in circa 2 ore). Il tempo lungo la rotta è buono anche se l’adriatico è tutto coperto dalla nebbia. La copertura si dirada dopo Pola che ci lascia in quota senza problemi e ci passa con Lubiana info in prossimità di Bistrica. Li’, la zona militare è attiva e ci chiedono di evitarla utilizzando la rotta vfr standard. In breve siamo ai cancelli di ingresso di Lubiana. Ci infiliamo in base sinistra dietro ad un liner e in meno di due ore siamo al suolo.

Ci accoglie la ragazza bionda a cui avevo scritto la sera prima e ci dice che è confusa… (ci credo gli avevo scritto che non saremmo venuti). Gli rispondo con un sorriso di non preoccuparsi e che di solito faccio questo effetto chiedendogli l’Avgas. Dopo poco arriva la cisterna e ci riempiono ad un costo ragionevole (meno ragionevole quello di Ancona). Da notare che mentre ci riforniscono arriva anche la camionetta dei pompieri che attende sino ad operazione ultimata.

Al desk dell’aviazione generale sono ben attrezzati, hanno una sala briefing per i piloti a cui ci fanno accedere e dispone di tutte le carte IFR, VFR, piantine, computer ecc.
Pagate le tasse (38 euro, nulla da dire, i servizi ci sono e sono anche di qualità, peccato non fosse compresa la bionda, quella era a parte), il tassi’ ci porta in centro a Lubiana, perfettamente in orario per il pranzo.

Sembra una giornata estiva, il centro diviso in due dal fiume Ljubljanica è molto caratteristico, ci sono molte assomiglianze ai paesi tedeschi. Decidiamo di fermarci in un ristorante con tavoli all’aperto lungo le rive del fiume vicinissimo al centro.
Ci trattano bene, le portate sono gradevoli ed il conto è accettabile.

Terminato il ns lauto pranzo abbiamo il tempo di girovagare un po tra le viuzze del centro, e portare a casa due stupendi modelli in lego, uno del Concorde, l’altro del Boeing 767.
Alle 16:00 il taxi ci riporta all’aeroporto, abbiamo già sbrigato tutte le pratiche, quindi dobbiamo solo mettere in moto. Sono io ai comandi per il rientro: la torre ci fa rullare al punto attesa Golf e ci autorizza subito al decollo. L’uscia è via S3, S2, S1, poi dirigiamo sul golfo di Trieste per poi proseguire lungo l’aerovia sino a Chioggia. La nebbia del mattino si è diradata e la visibilità è buona. Dopo Chioggia, riportiamo Ferrara Nord, Cento e poi Modena.

Alle 18:40 circa atterriamo dopo aver totalizzato 7 ore di volo e aver trascorso una bellissima giornata, non era partita proprio bene, ma non finirà proprio cosi’ bene.
Infatti non è dello stesso parere il nostro Direttore di Volo che al rientro dalla gita ci prende tutti e tre per le orecchie e ci mette a terra per 15 (lunghi) giorni con le seguenti motivazioni: siete partiti e sapevate che c’era nebbia, avete cambiato destinazione e non ci avete avvisato, siete delle teste di c…… A parte l’ultima cosa, indiscutibilmente vera (su cui non abbiamo potuto obiettare), è partita la ns lunga arringa difensiva sul resto, poi è uscito il discorso della bionda e li abbiamo finito di parlare….(anche perchè i 15 rischiavano di diventare 30). Azz… mercoledi’ prossimo devo andare all’Elba… come minchia ci arrivo?


15 Febbraio 2009

Le cose cambiano. E cambia anche il modo di lavorare. Qualche tempo fa non mi sarei mai sognato di andare in ferie un fine mese. Ma adesso non è piu’ come prima. Ormai siamo tutti “globali” e mentre io sono in ferie c’è un tizio, forse in India, che lavora, diciamo, per me (o noi). La parte brutta è che lo stesso tizio ti chiama alle 4 di notte perchè qualcosa non va (ho capito che era in India dal prefisso della telefonata che mi è arrivata sul mio cellulare). Beh, speriamo che a mezzanotte non si mettano a chiamare gli Americani altrimenti qua non si dorme nemmeno piu’. Per fortuna poi ci sono cose che sono e rimarranno sempre locali.

Comunque la globalizzazione mi ha regalato un venerdi’ di fine mese di ferie.

Il giovedi’ sera ero rientrato tardi dalla Sicilia (eh si’ la Sicilia è tra le cose locali…) purtroppo con la linea e non con l’Arrow, ed essendo tardi non mi sono dilungato troppo nel fare piani di volo. Dapprima ho stampato un Modena – Castiglione del Lago, poi come alternativa ho pianificato un Modena-Forli’-Pola con FilteStar per evitare cartine matite vetrografiche ecc.

La mattina seguente ci troviamo in aeroporto verso le 09:30, la giornata è buona anche se una foschia piuttosto densa riduce la visibilita’ e crea una discreta “fogna” in tutte le direzioni (peccato il giorno prima era molto limpido).

Non ci mettiamo molto a decidere la meta: si va a Pola. Trasmettiamo il piano d volo e facciamo il primo pezzo verso Forli’ per lo stop tecnico alla Dogana. Seguiamo la rotta standard e in un attimo siamo a LIPK autorizzati per un avvicinamento diretto da Ovest. A terra perdiamo un po’ di tempo perche’ l’ufficiale doganale non e’ arrivato, attendiamo un po’ e dopo un (buon) caffe’ al bar  un finanziere ci autorizza a proseguire. Risaliamo a bordo e ci allineiamo nuovamente per il decollo. In uscita da Forli’ proseguiamo per Ravenna e poi direttamente su Pola. Lasciata la costa saliamo a 3000 piedi ma è tutto un latte fluido che ci accompagna con alcune variazioni di grigio. Non rimane che incollarsi agli strumenti di assetto e rotta per stare on course. Dopo il confine Fir chiamiamo Pola che ci invita a proseguire e dopo poco ci indica il riporto di ingresso. Noi ovviamente siamo ancora nel bianco/grigio e cerchiamo di stimare la posizione con il Vor ed il DME per dirigere al punto Delta come istruiti. Il Radar ci fa scendere a 2000 piedi e ci istruisce su un nuovo riporto che confermiamo (avendolo sulla carta) sperando prima o poi di vedere qualcosa. A 3 o 4 miglia dalla costa scorgiamo finalmente la terra e riusciamo anche ad individuare il punto richiesto.  Siamo unico traffico, ci passano con la torre che ci fa riportare direttamente il finale per pista 27. Dopo circa un ora siamo a terra. L’aeroporto è vuoto ci sono 3 o 4 aeroplani di aviazione generale e noi ci parcheggiamo di fianco. Decidiamo di fermarci subito all’Aro per compilare il piano di volo per il rientro e poi il pullmino ci porta all’uscita. La Hall dell’aeroporto è vuota anch’essa ci siamo solo noi e alcune persone che stanno ristrutturando una parte interna dell’aeroporto: sembra che lo stiano preparando per la prossima stagione estiva.

Il taxi ci porta in città a Pola e decidiamo di farci lasciare lungo la Marina concordando subito il pick up per il pomeriggio.

Siamo nei pressi dell’anfiteatro di Pola (chiamato anche Arena di Pola – uno splendido Colosseo) che è per grandezza il sesto nel suo genere e il maggior monumento della romanità in Croazia.

Prima di visitarlo avendo l’abitudine di pranzare ci fermiamo in una grill house (La Grill House del Colosseo) per  consumare il ns menu’ a base di pesce, che oggi comprende grigliatona reale e vino (avendo scelto a caso il posto diciamo anche che non è andata male…).

Il tempo rimanente lo passiamo visitando questa immensa struttura Romana che venne costruita tra il 2 a.C. ed il 14 d.C., sotto l’imperatore Augusto. In seguito, l’imperatore Vespasiano, che aveva commissionato il Colosseo a Roma, lo fece ampliare (secondo la leggenda, egli voleva rendere omaggio ad una sua amante del luogo). Come il Colosseo, veniva utilizzato prevalentemente per combattimenti di gladiatori o per spettacoli (le naumachie). Si presume che sia rimasto intatto fino al XV secolo. In seguito sarebbe stato utilizzato come cava di pietra per le costruzioni della Repubblica di Venezia. Viene utilizzato tutt’oggi, similmente all’Arena di Verona: è un ambito centro di teatro e musica e nel 1993 ha ospitato il festival di Pola e gli Histria festivals. Personaggi di fama mondiale come Sting, Julio Iglesias, Luciano Pavarotti, Anastacia, Norah Jones, Alanis Morissette si sono esibititi in questa arena. Attualmente, è in grado di ospitare cinquemila spettatori.

La città di Pola in se’ non è tra le piu’ belle della Croazia, a tratti è decadente, ma ha, oltre al Colosseo, altri resti di epoca Romana come il Tempio di Augusto Alcuni Archi e Porte disseminate tra i palazzi della città. Non avendo pero’ molto tempo a disposizione rimaniamo nei pressi del colosseo e della Marina. Il ns tour finisce alle 15:00 quando il taxi ci raccoglie e ci riporta all’aeroporto.

Paghiamo le tasse (190 Kune – circa 26 euro) e ridecolliamo alla volta di Forli’. Appena avvenuta la rotazione sorvoliamo la parte militare dell’aeroporto di Pola, sede della Base aerea 92 di Pola e il 22° stormo dell’aeronautica militare croata. Sui piazzali (vuoti) c’e’ solo un enorme elicottero che a occhio sembra un Hind di fabbricazione Russa. Ci autorizzano subito la salita a 2000 piedi e riportiamo l’isola di Brioni come punto di uscita, in direzione del confine Fir. La visibilità è la stessa del mattino, quindi anche per il ritorno lo sguardo è dentro l’abitacolo. Lasciato lo spazio aereo croato chiediamo a Padova Info di avvisare Forli’ per la ns dogana in modo da accelerare le operazioni. In vista della costa Padova ci passa con Romagna Radar e poi con la torre di Cervia per coordinare l’attraversamento del loro fondamentale nord, essendoci intensa attività militare. Liberata l’area, Forli’ ci guida per il sottovento poi per il finale. Questa volta il doganiere è presente e ci rivolge le solite domande di rito a cui rispondiamo sempre nello stesso modo: nulla teniamo! E via ancora a bordo, questa volta dopo la messa in modo ci tengono inchiodati per oltre 10 minuti e una volta raggiunto il punto attesa ci fanno anche presente che la messa in moto deve avvenire solo dopo autorizzazione del ground e che deve essere il marshall che ci guida per l’uscita dal parcheggio (mah, questa non l’ho mai sentita – in quel momento c’era un piccolo aero scuola che faceva dei touch & go, un Cirrus sul raccordo davanti a noi pronto al decollo ed un Learjet privato sul piazzale a cui hanno dato precedenza). Appena ci accorgiamo di uno spiraglio comunichiamo alla torre che siamo pronti per un “immediate departure” e finalmente ci fanno allineare (anche qui non si capisce perchè, ci fanno rimanere allineati per oltre un minuto prima del clear for take off). L’uscita dal CTR questa volta ce la fanno fare via Castrocaro, Brisighella, poi scendiamo per Imola e con le solite rotte standard arriviamo sino a Modena.

Bel giro anche se improvvisato all’ultimo momento, da evitare Forli’ per dogana, sono piu’ svegli a Rimini (vale comunque la pena di fare dogana a Modena – chiamando Campogalliano il giorno prima). Ah già a proposito di globalizzazione: alle 18:30 sono poi dovuto andare in ufficio e ci sono dovuto rimanere sino alle 20:00 perchè certe cose dall’India pare non riescano bene…


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