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30 Luglio 2016

Doccia fredda su Boeing: pesano i costi di ideazione e lancio dei 787, 747-8 e del tanker Kc46. Un futuro con meno novità e tanto aftermarket in attesa di esemplari di nicchia riservati ai super ricchi del pianeta…

 

ROMA – Più lunghi, più larghi, con qualche leggera variante nel profilo o nelle ali, interni accoglienti con magnetici effetti luce. Ma nessuna rivoluzione.

 

Perchè le rivoluzioni costano troppo mentre la conservazione, un po’ come alcune auto in produzione per decenni come il Maggiolino, non appesantisce i conti, non taglia gli utili e le previsioni di crescita sul medio termine.

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E quindi anche i costruttori di aerei cominciano a dire addio alle innovazioni troppo spinte, agli stravolgimenti, ai cambi di filosofia costruttiva che hanno segnato la storia dell’aviazione.

 

Di questi chiari di luna ne sa qualcosa la Boeing che proprio con la seconda trimestrale dell’anno metterà le mani avanti comunicando perdite relative alla fase di ricerca, sviluppo e assemblaggio di alcuni modelli ancora oggi molto gettonati ma che costano un occhio. E’ il caso del 747-8, del 787 e dei Kc 46 da rifornimento militare che deriva dal 767 civile.
Per mettere questi modelli in condizioni di volare Boeing sarà costretta a staccare un assegno salatissimo: oltre 2 miliardi di dollari a valere sul secondo quarto dell’anno, una doccia fredda che getta qualche ombra sui ricavi.

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Il mercato sta cambiando pelle e i test, che in alcuni casi possono durare anni, drenano grandi risorse.
Il caso più eclatante è quello del “rifornitore” volante Kc 46 (una sorta di mega distributore di cherosene con le ali), che deriva dal modello ad uso civile 767.
La sua trasformazione, peserà e sarà spalmata per molti anni sui bilanci del gruppo di Seattle: 835 milioni di dollari lo scorso anno, 162 nel primo trimestre 2016 e altri 393 milioni previsti a fine luglio.

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Anche il 787 è vittima di un passato da “eterna novità”. L’originale Dreamliner – chiamato Sonic Cruiser – venne presentato in pompa magna negli Usa a cavallo del nuovo millennio.
Ed era un modello completamente differente da quello, molto più tradizionale nelle linee, lanciato nel 2011 non senza una via crucis di richiami in fabbrica per diverse cause e che ha subìto 7mila (onerose) ore di test.

Il papà del Dreamliner aveva le ali a delta, in stile jet supersonico (come il mitico Concorde o il Tupolev Tu-144), e sfiorava la velocità di mach 1.

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Oggi però quel modello non serve alle compagnie aeree che non chiedono più velocità: perchè guadagnare un’ora e mezzo su un tragitto di 20 ore verso l’Australia non solo cambia poco dell’esperienza di volo ma costa troppo se si guarda ai consumi.
E quindi i vettori chiedono comodità e risparmio, costi di manutenzione bassi e possibilità di effettuare voli di lungo raggio trasportando più passeggeri.
l 737 della stessa Boeing è il Maggiolino dei cieli: il progetto ha 50 anni (il primo volo è stato effettuato nel 1967) ed è ancora validissimo se non il più gettonato nella sua categoria.

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Il 737 MAX è la nuova versione migliorata, corretta ma sostanzialmente uguale al velivolo pensato negli anni Sessanta.

 

Se si guarda al passato e ai prototipi o ai modelli all’avanguardia tra i cieli, si evince che la scelte è obbligata: il Concorde trasportava 100 passeggeri alla velocità di mach 2 ma i costi di acquisto e gestione erano elevatissimi.

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Lo stesso Sonic Cruiser avrebbe connsentito il trasporto di 200-250 passeggeri ad un prezzo pari al doppio del Concorde volando alla metà della sua velocità.

 

Ecco perchè il progetto si è evoluto trasformandosi da aereo con le ali a delta in un quasi normale (per estetica) 7E7 e poi 787.

 

Ma portandosi sul groppone tutti i guai di una lunghissima gestazione in ricerca e sviluppo.

I nuovi super-aerei possono attendere, quindi, e le catene di montaggio dei big dei cieli non cambiano e mantengono in vita i modelli più gettonati, quelli messi alla prova dei cieli per milioni di ore, efficienti e sicuri.

 

Airbus, dal canto suo, da qualche tempo ha messo in cantiere il “concept plane” un progetto innovativo che nei piani del colosso europeo avrà ali e timone di coda più sottili e aerodinamici, una fusoliera più filante, motori efficienti e soprattutto interni altamente configurabili, un po’ come gli optional delle auto, dalla tappezzeria alle luci a led.

 

Le uniche vere novità in fatto di forme e velocità verranno da aerei di nicchia riservati ad un pubblico di super ricchi.

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I nuovi Concorde stanno per spiccare il volo: Nasa e Boeing studiano il “prossimo passo” nei cieli con la joint venture “New Aviation Horizons initiative” e prototipo tutto da decifrare.

Sempre la Nasa ma con l’altro colosso Usa Lockheed stanno mettendo a punto il progetto “Quiet Supersonic Technology” (QueSST).
E ancora c’è il programma “Sugar” (Subsonic Ultra Green Aircraft Research) che punta a innovazione nel settore della propulsione e delle linee.

Ma il rapporto costi/benefici e la messa in sicurezza di velivoli passeggeri con velocità da jet militari mettono un bel punto interrogativo sul loro futuro.

 
Fonte:www.repubblica.it/

 


27 Novembre 2015

Trent’anni dopo Maverick e Iceman, finalmente, torneranno a solcare i cieli insieme. Anche Val Kilmer, come ha annunciato lo stesso attore, parteciperà al sequel di Top Gun.

Top Gun, si torna a volare“Mi hanno appena offerto di recitare in Top Gun 2. Non capita spesso di dire sì a un film senza aver letto una sceneggiatura. Lo fai quando ti dicono che ci sarà Gene Hackman o che il produttore è Francis Coppola. ‘Ci saranno Tom Cruise e Jerry Bruckheimer’, ‘Sì’. Ci mancherà Tony Scott, una delle persone più gentili che abbia mai incontrato nel mondo dello spettacolo, ma ora riaccendiamo qualche caccia!” ha scritto Val Kilmer su Facebook.

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Il via alla produzione di Top Gun 2 dovrebbe esserci nel 2016. Il condizionale è d’obbligo, visto che sono anni che si parla di tale progetto e che ancora non si sa chi prenderà il posto del regista scomparso suicida nel 2012. Ma ora le parole di Kilmer danno nuova speranza ai tanti fan del film diretto nel 1986 da Tony Scott.

Top Gun è un film che ha segnato una generazione. Un film cult per i tanti appassionati di volo, con le scene di combattimento aereo, e pazienza se alcune di esse, come quella della foto che Maverick scatta in volo rovesciato al Mig russo, non sarebbero mai potute avvenire nella realtà. Un film impossibile da non vedere e rivedere per le tante adolescenti che erano divise tra il fascino dell’esuberante Maverick e quello del freddo Iceman.

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Il film rappresentò anche il trampolino di lancio per i suoi protagonisti, allora semisconosciuti, che sarebbero poi state tra le maggiori star di Hollywood.

Cosa sarà questa volta di Pete ‘Maverick’ Mitchell e di Tom ‘Iceman’ Kazinsky? Come si sarà sviluppata la loro storia? Facile ipotizzare il loro ruolo da istruttori alla Top Gun. Intanto Dave Ellison, ceo di Skydance, anticipa che al centro del film ci sarà il confronto tra i piloti umani e la guerra realizzata con l’utilizzo dei droni.

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Ultima curiosità riguarderà Maverick: riuscirà a volare realmente facendo così a meno della post produzione, come chiesto da Tom Cruise per dare il suo sì al progetto?

Top Gun Epic Intro

byPopo Plumsi

FONTE:www.italyjournal.it/

 


5 Ottobre 2015

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La società slovacca Shark Aircraft, che produce aerei da turismo, ha deciso di investire in Italia, andando ad assemblare velivoli nelle Marche, presso l’aeroporto di Fano. Secondo un titolo del quotidiano Il Resto del Carlino di fine agosto, l’accordo tra l’azienda slovacca e il presidente dello scalo Gianluca Santorelli hanno firmato l’accordo intorno alla metà di agosto. Il giornale si è spinto a scrivere che l’affare è stato reso possibile anche grazie a un possibile interessamento del presidente della Repubblica Slovacca Andrej Kiska, il quale secondo fonti locali sarebbe stato in vacanza in zona in quel periodo.

L’operations manager dello scalo Matteo Rossini ha detto a Buongiorno Slovacchia che l’aereo di cui si parla è il modello SHARK Generation G2, un bimotore che sarà prodotto secondo le normative Icao e Easa, e sarà in grado di viaggiare anche in volo strumentale (IFR) in condizioni di visibilità ridotte o nulle. I lavori all’aeroporto per la preparazione degli spazi necessari per l’assemblaggio e il ricovero dei velivoli inizieranno, dice Rossini, fra poche settimane, ed è immaginabile che i primi SHARK G2 possano nascere a Fano già nel 2016. Rossini dice di non essere stupito che la Slovacchia abbia diverse aziende attive nel settore aeronautico, considerando a suo tempo la grande fama nel settore di cui godeva l’industria aerea cecoslovacca. Saranno comunque necessari investimenti nello scalo, per la realizzazione di una vera pista in cemento, un progetto che sarebbe già pronto, oltre all’adeguamento dell’impianto di illuminazione.

Grande soddisfazione per il progetto è stata espressa dal mondo istituzionale ed economico fanese, che vede l’arrivo degli slovacchi come una importante opportunità per rilanciare l’aeroporto e fare da stimolo alle imprese del territorio. In particolare quelle specializzate nella meccanica di precisione, nella motoristica e nelle dotazioni elettroniche, alcune già fornitrici dell’industria avionica, che potrebbero fornire componentistica alla società slovacca per la costruzione dei suoi velivoli.

Shark Aircraft ha la sua sede in Trencin, mentre la produzione è sita all’aeroporto di Piestany. Grazie a questa operazione avrà tra breve anche una sede in Italia.

Fonte:  www.buongiornoslovacchia.sk/


14 Marzo 2014

Circa quaranta lavoratori, provenienti principalmente dalla Terim di Rubiera-Baggiovara, verranno assunti nei prossimi giorni dalla società modenese B&N del Gruppo Glem-Gas per montare cucine nello stabilimento di via Pica a Modena. Ieri, infatti, i rappresentanti di B&N hanno informato le Rsu e la segreteria della Fiom/Cgil dell’esigenza di installare una nuova linea di montaggio per rispondere alle richieste di mercato.

La Fiom e i delegati hanno apprezzato il progetto industriale di B&N e hanno chiesto di reperire il nuovo personale attingendo dal bacino di lavoratori di aziende in crisi del settore elettrodomestici individuando nella Terim la realtà principale.

La B&N ha accettato la proposta ed è stato siglato un protocollo d’intesa che stabilisce il passaggio di 40 lavoratori a tempo determinato, inizialmente sino a metà luglio, con possibilità di continuità lavorativa in relazione agli sviluppi di mercato.

Oggi l’assemblea dei lavoratori B&N ha approvato il protocollo, apprezzando il progetto industriale e anche la finalità sociale di ricollocare maestranze al momento senza lavoro.

Nei prossimi giorni sono previsti incontri tra azienda e Rsu su come adeguare la struttura organizzativa aziendale e le relative normative di sicurezza.

“Fortunatamente in questo paese – afferma Cesare Pizzolla segretario Fiom/Cgil Modena – non ci sono solo imprenditori che scappano di notte come nel caso di Firem, o che firmano accordi di rilancio di imprese senza poi essere conseguenti”.

La Fiom si augura che le modalità dell’accordo B&N possano essere seguite anche per risolvere altre situazioni, rispettando l’art.41 della Costituzione in materia di ruolo sociale dell’impresa, in quanto coniuga il principio della libertà d’impresa con il loro ruolo sociale sancito anche dall’art.41 della Costituzione italiana.

“Questo accordo – continua il segretario della Fiom di Modena – risponde agli obiettivi dell’accordo stipulato per Terim lo scorso settembre, che prevede un impegno di parti sociali e istituzioni locali per ridurre l’impatto della chiusura dello stabilimento di Baggiovara.

A questo punto chiediamo coerenza anche all’imprenditore egiziano Kaled Farouk, che si è impegnato a far ripartire la Terim di Rubiera e a riassorbire 201 lavoratori, affinché rispetti gli impegni assunti”.

Fonte:www.sassuolo2000.it


7 Febbraio 2014

Luca di Montezemolo , Presidente della casa del Cavallino Rampante di Maranello ha smentito immediatamente la voce, sottolineando che la Rossa non si muoverà di un millimetro dalla sua sede storica in provincia di Modena.

E manterrà la sua “identita storica e  

soprattutto il made in italy”

Beh vista l’ultima ” furbata” diciamo così,  di  Marchionne che ha trasferito la Maserati, o meglio la linea di produzione della 4 porte a Grugliasco, non ci sarebbe da stupirsi se ” qualcuno ” per esigenze di ” globalizzazione produttiva  ” spostasse la casa automobilistica modenese all’estero…

Mah speriamo bene, tra terremoto, e alluvione ormai siamo allo strenuo, ci mancherebbe solo l’ultima mazzata per mettere in ginocchio definitivamente una provincia già martoriata dalle bizze della natura dall incuria dell’uomo.

P.G.G.


15 Giugno 2013

L’obiettivo è innalzare la quota di mercato negli States, attualmente pari al 19,5%.

Airbus vuole costruire fabbriche al di fuori dell’Europa. Questa strategia è già stata avviata, ma il colosso dell’aviazione vuole potenziarla. A cominciare dagli Stati Uniti, dove nel 2015 dovrebbe entrare in servizio un impianto produttivo in Alabama, che darà lavoro a un migliaio di persone.

Un discorso simile ha riguardato la Cina, dove a fine anno Airbus arriverà al 50% della torta locale rispetto al 17% detenuto nel 2006, quando venne aperta la fabbrica di Tianjin: essa ha già sfornato 127 aerei A320, al di là delle previsioni iniziali. Ora c’è un progetto per affidare a questo stabilimento l’assemblaggio del Neo, versione rimotorizzata dell’A320.

Come spiega Fabrice Brégier, presidente e direttore generale della società, in presenza di un partner e di un mercato promettente, è possibile unire successo commerciale e strategia industriale. In tutto il mondo Airbus sta facendo degli sforzi per conquistare nuove quote di mercato e stringere accordi. Il costruttore guarda con interesse all’India e all’Indonesia, dove si è accaparrata grossi contratti, e al continente africano, destinato a diventare un mercato equivalente a quello mediorientale. Per fare concorrenza a Boeing, Airbus scommette su tre elementi: qualità degli aerei, campagne commerciali mirate e, appunto, produzione in loco. Ieri, intanto, è stato effettuato il volo inaugurale del nuovo modello A350 XWB, un velivolo di medie dimensioni che sarà impiegato nel lungo raggio.

Fonte:www.italiaoggi.it


25 Maggio 2013

Il volo di debutto del KC-46 dovrebbe avvenire nel primo trimestre del 2015. Ma la struttura del velivolo 767-2C, su cui si basa il velivolo, è probabile che volerà a metà del 2014, prima di essere modificata per la forza aerea. Boeing spera in produzione entro il terzo trimestre del 2015.

Consegne del KC-46

Il primo dei 18 KC-46 dovrebbe essere consegnato nel 2016. La produzione full-rate, che dovrebbe essere di circa 15 aerei all’anno, avrà inizio più o meno nello stesso tempo, con un totale di 179 aerei da produrre per l’USAF.

Fonte:www.nonsoloaerei.net


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