Reggio Emilia

20 Giugno 2015

La vittima, un imprenditore di 58 anni, era un pilota esperto. Fu tra gli ideatori della scuola Top Gun. Nel mondo dell’economia locale e non solo era noto per aver fondato e guidato fino a pochi anni fa la AEB con l’amico e socio Ivan Paterlini (presidente della Pallacanestro Reggiana)

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Vincenzo Baroni sulla foto di copertina della sua pagina di Facebbook

18 Giu 2015

CANOSSA (Reggio Emilia) – Un elicottero ultraleggero è precipitato intorno alle 17,50 di oggi sulle colline di Vedriano di Canossa, non lontano da Pietranera e dalla piazzola di atterraggio. Morto il pilota, il noto imprenditore Vincenzo Baroni, 58 anni, ex titolare della azienda AEB con l’amico e socio Ivan Paterlini (presidente della Pallacanestro Reggiana), conosciutissimo in città e non solo. Da sempre grande amante del volo, fu tra i fondatori della Top Gun School di Reggio Emilia e aveva alle spalle moltissime ore di volo e una lunga esperienza anche alla guida di ultraleggeri.

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Sul posto, oltre al personale del 118 e all’elisoccorso, anche i carabinieri e i vigili del fuoco, giunti in elicottero per liberare la vittima dalle lamiere. L’impatto è stato violentissimo, inutile ogni tentativo di soccorrere Baroni che è morto a causa delle gravissime lesioni subite nell’incidente. Originario di San Polo, la vittima risiedeva a Cavriago.
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Quanto alle cause di questa tragedia starà al magistrato di turno Isabella Chiesi valutare il da farsi, se cioè disporre o meno un esame autoptico sul corpo di Baroni. Di sicuro la giornata era ideale per alzarsi in volo, con cielo terso e assenza di vento; lo schianto, quindi, potrebbe essere stato dettato da un errore umano (nonostante la grande esperienza del pilota) così come da un guasto meccanico o ancora da un malore accusato.

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Vincenzo Baroni lascia la moglie Lorena Davoli, giunta intorno alle 20 sul luogo della tragedia insieme al figlio maggiore, tre figli e un nipote nato da pochi mesi.

 

 

Fonte:www.reggionline.com


14 Marzo 2015

Una suggestiva fotografia scattata pochi istanti prima di un lancio dal Cessna U206B Super Skywagon I-CJAO (C\N U2060782) di un gruppo di Paracadutisti dell’Esercito Italiano durante una campagna addestrativa sull’Aeroporto Ferdinando Bonazzi di Reggio Emilia.

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P.G.


14 Febbraio 2015

Accartocciato come una lattina. Caduto sotto il peso della neve, sferzato dal vento. Così è crollato venerdì l’hangar della scuola di paracadutismo Bfu, al Campovolo. 

di Benedetta Salsi

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ACCARTOCCIATO COME UNA LATTINA.

Caduto sotto il peso della neve, sferzato dal vento. Così è crollato venerdì l’hangar della scuola di paracadutismo Bfu, al Campovolo. L’immagine che ci si trova di fronte è da brivido. Tutto da buttare, danni ingentissimi («qui sfioriamo il milione di euro», dicono i responsabili con gli occhi increduli).

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E, ieri, di fronte a quello scempio, c’erano Paolo Haim (direttore della scuola), il Presidente Edoardo Stoppa (volto noto di Striscia la Notizia, su Canale 5, per la sua rubrica sugli animali) e Franco Di Lorenzo (socio fondatore). Guardavano impotenti il sogno di tutta la loro vita andato in pezzi. La Bfu, una delle eccellenze italiane, in materia di paracadutismo. E ora sarà tutto da rifare. Daccapo. Rimboccarsi le maniche per tornare a volare, sempre che si trovino le risorse. E nuove ali.

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AL MOMENTO del crollo nessuno era presente nell’hangar, per fortuna. Le principali attività si svolgono, intensamente, durante il weekend. E non ci sono stati feriti. Ma i danni alla struttura e, soprattutto, ai tre aerei che erano parcheggiati sotto sono enormi: almeno due velivoli sono rimasti schiacciati da tonnellate di neve mista ad acqua e dalle travi del capannone, battuto dal vento.

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Sepolti e rimasti in pezzi, il Pilatus PC-6/C1-H2 Turbo Porter N9444 (cn 521) l’aereo usato dalla scuola, sul fianco è stampato a caratteri cubitali il nome ‘Bfu’ –, poi un Cessna 206 (di proprietà di Mario Mazzacurati) e usato per i lanci di precisione e uno Storm 280 (il più piccolo e anche quello che ha avuto un po’ meno danni).

 OCCHI LUCIDI, SENZA PAROLE

 

È un via vai impietoso quello che vedeva tutti gli appassionati della disciplina sportiva fare la spola in mezzo alla poltiglia, per vedere quello che era accaduto. In fretta, la notizia è circolata tra tutti gli appassionati. «Ho il cuore in pezzi, non riesco neanche a parlare, mi viene da piangere», commentava tra i denti uno di loro, ieri mattina, davanti al cancello. Perché quel che c’era davanti non lasciava appello: una devastazione totale. Tutto giù. Tutto in pezzi. Misto all’odore acre di kerosene, centinaia di litri che si erano riversati sul pavimento, misti alla neve sciolta.

 

Nel pomeriggio di ieri, tecnici e periti sono arrivati al Campovolo per le valutazioni e per iniziare la conta danni.

Altre associazioni sportive si appoggiano alla Bfu, come la scuola Anpd’I di Como, che custodiva nell’hangar i suoi materiali oppure lo stesso Cessna U206B Super Skywagon I-CJAO  (C\N U2060782), di Mario Mazzacurati, responsabile agonistico della Scuola Nazionale di Paracadutismo di Carpi (già campioni del mondo di lancio di precisione).

 

«Ora saranno le assicurazioni a valutare i danni – hanno detto affranti i responsabili –. Quel che è certo è che faremo di tutto per ripartire. Ce la faremo. Ne siamo sicuri».

 

http://www.ilrestodelcarlino.it/


14 Febbraio 2015

L’emergenza neve non è affatto passata e le conseguenze continuano a farsi sentire. Al Campovolo è crollato l’hangar della scuola di paracadutismo Bfu distruggendo il pilatus porter, l’aereo della scuola, e altri due velivoli. Nessun ferito, per fortuna. Ma danni consistenti. Telefoni muti in alcune zone di montagna, alcuni punti di Baiso sono a secco d’acqua.

 

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Sotto il peso della neve, la tensostruttura della scuola è collassata. Nessun ferito – riporta il sito dei congedati Folgore – ma gravissimi danni alla struttura e agli aerei che sono stati schiacciati dal peso delle strutture e da tonnellate di neve mista ad acqua, caduta nella notte.

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Il Pilatus Porter ,l’aereo usato dalla scuola, ed altri due velivoli custoditi sotto la tensiostruttura sono stati letteralmente sepolti con danni importanti. I responsabili della Scuola Bfu subito accorsi,stanno valutando i danni insieme ai tecnici. La notizia è subito circolata tra i tanti amici di Paolo Haim e Frank Di Lorenzo , i co-fondatori e responsabili delle attività paracadutistiche e organizzative della BFU. Nell’hangar erano anche custoditi i materiali della scuola Anpd’I di Como. Della BFU fa parte anche Edoardo Stoppa, volto noto di Canale 5 per la rubrica dedicata agli animali a Striscia la Notizia.

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Raggiunti telefonicamente Paolo Haim, direttore BFU e Mario Mazzacurati, responsabile agonistico della Scuola Nazionale di Paracadutismo di Carpi, entrambi hanno confermato la gravità dei danni che le assicurazioni Kasko dovranno valutare per ripristinare o sostituire gli aerei.

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FONTE: http://gazzettadireggio.gelocal.it/


18 Aprile 2014

 

Uno scatto effettuato al Cessna C172N Skyhawk II I-TREE (c/n 17272944) durante la virata in finale sull’aeroporto di Modena-Marzaglia per un touch and go.

Questo velivolo è basato sull’Aeroporto Ferdinando Buozzi di Reggio Emilia (LIDE)

Copyright Pierinoinflight


16 Settembre 2012

REGGIO EMILIA – Uno spettacolo appassionante, quello andato in scena questo pomeriggio nei cieli di Reggio Emilia: decine di aerei hanno volato sulla città, in occasione del quarantesimo raduno della Federazione Cap, che riunisce i costruttori di aeromobili amatoriali e storici. Decine di velivoli, di aspetto anche piuttosto stravagante (memorabile quello che riproduce il corpo di un gallo), sono stati portati al Campovolo, dove sono stati ammirati dagli appassionati di ogni età

 

WATCH VIDEO ON : http://www.youtube.com/watch?v=q_TmNq4oe4Y

 

FONTE:www.reggionline.com & www.youtube:com


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