ricerche

30 Maggio 2016

La priorità è trovare le scatole nere sott’acqua nel Mediterraneo prima che si scarichino i loro segnalatori, ma non sarà semplicissimo.

A più di una settimana dalla scomparsa del volo MS804 di EgyptAir, le ricerche nel Mediterraneo orientale non hanno ancora portato al ritrovamento di altri resti dell’Airbus A320 e delle sue scatole nere, che potrebbero fornire dati importanti per ricostruire gli ultimi minuti a bordo.
orionegypt
L’aereo era in viaggio da Parigi al Cairo con 66 persone a bordo: intorno alle 2:30 del 19 maggio ha smesso di comunicare con i controllori di volo e pochi minuti dopo è scomparso dai radar, mentre stava sorvolando il Mar di Levante nello spazio aereo egiziano.

Dopo i rottami e alcuni resti delle persone a bordo trovati alla fine della scorsa settimana, gli avvistamenti si sono fatti più rari e non è chiaro quando e se saranno trovati altri oggetti per capire le cause dell’incidente.
Scatole nere

Francia ed Egitto stanno collaborando alle ricerche nel Mar di Levante con l’obiettivo di trovare il prima possibile le due scatole nere dell’A320.

Dalla Corsica è partito il ricognitore idrografico Laplace della Marina militare francese per raggiungere il tratto di mare ad alcune centinaia di chilometri a nord di Alessandria d’Egitto dove si stanno concentrando le operazioni di ricerca.

A bordo ci sono due esperti del Bureau d’Enquêtes et d’Analyses pour la Sécurité de l’Aviation Civile(BEA), l’agenzia governativa francese che si occupa delle indagini sulla sicurezza del volo, e strumentazioni fornite dall’azienda Alseamar, specializzata nella ricerca di relitti sui fondali marini.

La nave è quindi attrezzata con dispositivi per captare i segnali acustici inviati dalle scatole nere, e che sono rilevabili anche sott’acqua.
Nel caso di un incidente aereo, il sistema di segnalazione si attiva automaticamente ed emette un suono a intervalli regolari, fino a quando non si scaricano le batterie della scatola nera.
orionegypt3
Di solito l’autonomia è di 30 giorni e per questo le squadre di ricerca cercano di non perdere tempo.
Le scatole nere registrano dati sulle condizioni dell’aeroplano durante il volo e le ultime due ore di conversazione nella cabina di pilotaggio: il loro ritrovamento consentirebbe quindi di ricostruire le cause della fine del volo MS804.

Fondale
Il tratto di mare in cui si stanno concentrando le ricerche è piuttosto profondo e questo potrebbe complicare il ritrovamento delle scatole nere.
Secondo gli esperti si potrebbero trovare a una profondità di circa 3mila metri, quindi di poco entro la distanza massima dalla superficie per captare i loro segnali acustici.

Per questo motivo gli speciali microfoni usati per captarli vengono calati con lunghi cavi a circa 2mila metri di profondità, in modo da rendere più probabile la loro identificazione.

I rilevatori di Alseamar, in viaggio sulla Laplace, possono captare un segnale nel raggio di 5 chilometri. I tecnici confidano che questi sistemi possano semplificare le ricerche, nonostante non sia noto il punto preciso in cui è precipitato l’aereo e si debbano scandagliare centinaia di chilometri quadrati di fondale.

Segnali radio
Alla fine della scorsa settimana, il giornale al-Ahram controllato dal governo egiziano aveva dato la notizia secondo cui le autorità avevano rilevato dati emessi da un trasmettitore di localizzazione di emergenza (ELT), un dispositivo che di solito si trova nella coda degli aerei e che manda segnali che possono essere rilevati via satellite.

La fonte era uno dei responsabili delle ricerche, aveva detto il giornale, ma da allora non ci sono state ulteriori conferme.
Secondo diversi esperti, però, è improbabile che l’ELT sia rimasto intero dopo l’impatto in acqua, non essendo resistente quanto le scatole nere.

Inoltre, è raro che segnali radio emessi sott’acqua possano essere captati facilmente dalla superficie (è per questo che le scatole nere emettono segnali sonori e non radio).

Fumo a bordo?
Nel fine settimana sono circolate notizie, riprese dalle principali agenzie di stampa internazionali (e dal Post), sul fatto che a bordo dell’A320 fosse stata segnalata la presenza di fumo, ma in seguito questa circostanza è stata messa in dubbio e non si sono avute altre conferme.
Le incertezze sono dovute ai dati frammentari ottenuti da chi sta effettuando le indagini e ricavati dai segnali che l’aeroplano manda automaticamente, mentre è in volo, per informare la compagnia aerea e il produttore dell’aeroplano sulle sue condizioni. I


l sistema, che si chiama ACARS, si basa su una serie di sensori a bordo che rilevano diversi dati: dalle condizioni dei motori a quelle nella cabina di pilotaggio, passando per i rilevatori di fumo nei bagni. I dati indicano che ci potrebbe essere stato un problema con alcuni sistemi per governare l’aereo, ma si tratta di supposizioni che potranno essere confermate o smentite solo dopo il ritrovamento delle scatole nere.

Altre notizie e smentite
Nei primi giorni dopo la scomparsa del volo MS804 di EgyptAir, il governo egiziano ha dato informazioni contrastanti e poco chiare sullo stato delle ricerche in mare, dando l’impressione di non avere molto sotto controllo le operazioni nel Mar di Levante. Il governo ha inoltre smentito o ridimensionato notizie diffuse da altri paesi, a partire dalla Grecia, i cui controllori di volo hanno gestito il passaggio dell’A320 nel loro spazio aereo prima dell’incidente.

Sulla base dei tracciati radar, le autorità greche hanno detto che l’aeroplano ha compiuto alcune brusche manovre prima della sua scomparsa, ma l’Egitto ha smentito questa circostanza dicendo di avere dati diversi.

Un’altra fonte, questa volta vicina alle indagini egiziane, aveva detto che a giudicare dai resti dei passeggeri trovati in mare era molto probabile che l’incidente fosse stato causato da un’esplosione a bordo. Questa ipotesi è stata in seguito smentita dal governo egiziano, ricordando che è ancora presto per stabilire quale sia stata la causa dell’incidente.

Fonte:www.ilpost.it/


15 Luglio 2015

La ragazza, che si trovava con i nonni su un piccolo aereo, è stata trovata nello Stato di Washington da un gruppo di escursionisti

air crash21:23 – Un’adolescente è scampata alla morte dopo che l’aereo su cui viaggiava si è schiantato nello Stato di Washington.

 

Secondo la ricostruzione delle autorità, Autumn Veatch, 16 anni, ha vagato per due giorni prima di essere trovata da un gruppo di escursionisti nelle vicinanze di un parco nazionale. Era disidratata ma in generale in buono stato di salute.

 

La ragazza era in volo con i nonni a bordo del loro aereo dal Montana a Washington quando a un certo punto il velivolo è precipitato.

 

Lei è riuscita a uscire dai rottami dell’aereo e ha cercato anche di aiutare i nonni ma non ci è riuscita.
Per diverse ore è rimasta accanto a loro nella speranza che arrivassero i soccorsi.

 

Non vedendo arrivare nessuno ha deciso di mettersi in marcia. Nel frattempo il velivolo ancora non è stato ritrovato, perché le ricerche sono complicate dal fatto che la regione dove è presumibilmente precipitato è densa di ripide montagne.

 

P.G.


20 Agosto 2014

I resti del primo corpo nella fusoliera di uno dei caccia. Smentito il ritrovamento di un paracadute, era un salvagente. Aperta inchiesta per disastro aereo colposo, già sequestrati diversi componenti dei relitti finora rinvenuti .

torncrash8

20 agosto 2014  Sono stati ritrovati i corpi carbonizzati di due dei quattro piloti che viaggiavano a bordo dei Tornado che si si sono schiantati in volo ieri nei cieli sopra Ascoli Piceno. Sembra che i resti  di uno dei militari, trovati nella zona di Tronzano, fossero nella fusoliera di uno dei due caccia.

Intanto sono stati resi noti i nomi dei quattro militari che volavano sui jet: si tratta dei piloti – entrambi piemontesi – Mariangela Valentini, 31 anni di Borgomanero, in provincia di Novara, e Alessandro Dotto originario di San Giusto Canavese, nella zona di Ivrea. Con loro i capitani navigatori Paolo Piero Franzese e Giuseppe Palminteri. I due velivoli, appartenenti al 6ª Stormo, si erano levati in volo dalla base militare di Ghedi (Brescia) per una missione di addestramento in vista di un’esercitazione Nato in autunno e sarebbero dovuti tornare alla base in serata. 

Smentito ritrovamento paracadute
Non ha avuto conferme, invece, la notizia del ritrovamento dei resti di un paracadute arancione, che aveva alimentato le speranze di trovare vivo almeno uno dei piloti. Si sarebbe trattato solo dei resti di un salvagente. Intanto i Vigili del Fuoco hanno rinvenuto diversi componenti di uno o di entrambi gli aerei, tutti concentrati nell’area di Casamurana.

Aperta inchiesta per disastro aereo colposo
Fonti della Procura di Ascoli Piceno confermano stamani l’apertura di un’inchiesta per l’ipotesi di reato di disastro aereo colposo. Il Procuratore Capo Michele Renzo l’ha affidata al sostituto Umberto Monti, che ieri notte ha tenuto una riunione in Procura con tutti i soggetti impegnati nelle operazioni di ricerca dei piloti scomparsi. Un summit servito anche per stabilire con chiarezza che la competenza sulle operazioni di ricerca e sulle indagini è della magistratura ascolana, che avrà il supporto e l’ausilio di tutte le forze impegnate sul campo, comprese quelle militari. Sono stati già sequestrati diversi componenti dei relitti finora rinvenuti.

Fonte:www.rainews.it/


20 Agosto 2014

Fare chiarezza sull’incidente e trovare gli equipaggi.

torncrash8

 

Queste le priorità dell’ Aeronautica Militare sullo scontro di oggi tra due Tornado sulle colline alle porte di Ascoli Piceno, nella zona di Mozzano.

“E’ stata aperta un’indagine e una team di esperti sta andando sul punto dell’ incidente”, afferma l’Aeronautica. “La nostra prima preoccupazione, prosegue la forza armata,è trovare gli equipaggi“, due piloti e due navigatori. In volo elicotteri e altri caccia. 

 

 

Fonte:http://www.rainews.it/


19 Agosto 2014

I velivoli erano in missione di addestramento a bassa quota. Un testimone: «Li ho visti scontrarsi da direzioni diverse e poi cadere». Il sindaco: «Poteva essere un’apocalisse»

LOCALIZZATO UN PARACADUTE. RILEVATI SEGNALI A TERRA, FORSE DI ALTRI SEGGIOLINI EIETTABILI

torncrash3Due Tornado dell’AeronauticaMilitare si sono schiantati sulle montagne del Piceno, nelle Marche. I caccia, provenienti da direzioni diverse, si sono scontrati in volo. Una collisione durante una missione di addestramento a una quota di 500 metri. Ancora dispersi i quattro a bordo dei due jet, tra piloti e navigatori. Le squadre di soccorso hanno rilevato segnali. Potrebbero essere quelli provenienti dai seggiolini eiettabili. Le ricerche si stanno concentrando proprio nel posto da cui provengono le trasmissioni. I due velivoli, appartenenti al 6° Stormo, si erano levati in volo dalla base militare di Ghedi (Brescia) per una missione di addestramento in vista di un’esercitazione Nato in autunno e sarebbero dovuti tornare alla base in serata.

Localizzato un paracadute

Testimoni avrebbero visto lanciarsi tre dei quattro aviatori. E un paracadute è stato localizzato. Alcuni testimoni raccontano di avere visto i due velivoli toccarsi. Uno dei due aerei ha preso fuoco ed entrambi sono precipitati.

Collisione in addestramento

torncrash2I due jet stavano svolgendo attività addestrativa e si sarebbero scontrati in volo, arrivando appunto da direzioni diverse. Per domare gli incendi (divampati in diverse zone dei monti della Laga dato che i rottami dei caccia sono caduti in un’area larga circa 25 chilometri) sono stati utilizzati Canadair ed elicotteri cisterna.

«Ho visto i due velivoli scontrarsi»

torncrash1«Stavo lavorando al computer nella mia casa ad Ascoli Piceno, quando ho sentito passare un aereo sopra di me. Mi sono affacciato alla finestra e pochi secondi dopo, all’incirca dalla direzione opposta, ho visto giungere un altro caccia» lo ha riferito un testimone all’Ansa. «Ho visto i due velivoli scontrarsi e l’esplosione – aggiunge -. Non ho potuto vedere dove sono caduti gli aerei. Dal luogo dell’impatto, all’incirca fuori dalle mura di Ascoli (forse a Mozzano), si alza una nube di fumo nera. Si sentono le sirene di ambulanze e vigili del fuoco». E ancora: «Abbiamo sentito un fortissimo boato e quando abbiamo alzato gli occhi al cielo abbiamo visto dei pezzi di aereo che cadevano» dice una testimone che vive a Roccafluvione.«Qui in paese – racconta ancora – tremava tutto, poi sono divampate sulle colline le fiamme ».

L’Aeronautica manda team di esperti

L’Aeronautica ha inviato un team di esperti sul luogo dell’incidente per le prime verifiche. Al momento sul luogo dell’incidente sono stati ritrovati un motore e altri pezzi.Non si sa ancora se vi siano vittime.

I Tornado provenivano da Ghedi

I Tornado del 6° Stormo sono partiti da Ghedi (Brescia) una delle due basi (l’altra è Piacenza) da cui operano questi cacciabombardieri dell’Aeronautica che, in attesa dell’arrivo contestato degli F 35, continuano a rappresentare la spina dorsale dell’Aviazione Militare Italiana. L’aereo è un velivolo da combattimento bireattore, biposto, con ala a geometria variabile e capacità «ognitempo». È progettato per volare a bassissima quota a velocità supersoniche (Mach 1.2) ma è capace di prestazioni bisoniche ad alta quota. E’ stato utilizzato in tutte le principali missioni all’estero italiane, dai Balcani alla Libia, dall’Iraq ( Foto sotto  Tornado Operazione Locusta) all’Afghanistan.

torncrash7

 

Il sindaco di Ascoli: «Poteva essere apocalisse»

Non mancano le polemiche. Mentre il Sindaco di Ascoli Guido Castelli dice che «poteva essere un apocalisse», un deputato Pd, Dario Ginefra, chiede che «sia fatta immediata chiarezza sullo scontro tra i due caccia tornado e sulla presunta esercitazione in corso al momento dell’incidente e – auspicata l’incolumità dei militari coinvolti e di eventuali civili residenti nell’area dove sono precipitati i velivoli – immediatamente accertata ogni eventuale responsabilità». E ancora: «Sono certo che il ministro Pinotti sarà la prima a voler chiarire l’accaduto e a voler spiegare perchè – se confermate le voci dell’esercitazione – questa sarebbe avvenuta in prossimità di aree abitate e non sul vicino mare adriatico». Così invece il sindaco: «Abbiamo assistito a un dramma sconvolgente ma dobbiamo anche riconoscere che le conseguenze potevano essere davvero apocalittiche per il nostro territorio. Una questione di secondi e tutti avremmo rischiato il peggio».

«Ancora non sappiamo gli esiti nè tantomeno le cause dell’incidente. È bene adottare ogni prudenza ed attendere i risultati dei rilievi in corso. L’importante, però, è che quanto accaduto non susciti polemiche sulle attività addestrative, che sono fondamentali». Lo sottolinea all’Adnkronos il Generale Leonardo Tricarico, ex Capo di StatoMaggiore dell’AeronauticaMilitare ed attuale Presidente della Fondazione Icsa. «Dobbiamo soltanto ringraziare i militari che, pur tra mille ristrettezze di bilancio, continuano a svolgere il loro lavoro meglio di chiunque altro e hanno sempre dato prova di altissima professionalità in Italia e nelle missioni all’estero. Se il comparto pubblico italiano può vantarsi di qualcosa a livello internazionale -aggiunge- è proprio per l’attività delle forze armate».

Tornado, velivoli da combattimento specializzati nella bassissima quota

Acquisiti dall’Aeronautica dal 1982, sono usati per le missioni all’estero ed equipaggiati con sistemi d’avanguardia.

torncrash4

Acquisito dall’Aeronautica Militare a partire dal 1982, il Tornado è un velivolo da combattimento bireattore, biposto, con ala a geometria variabile e capacità `ognitempo´. E’ progettato per volare a bassissima quota a velocità supersoniche (Mach 1.2) ma è capace di prestazioni bisoniche ad alta quota.

Usato per le missioni all’estero

torncrash6Il velivolo è stato utilizzato in tutte le principali missioni all’estero italiane, dai Balcani alla Libia, dall’Iraq all’Afghanistan. Nella versione standard Ids (Interdiction Strike), in dotazione al 6° Stormo di Ghedi (Brescia), il Tornado può essere impiegato come cacciabombardiere e ricognitore. Il 50° Stormo di Piacenza, invece, è equipaggiato con la variante It-Ecr (Electronic Combat Reconnaissance), specializzata nella soppressione delle difese aeree avversarie mediante l’impiego di missili aria-superficie Agm-88 Harm.

Sistemi d’arma d’avanguardia

torncrash5Tramontato il rischio di un confronto militare globale, la probabilità di utilizzare un velivolo come il Tornado, la cui efficacia è stata accresciuta dall’acquisizione di sistemi d’arma d’avanguardia, riguarda essenzialmente le cosiddette «operazioni di risposta alle crisi», interventi cioè nelle fasi più virulente di un confronto militare allo scopo di attivare il processo di progressiva stabilizzazione e di svolgere azione di deterrenza dal cielo. Nella versione standard Ids (Interdiction Strike), in dotazione al 6°Stormo di Ghedi (Brescia), il Tornado può essere impiegato come cacciabombardiere e ricognitore. Il 50° Stormo di Piacenza, invece, è equipaggiato con la variante IT-Ecr (Electronic Combat Reconnaissance), specializzata nella soppressione delle difese aeree avversarie mediante l’impiego di missili aria-superficie.

I dettagli

L’equipaggio standard per un Tornado è di un pilota e un navigatore, la velocità massima che può raggiungere il velivolo a bassa quota è di 1.480 km/h. L’apertura alare varia dagli 8,6 ai 13,9 metri, la lunghezza invece è di 16,70 metri e l’altezza di 5,95 metri. L’armamento prevede 2 cannoni cal. 27 mm, fino a 9.000 kg di carichi esterni.

VEDI ANCHE

it.wikipedia.org/wiki/Panavia_Tornado

Fonte:www.corriere.it/


5 Aprile 2014

Giallo nel Nord-Ovest dell’Italia, con un aereo, un bimotore Piper 30, che è letteralmente scomparso dai radar intorno alle 16 nella zona di confine tra Liguria, Toscana ed Emilia Romagna. Lo rende noto il soccorso alpino ligure che sta intervenendo tra Fivizzano (Massa Carrara) e Passo del Cerreto con squadre della Toscana e dell’Emilia. Decollato da Genova, sembra che l’aereo fosse diretto in Germania. Le ricerche sono immediatamente scattate non appena si sono persi i contatti con l’aeroplano. Per individuarlo, si sta anche cercando di seguire la traccia del telefonino del pilota. Nelle ricerche del bimotore scomparso è impegnato anche un elicottero NH90 della Marina militare, decollato dalla base di Luni nonostante le condizioni meteo avverse.

Fonte: Leggo.it


16 Maggio 2013

In acqua nessuna traccia del velivolo scomparso dai monitor sopra Lipari. L’elenco degli incidenti e gli ammaraggi avvenuti negli ultimi mesi.

Mercoledì 15 giugno, ore  11.25: allarme aereo in mare. Lo specchio d’acqua interessato è quello davanti alle isole Eolie, compreso tra Lipari e Tropea. Un aereo in volo in quello spazio aereo improvvisamente sparisce. Iniziano le ricerche alle quali partecipano motovedette della Guardia Costiera e anche navi mercantili in transito in quell’area.  I resti però non si trovano. Nessuna traccia di carburante o di altri materiali che potevano trovarsi a bordo del velivolo al momento dell’urto con l’acqua. La prima ipotesi  è quella di un incidente ad un aereo militare spagnolo. Ma questa ipotesi, dopo poche ore, viene “smontata” dall’Aeronautica militare italiana ma soprattutto dalle autorità iberiche che negano di avere mai perso un aereo militare in volo. Il caso dell’areo scomparso alle Eolie è però solo l’ultimo di una lunga serie di incidenti accaduti negli ultimi mesi.

27 aprile 2013: meno di un mese fa accade una cosa analoga nel Mar Tirreno. Questa volta al centro delle ricerche c’è un Cessna, con una persona a bordo, decollato da Nizza e diretto a Salerno. In mare escono gli uomini della Guardia Costiera di Imperia e la Guardia Costiera di Sarzana,La Spezia, per moltissime ore. Le operazioni di ricerca però vengono coordinate dalle autorità marittime francesi, che impiegano nelle ricerche  alcune imbarcazioni e due elicotteri. Anche delle Capitanerie di Porto italiane utilizzano un Atr 42, che effettua un sorvolo tra l’isola d’Elba e il punto della scomparsa del Cessna. Ma anche in questo caso, tutte le ricerche hanno dato esito negativo.

29 gennaio 2013. Questa volta a sparire nel mare di Cervia è un caccia americano. Il caccia F-16 statunitense era decollato da Aviano nel pomeriggio e intorno alle 20 aveva perso i contatti radio con la base mentre volava al largo di Ravenna. Il velivolo era in formazione con altri aeroplani Usa, ed era impegnato in un volo di addestramento sul mare Adriatico. Nell’ultima comunicazione con la torre di controllo, prima di sparire dai radar il pilota avrebbe segnalato un “problema” senza riuscire a specificare esattamente quale fosse. L’altro pilota, al comando dell’aereo che volava in coppia con l’F-16 disperso, ha riferito di aver ricevuto il segnale di “mayday”, ma non di averlo visto precipitare. I resti dell’aereo e del militare saranno ritrovati alcuni giorni dopo.

2 agosto 2006 a Rimini. Un piccolo aereo con due persone a bordo scompare in mare al largo di Gabicce Mare, in una zona di confine tra le Province di Pesaro e Urbino e di Rimini. L’aereo, un Cessna 152, scompare dal radar intorno alle 17, qualche minuto dopo essere partito dall’aeroporto di Rimini, all’altezza di San Bartolo, sopra Gabicce, dove avrebbe compiuto una virata prima di scomparire. I soccorritori, dopo tre ore di ricerche, hanno trovato in mare un’ampia chiazza di carburante e alcuni detriti. A bordo c’erano l’istruttore Donato Campanaro, 50 anni, docente di aeronautica all’Itis di Padova e il suo allievo.

In meno di due mesi sono 5 gli incidenti aerei per i quali l’Ansv ha aperto delle inchieste. Due sono avvenuti   il 14 maggio: il primo a Trento, il secondo a Lariano, Roma. A Trento un aereo in fase di atterraggio si è ribaltato sul lato erboso della pista per un’imbardata. Incolume il pilota, unico occupante. A Lariano invece, un velivolo in volo tra Lamezia e Viterbo ha impattato contro alcune cime di alberi. Per fortuna non è precipitato ma è riuscito ad atterrare in emergenza sull’aeroporto militare di Pratica di Mare (Roma).

Il 3 marzo 2013 un Md 80 a Linate investe un bus. E’ avvenuto durante la fase di rullaggio sulle piste dell’aeroporto di Linate. L’aereo urta con l’estremità alare contro un bus interpista, riportando  gravi danni. L’evento è stato classificato dall’Ansv “ incidente”, con contestuale apertura dell’inchiesta di sicurezza.

27 Marzo 2013: L’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo avvia un’inchiesta di sicurezza su un incidente occorso ad un bimotore Piper. Nel corso di un volo scuola, durante una serie di atterraggi e ripartenze, l’aeromobile effettuava un atterraggio forzato, per cause sconosciute oltre la testata Nord della pista dell’aeroporto dell’Urbe. Contusi i due occupanti.

Ma solo pochi giorni dopo un ATR 72 esce di pista all’aeroporto di Fiumicino: l’aereo tocca terra e rimbalza per tre volte. Nel primo rimbalzo riporta il cedimento del carrello anteriore in quelli successivi, il cedimento del carrello principale. L’aereo si adagia completamente sul ventre di fusoliera e comincia a strisciare per oltre 500 metri uscendo di pista e finendo sul manto erboso a circa 30 metri dal bordo della stessa pista. Per fortuna tutti gli occupanti sono rimasti illesi. Solo tanta paura.

Fonte:http://news.panorama.it


16 Maggio 2013

La segnalazione del sistema satellitare della centrale delle Capitanerie di Porto di Roma. Sarebbe un velivolo militare

Un aereo potrebbe essere precipitato in mare al largo delle Eolie. A segnalarlo è stato il sistema satellitare della centrale operativa delle Capitanerie di Porto di Roma. Ricerche in corso tra Lipari e Tropea con alcune motovedette della Guardia Costiera e navi mercantili in transito, scattate a scopo precauzionale, fino ad ora non hanno dato alcun esito. L’allarme – secondo quanto si è appreso – sarebbe attribuito ad un velivolo spagnolo, ma le autorità aeronautiche iberiche hanno escluso situazioni di emergenza.

IPOTESI VEIVOLO SPAGNOLO – «L’Aeronautica non ha ancora nessun tipo di informazione, stiamo cercando di avere più dati». Così un portavoce del ministero della Difesa spagnolo, interpellato dal portale di notizie Terra, ha commentato le notizie secondo cui l’aereo scomparso potrebbe essere un velivolo militare spagnolo. Anche le autorità aeronautiche italiane segnalano traffico regolare. L’ipotesi allo stato prevalente è che possa essersi trattato di un falso allarme, ma la continuazione delle ricerche è dettata dal fatto che, sempre in via ipotetica, potrebbe essere coinvolto un aereo di piccole dimensioni. 

SEGNALE CAPTATO DA BARI – Il segnale è stato captato dalla stazione satellitare di Bari. Sul posto è stato inviato anche un aereo della Guardia costiera, «ma a scopo precauzionale, perché non ci sono conferme neppure dalla autorità aeronautiche», spiegano dal Comando generale delle capitanerie. Quello scattato, infatti, è un allarme definito «Costas-Sarsat»: non si tratta della richiesta di aiuto ricevuta direttamente da un pilota e non si esclude quindi l’ipotesi di un «falso allarme» partito per motivi tecnici da un mezzo aereo trasportato su una nave mercantile.

Fonte:www.corriere.it


11 Gennaio 2013

Falso allarme: le ricerche continuano

Roma – Un corpo è stato ripescato vicino a Puerto de la Guairia, in Venezuela. La notizia viene riportata dal quotidiano “El Universal”.

Il corpo sarebbe quello di un pescatore. Lo riferisce la Protezione civile locale, affermano fonti diplomatiche italiane a Caracas, precisando che il ritrovamento non avrebbe, secondo i primi accertamenti, niente a che fare con la vicenda dell’aereo scomparso a Los Roques.

In un primo momento, gli inquirenti avevano pensato che il corpo potesse appartenere a uno degli occupanti dell’ aereo scomparso il 4 gennaio mentre volava tra Los Roques e Caracas con quattro italiani a bordo: Vittorio Missoni, la moglie Maurizia Castiglioni e una coppia di amici, i coniugi Foresti. Ma la Protezione civile del Venezuela, ha subito precisato: «il corpo non è di Missoni».

Il quotidiano venezuelano “El Universal”, che cita un altro quotidiano, “Panorama”, scrive che il corpo è stato trovato in avanzato stato di decomposizione, come hanno spiegato i sommozzatori locali.

Fonte:www.ilsecoloxix.it


7 Gennaio 2013

Il velivolo aveva fatto rifornimento per tre ore di volo mentre il tragitto da compiere era solo di 45 minuti

Ci si è messo il maltempo a ostacolare le già difficili ricerche dell’aereo scomparso dai radar venezuelani venerdì scorso con a bordo i quattro italiani, fra cui Vittorio Missoni, figlio dello stilista Ottavio.

Lo confermano i responsabili dei soccorsi specificando che tra elicotteri, aerei e motovedette della Marina ci sono ottantacinque uomini impegnati nella caccia del bimotore Britten-Norman, il piccolo aereo che trasportava, oltre a Vittorio Missoni, la moglie Maurizia Castiglioni, due loro amici, Guido Foresti con la moglie Elda, il pilota German Merchan e il suo secondo Juan Fernandez. L’aereo era partito da Gran Roque, la principale isola dell’arcipelago di Los Roques, diretto all’aeroporto Maiquieta di Caracas.

Considerata la direzione delle correnti dei 150 chilometri del tratto di mare che separa Los Roques dalla costa venezuelana, le autorità presumono che l’aereo, dopo essere precipitato, possa essere stato trascinato verso ovest. Per questo il raggio d’azione delle ricerche è diretto verso Boca de Aroa e San Juan de Los Cayos, nel Nord del Paese. E dall’Italia il figlio di Vittorio, Ottavio junior, lancia un appello: «Aiutateci a trovare mio padre».

LE IPOTESI
Fino a ora comunque non è stata rilevata alcuna traccia del velivolo né dei suoi passeggeri, così come a distanza di cinque anni non è stato trovato nulla dell’aereo che lo stesso giorno di gennaio, il quattro, aveva percorso al contrario la stessa rotta, con a bordo 18 persone tra cui otto italiani.

Sulle cause della scomparsa regna ancora il mistero più fitto. È certo che non si è trattato di mancanza di carburante perché i tecnici hanno potuto constatare che i serbatoi ne contenevano una quantità sufficiente per tre ore di volo, quando per percorrere quella rotta occorrono 45 minuti. L’ipotesi più accreditata è che il velivolo sia andato in avaria. Chi ha avuto a che fare con quei voli spiega che non è maledetta la rotta, ma l’aereo: per quel tipo di trasporti la manutenzione è praticamente inesistente, si utilizzano carrette dell’aria con troppa faciloneria e i venti in quel tratto di cielo sono molto forti. Basti pensare che il bimotore aveva sulle spalle ben 45 anni di voli.

LA SPERANZA
Le famiglie dei dispersi si attaccano alla speranza del dirottamento da parte dei narcotrafficanti colombiani, cosa che farebbe ancora illudere sulla sopravvivenza del passeggeri. Per un momento si era accesa una luce quando nella notte fra venerdì e sabato era arrivato un sms dal telefonino di Guido Foresti: ma si trattava di un messaggio automatico, partito chissà quando, che avvertiva che il cellulare era raggiungibile. «È esasperante non avere notizie», è lo sfogo della moglie del copilota del velivolo scomparso, Nora Andrada, che da sabato si trova nella sala d’attesa dell’aeroporto di Caracas, dove i voli da e per Los Roques procedono regolarmente, nell’attesa, finora vana, di notizie di suo marito. Con lei, a sostenerla, ci sono altri parenti del trentacinquenne Juan Fernandez. Sono intanto rientrati in Italia i due amici miracolati di Missoni, Giuseppe Scalvenzi e la moglie Rosa Apostoli, costretti a restare a terra perché sul bimotore maledetto non c’era posto.

Fonte:www.ilmessaggero.it


SOCIAL NETWORKS

Seguici sui Social

Aeroclub Modena è presente sui maggiori canali Social. Per qualsiasi informazione non esitate a contattarci. Sapremo rispondere puntualmente ad ogni vostra necessità.