russi

9 Novembre 2016

Tre bombardieri strategici americani sorvolano contemporaneamente il Mare del Nord e il Mar Baltico non lontano dai confini della Russia, ha riferito oggi il Comando Strategico delle forze armate degli Stati Uniti (STRATCOM).

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Il bombardiere strategico pesante B-52 Stratofortress effettua un volo da una base militare della Louisiana in direzione del Mare del Nord attraverso il Polo Nord e l’Alaska. Due bombardieri Stealth B-2 Spirit sono decollati da una base nel Missouri e attraverso l’Oceano Pacifico e le Isole Aleutine si dirigono nel Mar Baltico, si legge nel comunicato.

Lo STRATCOM non ha segnalato quando termineranno i voli, specificando solo che avvengono in simultanea. Secondo la tradizione americana, questo tipo di esercitazione prende la denominazione di “Ruggito Polare“.

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I bombardieri elaborano manovre di cooperazione nell’intercettare velivoli nemici potenziali nella zona di responsabilità del comando di difesa aerospaziale nordamericana, così come con i partner della NATO in Europa.

Ruggito Polare” dimostra il potenziale dei bombardieri degli Stati Uniti di condurre attacchi reattivi e flessibili su lunghe distanze”, — ha fatto sapere il STRATCOM.

La Russia ha già denunciato l’attività della NATO “senza precedenti” presso i suoi confini a seguito della crisi in Ucraina; a sua volta la NATO rileva “l’insolita” attività dell’aviazione militare russa.

Fonte: it.sputniknews.com


9 Novembre 2016

Il pilota del gruppo tedesco della NATO in servizio nella base estone di Ämari Swen Jacob ha parlato con il quotidiano Washington Post dei suoi incontri con gli aerei militari russi sopra le acque internazionali del Mar Baltico.

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Secondo il militare tedesco, la crescita delle tensioni tra la Russia e l’Alleanza Atlantica ha un effetto pratico per i piloti, in quanto diventa più probabile incrociare gli aerei russi nei cieli della regione.

A volte i piloti volano ad una distanza di meno di dieci metri dagli aerei russi. E’ abbastanza vicino per salutare con la mano l’altro pilota o mostrargli il dito medio, come ha fatto di recente un Top Gun russo. Sembra che abbia visto a sufficienza film di guerra,” — ha dichiarato Jacob.

Ci sono stati momenti al contrario che hanno contribuito ad alleggerire la tensione. Una volta un pilota russo si è messo in contatto via radio per farmi gli auguri di Natale, ha aggiunto il militare tedesco. “I tedeschi sono consapevoli cosa accadrà se faranno qualcosa di stupido, credo che reciprocamente anche i russi lo capiscano,” — osserva Swen Jacob.

In precedenza Swen Jacob, commentando in un’intervista con la Bild le accuse dei rappresentanti di Finlandia ed Estonia sugli sconfinamenti della Russia, ha sottolineato che nessun aereo russo ha mai volato sopra le isole o la terraferma dei due Paesi. Il pilota ha inoltre riferito che durante il suo servizio in Estonia non ha mai visto alcuna manovra ostile dei suoi colleghi russi.

I Paesi Baltici non hanno velivoli adatti per il pattugliamento aereo, così dall’aprile 2004, dopo il loro ingresso nella NATO, su rotazione gli altri membri della NATO assolvono questo compito.

Fonte: it.sputniknews.com


13 Ottobre 2016

La notizia rimbalza su vari blog e pagine facebook da un paio di giorni: gli americani hanno dipinto dei loro cacciabombardieri (nello specifico di tratta di F/A-18 “Hornet”) con lo stesso schema mimetico dei cacciabombardieri russi impiegati in Siria.

Questo quindi, secondo alcuni, lascerebbe presagire che stiano preparando un “false flag”, o che potrebbero farlo, per avere l’occasione di allargare il conflitto in Medio Oriente, visto che, come si legge “non sarebbe la prima volta”.

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Qui opra il Sukhoj, 34 e in alto l’Fa-18C che ne riprende la livrea come aggressore

Tutto nasce da un tweet di un giornalista canadese,Christian Borys, che il 6 ottobre scorso scrive “US is painting their F/A-18’s to match the paint scheme of Russian jets in Syria. Standard training but interesting nonethless”.

Questo è bastato per scatenare i complottisti della rete, più o meno famosi, che subito hanno parlato della volontà degli Usa di creare un falso incidente per aver modo di mettere in atto un’escalation militare in Siria ed arrivare ad un conflitto con la Russia passando per vittime: l’idea è che se un cacciabombardiere russo, in questo caso l’F/A-18, attacca le posizioni del Free Syrian Army, gli Stati Uniti sarebbero poi autorizzati a reagire, con tutto quello che ne potrebbe seguire.

Non sono servite le parole di smentita dello stesso Borys a placare gli animi dei cospirazionisti: il giornalista canadese ha infatti scritto sempre via Twitter che “US uses aggressors units to train pilots. The paint schemes make fighters similar to Russian counterparts. Stop with conspiracies” ma nella rete c’è ancora chi sostiene a spada tratta che comunque è interessante perché tali velivoli potrebbero essere usati per creare un “false flag” e c’è chi si interroga sul perché siano ancora dipinti con uno schema mimetico simil russo dopo che la Guerra Fredda è terminata da quasi 30 anni.

Per fare chiarezza occorre quindi spiegare il perché gli Stati Uniti utilizzino i propri aerei con una tale mimetizzazione.

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Gli stormi di “aggressors” sono nati verso la fine degli anni ’60 come esigenza della Us Navy, esigenza poi condivisa anche dalle altre forze aree americane, di addestrare i propri piloti al combattimento aereo manovrato (la Fighter Weapons School meglio nota come Topgun): le alte perdite che stavano subendo in Viet Nam dovute alla modificazione delle tattiche di combattimento a causa di velivoli progettati “tutti missili” richiesero un cambio di rotta sia nell’addestramento sia nella progettazione di aviogetti.

Occorreva perciò, in mancanza di veri Mig da utilizzare per esercitarsi, che si utilizzassero velivoli americani dalle caratteristiche di volo ritenute simili a quelli del nemico (l’Unione Sovietica ed i suoi satelliti ma qualsiasi nazione che avesse in dotazione aerei di fabbricazione sovietica) e soprattutto utilizzati con le stesse modalità del nemico: la “scuola sovietica” per la guidacaccia era molto centralizzata ed aveva un controllo da terra molto stretto rispetto alla controparte occidentale.

Pertanto vennero creati veri e propri stormi di aerei “aggressors” utilizzando aviogetti, come l’A-4E/F “Skyhawk” o l’F-5E “Freedom Fighter”, pilotati da istruttori che si comportavano esattamente come se fossero piloti del Patto di Varsavia e soprattutto dipinti con lo stessa schema mimetico dell’avversario, con tanto di stella rossa sulla fusoliera.
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Logo del 18th Aggressor Squadron

Ovviamente dal 1968 ad oggi la tecnologia aeronautica ha fatto progressi pertanto anche gli stormi di “aggressors” si sono dotati di nuovi aviogetti in grado di imitare le caratteristiche delle nuove costruzioni sovietiche e poi russe, da qui l’utilizzo di F/A-18, F-16, F-15, ma anche, per un breve periodo, la copia israeliana del Mirage III francese, lo Iai “Kfir” C1.

Tutti velivoli il cui camouflage è sempre aggiornato in base a quello del corrispettivo nemico, che non è solo russo ma anche mediorientale o cinese: per cui esistono diversi schemi che vanno dai toni di blu, come quelli osservati per gli F/A-18, ai toni di grigio passando per quelli di marrone.

Il motivo per cui si utilizzino ancora certi schemi (e certi aerei) è duplice: innanzitutto la Russia rappresenta un Paese dal comportamento ambiguo per gli Stati Uniti, o per meglio dire una minaccia, secondariamente la Russia vende i propri aviogetti a Paesi (come la Siria, l’Iran ma anche l’India) che non sono propriamente nel registro degli “amici” del Dipartimento di Stato americano.

Pertanto i piloti americani, sia quelli della Us Navy, dell’Usaf o dei Marines, utilizzano ancora stormi di “aggressors” per addestrarsi al combattimento aereo manovrato dando spazio a tutta la gamma di minacce possibili che potrebbero incontrare nei vari teatri di crisi del mondo.

Paolo Mauri

Fonte: www.ilprimatonazionale.it/


29 Settembre 2016

Le notizie di un pericoloso avvicinamento di tre aerei militari russi ad un aereo passeggeri sono solo il frutto della fantasia dell’Islanda; i Tu-160 volavano in conformità con le norme internazionali. Lo ha dichiarato il portavoce ufficiale del Ministero della difesa russo, generale Igor Konashenkov

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In precedenza i media avevano riferito, citando i piloti islandesi, che il 22 settembre due bombardieri russi Tu-22M 22 si erano pericolosamente avvicinati ad un aereo di linea in volo da Reykjavik a Stoccolma. Più tardi, il ministro degli esteri islandese precisato che si trattava di tre bombardieri Tu-160.

“Le informazioni dei piloti islandesi e dei diplomatici sul presunto avvicinamento pericoloso di alcuni aerei russi ad un aereo passeggeri sul Mare di Norvegia non sono altro che il frutto della loro fantasia personale” ha detto Konashenkov.

“L’infondatezza delle accuse è confermata dalla confusione nelle dichiarazioni di diplomatici e piloti sul tipo e la quantità dei presunti aerei russi avvistati.

Dello scopo di tali affermazioni abbiamo parlato più di una volta: sfruttare ogni opportunità per iniettare russofobia in Europa” ha aggiunto. Secondo Konashenkov, il 22 settembre i bombardieri russi Tu-160 erano impegnati nel pattugliamento della parte nord-orientale dell’Oceano Atlantico.

Fonte: it.sputniknews.com


30 Maggio 2016

La scorsa settimana 9 volte sono stati fatti decollare i caccia della NATO per intercettare gli aerei militari russi nel Baltico.

Secondo il ministero della Difesa dell’Estonia, i caccia hanno identificato gli aerei militari russi Il-20 e An-26 il 16 maggio mentre volavano nello spazio aereo internazionale sopra il Mar Baltico in prossimità della regione di Kaliningrad.

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Il 17 maggio i caccia dell’Alleanza Atlantica sono decollati per scortare l’aereo militare russo Il-20 e 2 caccia Su-27.

Secondo il programma, il velivolo Il-20 era in volo dalla Russia continentale verso la regione di Kaliningrad, mentre i caccia Su-27 sono decollati per incontrare l’aereo Il-20, dopodichè hanno fatto ritorno nella regione di Kaliningrad, riporta il portale estone “Postimees.ee”.

Nei giorni successivi i caccia dell’Alleanza Atlantica per 6 volte hanno “accompagnato” gli aerei russi attraverso lo spazio aereo internazionale dalla regione di Kaliningrad verso la Russia centrale e sulla rotta di ritorno.

Fonte:it.sputniknews.com/


18 Aprile 2013

La posizione più forte della Russia sul mercato mondiale delle armi è quella relativa all’aviazione militare. Certi aeroplani come il Su-30 e il MiG-29 sono ben noti in molte regioni del mondo, specialmente nei paesi del Sud-est asiatico. La domanda di aerei militari di produzione russa si mantiene grazie alla comparsa di commissioni provenienti da paesi quali Algeria, Venezuela, Malaysia, Vietnam, Uganda e Indonesia.

A questa lista, forse, si aggiungerà ben presto anche il Bangladesh, dove potrebbe cominciare nel 2015 la fornitura di aerei Jak-130. Per le società del sistema industriale russo nel settore della difesa, la cooperazione tecnico-militare con i paesi asiatici ha un carattere prioritario. Le nazioni dell’Asia meridionale e del Sud-est asiatico sono in grande sviluppo e investono molto sul rifornimento delle loro forze armate, osserva Ivan Konovalov, direttore del Centro per la congiuntura strategica.

Questi paesi hanno bisogno di tali mezzi. Gli aerei da guerra russi sono quelli che i clienti preferiscono grazie al loro rapporto qualità-prezzo. Seppure costino abbastanza, essi, in confronto a quelli americani o francesi, sono più economici e di buona qualità. Per questo i paesi del Sud-est asiatico, dove esiste un gran numero di problemi irrisolti, compresi quelli relativi alle frontiere, sono molto interessati ai prodotti aeronautici russi. D’altronde, le società russe operano in maniera ponderata, pubblicizzando MiG e Sukhoi su questo mercato.

Il nuovissimo aeroplano militare di addestramento Jak-130 non è ancora così conosciuto nel mondo come il Su-30 o il Mig-29, ma ha buone opportunità di esportazione e ottime caratteristiche. Lo Jak-130 è unico per il fatto di svolgere due funzioni: il ruolo di aereo d’addestramento per la preparazione dei piloti militari e il ruolo di aereo d’assalto. Viktor Murachovskij, membro del Consiglio pubblico e presidente della Commissione industriale militare presso il Governo della Federazione Russa riferisce:

Grazie al dispositivo radioelettrico di bordo, è possibile imitare ampiamente svariati modelli di aerei militari, la loro aerodinamica e le modalità d’uso delle armi. Come aereo d’assalto leggero, esso può funzionare in condizioni meteorologiche semplici e adottare diversi tipi di armi, come bombe a caduta libera e missili non guidati. Ovviamente, lo Jak-130 non ha lo stesso potente sistema radioelettrico di bordo dei caccia di quarta e quinta generazione, ma in molti conflitti, soprattutto di natura locale o in azioni antiterroristiche, questo sistema non è richiesto.

Lo Jak-130 costa quasi la metà rispetto ai moderni caccia, sottolinea l’esperto. Questo rende il velivolo un prodotto esclusivo. Il contratto previsto con il Bangladesh è solo il primo passo verso la penetrazione dello Jak-130 nel mercato estero. Com’è ormai noto, il produttore dell’aeroplano, la corporazione «Irkut», insieme alla società «Rosoboronexport», ha intenzione di espandere lo Jak-130 nel mercato latinoamericano. Nel caso vengano conclusi contratti di fornitura di aerei con un paese di questa regione, la produzione su licenza potrebbe venire concessa al Brasile.

In tutto, secondo i dati di metà 2012, la «Rosoboronexport», negli ultimi sette anni, ha consegnato all’estero 290 aerei da guerra, per un ammontare di oltre 20 miliardi di dollari. Gran parte dell’esportazione riguarda il marchio «Su» e «MiG».

Fonte:http://italian.ruvr.ru


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