scuola di volo


La catastrofe del Vajont 50 anni dopo e scuola di volo a Montichiari nella puntata di Melaverde di domenica 5 maggio 2013 con Edoardo Raspelli dalla Valle del Piave ed Ellen Hidding dal Bresciano.

Domenica 5 maggio 2013, alle 11.50, su Canale 5, nuovo appuntamento con Melaverde, il programma dedicato ad agricoltura, ambiente e tradizioni italiane, condotto da Edoardo Raspelli dalla Valle del Piave ed Ellen Hidding da Montichiari.

Edoardo Raspelli è in provincia di Belluno, nella Valle del Piave, terra nota al mondo anche per la catastrofe del Vajont del 1963, di cui quest’anno ricorre il cinquantenario. Allora la gente della valle si rimboccò le maniche, ricostruendo paesi, case, fabbriche e riavviando attività economiche ed industriali, senza mai dimenticare, però, tradizioni e storie, che ascolteremo dalla voce di alcuni personaggi di ieri e di oggi. Non mancherà anche la cucina tipica della valle, fatta di prodotti semplici ma appetitosi: dalle pendule, strisce di carne di maiale affumicate ed essiccate, al  pastin, e allo schiz, fino alle trippe, cucinate ancora seguendo le ricette del passato.

Ellen Hidding è, invece, a Montichiari, nel Bresciano, in una ‘location’ segreta che nemmeno la nostra conduttrice conosce. Dopo una serie di peripezie scoprirà finalmente che il fulcro della puntata sarà “il volo“, non come lo abbiamo conosciuto e presentato diverse volte: la vedremo, infatti, coinvolta, in prima persona, in una lezione molto particolare di volo in elicottero. Vedremo quindi com’è organizzata una vera scuola di volo, dove ogni anno nascono nuovi piloti professionisti.

Riuscirà Ellen a superare le sue paure e ad affrontare il suo primo “volo di ambientamento”?

Lo scopriremo seguendo questa puntata di Melaverde, domenica 5 maggio 2013, alle 11.50, su Canale 5, che sarà caratterizzata da immagini spettacolari e da momenti di vera azione.



L’incidente a 800 metri di quota: si è improvvisamente staccato il tettuccio del piccolo velivolo, l’uomo non aveva la cintura allacciata ed è stato scaraventato fuori. L’istruttore atterrato sotto shock

NEW YORK – Dramma nei cieli del Tennessee, nelsud degli Stati Uniti. Un uomo è precipitato dall’aereo mentre stava prendendo lezioni di volo. E’ stato letteralmente catapultato fuori dal velivolo e questo per non aver allacciato la cintura di sicurezza. L’incidente è accaduto nel cielo sopra Chattanooga, quando il tettuccio di uno Zodiac 601 si è staccato mentre il velivolo sperimentale viaggiava a un’altitudine di quasi 800 metri. In quel momento, il pilota, che era anche il proprietario dell’aereo, non aveva allacciato le cinture di sicurezza ed è stato scaraventato fuori.
 
Secondo quanto scrive il Chattanooga Times Free Press, al momento dell’incidente a bordo assieme all’apprendista pilota c’era anche un istruttore che un dipendente dell’aeroporto ha definito “profondamente scosso” dopo l’incidente. Poco dopo l’incidente è stato ritrovato il corpo senza vita dell’uomo la cui identità non è stata rivelata, così come quella dell’istruttore.

Fonte:www.repubblica.it


31 Dicembre 2012

Un Tomahawk II Sul piazzale dell’Aeroporto di Modena-Marzaglia

Il Piper PA-38 Tomahawk è un monomotore biposto da turismo con capacità acrobatiche prodotto dall’azienda statunitense Piper Aircraft dai tardi anni settanta.

Caratterizzato da configurazione alare ad ala bassa, impennaggio a T e carrello d’atterraggio triciclo fisso, e destinato al mercato dell’aviazione generale, ebbe molto successo come addestratore in numerose scuole di volo.

Storia

Sviluppo

Il Tomahawk era il tentativo della Piper Aircraft di generare un addestratore a due posti non troppo costoso. Prima della progettazione del velivolo, la Piper ha ampiamente consultato degli istruttori di volo per i loro consigli sulla progettazione. Una caratteristica del Piper Tomahawk è che i controlli di volo imitano quelli di un veivolo molto più pesante. Di conseguenza, i piloti si possono addestrare in preparazione al passaggio a velivoli più grandi, per questo il Tomahawk ebbe molto successo con l’U.S. Air Force flying clubs.

Produzione

Il Tomahawk fu introdotto nel 1977, l’aereo fu prodotto fino a quando venne introdotta una nuova versione chiamata Piper PA-38 Tomahawk II nel 1982. Il Tomahawk II aveva il riscaldamento della cabina, erano state migliorate le prestazioni del decongelatore del parabrezza, la disposizione dell’elevatore, il vettore di spinta del motore, l’isolamento acustico della cabina di guida, furono inserite ruote e gomme per prestazioni migliori sulle piste sporche e sull’erba.

Indice di sicurezza

Secondo l’Aircraft Owners and Pilots Association Air Safety Foundation, che ha pubblicato un rapporto di sicurezza sul Piper Tomahawk, il Tomahawk ha un tasso d’incidenti per ore di volo un terzo più basso del Cessna serie 150/152 (punti di riferimento per l’addestramento). Tuttavia, il Tomahawk ha un maggiore tasso di incidenti mortali negli stalli e nelle rotazioni. L’NTSB ha valutato che il Tomahawk ha un tasso d’infortunio per stallo da tre a cinque volte maggiore del Cessna 150/152.

-La Scuola di volo dell’Aero Club di Modena forma i suoi allievi su 3 Piper Tomahawk 2-

Secondo l’NTSB il disegno dell’ala del Tomahawk è stato modificato dopo le prove di certificazione di FAA e non è mai stato testato nuovamente. I cambiamenti hanno incluso la riduzione del numero delle nervature piene dell’ala ed il taglio di fori di alleggerimento nel longarone principale. Gli assistenti tecnici dell’aereo hanno detto al NTSB che i cambiamenti fatti al disegno hanno provocato un’ala molle e flessibile, questo potrebbe aver causato un comportamento imprevedibile negli stalli e nelle rotazioni.

L’Airworthiness Directive 83-14-08 pubblicato nel settembre 1983 affidò un accoppiamento supplementare di strisce dello stallo da aggiungere al bordo d’attacco interno dell’ala del PA-38 per ” standardizzare e migliorare le caratteristiche dello stallo”.

  Operazioni di rifornimento di un Pa-38 Tomahawk II  della Scuola di volo sull’Aeroporto di Modena Marzaglia

 

A causa delle caratteristiche di virata e di stallo, il PA-38 ha guadagnato il soprannome di “Traumahawk” da alcuni piloti ed istruttori.

 

PA-38 Tomahawk

Un Piper PA-38-112 Tomahawk con marche francesi in volo

Un Piper PA-38-112 Tomahawk con marche francesi in volo
 

Descrizione

Tipo aereo da turismo
Equipaggio uno, (copilota opzionale)
Costruttore Bandiera degli Stati Uniti Piper Aircraft
Data entrata in servizio 1977
Esemplari 2 484
Dimensioni e pesi
 
Lunghezza 7,04 m
Apertura alare 10,36 m
Superficie alare 11,61 m²
Peso max al decollo 760 kg
Propulsione
Motore 1 Lycoming O-235-L2C
Prestazioni
Velocità max 200 km/h al livello del mare.
Velocità di crociera 200 km/h
Raggio di azione 805 km
Tangenza 3920 m

Fonte:http://it.wikipedia.org


20 Maggio 2009

Maggio è stato un mese lavorativo abbastanza concitato per tutta una serie di eventi che tra l’altro si sono concentrati verso la terza settimana. Io ed un collega avevamo una serie di appuntamenti (a mo’ di turnè) tra la capitale ed il sud Italia.

Fissati tutti gli impegni con le persone e le società, abbiamo deciso di andarci con un volo privato, il ns volo privato.
La Turnè prevedeva il primo giorno una visita a Roma e a Bari, il giorno due Brindisi poi ritorno.

La sera prima chiamo Ciampino per la PPR che mi viene rilasciata via telefono, nelle note metto refuel Avgas 100LL, in quanto anche avendo autonomia di 7 ore non riusciremo a fare tutto il giro senza rifornire.

Il tempo è buono, sono previsti cumuli e qualche temporale sulla dorsale appenninica ma si puo’ fare.
Partiamo a metà mattinata alla volta di Ciampino, con rotta Standard via FRZ, Amtel e Bolsena. Dopo Bolsena scendiamo per Passo Corese e su Settecamini – il cancello di ingresso di Ciampino – cambiamo con l’approach per l’avvicinamento. Ci autorizzano come numero 2 e ci passano con la torre che ci lascia continuare essendo ormai diventati numero 1 all’atterraggio. Sfiliamo un 737 Ryanair al punto attesa e lasciamo la pista sul raccordo seguendo le istruzioni per il parcheggio.

Al desk del terminal dell’Aviazione generale ci sono due ragazze a cui chiediamo subito il refuel: ovviamente attendiamo li’ sino a che non ci mandano la cisterna. Terminiamo le operazioni di Refuel in modo da non dover piu’ aver bisogno di rabbocchi e pagate le tasse (beh siamo a Roma e si vede) lasciamo (a malincuore) le “hostess” che ci hanno accolto essendo attesi all’esterno. Pranzo di lavoro, visita alle strutture, piano di battaglia e fissato nuovo appuntamento per giugno. Alle 16:30 siamo di nuovo al terminal, le ragazze sono cambiate, ce ne sono altre, una di queste è quella che mi ha risposto al telefono la sera prima; ci chiede se dobbiamo ritornare la settimana successiva in quanto ci spiega che essendoci la finale di Champions sono al completo, cosi’ come lo sono tutti gli aeroporti sino a Firenze.


Fatti i controlli siamo a bordo, diamo il via al push back (grazie Paolo) che ci porta sulla taxiway DS punto in cui ci autorizzano alla messa in moto. Alle 17:00 circa decolliamo alla volta di Bari, l’uscita è via Rocca Priora che fatichiamo a scavallare in quanto il ns rateo di salita non è proprio brillante. Ci autorizzano la quota di 6.500 ed un diretto su Teano, da li’ diretti per Bari attraverso gli appennini e i parchi Eolici del Sud. Il pomeriggio è avanzato, ci sono parecchi cumuli e a tratti prendiamo qualche secchiata d’acqua, ma il cieling e la visibilità ci permetto di proseguire con rotta diretta senza perdere tempo (i cumuli sono in via di dissolvimento e non sentiamo nemmeno turbolenza). Al traverso sud di Foggia iniziamo la discesa per Bari, da qui il tempo si rasserena: siamo sul tavoliere delle Puglie.

Bari avvicinamento ci fa riportare il lungo costa che raggiungiamo in prossimità di Trani, continuando sino in vista del campo. Siamo numero tre all’atterraggio con 2 traffici commerciali che ci precedono uno in cortissimo finale. Nel tempo che ci mettiamo a raggiungere il campo siamo numero 2 e con il traffico in vista ci autorizzano ad una base sinistra per pista 07. Una volta a terra il ground ci guida al ns parcheggio, di fianco a un CRJ della Iberia. Messi i tacchi ed i copri pitot, sbarchiamo le borse ed un taxi ci porta all’hotel. L’appuntamento è per cena.

Il mattino seguente siamo di nuovo all’aeroporto, perdiamo circa mezz’ora per mettere una firma su quella che chiamano DUV e ci recapitano un conto di 66 euro, compresi 31 euro per un’ora di impiegato (brutto cane… non taceva mai, ci ha messo un’ora per scrivere la sigla dell’aeroplano, ha riguardato i fogli venti volte….. – almeno a Ciampino c’erano due veline…). Vabbè, avanti Savoia. Ridecolliamo alla volta di Bari, siamo unico traffico, ci fanno rullare e partire per pista 25, dopo il decollo riportiamo il sottovento sinistro e proseguiamo lungo costa per Brindisi. In circa 30 minuti siamo a S. Vito dei Normanni, qui siamo veramente da soli non c’è un’anima in frequenza e la torre ci autorizza direttamente al finale per questa lunghissima pista di Casale. Il vento è moderato ci sono 15/19 nodi con qualche raffica di tre quarti che proviene da nord est, ma non ci sono problemi. Anche qui, a terra ci guidano per il parcheggio. L’aeroporto è deserto, il ns velivolo si perde letteralmente nel piazzale.

Dentro al terminal fatico un po’ per capire che devo andare all’ufficio centraggio (di cosa poi?) per la solita DUV. Li’ c’è l’impiegata con un consulente informatico. Hanno appena cambiato sistema: rimango li in piedi per 20 minuti senza che la ragazza riesca a chiudere la pratica. Capita l’antifona gli scrivo i dati su un pezzo di carta, gli dico che ripartiremo nel pomeriggio verso le 16:00 e che per quell’ora vorrei poter decollare. Prima di uscire, chiamo l’aro di Fiumicino per dettare il piano di volo per il rientro (visto che l’Aro di Brindisi è chiuso), ci facciamo un caffè al bar dell’aeroporto e poi andiamo in Filiale a Mesagne per terminare la ns turnè con gli ultimi appuntamenti rimasti. Nel pomeriggio una volta incontrato tutti, ascoltati tutti, mandati a fare in c….. quasi tutti, rientriamo all’aeroporto per fare rotta verso casa. La signorina nel frattempo era riuscita a stampare la famosa DUV quindi non abbiamo perso tempo. Ci siamo fatti stampare le meteo, che erano buone, unica noia un vento contrario variabile tra i 15 ed i 25 nodi, ma a conti fatti l’autonomia ci sarebbe bastata lo stesso, e siamo saliti a bordo.

L’abitacolo dell’aeroplano era rovente, qualche istante di attesa sul piazzale poi ci hanno fatto allineare per il decollo. Uscita diretta verso nord inbound Vieste con salita iniziale a 6.500 piedi, per poi proseguire lungo l’aerovia verso Ancona. Dopo circa un’ora siamo al traverso delle isole Tremiti, il vento contrario ci fa perdere poco, la velocita sul DME si mantiene intorno ai 120 nodi alla quota di 6.500 piedi con parametri standard del motore che ci garantiscono un consumo intorno agli 11 gallona/ora. Dopo circa 2 ore lasciamo Ancona per virare verso il Vor di Firenze, raggiungiamo il punto Valen in perfetto orario e da li’ iniziamo la discesa su Modena. Dopo poco piu’ di 3 ore siamo a terra concludendo la ns Turnè lavorativa.

Per gli aeroporti posso dire che: Ciampino sono ben strutturati con un terminal dedicato all’aviazione di affari, è sempre molto trafficato, a noi è andata bene non abbiamo dovuto aspettare a lungo ne la cisterna ne il push back che ci siamo fatti da soli (il rischio qui è di aspettare la gente che ti traina o il refuelling in quanto ti mettono in fila con gli altri aerei di aviazione d’affari che devono gestire) – un po’ caruccio.
Su Bari è meglio che non parli, mi viene in mente l’impiegato ed i miei 31 euro per servizi che non esistono e che fanno pagare quanto a Ciampino. Brindisi direi invece bene, è normalmente deserto anche qui non sono un gran che attrezzati per ricevere AG ma almeno non c’è il tizio di Bari.


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