situazione

14 Aprile 2014

Domenicali ha rassegnato le dimissioni e Montezemolo le ha accettate. “Da capo, mi assumo la responsabilita’ – come ho sempre fatto – della situazione che stiamo vivendo”.

“Ci sono particolari momenti nella vita professionale di ognuno di noi in cui ci vuole il coraggio di prendere decisioni difficili e anche molto sofferte. E’ ora di attuare un cambiamento importante. Da capo, mi assumo la responsabilita’ – come ho sempre fatto – della situazione che stiamo vivendo”. Stefano Domenicali spiega cosi’, in una nota, la sua decisione di rassegnare le dimissioni da direttore della Gestione Sportiva della Ferrari. “Si tratta di una scelta presa con la volonta’ di fare qualcosa per dare una scossa al nostro ambiente e per il bene di questo gruppo, a cui sono molto legato – le sue parole – Ringrazio di cuore tutte le donne e gli uomini della squadra, i piloti e i partner per il magnifico rapporto avuto in questi anni. A tutti auguro che presto si possa tornare ai livelli che la Ferrari merita”. “Infine – chiude – vorrei fare l’ultimo ringraziamento al nostro presidente per avermi sempre sostenuto e un saluto a tutti i tifosi con il rammarico di non aver raccolto quanto duramente seminato in questi anni”. La Ferrari, dal canto suo, prende atto delle sue dimissioni e “lo ringrazia per avere servito l’azienda con grande dedizione in ruoli di crescente responsabilita’ per 23 anni”. “Ringrazio Stefano Domenicali non solo per il suo costante contributo e impegno, ma per il grande senso di responsabilita’ che ha saputo dimostrare anche oggi anteponendo l’interesse della Ferrari al proprio – e’ invece il congedo di Luca Cordero di Montezemolo – Ho stima e affetto per Domenicali, che ho visto crescere professionalmente in questi 23 anni di lavoro insieme e per questo gli auguro ogni successo per il suo futuro”. Da Montezemolo l’in bocca al lupo a Mattiacci, attuale presidente e amministratore delegato di Ferrari North America e ora nuovo responsabile della gestione sportiva, “un manager di valore che conosce bene l’azienda e che ha accettato con entusiasmo questa sfida”.

La notizia che probabilmente la stragrande maggioranza dei tifosi Ferrari aspettava da tempo si è dunque avverata Stefano Domenicali principal manager della Ferrari corse di F1 avrebbe  rassegnato le sue dimissioni. Come nel calcio il primo che paga, se le cose vanno male, è quindi l’allenatore. Anche se, c’è chi sostiene che Domenicali avrebbe dovuto essere accantonato già due anni fa visto che la Ferrari sembra aver disimparato a vincere i mondiali. Le certo poco brillanti performance di questo inizio del campionato che hanno mandato su tutte le furie Montezemolo hanno determinato la fine dell’era Domenicali che ha deciso di farsi da parte. Al suo posto arriva ora Mattia Mattiacci, ora alla guida di Ferrari Nord America.  La Ferrari in una nota
scrive di aver “preso atto delle dimissioni di Stefano Domenicali e lo ringrazia per avere servito l’azienda con grande dedizione in ruoli di crescente responsabilita’ per 23 anni. A Stefano Domenicali gli auguri piu’ sinceri per il futuro”. “Ringrazio Domenicali non solo per il costante contributo e impegno, ma per il grande senso di responsabilita’ che ha saputo dimostrare anche oggi anteponendo l’interesse della Ferrari al proprio”. Accettando le dimissioni, Luca di Montezemolo ha aggiunto: “Ho stima e affetto per lui, che ho visto crescere professionalmente in questi 23 anni di lavoro insieme e per questo gli auguro ogni successo. Voglio anche augurare buon lavoro a Marco Mattiacci, manager di valore che ha accettato con entusiasmo questa sfida”.

Mattiacci, 43 anni, è di Roma. Sposato, ha tre figli ed è in Ferrari dal 2001. Dal 2002 si è occupato delle attività legate al marchio in Nordamerica, dal 2007 al 2009 ha lavorato in estremo oriente, in Giappone e poi in Cina dove ha seguito il lancio Ferrari. Dal 2010 è ad di Ferrari North America, mercato principale per l’azienda e ha seguito sviluppo delle Corse Clienti favorendo la crescita del Ferrari Challenge North America e assistendo i clienti nelle competizioni Endurance.

Fonte:http://gazzettadimodena.gelocal.it


28 Settembre 2013

I dati sulla disoccupazione confermano una situazione sociale insostenibile.

Il tasso complessivo cresce in Italia di 1,2 punti annui e si attesta al 12,1%, pari alla media europea resa nota oggi dall’Eurostat, ma ancora piu’ allarmante risulta il tasso di disoccupazione giovanile che raggiunge quota 39,1%, oltre 15 punti sopra la media dell’eurozona (23,9%)”. E’ il commento della responsabile Politiche giovanili della Cgil Nazionale, Ilaria Lani, in merito ai dati diffusi oggi dall’Istat. Secondo la sindacalista ”i giovani italiani sono quindi tra i piu’ svantaggiati d’Europa e l’accesso al lavoro nel nostro paese sta diventando una chimera.

Cresce cosi’ anche tra i giovani lo scoraggiamento, l’inattivita’, il desiderio di fuga.

Come ampiamente dimostrato in questi anni non servono ulteriori interventi per deregolamentare il mercato del lavoro e aumentare la flessibilita’, gia’ la maggior parte dei giovani italiani sono precari, spesso intrappolati in una condizione priva di diritti e prospettive”. Allo stesso tempo, aggiunge Lani, ”per contrastare la disoccupazione giovanile non sono sufficienti piccoli aggiustamenti: occorre urgentemente una terapia d’urto, volta a creare lavoro, sbloccare gli investimenti, far ripartire l’economia”. Infine, ”l’Italia ha un tasso cosi’ alto di giovani disoccupati e inattivi anche perche’ investe molto meno degli altri paesi nei servizi pubblici all’impiego, ad esempio il 10% di quanto spende la Germania. A questo proposito – conclude la sindacalista della Cgil -, come ricordato dalla commissione Ue, e’ urgente realizzare il programma europeo ‘Garanzia per i Giovani’ (Youth Guarantee), puntando sul rilancio e il rafforzamento dei servizi pubblici all’impiego e sulle politiche di sostegno e attivazione dei giovani che finiscono il percorso di istruzione”.

Fonte:http://it.notizie.yahoo.com


25 Ottobre 2012

Roma, Italia – Entrando nel merito, la situazione è meno semplice di quanto a prima vista potrebbe sembrare.

(WAPA) – Blue Panorama Airlines SpA comunica di aver richiesto l’ammissione alla procedura di concordato preventivo in continuità ai sensi del Decreto Sviluppo. Questo l’incipit del comunicato-stampa diffuso dal vettore aereo.

Con il Decreto Legge del 22 giugno 2012 , n. 83 “Misure urgenti per la crescita del Paese” ,art. 33, Capo III, il Governo ha reintrodotto nel Diritto fallimentare nazionale la possibilità per le imprese di accedere alla Amministrazione controllata che consente loro di procedere alla riorganizzazione aziendale in un clima di relativa tranquillità, al riparo dai creditori.

Entrando nel merito, la situazione è meno semplice di quanto a prima vista potrebbe sembrare.

A seguito della richiesta di Blue Panorama di ammissione alla procedura di amministrazione controllata, l’Enac, Ente nazionale per l’aviazione civile, ha comunicato che in accordo ai Regolamenti europei, ha provveduto a sospendere a Blue Panorama la licenza; contestualmente ha rilasciato una licenza provvisoria :”.. Il rilascio della licenza provvisoria è un provvedimento previsto dall’attuale normativa europea per quei vettori che, a fronte di difficoltà finanziarie, presentino un realistico piano di ristrutturazione aziendale da attuare nell’arco di dodici mesi”.

In effetti una delle novità introdotte nella legislazione, meritevole di apprezzamento, è il fatto che l’impresa in difficoltà possa chiedere di essere ammessa al concordato preventivo semplicemente con la mera presentazione della domanda di ammissione, con facoltà di integrarla successivamente con ulteriore documentazione di piano e della relativa tempistica.

Appare perciò quanto meno ottimistica l’asserzione dell’Enac con riferimento ad un “Realistico piano” che in realtà, salvo smentita, è: ancora da definire, essere condiviso dal professionista che deve essere designato dal vettore aereo, ed accettato dal giudice.

Purtroppo, e lo diciamo con dispiacere, il problema viene da lontano perché non si è compreso che la gestione complessiva delle risorse disponibili nel sistema aviazione nazionale, (intendendiamo con questo includere vettori aerei, gestori aeroportuali, passeggeri e Governo), è stata dissennata e, per l’appunto non ha fatto “Sistema”.

Non molto tempo fa gli operatori, attraverso la loro associazione facevano presente che:” in questo momento economico, molte compagnie sono in uno stato di drammatica difficoltà, alcune già fallite, …”.
Se qualcuno dubitava di queste asserzioni, il piatto è servito. Dopo Windjet, ecco Blue Panorama in amministrazione controllata. Chi il prossimo?

AVIONEWS aveva in passato già denunciato, inascoltata, le asimmetrie economiche ed operative di cui alcuni vettori stranieri low-cost si avvantaggiano sfruttando le diverse legislazioni vigenti in Europa, attingendo risorse offerte dagli scali in maniera a volte poco trasparente, senza che nessuno abbia fatto nulla per impedirlo.

La verità è che talvolta gli interessi di breve periodo prevalgono su una visione strategica e lungimirante.

Due esempi :
aeroporto di Verona, la società di gestione aeroportuale dopo aver concesso incentivi più o meno trasparenti alla low-cost Ryanair, “Tanto a passeggero”, si accorge finalmente che tale prassi commerciale apre un buco nel conto economico e ritira gli incentivi.

Ryanair, armi e bagagli se ne va, e dall’oggi al domani avrebbe lasciato i veronesi senza collegamenti, se non fosse stato che un vettore nazionale ci ha messo una toppa. Proprio come è successo con Windjet, in cui Alitalia, Meridiana Fly –Italy e Blue Panorama hanno cercato di arginare i disservizi che hanno subito le migliaia di passeggeri che avevano comprato biglietti diventati inutilizzabili e rimasti a terra;

in presenza di una situazione economica delicatissima, definita dallo stesso premier Mario Monti “L’orlo del baratro”, due società di gestione aeroportuale, quella di Roma e quella di Venezia ottengono dall’Enac l’aumento delle tariffe, in alcuni casi anche del 97%, come denuncia Assaereo, giustificato dalla promessa di futuri investimenti, al di fuori quindi della logica per cui le tariffe devono essere proporzionate ai servizi offerti e che gli investimenti dovrebbero essere fatti attingendo al capitale di rischio dell’impresa e non farselo pagare, in posizione monopolista, dai suoi clienti. Tutto ciò, naturalmente, mentre i diretti concorrenti delle nostre compagnie che riescono ancora ad assicurare i collegamenti da scali principali (Fiumicino e Venezia), combattono con le low-cost che si guardano bene a loro volta, dall’utilizzare i grandi aeroporti ne ne aggirano gli alti costi.

Ci viene proprio da pensare che l’Italia avrebbe proprio bisogno di un’autorità di regolazione tecnica, certificazione, vigilanza e controllo nel settore dell’aviazione civile.

(Avionews)
(NatBru)

Fonte:www.avionews.it


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