VFR

12 Settembre 2008

Anche per quest’anno ci avviciniamo alla fine dell’estate. Dopo la giornata che avevamo fatto in agosto, passata letteralmente in volo dall’alba al tramonto, volevamo rilassarci un po’. Meta balneare, viste le temperature, ma con tutto il tempo da dedicare al sole al pesce ed al mare. A Spalato abbiamo dovuto dire no al bagno a causa del problema carburante, del tempo rimasto e del dirottamento a Brac (con il caldo che faceva ed il costume appresso, vi garantisco che non è stato facile rinunciare).

L’occhio ci è caduto sull’aeroporto di Orsera (Vrsar) vicino a Rovigno, ad un tiro di schioppo da noi (poco piu’ di un’ora di volo) nella bellissima Dalmazia.

Questa volta, abbiamo fatto le cose con calma. Nei mesi primaverili avevo personalmente (a nome dell’aeroclub) fatto un accordo con la Direzione Doganale della vicina Campogalliano, in modo da poter fare anche noi l’aeroporto “internazionale”. Mediante tale accordo la Dogana ci garantiva il controllo alla partenza ed all’arrivo senza costringerci a scali impossibili (il servizio è ancora valido da martedi’ a venerdi’ – purtoppo sabato e domenica non hanno personale). In virtu’ del pezzo di carta concessoci, e secondo accordi, mandiamo il fax con i ns documenti e fissiamo il take off alle 09:15.

Il primo ad arrivare all’aeroporto è Valler (come sempre) che alle 09:00 piantona l’entrata. I meccanici non sono ancora arrivati e l’aeroclub è deserto (oltre che chiuso). Puntuale arriva anche l’ufficiale Doganale (è una ragazza…). Meno male che Valler è là e la intrattiene a dovere.

Poi arrivano i meccanici ed io ovviamente per ultimo (come sempre…o quasi) con mezz’ora di ritardo. Eh dire che è anche la prima volta che chiamiamo la dogana. Purtroppo quest’estate nessuno di noi ha usufruito dell’accordo.

Comunque, constatato che: non abbiamo sostanze stupefacenti (se non quelle assunte appena alzati da letto ma che rientrano nell’utilizzo strettamente personale), non abbiamo prodotti cinesi (se non forse una radio VHF di emergenza di dubbia funzionalità e provenienza), non abbiamo soldi (siamo praticamente in mutande, ma al posto delle mutande abbiamo il costume), la ragazza ci da una stretta di mano, un bacio in fronte e ci manda in volo dicendoci che al rientro se non l’ avessimo vista per l’orario stabilito, potevamo andare.

Qualche secondo per imbarcare i giubbotti di emergenza e siamo in volo. Io mi faccio l’andata con rotta che piu’ diretta non si puo’. Ferrara, Chioggia Vor, Nord di Labin e quindi Orsera. Al confine Fir Padova info ci passa con Pola, a cui chiedo il sorvolo della bella Rovigno. Non fanno problemi ci danno il benvenuto e ci autorizzano come richiesto.
In pochi attimi siamo già in finale a Orsera in questa pista di circa 700 metri, piu’ stretta rispetto a quelle a cui siamo abituati.

A terra ci accoglie il simpatico Alex, un’istruttore di volo di Zara che in inverno fa scuola ai pilota della Lufthansa (a Zara) e d’estate si rischiera a Vrsar per accoglierei i turisti.
Ci racconta che il week-end precedente è stato invaso da una decina di ultraleggeri italiani un po atterravano da nord verso sud, altri da sud verso nord, insomma ci ha fatto capire che gli hanno combinato un po’ di casino. Comunque, decidiamo di mandare subito via il piano di volo per il rientro previsto per le ore 17:00 e andiamo a fare dogana.

Il tipo della dogana, con il mio documento in mano, in italiano/inglese/croato mi dice: “purtroppo la devo arrestare, il suo documento non è valido, lei si fermi qui”.


Tra l’incredulo, l’imabarazzato ed il ridicolo, constato che la mia carta d’identità è scaduta la settimana prima. Azz.. e meno male che in Italia l’avevo mandata a Dogana e Carabinieri.

Inizio a mercanteggiare sfilandomi dalle tasche la tessera di pilota, patente…ecc. ecc…tutto non valido. Inizio con la storia del turista, poi del poveraccio, poi del coglione con il capo cosparso di cenere. Quest’ultima parte sembra piacergli e funziona. Alla fine mi restituisce il documento, e ci lascia andare facendoci promettere di non farci fermare in suolo Croato, di non fare i pirla (questa è la cosa piu’ difficile) e di rientrare entro le 18:00 perchè poi lui stacca il turno e sono cazzi.

Non fa in tempo a finire la frase che siamo in taxi. Vista la situazione non andiamo a Rovigno che dista circa 40 minuti ma ci fermiamo a Orsera. La zona è bellissima, siamo a 4 minuti dall’aeroporto ed abbiamo tutta la giornata.

Ci infiliamo nella zona sud est della fascia costiera e via in acqua: il mare è stupendo e fa caldo al punto giusto. E uno! Abbiamo recuperato il bagno mancato di Spalato. Dopo un po’ di sole e relax identifichiamo il ns ristorante e ci abbandoniamo alle libagioni di pesce. Un po’ di nervosismo ci prende quando dietro di noi si accomodano due polizziotti. Io metto la mia gigantesca Canon sul tavolo per far vedere che sono il classico turista sprovveduto. Se ne vanno comunque prima noi.

Nel pomeriggio visitiamo la borgata e scendiamo dalla parte nord ovest della penisola. Ancora piu’ bella della zona sud. Abbiamo tutto il tempo che vogliamo. Altra spiaggia, assai invitante, altro bagno. E due!!

Facciamo persino in tempo ad asciugarci e a prendere un souvenir da portare a casa.
Alla fine, verso le 16:30 il tassista ci aspetta puntuale nella piazzetta convenuta e ci riporta al campo.

Esperienze passate ci hanno ormai insegnato a portarci appresso almeno i documenti di volo (licenze, visite, ecc) e non avendo altro, appena arrivati al campo, li indosso mettendomi al collo i tesserini (non so perchè l’ho fatto).

Apriamo con il sorriso la porta dell’ufficio doganale per scoprire che quello della mattina se ne è andato. Minchia!

Valler è il primo a costituirsi estraendo i documenti, io con colpo di tosse, sguardo vitreo apostrofandolo in dialetto reggiano lo invito a metterli via.

Comunico con l’ufficiale dicendo semplicemente che siamo i piloti di I-Modu facendo dondolare i tesserini al collo, puntando il dito sul mezzo e dicendo …casa… (la mia postura è la seguente: sguardo bovino, parlata lenta, sorriso ebete…).

Il tipo segna diligentemente le marche dell’aeromobile su di un foglio e ci saluta.
Siamo scivolati via come solo in certe animazioni televisive si puo’ vedere.
Dentro il perimetro il gioco è fatto. Il tempo intanto si è fatto scuro, si sentono i tuoni e si vedono i lampi che si avvicinano. Sapevamo che nel pomeriggio sarebbe peggiorata, ed infatti è da circa 30 minuti che la temperatura è scesa di colpo. Aprendo l’aereo che di solito è un forno non si sente caldo. In quel momento è finita davvero l’estate.

Alex ci offre caffè, una cartina di Orsera da appendere al muro e ci saluta.
Al rientro è Valler ai comandi. Sull’adriatico prendiamo acqua a tratti, siamo con copertura a 2.500 piedi e noi navighiamo a 2.000. La visibilità nel complesso rimane comunque buona.

Il rientro avviene in poco piu’ di un’ora e la ragazza della dogana non viene a riceverci a Modena…evidentemente si fida!

A parte l’inconveniente del documento Orsera è davvero un bel posto, comodo ed economico, poi 2 bagni….pesce…vino…grande giornata! Il sabato la temperatura è precipitata di oltre 10 gradi ricordandoci che siamo entrati in autunno! Mi sa che per quest’anno basta bagni. Ma abbiamo chiuso alla grande.


22 Agosto 2008

Parte 1

Ci dovevamo concedere il secondo bagno dell’estate e la seconda mangiata di pesce. Due diverse opzioni erano nel mirino: o verso ovest in costa azzurra a Saint Tropez oppure dall’altra parte, scendendo giu’ fino a Spalato. Un fronte da Ovest ci fa optare last-minute per Spalato (last minute significa che nel tragitto casa aeroporto, al telefono con Bologna dopo il brief meteo, gli mando il piano di volo per SPLIT).

Purtoppo non Ë prestissimo, sono le 09:00 e siamo ancora al campo, ci aspetta una tratta verso Ancona, dove atterreremo per la dogana e poi una ripartenza per SPLIT.
La geometria del volo, con lo stop ad Falconara (dove non eravamo mai stati) e la tratta su SPLIT ci divertiva.
Valler monta in sella e come da piano partiamo aprendo il contatto radio con Bologna. Abbiamo un telelevel non funzionante a bordo ed iniziamo a vuotare quel serbatoio per poi cambiare all’atterraggio.
La rotta Ë quasi diretta: Modena, Valen, Asdor, Bagno e quindi Falconara. Riportiamo i punti di rotta ed il Valen al traverso del Mugello per poi iniziare l’avvicinamento a Falconara. La giornata Ë bella e calda e se si esclude un po’ di foschia nel basso strato, la visibilit‡ Ë buona.
A terra, facciamo il giro dei documenti, come al solito ci scordiamo le licenze a bordo e perdiamo 10 minuti nel recupero.
L’aeroporto Ë nuovo con ben 2 terminal distaccati (noi in verit‡ siamo l’unico traffico al momento), e per il giro della dogana dobbiamo entrare da una parte, uscire dal terminal arrivi, e rientrare dal terminal partenze. Il classico giro delle 7 chiese. VabbË, sar‡….comunque avanti.
Ridecolliamo alla volta di SPLIT: la torre ci mette in attesa in testata pista per un elicottero in arrivo. Rimaniamo li’ a cuocere per 10 minuti tanto era lontano (avremmo fatto in tempo a decollare e a fare 2 touch & go): pero’ attenzione, Ë ben il secondo traffico in area.
Passato anche questo via per la traversata. Subito dopo il decollo catturiamo qualche istantanea di Numana e delle 2 gemelle (cosi’ sono chiamati 2 “dolmen” in mezzo al mare di fronte a Numana, meta di natanti di ogni genere e tipo) per metterci in rotta guidati dal Vor verso SPLIT.
Quindici minuti dopo siamo prossimi al confine FIR e agganciamo il controllo di area che ci da il benvenuto e ci autorizza ad interessare lo spazio aereo Croato. Da questa posizione (circa a 80 miglia ad ovest di Spalato) riusciamo gi‡ a vedere alcune alture della costa Croata. Il Vor ci guida con precisione chirurgica, lo abbandoniamo solo a 10 miglia dalla costa per seguire l’NDB di Trogir che ci indicher‡ il punto di accesso all’aeroporto. Scesi a 1.000 piedi iniziamo la procedura di avvicinamento passando sopra al bellissimo paesino di Trogir per arrivare direttamente al finale. In contatto con la torre apro la nostra carta pe verificare i punti e mi accordo che Spalato fa parte della seconda carta della Croazia che non ho (avevamo pianificato con Flitestar e le electronic map). Poco male, avendo fotocopiato in aeroclub dal Bottlang la pagina dell’aeroporto.
Alla fine arriviamo, dopo circa 3 ore di volo complessivo (nelle 2 tratte) e chiediamo di rifornire. L’assistenza Ë cordiale e con altrettanta cordialit‡ ci dicono che l’AVGAS non c’Ë. Non iniziate a malignare: ci eravamo informati il giorno prima e ci avevano assicurato di avere AVGAS availabe! La signorina ci spiega sempre gentilmente che il camion di rifornimento Ë rotto e non sono riusciti a far arrivare altro carburante e che da questa mattina hanno emesso un notam (eh grazie al c….).
A sto punto un filo di preoccupazione ci assale: non abbiamo carburante per rientrare in Italia, abbiamo solo la carta nord della Croazia, dove l’approdo piu’ vicino risulta essere Zadar (meta conosciuta) che Ë a circa 1 ora di volo, ma con 1 telelevel rotto, autonomia stimata di 1 ora e 30 min, puo’ essere un azzardo.
Inoltre abbiamo fame! Tra una cosa e l’altra sono le 13:30 e siamo ancora sul piazzale davanti a I-MODU che sembra dirci: “oh ragazzi…non guardate me…”
Devo dire che prima di riorganizzare le idee qualche istante è passato, poi pero’ ci siamo rimessi al lavoro per ridefinire la giornata ed il rientro.

Parte 2

E’ un bello scampolo d’estate nel tardo agosto, con il ns PA28 ancora sul piazzale di Spalato ed i serbatoi miseramente vuoti (non diciamo vuoti, ma “scarsi”) e noi due impalati li’ davanti con occhio bovino e fare goffo…e la signorina dell’apron davanti a noi che se fosse stata di Roma ci avrebbe detto :“ah rig‡, che volÏmmo f‡?” Ma qui si sa sono piu’ cordiali e pazienti. Indietro non si torna, a nord verso Zadar Ë un rischio a sud… ma dove? Non abbiamo la carta.

L’orologio segna le 13:30. Lo stomaco ce lo ricorda. Comunque decisi a riorganizzare al meglio la giornata (nel mio mestiere Ë d’obbligo trasformare un problema in opportunit‡) apriamo I-MODU e prendiamo le carte di volo con le quali stimiamod di preciso il carburante residuo ed i documenti per organizzare una diversa opzione. Ci viene allora in mente che li’ vicino c’Ë l’isola di BRAC con il suo aeroporto, hai visto mai che hanno avgas?? Hai visto mai che riusciamo (anche se per poco) ad appoggiarci sull’isola? La cosa stava diventando interessante.

Arrivati a questo punto dobbiamo prendere bene le misure, ci dobbiamo mettere le classiche mutande di latta: non possiamo sbagliare. Ci facciamo portare all’aro e chiediamo alla signorina di chiamare BRAC, di informarli sulla situazione e farsi dire orari e disponibilit‡ carburante. Brac conferma il tutto, quindi ora abbiamo un’alternativa. Chiediamo anche se Ë un entry airport per fare dogana al rientro e quindi evitando di passare per SPLIT. Tutto OK, Brac Ë la nostra ancora e la via del ritorno.

Manca ancora una cosa: la cartina. L’aro ci fa fotocopiare l’AIP di Brac mentre Valler si esibisce in un pittogramma storico (di cui allego immagine) riproducendo una carta appesa al muro su un folgio di carta per la nostra navigazione.

Alla fine abbiamo tutto: carte (pittogramma), orari, e forse ci sta anche una veloce mangiata. Chiudiamo tutte le operations compresi i piani di volo sa Split a BRAC e da BRAC ad Ancona, prima di uscire dall’aeroporto per andare a mangaire.
La ripartenza Ë fissata alle ore 15:15.
Abbiamo circa 1 ora e 15 minuti per mangiare. Un taxi’ ci porta a Trogir che Ë a 4 km, ci facciamo la nostra mangiata (di pesce) e facciamo anche 4 passi per il centro in stile turista “very last minute”. Peccato solo per il bagno che non riusciamo a fare per motivi ovvi di tempo nonostante avessimo il costume.

Rietriamo a SPLIT in perfetto orario secondo la ns tabella di marcia, la torre ci fa mettere in moto e ci guida dietro un A320. IL cronometro corre, secondo i ns calcoli, ad Ancona ci arriviamo sicuri, poi a seconda del margine sulle effemeridi decideremo se rietrare a Modena o meno (sulla carta dovremmo avere circa 40 minuti di vantaggio sul sole).

Il controllore sicuramente piu’ sveglio di quello di Ancona ci chiede se siamo abili per un immediato dal raccordo Bravo. Davanti a noi abbiamo ben 1,5 km di pista e la ns risposta Ë: “Ready to roll!”. Cosi’ ci manda in aria subito e noi navighiamo per Brac. Un po’ di imbarazzo nell’intercettare il punto di riporto “Hotel” chiesto dal controllore, con Valler che recupera con un gesto ginnico la sua piantina dal vano bagagli, ma poi l’aeroporto Ë in vista e ci autorizzano al finale.

L’aeroporto Ë nuovo di zecca e siamo solo noi. Imbarchiamo subito circa 105 litri di Avags (che ci costa meno di 1,4 euro/litro) e abbiamo anche il tempo per un caffË prima del viaggi di ritorno. Le formalit‡ sono quasi nulle e se non ricordo male paghiamo poco piu’ di 20 euro di tasse (in verit‡ ci hanno detto che essendo uno scalo tecnico abbiamo diritto ad uno sconto). Bene, ma anche a SPLIT grosso modo abbiamo pagato la stessa cifra.

Alla fine si ridecolla per Ancona. Abbiamo un robusto vento contrario e la ns ground speed varia tra 88 e 92 nodi. Questo di sicuro non ci aiuta.
Sul mare bruciamo tutto il vantaggio che avevamo ed alla fine arriviamo ad Ancona. Stessa trafila della mattina e tra una cosa e l’altra se ne vanno oltre 20 minuti. Informiamo Modena dei ns progressi e decidiamo di ridecollare per Modena. Considerando una Ground Speed di 92 nodi arriveremo 15 minuti prima delle effemeridi.

Questa volta ci fanno decollare subito, siamo unico traffico VFR e facciamo un diretto su Modena. Il vento sempre essersi attenuato, Bologna ci fa riportare il nuovo punto S2 che ovviamente non abbiamo sulla carta, Bologna per ns comodit‡ ci dice che Ë su Pian del Voglio ma anche questo non l’abbiamo sulla carta. Comunque con disinvoltura procediamo su Modena ed atterriamo 2 minuti prima delle effemeredi.
Per trascrivere i commenti del ns Direttore di volo ci vorrebbero 8 pagine per cui ve li lascio immaginare, pero’….che giornata…Con un mezzo piu’ veloce ci stava anche il bagno.
Valler…allora… il retrattile…“che Volimmo fa’?”


27 Aprile 2008

Nella scaletta della nostre gite, a marzo, Ë il turno per Ljubljana. La settimana prima di Pasqua, la piu’ bassa a memoria d’uomo, sarei dovuto anche andare a nord di Lione per lavoro, in un paese 70 km piu’ su’, dove tra l’altro c’Ë un aeroporto.

Modena, Lione, Modena non era un giro da poco, soprattutto perchË in mezzo ci sono le alpi. Ci ho messo un po’ ma alla fine ho scartato la linea e deciso o il Piper o l’Alfa. Se la meteo non Ë buona, vado in macchina e voglio rendermi conto di quanto sono alte le apli.
Da quel momento analisi scrupolosa e continuativa delle meteo ogni giorno, ma quel lunedi’ nulla da fare, troppo rischio e poi aggirare le alpi passando da Cannes sarebbe stato lunghissimo e assai dispendioso. Cosi’ mi sono fatto il mio giro in macchina per capire che all’andata non ce l’avrei mai fatta, mentre al rientro, sarebbe stato uno spettacolo (fino al valico del Monte Bianco il tempo era splendido anche all’andata ed io ero di molto incazzato, ma il versante francese era tutto IFR sino a destinazione, e l’incazzatura Ë passata).

Rientrato ho proseguito la quotidiana disamina del tempo per il venerdi’ ma la situazione era quella gi‡ vissuta per il mancato Lione: grande instabilit‡, previsioni non facili da azzeccare e situazione…complessa con una Pasqua che si preannunciava piu’ invernale che mai. In effetti c’era qualcosa nelle evoluzioni del tempo che non mi convinceva, e questo mi lasciava nervoso. Intanto mando la ns PPR a Ljubljana che viene accolta, ma che il venerdi’ disdico perchË la situazione non Ë delle migliori: un fronte che arriva da nord est, vento tra il moderato e forte, acqua e nevischio in numerose aree del nord est e Ljubljana proprio in mezzo alla linea del fronte.
Dopo aver guardato e riguardato, io e l’amico Valler, decidiamo per un piu’ comodo pranzo a Rimini, lasciando a tempi migliori la trasferta in Slovenia.
Sono io a sinistra per l’andata, negoziamo rotta diretta con Bologna, a 1.500 agl, seguiamo l’autostrada sino a Rimini. Già dopo il decollo, la turbolenza inizia a farci compagnia, in alcuni casi faccio fatica a modificare le frequenze della radio dal gran che si balla. Ma almeno ci divertiamo un po’. Anche le riprese e le foto sono difficili, ma tant’è…


Passiamo Bologna, Imola, Forli’ sino a che Rimini ci autorizza un lungo finale sulla pista 12.Il vento lo abbiamo in ala destra 10-12 nodi circa, un po’ di piede, un po’ di mano…mettiamo giu’ le ruote dopo meno di un ora di volo.

Per la pausa ci fermiamo proprio fuori dall’aeroporto in un semplice ristorante dove si mangia pesce e non si spende una cifra, per poi farci una camminata sulla spiaggia anche se eravamo gli unici visto il freddo ed il cielo nero.

Ripartiamo quindi alla volta di Modena, questa volta Ë Valler a sinistra ed anche al rientro saltelliamo, ma con il mangiare (e il bere) sullo stomaco (non so perchË ma a stomaco pieno abbiamo la sensazione di essere piu’ stabili…sar‡ il peso? o sar‡ il vino?). Anche questa volta ci permettono la diretta, per cui vermamente in poco tempo siamo gi‡ nei pressi di Bologna e poi dopo poco ancora siamo al suolo. Peccato per Ljubljana, ci riproviamo la prossima.


12 Febbraio 2008

Nel mese di febbraio ho recuperato bene l’inattivit‡ di fine dicembre.
Nel giro di dieci giorni ho fatto un Linate A/R nella pausa pranzo, la settimana dopo un A/R al Lido ed avevamo ancora in cantiere un pranzo da fare con l’amico Valler.

Non volevamo tirarci il collo, Lucca quindi, era perfetta per lo scopo. Breve scollinata, giro pastorale del centro storico, cazzeggio, e quindi ritorno. L’interno delle mura ossia il centro storico monumentale della citt‡ Ë rimasto pressochÈ intatto nel suo aspetto originario, potendo dunque annoverare svariate architetture di pregio, come le numerosissime chiese medievali di notevole ricchezza architettonica (Lucca Ë stata addirittura soprannominata la “citt‡ dalle 100 chiese”, proprio per la presenza di numerose chiese nel suo nucleo storico, consacrate e non, presenti in passato ed ora in citt‡), torri e campanili, e monumentali palazzi rinascimentali di pregevole linearit‡ stilistica.
Ci diamo appuntamento al campo intorno alle 10:00, la rotta Ë diretta per circa 30-35 minuti volo, con il sorvolo del Cimone.
Il Comandante all’andata Ë Valler, un giro di controlli, il tempo Ë buono, manetta e via per la salita sino a 7.000 piedi.

Sino a 3.000 la visibilit‡ Ë limitata dalle foschie ma oltre i 3.000 il panorama Ë stupendo quasi da unlimited visibility.
Dopo circa 25 primi siamo sul Cimone, innevato (non molto) con impianti funzionanti, passiamo al traverso del monte Giovo ed iniziamo una discesa rapida subito al di l‡ dei monti per Lucca.
Vediamo l’aeroporto a circa 3 miglia da noi e quindi in contatto con la locale coordiniamo il nostro finale.

L’aeroporto assomiglia molto a quello di Modena, pista in asfalto di circa 900 mt. alcuni hangar ed una piccola torre.

Qui c’Ë anche la protezione civile e lo si nota per il maestoso elicottero Erickson Air-Crane di base qui.

Al nostro arrivo sono in corso lanci militari di parà; ci tratteniamo un po’ a guardarli e devo dire che la cosa piu’ impressionante Ë stato l’atterraggio del Do328 che li ha lanciati. E’ un bimotore turboelica che al touch down si sar‡ arrestato in circa 150 mt. inserendo i reverse: ecco uno STOL! Finito lo spettacolo, andiamo in centro storico per pranzare (questa volta come si deve) in uno dei tanti locali.
Il Tassista ci consiglia bene, al menù pensiamo noi cosi’ come al vino.


Il resto del pomeriggio lo passiamo a visitare il centro storico, tra una chiesa e l’altra e la cinta muraria, celebre anche al di fuori dei confini nazionali costruita tra il XV-XVII secolo, con un perimetro di 4.450 m circa intorno al nucleo storico che ne fa uno dei 4 capoluoghi di provincia Italiani ad avere una cerchia muraria intatta, assieme a Ferrara, Grosseto, Bergamo; la stessa cerchia, trasformata gi‡ a partire dalla seconda met‡ dell’Ottocento in piacevole passeggiata pedonale, risulta a tutt’oggi come una delle meglio conservate in Europa, in quanto mai utilizzata nei secoli passati a scopo difensivo. Come consuetudine, documentiamo con fotografie il nostro pellegrinaggio, poi con calma rientriamo a Tassignano per il ritorno. Il sole si sta abbassando sull’orizzonte ma abbiamo un sacco di tempo ancora visto il breve volo.

Montiamo a bordo, magneti, starter, ed il Lycoming si avvia senza problemi. Facciamo la rotta inversa. Siamo a ridosso delle montagne, cosi’ inizio subito una salita rapida per passare il primo gruppo di alture. A 3.000 piedi, in salita costante dal decollo, sfioriamo la prima barriera, poi continuiamo la salita sino a 6.500. Raggiungiamo il Cimome e sorvoliamo la zona della pista a ridosso della cima (il vento Ë calmo quindi nessun problema) ma a quest’ora gli impianti sono fermi. Lasciamo la zona contattando Bologna per la discesa su Modena. Il controllore ci avvisa che abbiamo traffico non identificato con mongolfiere riportate nella zona, e ce lo comunica dicendoci che Ë sato un liners ad avvistarle. Ma certo, Ë il raduno nazionale che si tiene a Carpineti ogni anno, dalle mie parti. Confermo al controllo che Ë cosi’ e gli racconto la storia, ma mi chiede cortesemente una “intercettazione e verifica visiva”. Beh…non aspettavo altro, virata a sx verso Lupos, direzione pietra di Bismantova, discesa veloce a 4.500 ed eccole a vista, ne contiamo 5 di cui un paio alla nostra quota. Riportiamo i contatti e poi ci sganciamo riprendendo la nostra navigazione verso Modena.

La digressione ci Ë costata circa 4/5 minuti ma nel complesso dopo poco piu’ di mezz’ora siamo alla base. Una bellissima giornata, grazie al tempo, temperatura mite, innaffiata da un poderoso Merlòt…


12 Febbraio 2008

Un mese. Un mese senza volare. Non passa mai. Dalla terza settimana di dicembre piogge, neve, nebbia, un vortice di basse pressioni che lasciavano solo pochi istanti di intervallo ci hanno tenuto a terra. Con il mese di gennaio, il primo cuneo di alta pressione ha portato nebbie che si tagliavano con il coltello, come non si vedevano da anni, poi ancora acqua, ma non poteva piovere per sempre. Ogni giorno solito rito di consultazione delle meteo per vedere se nel medio periodo c’erano segni di ripresa (nell’ultima settimana anche due volte al giorno sperando in un aggiornamento magico…), con l’unico scopo di identificare un giorno, tenerlo libero e decollare. Alla fine la terza settimana di gennaio mostrava qualche raggio di sole e speranza. Dove andare? Nell’intermiabile e noisa attesa non ho fatto altro che mettere in fila delle mete per l’anno sucessivo sia vicine che lontane. Tra questa mi era pero’ sfuggita la splendida Torino, di cui mi ero accordo avendo letto un articolo su di un giornale che proponeva la sequenza di Fibonacci con luci colorate (eh eh…vediamo se avete studiato) sulla Mole Antonelliana e poi ancora la settimana dopo quando si parlava dei World Air Games del 2009.

A questo punto, fissiamo provvisoriamente il giorno e ci accordiamo per l’orario sperando nella tenuta del tempo.
La fortuna finalmente Ë con noi e questa volta il cielo Ë nostro.

Arriviamo al campo alle 10.00, penso sia stata l’unica volta in diversi anni in cui sono arrivato in aeroporto prima io di Valler, avevo preso tutte le precauzioni per non avere rotture….giornata di ferie, telefono spento, no impegni di lavoro, no impegni a casa, e forse Ë per questo che sono arrivato prima. Il briefing meteo ci riporta CAVOK con delle nebbie sparse lungo la rotta ma che non dovrebbero destare preoccupazioni. Comunque, per precauzione ci portiamo anche il GPS che lasciamo nelle borsa per divertirci di piu’ (ma meglio averlo appresso che a casa, non si sa mai). Il ns velivolo Ë pronto e rifornito anche se ha appena effettuato 4 touch & go. Per sicurezza comunque rabbocchiamo di nuovo per non avere sulla coscienza quei 15 minuti di volo…gi‡ spesi.

All’andata a sinistra sono io, procediamo senza piano di volo per Parma che concede la diretta senza fare lo slalom tra i riporti standard del CTR per poi passarci con Piacenza. Qui incontriamo 2 gruppi di Tornado, uno davanti a noi che doveva essere in lungo finale (su cui pero’ non abbiamo il contatto visivo) e subito dopo un package di 2 Tornado che ci sfilano alla stessa quota sulla destra un paio di miglia piu’ a nord. Dopo il CTR di Piacenza mettiamo in prua il Vor di Voghera ed iniziamo ad incontrare i primi banchi di nebbia che si fanno piu’ fitti in zona Alessandria. Qui abbiamo l’ala sinistra in nebbia e l’ala destra con visibilit‡ illimitata. A 1.500 piedi siamo a volte in mezzo ai ciuffi ma la visibilit‡ frontale si mantiene sempre in VMC. Lasciata anche Alessandria spariscono i ciuffi e le nebbie (in alcuni punti doveva essere densa perchË sentiamo per radio riporti al suolo con visibilit‡ < 300 mt.), mentre riceviamo distintamente la stazione di Poirino da cui inizieremo il circuito di avvicinamento all’aeroporto Aeritalia. Lo scenario Ë fantastico, il Monte Bianco sullo sfondo e tutte le Alpi innevate che fanno da cornice alla citt‡ rendono quest’ultimo tratto di volo indimenticabile.


Ci sganciamo da Milano informazioni e passiamo sulla frequenza locale che ci porta sino a terra senza difficolt‡. L’aeroporto Ë vicinissimo al centro, in sottovendo vediamo distintamente la Mole e la via tutta diritta che porta dall’aeroporto al centro citt‡.

A terra poi, una piacevole sorpresa: come a Modena, qui non si pagano tasse di atterraggio! E noi che ci eravamo gi‡ preparati a mendicare… Questo ci permette di investire i soldi nel taxi per farci portare in centro. Le effemeridi non ci consentono un pranzo comodo cosi’ decidiamo di dare precedenza alla visita al centro e con il tempo residuo, quello che si trova, si mangia.

Dalla piazza centrale passiamo dalla sede degli uffici RAI per arrivare nella via delle Mole che immortaliamo da ogni angolo e prospettiva e ci fermiamo li’ sotto a mangiare un panino. Ormai sono quasi le 14:00, dobbiamo riguadagnare un taxi, rientrare in aeroporto e ripartire se vogliamo avere almeno mezz’ora di margine sulle effemeridi. Ne agguantiamo uno nella piazza centrale che in un quarto d’ora ci molla all’aeroporto. Essendo ospiti chiediamo conferma all’AeC dell’inesistente gabella e ci infiliamo sul ns PA-28 con Valler a sinistra per il rientro.

Atmosfera e visibilit‡ magica anche nel pomeriggio, sembra quasi l’anno scorso, sempre a gennaio dove dal Garda si vedeva il Cimone. Sulla rotta inversa dell’andata superiamo Poirino, Asti e Alessandria per arrivare a Voghera con l’inserimento nel CTR di Piacenza. Milano ci informa che il CTR Ë chiuso (al venerdi’ i militari fanno mezza giornata) cosi’ senza troppo disturbo seguiamo l’autostrada senza dover riportare ogni waypoint come all’andata. Parma, ci riconcede la diretta e poco dopo siamo gi‡ al traverso di Reggio Emilia con la pista del campo che ci sfila sotto l’ala. Coordiniamo quindi con la locale di Modena un lungo finale per gli utmimi minuti di volo.

Dopo poco piu’ di un’ora e mezza, spegnamo controvoglia il motore. Visto lo scrupolo del rabbocco alla mattina, prima di ricoverare il mezzo, controlliamo i serbatoi che ci rivelano un’autonomia residua di circa 45 minuti (consumi quindi confermati secondo i parametri).

Veramente un bel giro, non impegantivo, che ci ha tenuto per aria circa 3 ore in una rara giornata di visibilit‡ quasi illimitata. Adesso rimangono le altre mete studiate…tra cui l’Ungheria…


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