Volo

13 Ottobre 2016

Milano (askanews) – Dodici biplani storici, costruiti tra il 1920 e il 1930 tenteranno a novembre una traversata da record: 8mila miglia (quasi 13mila Km) attraverso l’Africa da Creta, in Grecia a Cape Town, in Sudafrica per un rally aeronautico vintage che richiama alla mente i primi viaggi aerei della storia.

“Ci aspettano un sacco di giorni di volo consecutivi – spiega Sam Rutherford, organizzatore del rally – gli aerei e i piloti voleranno in condizioni estreme.

Questi viaggi sono molto più complessi e meno confortevoli di quelli sugli aerei moderni: non c’è il pilota automatico, si vola a vista e non ci sono molte protezioni dagli elementi: sole, vento, polvere né tantomeno dagli schizzi d’olio del motore”.

“Gli aerei hanno un solo motore e se dovesse piantare non ci sarebbe scampo – continua il pilota – però c’è anche un lato positivo: gli aerei volano molto piano per cui, in caso di avaria basta una strada o un piccolo campo per poter atterrare in sicurezza”.
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Si tratta del più grande raduno di aeroplani d’epoca a tentare una simile impresa nonché la prima manifestazione aerea, da 50 anni a questa parte, per la quale è stato concesso un permesso d’atterraggio nei pressi delle piramidi di Giza e avrà anche un intento benefico, salvaguardare l’avvoltoio africano, una specie in via d’estinzione.

 

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I piloti voleranno lungo il Nilo dal Cairo a Karthum, oltre gli altipiani dell’Etiopia passando per il Kilimanjaro e le Victoria Falls.
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“Per me è tutto un altro mondo lassù – aggiunge Pedro, pilota di un Travelair 4000 del 1928 – un modo per stare soli con se stessi ed essere davvero concentrati.

Devi essere sempre attento a quello che succede, mantenere il piano di volo ed essere consapevole di quello che accade attorno”.
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I piloti provengono da diversi paesi tra cui Gran Bretagna, Canada, Francia, Germania, Sudafrica, e Stati Uniti.

Il decollo è fissato per il 12 novembre, l’arrivo per il 17 dicembre giorno del primo volo dei fratelli Wright, dopo un viaggio a tappe di 35 giorni.

Fonte: www.askanews.it/


25 Settembre 2016

Come sarebbe : partire dall’Aeroporto di Modena-Marzaglia con due Piper 28 alle 10 di un Sabato mattina, atterrare dopo un’ora e dieci minuti di volo sullo scalo croato di Vrsar-Crljenka  

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Noleggiare un motoscafo da 6 posti, uscire dal porto e dirigersi a Rovinj, attraccare mangiare una “vagonata di pesce“, ripartire di nuovo alla volta di Vrsar, fare un giro nel Limski Kanal, il Fiordo a sud di Vrsar, rientrare al porto mangiare un gelato e ripartire per Modena…..

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Beh,è più o meno quello che abbiamo fatto sabato.
Attilio, Loris, Luca, Stefania, Mirco ed io, a bordo di due Piper 28 dell’Aero Club di Modena.

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Una giornata indimenticabile e perfetta sotto ogni punto di vista, dal meteo al pranzo, dal giro in motoscafo al rientro a Modena
Vrsar e Rovinj, che definirei alcune delle “perle” della Croazia, ci hanno accolti in tutto il loro splendore.

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Acque cristalline, verde ovunque e gente, tantissima gente, così tanta da sembrare il 15 di Agosto invece che il 24 di Settembre.

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Ottima e più che abbondante la mangiata di pesce al Ristorante La Puntulina di Rovinj, abbarbicato sugli scogli a strapiombo sul mare con una privilegiata veduta sull’Isola Katarina.
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Che dire, più di così…..

 

P.G.

 

 

 

 

 


1 Settembre 2016

Bloccati prima che potessero prendere il volo: due piloti di una famosa compagnia aerea americana sono stati arrestati sabato mattina all’aeroporto di Glasgow perché trovati ubriachi prima di mettersi alla cloche.

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Il volo, con 141 passeggeri, sarebbe dovuto partire alle 9 con destinazionel’aeroporto di Newark, in New Jersey: tuttavia i passeggeri non sono mai stati imbarcati perché i due piloti, due uomini di 35 e 45 anni, sono finiti in manette perché sotto effetto di alcol.

 

L’aereo è rimasto a terra ed è partito solo la sera con un equipaggio diverso, mentre i due dovranno comparire lunedì davanti alla Paisley Sheriff Court.

 

«I due piloti sono stati rimossi dal servizio – ha detto un portavoce della compagnia aerea – Stiamo cooperando con le autorità e abbiamo avviato un’indagine interna. La sicurezza dei nostri clienti e dell’equipaggio è la nostra priorità».

 

Non è la prima volta che la cronaca ci riporta casi di piloti alticci: il 18 luglio scorso due canadesi, Jean-Francois Perreault, 39 anni, e Imran Zafar Syed, 37, sono stati arrestati mentre si preparavano per mettersi alla cloche di un volo intercontinentale su un velivolo della Air Transat. Anche in quel caso furono fermati all’aeroporto di Glasgow, da dove sarebbero dovuti partire per Toronto, con 250 passeggeri a bordo.

Fonte:www.ilmessaggero.it/


26 Agosto 2016

…“Volavano bottiglie”…

Varie testimonianze su Twitter, il volo è arrivato a destinazione con un’ora di ritardo.

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Hostess e steward di solito cercano di infondere calma ai passeggeri e di non creare situazioni di panico, in modo da mantenere la calma durante il volo.

 

A quanto pare, questa volta non è andata così: un violento alterco, scattato poco prima della partenza del Londra – Belfast, ha coinvolto due assistenti di volo che hanno iniziato a litigare furiosamente davanti ai passeggeri che guardavano la scena allibiti.

All’origine della lite, strano a dirsi, delle bottigliette d’acqua.
Ancora non si conosce esattamente la dinamica dei fatti, fatto sta che a causa della litigata il velivolo, che stava iniziando la fase di decollo, ha dovuto interrompere l’operazione per rientrare di corsa al gate.
Solo una volta sedato l’alterco e sostituito i due furiosi assistenti, il volo ha avuto l’autorizzazione a ripartire e a portare i passeggeri a destinazione, accumulando in tutto circa un’ora di ritardo.

 

A riprendere l’inusuale scena, postando varie testimonianze su Twitter, l’ex tennista e presentatore televisivo Dan Lobb, molto popolare in Gran Bretagna, che suo malgrado figurava tra i passeggeri che si sono ritrovati a godere di questo spettacolo fuori dal comune.

Fonte:www.fanpage.it/


21 Agosto 2016

Ed infatti così e stato.
Il solito “dinamico trio” composto da Mirco, Robertino ed io siamo decollati venerdì mattina verso quel di Fano…

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Dopo il solito conciliabolo pianificatorio pre volo, siamo decollati a bordo dell’I-EMHW, il Piper Arrow dell’Aero Club di Modena.
Il piano di volo per l’andata, ci vedeva procedere dopo il decollosulla rotta standard fino ad Imola, inoltrandoci poi sulla collina romagnola verso Predappio poi giù verso Mercatino Conca per poi scendere verso l’Aeroporto di Fano.

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Dopo l’atterraggio ci siamo ristorati al bar del terminal con un aperitivo in attesa del taxi che ci avrebbe poi portato al “Ristorante Pizzeria Da Yankee”…(www.ristoranteyankeefano.it/ )

Che dire, un gioiellino di posto, ubicato praticamente a due passi dal mare (nel vero senso della parola n.d.r.) e coperto nella parte estiva da due “teloni bianchi” sorretti da travi in legno a “V”che, unitamente al pavimento anch’esso in legno ricordano il ponte di una barca a vela.
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Ottimo il pranzo a base di pesce, Mirco ed io abbiamo condiviso una Grigliata Mediterranea alla Fanese, Robby si è invece preso degli spiedini.

Contorni comprendevano verdure grigliate e patatine fritte, il tutto innaffiato da un magnifico “Bianchello del Metauro Giglio” del 2015.

Dopo il caffè ci siamo incamminati verso il Porticciolo di Fano per una “passeggiata digestiva”, in attesa del taxi che di li a poco ci avrebbe prelevato per ricondurci in aeroporto.

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Espletate solite pratiche burocratiche ci siamo incamminati……cioè siamo andati di corsa sotto uno scroscio di pioggia, verso il piccolo Piper al grido di ”dove sono le chiavi dell’aereo “…..( in tasca al pilota ovviamente 😉 ….n.d.r.)

Decolliamo…..

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Poco dopo aver staccato le ruote dalla pista in erba dello scalo marchigiano, ci eravamo già lasciati il temporale alle spalle.

Sapendo infatti che l’Appennino avrebbe nel pomeriggio ”buttato su” un po’ di cumulaglia e qualche temporale qua e la, la rotta pianificata per il rientro prevedeva il lungo costa fino a Casalborsetti, il rientro sulla terra ferma dirigendo verso Ferrara poi giù giù per Carpi, Campogalliano ed infine Modena, dove siamo arrivati un’ora e vent’otto minuti più tardi…

Bel giretto ed ottima compagnia….

….come sempre del resto…

 

P.G.


5 Agosto 2016

Disavventura per 15 passeggeri sardi rimasti bloccati venerdì scorso all’Aeroporto Charles De Gaulle per un giorno e mezzo…

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SASSARI. Sequestrati per quasi un giorno e mezzo tra lo scalo parigino “Charles De Gaulle” e un albergo messo a disposizione da Alitalia insieme a qualche buono pasto e a tante scuse che la compagnia di bandiera ha demandato ai cugini di Air France.

 

L’odissea per i passeggeri del Volo AZ 0313 è iniziata venerdì 29 luglio ed è terminata sabato notte, quando finalmente sono riusciti a imbarcarsi sull’ultimo volo per Fertilia.

Tra loro c’erano 15 sardi che cercavano di tornare nell’isola dopo le vacanze a Parigi e altri che lavorano nella capitale francese e avevano programmato un weekend a casa dai familiari.

Il Volo AZ 0313 sarebbe dovuto atterrare a Linate venerdì a metà sera e da lì, con le varie coincidenze, i passeggeri sarebbero arrivati alle rispettive destinazioni.

Ma è andato tutto storto e così i minuti interminabili di attesa nell’area tecnica sono diventati ore, durante le quali è via via cresciuto il timore che l’aereo dell’Alitalia rimasto fermo in pista per un imprecisato problema elettrico avesse rischiato di lasciare la pista con un bel problemino da gestire a diecimila metri di quota.

«Dopo una lunga attesa e ci comunicano che dobbiamo scendere – racconta il sassarese Pier Bruno Cosso – l’aereo non può essere riparato con i passeggeri a bordo.

Un’altra attesa infinita per l’arrivo della navetta, e tutti giù dalla scaletta con le valige, stipati nel bus, per ritornare alle sale d’imbarco su un percorso lungo e complesso.

Con anziani e bambini in difficoltà, e una signora disabile, che per affrontare tutte le barriere architettoniche viene aiutata dagli altri passeggeri».

Da parte di Alitalia non si vede nessuno e le poche comunicazioni che vengono date ai passeggeri non bastano a spiegare cosa stia succedendo.

Nel mentre i viaggiatori iniziano a stringere amicizia, a esprimere il disappunto nella speranza di rendere meno traumatico un viaggio che ha già preso i contorni dell’incubo. Dopo qualche ora la situazione sembra sbloccarsi.

«Ma l’aereo è ancora nell’area tecnica e quindi – continua Pier Bruno Cosso – con tutte le nostre valigie, dobbiamo affrontare in discesa una scaletta d’emergenza in ferro bianco, lunga sei rampe, e stiparci nuovamente nel bus.
Tutti, con la signora disabile e i tanti bambini che iniziano a lamentarsi.

Ricomincia da capo la lunga liturgia del decollo mentre borbottiamo per tutte le coincidenze ormai perse.
Ancora un tempo infinito fermi lì, pronti a saltare sulla pista di lancio, ma immobili.

Ci raggela il comandante – aggiunge Cosso – che ci spiega che si è ripresentato lo stesso problema.

Questo aereo – ci dice – non può volare.

Finalmente il verdetto: ci daranno un cestino per la cena e ci porteranno in albergo per la notte.

Ma non subito – continua il passeggero – perché prima Alitalia e Air France devono litigare per capire chi si farà carico di tutta l’operazione».

I passeggeri del Volo AZ 0313 sono ormai stremati. «Noi sardi ci siamo ormai individuati – riprende il racconto di Pier Bruno Cosso – e ci sosteniamo con molta solidarietà.

Lo so, qualche volta, tra di noi, giù in Sardegna, ci può scappare il dispetto.

Ma quando siamo fuori, la nostra terra è sacra, per quello che rappresenta, e ci buttiamo nella mischia l’uno per l’altro. Non c’è nord o sud, o classi sociali.

Maria Antonietta, di Selargius, cameriera a Parigi, aiuta con abnegazione una famiglia di Sassari con due bambini piccoli. Valentina di Quartu, studentessa trapiantata in Francia da anni, ci aiuta tutti traducendo il formalismo francese in italiano fruibile, sempre con un grande sorriso».

Dopo la notte trascorsa in un albergo non distante dall’Aeroporto i passeggeri tornano al “Charles De Gaulle”.

«Sull’ultimo volo per Alghero diciamo al personale che siamo un po’ frastornati perché stiamo cercando di tornare a casa da un giorno e mezzo. Accenniamo delle nostre peripezie, ma anche loro sapevano
già tutto.

L’assistente di volo conclude il nostro scambio di battute con un inquietante: «Bè, l’importante è poterla raccontare – conclude Cosso – Prendo posto nella mia poltroncina con mille dubbi. Era una battuta o c’era davvero il rischio di non raccontarla?».

FONTE:lanuovasardegna.gelocal.it/


25 Luglio 2016

Oltre ai tanti progetti nell’automotive la Garage Italia Customs ha personalizzato i Leaerjet della compagnia specializzata in voli executive.

Fin dal momento della fondazione, Garage Italia Customs l’hub creativo di Lapo Elkann ha sempre voluto sottolineare la propria specializzazione a 360 gradi nel mondo delle personalizzazioni. Se nell’ultimo periodo l’attenzione si è focalizzata sui numerosi progetti “automotive”, a partire da ora si apre un nuovo capitolo che prevede progetti “tailormade” per barche, elicotteri e aerei.

Il Bombardier Learjet31Nel blu dipinto di blu” è stato commissionato a Garage Italia Customs dalla Laps To Go Holding Srl, società di Lapo Elkann e da Avionord, Compagnia Aerea Italiana che offre voli executive a privati e società, e servizi legati sia ad eventi e manifestazioni, sia al trasporto sanitario.
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Sono, infatti, sempre più numerosi quanti scelgono questo tipo di trasporto e si affidano alla competenza nel settore di Avionord, potendo contare su un elevato standard di efficienza e su di un personale altamente specializzato nella gestione dei voli e nell’assistenza, sia a terra che a bordo dei propri aeromobili.

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LEARJET — Nella prospettiva di offrire un servizio di qualità superiore, Avionord ha scelto di rendere “unico” ogni viaggio a bordo della propria flotta, affidandosi a Garage Italia Customs per la personalizzazione dei velivoli. Il primo esemplare è stato realizzato sulla base del Bombardier Learjet 31, jet bireattore con un motore molto performante che raggiunge i 903 kmh e offre un’esperienza di volo nel massimo del confort per gli 8 passeggeri (7+1) a bordo.

Fonte:www.gazzetta.it/


12 Luglio 2016

Tre velivoli, tre equipaggi, dieci amici per una fantastica giornata in Croazia.

Appuntamento in Aeroporto a Marzaglia per le 08.35, riforniti gli aerei caricati zaini zainetti e tutto il nécessaire pour le voyage, siamo decollati uno dopo l’altro tra le 9,20 e le 9,30, direzione Losinj Island.
Gli equipaggi erano cosi composti:

Sul primo Piper 28, Luca ai comandi, Stefania, sua moglie il piccolo Riccardo e Sara figlia di Mirco, sul secondo, Mirco ai comandi coadiuvato da Gabriele, Francesca moglie di quest’ultimo ed io.
Sul terzo Piper 28 infine il nostro Presidente, nonché organizzatore della trasferta Attilio con la figlia Laura.

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La rotta ( vedi cartina sopra) Aprevedeva il sorvolo del LUMAV POINT (un punto di riporto aeronautico che ha preso il posto dell’ormai spento NDB di Ferrara,un radiofaro di navigazione e procedura n.d.r) con salita a 8000 piedi, circa 2400 metri.

Proseguendo poi verso il BELOV POINT, altro punto sito sul Mare Adriatico al largo delle Valli di Comacchio, il BAXON POINT, che segna il confine tra le Aree di Controllo Radar tra Italia e Croazia, poi la discesa a 2000 piedi già in contatto con la Torre di controllo del Lsinj Airport verso il SIERRA 3 punto d’ingresso nel CTR di Lussino posto sull’Isola di Susak.

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Ore 11,06 anche l’ultimo Piper dell’Aero Club di Modena tocca il suolo croato.

Dopo un veloce controllo documenti, via tutti sul pulmino che in una decina di minuti ci porta a destinazione a Ulica Rovenska- Veli Lošinj ( Lussingrande ).

Chiamare questo posto paradiso è riduttivo,scesi dal taxi ci siamo incamminati giù per scoscesi viottoli contornati da muri a secco che cingevano casette e ville, fiorite di Bouganville in ogni dove, un porticciolo immerso in una rigogliosissima vegetazione che faceva da cornice ad un’acqua che variava dal turchese all’azzurro fino al blu scuro.

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Mamma mia ma dove siamo.
Gli aggettivi ovviamente si sprecavano.

Giunti in una caletta poco distante dal porto abbiamo affittato qualche sdraio e via di corsa in acqua.
Dopo un’oretta circa di tuffi e nuotate tra pesciolini che mordicchiavano i piedi a Sara e ricci di mare nascosti tra i sassi del fondale, ci siamo distesi al sole.

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Attorno alle 13,30 ci siamo seduti per una bella mangiata di pesce per alcuni e carne per altri.
Un bagno di sole ancora per digerire e l’ultimo bagno, vero questa volta prima di riprendere la via di casa.

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Attilio, Laura, Sara ed io, ci siamo incamminati verso il porticciolo di Lussino per acquistare qualche souvenir, seguendo un vialetto che seguiva la linea di costa, mentre gli altri della banda ci raggiungevano in taxi.

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Arrivati in Aeroporto abbiamo proceduto all’espletamento delle pratiche burocratiche, compreso un ulteriore controllo documenti in uscita.

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Risaliti sui tre piccoli monomotori parcheggiati sul brullo piazzale dell’Aeroporto di Lussino, abbiamo rullato verso la pista, dove uno dopo l’altro ci siamo levati in volo verso l’Italia.

20160710_171717 20160710_171703Che dire, una giornata magnifica ed indimenticabile che rimarrà a lungo nei nostri cuori e nei nostri ricordi…

P.G.

 

 

 

 


18 Giugno 2016

Il governo egiziano ha appena confermato che una nave francese ha identificato i resti dell’aereo della EgyptAir scomparso in volo da Parigi al Cairo il mese scorso.

L’Airbus A320 della EgyptAir che si è inabissato nel Mediterraneo nella notte tra il 18 e il 19 maggio fu costretto ad «almeno tre» atterraggi d’emergenza nelle 24 ore che precedettero la tragedia per delle anomalie segnalate poco dopo i rispettivi decolli.

In tutti e tre i casi, dopo essere tornato in aeroporto, sono scattate delle procedure di allerta che hanno imposto ogni volta una verifica tecnica a terra rivelatasi negativa, visto che l’apparecchio è stato poi lasciato ridecollare tranquillamente.

È quanto aveva riferito la tv France 3 nel giorno in cui una nave francese aveva intercettato un segnale che dovrebbe provenire dalle scatole nere dell’aereo EgyptAir precipitato mentre era in volo da Parigi al Cairo.


La scoperta del relitto è arrivata a ridosso del termine di circa 30 giorni durante i quali le due scatole nere continuano a inviare segnali per facilitarne l’individuazione. Senza il loro contributo sarà molto difficile dare risposte alle mille domande innescate dalla tragedia.

Fra i principali misteri c’è il fatto che comandante e vice non abbiamo lanciato alcun allarme e questo nonostante i sistemi di rilevazione a distanza degli apparati del velivolo abbiamo segnato sette malfuzionamenti, compresa la presenza di fumo in cabina.

All’attenzione degli investigatori anche i tre scali ad Asmara, Tunisi e al Cairo che l’Airbus ha effettuato prima dell’atterraggio al CDG di Parigi dove ha sostato poco più di un’ora prima di ripartire per la capitale egiziana che non ha mai raggiunto.

Finora non è arrivata, inoltre, alcuna rivendicazione.
Due settimane fa la mave francese La Place aveva rilevato il segnale di una delle due scatole, poi un’altra lunga fase di silenzio. Il governo egiziano ha ingaggiato la società Deep Ocean Search per poter contare sull’impiego della nave specializzata John Lethbridge in grado di schierare il minisottomarino Comanche 6000 capace di scandagliare il fondo del mare fino a 3mila di profondità.

Fonte:www.ilmessaggero.it/


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