Volo

4 Marzo 2016

 Sfiorata la collisione in volo tra un Airbus e un drone.

E’ successo a Parigi lo scorso 19 febbraio quando un Airbus A320 della Air France, partito da Barcellona,aveva iniziato la sua discesa sull’aeroporto Charles-de-Gaulle. A riportare la notizia e’ stato oggi l’ Ufficio d’inchiesta e analisi francese (BEA) che ha definito l’incidente ‘grave’.

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L’aereo si trovava a 1.600 metri d’altezza quando ‘il copilota si e’ accorto della presenza di un drone a ore 11′, cioe’ sulla sua sinistra, ha dichiarato il portavoce della BEA che ha aperto un’ inchiesta sull’incidente ancora in corso.

 

Il copilota ha immediatamente ‘disconnesso il pilota automatico e effettuato una manovra per schivarlo, mentre informava il comandante di bordo della presenza di un drone’ hanno precisato dall’Ufficio d’inchiesta. Il comandante di bordo, ha aggiunto la BEA, che nel frattempo poteva osservare il drone, ha stimato una distanza di soli 5 metri tra l’oggetto e l’ala sinistra del velivolo.

 

Ancora nessuna informazione riguardo i passeggeri presenti a bordo (un A-320 puo’ trasportare massimo 160 passeggeri), ne’ sulla grandezza del drone.

 

Fonte:www.repubblica.it/


3 Marzo 2016

Inutile l’atterraggio d’emergenza

Si è sentita male mentre il velivolo sorvolava la Russia. A nulla sono serviti i tentativi dei medici a terra

bimbamortaereoUna bimba di nove anni, cittadina italiana, ma di famiglia di origini cinesi, è morta in volo sull’aereo Lufthansa che da Shangai porta a Monaco.
La piccola si è sentita male mentre si trovava a bordo dell’Airbus A340-600 della linea aerea tedesca.
Il malore si è verificato mentre il velivolo sorvolava i cieli russi, costringendolo a un atterraggio d’emergenza al Yemelyanovo, l’aeroporto internazionale di Krasnoyark, nella Russia meridionale. Intorno alle cinque, ora locale, l’Airbus ha toccato terra per rispondere all’emergenza.

Non c’è stato nulla da fare per la bambina, che “non aveva più battito cardiaco e non respirava”, secondo un portavoce della Lufthansa. Inutile il tentativo di un medico di riportarla in vita.

Fonte:www.ilgiornale.it/


3 Marzo 2016

Intoppi per mesi, poi caso si sblocca. On line raccolta fondi
Un volo speciale per Londra per salvare una vita: quella di una giovane donna palermitana, Rossella Madonia.

Un volo atteso da tempo, che per settimane non si riusciva a trovare a causa di una serie di intoppi. Poi, negli ultimi giorni, una svolta positiva con l’impegno della Presidenza del Consiglio, della Prefettura di Palermo e della stessa Regione: Rossella è partita con un aereo dell’Aeronautica ed è arrivata stamattina in Gran Bretagna. Trentaquattro anni, laureata in fisica, Rossella ha alle spalle attività di ricerca in Svizzera.
Le sue condizioni di salute sono precipitate nel novembre 2010, quando ha sviluppato una rarissima patologia a carico del sistema immunitario, scatenata da una serie di allergie a catena, che la espone a rischi altissimi, provoca edemi, infezioni dolorose e problemi respiratori, rende difficile alimentarsi con conseguente perdita di peso e indebolimento, e inoltre la costringe a un isolamento forzato: la malattia non è affatto contagiosa, ma qualsiasi contatto esterno può far sorgere complicazioni.
“La mia situazione è insostenibile, non è rimasto niente che possa essere definito ‘vita’ “, afferma. I suoi amici non possono venire a trovarla, i familiari non possono abbracciarla. In Italia, la cura non c’è. Solo in pochi centri specializzati nel mondo è possibile affrontare terapie che se non sono risolutive, riescono ad alleviare i problemi e soprattutto a scongiurare il rischio di perdere la vita. Uno di questi è il Breakspear Medical group, ad Hemel Hempstead, città della contea del Hertfordshire, poco distante da Londra.
Ma per arrivarci, Rossella non poteva prendere un volo di linea: per lei sarebbe stato come entrare in una capsula piena di nemici pronti ad aggredirla e sbaragliarla. Serviva un volo ad hoc, opportunamente bonificato senza l’impiego di agenti chimici, con a bordo un’equipe medica e gli spazi necessari in caso di manovre salvavita. Il ‘nodo’ dei costi legati all’intera operazione e delle coperture da parte del sistema pubblico, ha per settimane provocato problemi e rallentamenti, al punto che tutto sembrava incagliato.
“L’anno scorso – racconta Rossella – abbiamo saputo di un centro specialistico negli Usa, l’Environmental Health Center di Dallas, in grado di effettuare terapie desensibilizzanti personalizzate, l’unico che effettua vaccini alimentari e anche una terapia di autotrapianto dei globuli bianchi.

Allora, curandomi a Dallas, avrei potuto evitare peggioramenti. Ma per una serie di problemi burocratici, non è stato possibile andarci. Oggi non riuscirei più ad affrontare un viaggio fino negli Stati Uniti. Londra è vicina e posso provare ad affrontare il trasferimento, ma ho già perso la possibilità di un ricovero lo scorso 15 febbraio e poi di nuovo il 24”, spiegava con un filo di foce al telefono pochi giorni fa. “Ora c’è un’altra finestra per inizio marzo, ma senza un volo ad hoc, la perderò. E in queste condizioni non so se riuscirò a superare la primavera”.
Ora il volo è arrivato: un Falcon 900 dell’Aeronautica Militare decollato da Palermo, che è stato bonificato da residui di disinfettanti chimici con l’uso di solo vapore acqueo e detergenti naturali. Il volo per Rossella è uno dei tanti che l’Aeronautica effettua di fronte a particolare emergenze: 300 le persone a cui è stato prestato soccorso nel 2015, e 50 solo nei primi mesi del 2016. Questo primo viaggio e il ricovero avranno un costo che si avvicina ai 200mila euro – spiegano i familiari – 70 dei quali a carico della Regione.
Per questo Rossella via Facebook, ha creato un gruppo, – Anche noi con Rossella, tutti insieme per salvare una vita – dove parla della sua vicenda e indica come poterla aiutare tramite una raccolta fondi.
Fonte:www.ansa.it/


3 Febbraio 2016

Mogadiscio – Potrebbe essere stata una bomba la causa dell’esplosione verificatasi martedì a bordo dell’Airbus A321 della compagnia aerea somala Daallo Airlines, in volo da Mogadiscio a Gibuti.

Ne e’ convinto Vladimir Vodopivec, il 64enne pilota serbo dell’aereo di linea, che, secondo il quotidiano Blic, ha confessato a un amico che la deflagrazione e’ stata causata da “una bomba”, senza fornire altri dettagli. L’esplosione e’ avvenuta 5 minuti poco dopo il decollo e ha aperto uno squarcio di 2 metri nella parte destra della fusoliera, innescando un incendio.

 

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Il pilota e’ tuttavia riuscito a effettuare un atterraggio di emergenza nello scalo di partenza. Secondo la polizia, due persone sono rimaste ferite.

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A bordo c’erano 74 passeggeri. Vodopivec ha spiegato che la deflagrazione non ha danneggiato i sistemi di navigazione, consentendogli – malgrado la depressurizzazione in cabina – di atterrare nell’aeroporto di Mogadiscio. Se l’aereo si fosse trovato ad una quota maggiore avrebbe causato una decompressione esplosiva (per la differenza di pressione tra l’esterno e l’interno del jet) che avrebbe distrutto il bireattore. (AGI)

Fonte:www.agi.it/


1 Febbraio 2016

Genova – Il Triangolo delle Bermuda perderà certamente il suo misterioso e sinistro fascino.

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Ma non potrà mai più accadere un caso come quello dell’aereo della Malaysian Airlines da Kuala Lumpur a Pechino, che l’8 marzo 2014 scomparve dai radar nel cielo vietnamita: da allora non si è più saputo nulla né del velivolo né dei suoi 227 passeggeri e 12 membri dell’equipaggio. Un mistero: tutti inghiottiti dal nulla. Ecco, con un pizzico di fortuna quello dovrebbe essere l’ultimo caso del genere. Perché dal 2018 dovrebbe entrare in servizio il primo sistema globale di sorveglianza satellitare per il controllo del traffico aereo.
Lo realizzerà Aireon, il cui capitale dal 2013 è detenuto al 12,5% dall’italiana Enav, e poi il service provider canadese Nav Canada, che detiene il 51% delle quote, e con i service provider irlandese Iaa e danese Naviair con il 6% ciascuno mentre il 24,5% resta alla statunitense Iridium. Con questo sistema si potrà avere la sorveglianza attiva e si conoscerà identità, posizione e quota di un qualsiasi velivolo in tutto il globo, incluse aree oceaniche, desertiche e polari, attualmente prive di sorveglianza.
Sì, perché attualmente l’area in cui è possibile garantire la copertura radar dei voli aerei civili corrisponde ad appena il 10% del pianeta (sostanzialmente le terre emerse dei Paesi più evoluti: l’Africa, ad esempio, è in larga parte scoperta), mentre nel restante 90% non c’è al momento alcuna copertura radar per i 20.000 aerei che volano ogni secondo in tutto il mondo. Durante i tragitti sulle aree non coperte, il velivolo viene seguito dal controllo del traffico aereo grazie al piano di volo, nel quale viene riportata la rotta che l’aereo seguirà, e grazie soprattutto alle comunicazioni radio che il pilota invia a terra comunicando la posizione, la velocità e la propria prua.
Dove c’è copertura radar, a permettere i contatti è il trasponder, lo strumento su cui viene selezionato il codice numerico che identifica l’aereo. Esistono radar primari e secondari: i primi emettono segnali a 360 gradi rilevando la traccia lasciata nel momento in cui il segnale incontra un aereo; i secondi sono antenne che interrogano i sistemi di bordo e incrociano i dati con quelli rilevati dal radar primario per dare un’ informazione completa. Il trasponder di bordo dialoga con il radar secondario che “vede” l’aereo quando il trasponder è acceso e funzionante. Ma se c’è una copertura di radar primario, anche col trasponder spento, la traccia dell’ aereo viene visualizzata ugualmente.
Per cui, allo stato attuale “perdere” un aereo non è un’ipotesi solo di scuola, specialmente se sorvola gli oceani. Con il sistema elaborato da Enav invece ogni singolo aereo sarà tenuto sotto sorveglianza attraverso i satelliti.

Fonte:www.ilsecoloxix.it/


25 Gennaio 2016

C’è chi ha temuto di morire, fra le grida e i pianti a bordo. I passeggeri del volo della American Airlines, costretto ad un atterraggio di emergenza in Canada dopo il decollo da Miami per Milano a causa di forte turbolenze, hanno raccontato ai media i momenti di paura vissuti a bordo dell’aereo poco prima dell’atterraggio di emergenza.

An American Airlines plane that was headed to Milan from Miami sits at the airport in St. John's, Newfoundland, after making an emergency landing Sunday, Jan. 24, 2016. The plane had briefly encountered severed turbulence. American Airlines spokesman Ross Feinstein said three flight attendants and four passengers were transported to hospital for further evaluation. He said he didn't think any of the injuries were life threatening. (Paul Daly/The Canadian Press via AP)
Sette persone, tra cui tre membri dell’equipaggio, sono stati ricoverati in ospedale, ma non corrono pericolo di vita. «Pensavo che saremmo precipitati», ha detto ancora turbato Jordan Case di Plano, nel Texas, riferisce Cbc Canada. Quattro ore dopo il decollo, ha raccontato, l’aereo si è sbilanciato da una parte. Alcuni passeggeri hanno iniziato a urlare mentre gli assistenti di volo cercavano di aiutare quelli che erano rimasti feriti. «Sembrava un film», ha aggiunto Case. Il pilota del volo 206 della American Airlines, Bertrand Lecocq, è stato costretto a dirigere l’aereo sul New Foundland, atterrando poi nella capitale, St. John’s.

Secondo il capitano, la forte turbolenza è stata causata dagli strascichi della tempesta di neve che ha colpito la costa orientale degli Stati Uniti. «Non è stato piacevole», ha detto Lecocq. «È stato terribile», ha raccontato Kristoo Prakash, residente sul Lago di Como. «Viaggio spesso, ma non ho mai assistito a nulla del genere. Ad un certo punto ho anche pregato». I passeggeri sono stati ospitati negli alberghi locali in attesa di ripartire questa mattina. «Ci stiamo occupando dei passeggeri e dell’equipaggio e stiamo lavorando per farli arrivare a destinazione sani e salvi», ha confermato il portavoce della compagnia aerea, Kent Powell.

Fonte:www.ilmessaggero.it/


20 Gennaio 2016

Un Alenia-Embraer AMX Ghibli del 51°Stormo di Istrana (TV) callsign “GUIZZO2” in volo tra il basso Veneto, Lombardia ed Emilia, spingendosi a sud oltre Langhirano(PR) , sorvolando il Passo del Cerreto giù giù oltre La Spezia in mare aperto..

guizzooo

Guizzo

P.G.


18 Gennaio 2016

Stupenda giornata quella di ieri, Domenica 17 Gennaio, anche a livello meteo, nella quale ci siamo goduti un fantastico volo a Venezia a bordo dell’ I-TECO, il Piper 32-300 dell’amico Sante.

Con noi Elvio, Giancarlo ed il mattacchione del gruppo Gino.

Decollati attorno alle 11,00 abbiamo fatto rotta verso Nord, costeggiando Carpi, poi il controllo aereo di Padova ci ha autorizzato direttamente su Chioggia VOR, poi in contatto con Venezia avvicinamento abbiamo sorvolato il Porto di Malamocco fino all’Aeroporto G.Nicelli del Lido di Venezia.

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Il volo è stato liscio come l’olio e la visibilità realmente “spaziale”…
Dal mare si vedevano i Colli Euganei incorniciati dalle Alpi a nord e tutta la Catena Appenninica a sud.

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All’ingresso della Laguna un velivolo con un familiare ”nasino blu” ci è passato sotto, anch’egli diretto all’Aeroporto del Lido, era il Piper 28-161 D-EENZ dell’amico Gaudenzio, il quale in compagnia di Donatella, la sua signora, ha passato la giornata come noi in quel di Venezia.

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Usciti dall’Aeroporto ci attendevano due taxi i quali ci hanno portato alla Trattoria “Andri”, meta obbligata per gli amanti del buon pesce.

Ed infatti, pochi minuti dopo esserci accomodati, il cameriere ha posato sul tavolo un “vassoione” con un trionfo di crostacei in tutte le salse.

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Finito l’antipasto abbiamo mangiato un delicatissimo Risotto allo Champagne con Gamberetti, accompagnato da un Prosecco veramente molto gradevole, Cappesante, sia ripiene che con un Tortello ripieno del suo mollusco..

Il pasto è terminato con due assaggi dessert. Un Mascarpone con Savoiardi e Fragole ed una Torta di Panna, Marzapane e Amarene.

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Usciti dal ristorante due taxi ci hanno riportato al Nicelli dal quale siamo decollati per rientrare a Modena.

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Una giornata meravigliosa un cielo senza una nuvola ed una mangiata di pesce in compagnia nella meravigliosa Venezia….. Cosa si può desiderare di più……

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P.G.


10 Gennaio 2016

Già, l’intenzione era quella di una breve ma simpatica trasferta in terra estense ma purtroppo a nemmeno metà strada ci siamo visti costretti ad invertire la rotta perché “i ciuffetti di nebbia si sono tramutati in un vero e proprio muro.”

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La possibilità di continuare c’era, certo ma la garanzia di tornare indietro non l’avevamo.

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Siamo comunque caduti in piedi, perché al rientraci siamo fermati in aeroporto all’Ostaria Gente dell’Aria, ed abbiamo fatto una scorpacciata di Risotto alla Parmigiana, Tortelloni Burro e Salvia, Tagliatelle al Ragù e Zuppa Inglese.

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Beh chi ben comincia, o quasi…

P.G.


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