Tensione India-Italia, negata immunita’ ad ambasciatore Mancini

(AGI) – Roma, 18 mar. – Si acuisce ulteriormente la tensione tra Italia e India. La Corte Suprema di New Delhi ha riaffermato che l’ambasciatore italiano Daniele Mancini non ha diritto all’immunita’ diplomatica e ha prorogato fino al 2 aprile il divieto di lasciare il Paese che gli aveva imposto giovedi’ scorso. Per il 2 aprile e’ stata fissata la prossima udienza sul caso dei maro’ Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, accusati per l’uccisione di due pescatori indiani al largo del Kerala.
 

Mancini, che non era presente in aula a rimarcare che gode dell’immunita’ diplomatica, aveva ricoperto un ruolo determinante nella nuova licenza, la seconda dopo quella natalizia, concessa ai due militari per rientrare in patria e poter cosi’ votare alle elezioni: un permesso speciale dietro cauzione che scadra’ venerdi’ prossimo. Il diplomatico si era impegnato con un affidavit a garantire il rientro dei maro’.
  “Una persona che si presenta in aula e formula una promessa del genere” poi non mantenuta, ha dichiarato il presidente della Corte, Altamas Kabir, “non gode di alcuna immunita'”.

“Ho perso ogni fiducia nel signor Mancini”, ha aggiunto. Uno degli avvocati indiani dell’ambasciatore ha ribattuto ricordando come il diritto internazionale riconosca l’immunita’ dalla giurisdizione ai rappresentanti ufficiali degli Stati stranieri, ai quali accorda altresi’ piena liberta’ di movimento. “Noi”, ha pero’ puntualizzato ancora Kabir, “abbiamo perso ogni fiducia nell’ambasciatore. Non pensavamo che si comportasse cosi'”.
  A questo punto il diplomatico italiano rischia di essere incriminato per vilipendio della magistratura, e di finire sotto processo, se non addirittura di essere arrestato.

Se il portavoce del ministero degli Esteri indiano, Syed Akbaruddin, ha ammesso l’esistenza di un “conflitto di giurisdizioni” che “va esaminato”. “Siamo consapevoli della Convenzione di Vienna e dei nostri obblighi” in materia di immunita’, ha aggiunto, ma ha puntualizzato che, “in qualita’ di funzionari del governo federale dell’India”, ci si deve “attenere alle direttive della Corte Suprema”.
  A favore di Mancini e dell’Italia e’ intervenuta frattanto l’Unione Europea: la Convenzione di Vienna “va rispettata da tutte le parti in causa”, ha sottolineato Michael Mann, portavoce di lady Catherine Ashton, alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune dei Ventisette.

Fonte:www.agi.it

PIERGIORGIO GOLDONI

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