UNO SPORTCRUISER E IL TURISMO “MULTIMODALE”

12 Maggio 2015da admin

Con un aereo adatto e un bel po’ di inventiva si può realizzare il sogno del vero “avioturismo”, ossia potersi spostare e fare le vacanze in aereo in modo del tutto autonomo. Il vero turismo “multimodale“, e fatto in casa!

di Claudio Fogliato – 26 settembre 2014 | Pilotare

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Volare è un piacere che può avere diversi “sfoghi”: a qualcuno piace girare sulle montagne o fare acrobazia, altri si godono giretti domenicali, per molti è viaggiare. Per altri ancora è vero avioturismo, con l’aereo che diventa un mezzo e non solo più un fine; un’unione di intenti, per così dire, decisamente interessante.
Chi ha provato a fare vacanze “da saccopelista” in aereo, però, sa bene come sia difficile realizzare il sogno dell’indipendenza totale,  del turismo libero da vincoli. Perché in aereo, si sa, è necessaria una pianificazione non solo aeronautica ma anche logistica (Si mangia? C’è benzina? Posso parcheggiare? Quanto dista dall’albergo? Mi daranno un passaggio?): tutto si complica un po’. Inoltre l’aereo “da turismo”, a dispetto del nome, non è sempre comodo per viaggiare. O meglio, non tutti.

leo leoCi ha incuriosito la storia di Leonardo Locati (foto), nostra vecchia conoscenza di forum, che da qualche anno vola uno CSA SportCruiser, e che ne ha fatto una specie di “camper” volante, realizzando pienamente l’obiettivo da “aviocampeggiatore”.
Premessa: il fatto che sia coinvolto l’aereo di fabbricazione ceca non è un caso. La famiglia “Cruz” (codice ICAO per lo SportCruiser e il PS28 Cruiser – sua versione certificata LSA/CS-LSA) ha puntato molto sull’abitabilità e sulla capacità di carico (oltre che sulle doti di volo che ne fanno un eccellente addestratore e cruiser). Lo SportCruiser è quindi un aereo con grandi bagagliai (posteriori e alari), piacevole e facile da pilotare,  con i soliti 100 kts che portano dappertutto (e atterra dappertutto).

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Foto: CzechSportAircraft

Ci siamo quindi fatti raccontare da Leonardo come sia iniziato tutto, sperando che ne vengano fuori idee utili per altri piloti con la vocazione del “backpack flyer” (attenzione, sempre, a pesi e centraggio!).

Dove ci vado? E come?

Se “aviocampeggiatore” si nasce (non a tutti piacciono tende e fornelli), l’incipit è comunque uguale per tutti i piloti.
“Ho iniziato a volare circa sei anni fa e dopo l’attestato mi sono associato ad altri tre piloti per l’acquisto di un ultraleggero. Non è stata una scelta difficile perchè ci siamo pressoché all’unanimità innamorati dello SportCruiser, principalmente per la sua bellezza – che sia chiaro, è una caratteristica chiaramente soggettiva– che per la sua comodità, e questo invece è un fatto. Attesa durata circa un anno (ora, per fortuna, CzechSportAircraft produce in serie, quindi con tempi di consegna molto ridotti – NdR), poi finalmente l’agognato oggetto del desiderio è giunto in hangar.

“Come tutti, ho seguito il classico iter: giri campo all’infinito, poi i primi allontanamenti dalla vista di questo, poi le prime visite ai campi vicini, poi finalmente i primi viaggetti di piacere con la fidanzata che, dopo le prime due volte di comprensibile ansia e agitazione, si addormenta sistematicamente durante il viaggio. Le mete preferite sono sempre state le spiagge a portata di gita giornaliera, quindi Ali di Classe, Senigallia, Cecina. Strutture che non finirò mai di ringraziare per l’ospitalità e l’opportunità che ci danno di andare al mare anche nelle giornate da “bollino nero”.

Però, purtroppo, l’aereo è solito portarci in bellissimi posti. Ma spesso deserti e lontando da qualsiasi altra cosa, compresa la nostra meta. Leonardo infatti ci spiega: “Questi campi e aviosuperfici danno anche a noleggio delle biciclette, ma è capitato più di una volta, complice il giorno infrasettimanale del viaggio, di non trovare personale sul campo. E allora quei due chilometri di strada che ci separavano dalla spiaggia si tramutavano in camminate di 40 minuti, in corse in taxi di 20 €, in interminabili minuti di autostop senza alcun successo, tutto da ripetersi al ritorno: davvero troppo in ogni caso! Fu così che cominciai a notarel’enorme bagagliaio dello SportCruiser, fino a quel momento ignorato!”.

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Lo SportCruiser e le bici

Per Leonardo l’intuizione segue una fase di “studio di fattibilità” verso la prima vera avventura “multimodale”, cioè la forma di spostamento che prevede più mezzi di trasporto diversi, nel nostro caso aereo e bicicletta. Si inizia con la soluzione più semplice: una vecchia Graziella sgangherata per semplificare gli spostamenti dai campi volo. La bici ci sta comodamente nel bagagliaio, è vero, ma il problema è spaccarsi la schiena per caricarla scaricarla, visto il peso non indifferente del vecchio ferro. Leonardo ha un’idea: “Ho reso estraibile il perno centrale estirpando completamente (in barba alle più elementari regole di sicurezza) il freno posteriore, in modo tale da rendere separabili le due parti e caricarle una per volta: la schiena ha ringraziato!”

Manca il resto, ossia il muoversi con quel coso una volta atterrati: i pochi effetti personali sono raccolti in due zaini, uno in spalla alla fidanzata, a sua volta in piedi sul portapacchi (come si faceva sempre ai tempi gloriosi delle Graziella – NdR) e uno agganciato anteriormente al manubrio. Tutto è andato bene per un’intera stagione, finché la meta non è stata Massarosa: un bel campo che però, per raggiungere il mare, gli fa fare dieci chilometri di strada statale, con cavalcavia e tutto il resto. Pericoloso, scomodissimo, con sella bassa e senza rapporti un vero massacro. Non ci siamo.

“Fu così che scattò il secondo step evolutivo: acquistai, per 299 € nella nota catena di distribuzione di articoli sportivi francese, una pieghevole di alluminio dotata di cambio a 7 rapporti e sella adatta alla mia altezza. Costruii da solo un bel portapacchi massiccio posteriore e uno anteriore che in abbinamento a due coppie di borse da cicloturismo aumentava il volume disponibile per gli effetti personali. Sono giunto così a caricare come un autentico mulo quella povera bicicletta, finché non mi venne in mente un’altra folle idea: costruire un carrello rimorchio dove scaricare gran parte dei bagagli, a me restava solo da portare il peso più pesante di tutti, in tutti i sensi (la fidanzata!) :D.

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“Costruii una prima versione in legno di misure 50 x 100 cm, dotata di ruote da bicicletta da 16″ smontabili. Esistono in commercio carrelli così ma, a parte costare circa 500 € quando io me la sono cavata con circa 60€ di materiale, non avrei potuto dire questo l’ho fatto io!. E soprattutto mancava una caratteristica peculiare che il carrello commerciale non ha: giunti a destinazione il mio carrello si trasforma in tavolino da campeggio dove gustarmi cenette romantiche con la mia compagna! 

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“Un altro anno è passato viaggiando così ma, poiché si cerca sempre di migliorare, ho compiuto un ulteriore step: l’acquisto di una coppia di Brompton. Queste meriterebbero un capitolo a parte: per chi non le conoscesse, sono il top della bicicletta pieghevole che il mercato può dare. Come in tutti gli ambiti non esiste una cosa migliore in assoluto, esiste il miglior compromesso per quello che serve a ciascuno. Ebbene ci sono biciclette pieghevoli più sportive e veloci della Brompton, come ci sono bici più piccole della Brompton (di questo non sono sicuro, forse solo una) ma nessuna è al contempo così piccola e così veloce di una Brompton! Il meccanismo di chiusura in tre pezzi e le ruote da 16″ la rendono estremamente piccola e comoda da piegare ma i rapporti lunghi e le ruote slick insieme alla telaistica ben riuscita la fanno una delle più veloci, più della mia Bianchi ibrida con le ruote da 28″!

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E così Leonardo trova il compromesso ancor più che ideale: sullo SportCruiser stanno due pieghevoli tradizionali, ma finiscono con l’occupare gran parte del bagagliaio; le Brompton, invece, stanno addirittura affiancate, lasciando libero gran parte dello spazio. Da chiuse, fatti,  occupano 56 x 58 x 27 cm e sono configurabili in vari aspetti. Inoltre hanno la possibilità di appendere delle borse anteriori direttamente sul telaio, lasciando libero il manubrio. Leonardo ha scelto la configurazione con borse da 20 e da 25 litri.

Anche il carrello ha subito un restyling: è stato fatto con un telaio di profilato quadrato di alluminio e ripiano di compensato di 4mm doppio, perchè anche questo si trasforma in tavolino ma il ripiano si apre a libro diventando un tavolo di 80×80. Le ruote sono piene da 7″ con portata di 100 kg e non c’è più la necessità di smontarle per riporlo nell’aereo. Il borsone è stato trovato su Amazon ed è quello piu capiente in assoluto che Leonardo sia riuscito a trovare online (Eastpack 150 litri), visto che grazie al carrello il problema trasporto non ha quasi più limiti. Completano l’equipaggiamento due sedie pieghevoli e un ombrellone da spiaggia.

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pippo6Bene. Ora?

Ok, ora che Leonardo e la sua fidanzata hanno ottimizzato tutto a livelli inediti, manca un punto fondamentale senza il quale tutto perderebbe senso. Dormire. Decentemente.

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“Trasporti e spostamenti sono ormai ottimizzati al massimo, veniamo al pernottamento: dopo i primi anni passati per forza di cose in albergo, avevo la necessità di soddisfare la voglia di fare campeggio con ammessi e connessi, perché sì, andare in albergo è troppo facile e mi annoia! Dopo aver escogitato ogni modo per convincere la fidanzata a dormire sotto le stelle (ho dovuto vincere una scommessa e assicurarle che no, non sarebbe stata divorata dagli animali selvatici) abbiamo fatto i primi periodi con una vecchia tenda da montare, ma che era un must dati i problemi di trasporto iniziali. Poi, grazie al carrello, ho potuto evolvermi verso una lussuosissima tenda ad apertura istantanea ultimo modello, da tre posti con una miriade di prese d’aria, tessuto rifrangente gli infrarossi e dulcis in fundo impianto elettrico integrato con tre punti luce a LED. Per contro il problema è la dimensione, in quanto consiste in un disco di 92cm di diametro: in aereo ci sta comunque, ma se non fosse per il carrello a rimorchio sarebbe proibitiva. Ma una volta aperta essendo da tre posti veri ospita all’interno borse, borsone e le due biciclette.

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Il materasso è un matrimoniale gonfiabile alto quasi una spanna con lenzuolo e piumone incorporato che vi assicuro essere più comodo di quello di casa mia. Per gonfiarlo adopero una pompetta elettrica a batterie ricaricabili, sempre per essere indipendente da sorgenti esterne. Come cuscini usiamo nientepopodimeno che una coppia di grandi e comodi cuscini classici! Ebbene sì, lo Sportcruiser permette anche questo!

Infine, visto che entrambi ci stanchiamo di mangiare sempre fuori, abbiamo un set di pentole da campeggio, la moca, un fornellino Campingaz e tutta la serie di barattolini con sale, olio, aceto, zucchero, caffè e Baileys: farsi gli spaghetti aglio olio e peperoncino in spiaggia e concludere col caffè corretto non ha prezzo!
Mancherebbe il barbecue per un campeggio che si rispetti ma quello in mio possesso, benché portatile, è ancora troppo pesante!”

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W&B

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Ok, finora ci siamo fatti trasportare (in tutti i sensi) dall’entusiasmo, ma forse è bene ricordare che non solo dobbiamo portare tutto su un aereo, per di più “leggero”, e quindi con intrinsechi problemi di peso e questioni di centraggio da valutare. Nulla può essere lasciato al caso. Lo SportCruiser, anche nella versione non certificata, viene ovviamente fornito con la pesata e i dati relativi al baricentro e al suo calcolo. L’aereo va quindi verificato in questo aspetto prima del decollo, ma le cose sono rese più semplici dal fatto di avere due dei tre bagagliai vicini al CG. Leonardo si è anche studiato un semplice foglio di calcolo che gli permette di fare le sue valutazioni molto rapidamente prima di ogni “caricata”. Naturalmente si è anche preoccupato di pesare tutti i vari orpelli che si porta dietro, in modo da rendere l’operazione ulteriormente pratica e sicura.

“Nell’operazione di carico cerco sempre di riporre gli oggetti più pesanti negli scompartimenti alari, essendo questi pressoché in linea col baricentro. Questa è una ovvietà ma meglio chiarire. Per coloro che hanno avuto l’idea di mettere le biciclette dentro le ali dico già che no, purtroppo non ci stanno, e anche se piccole si parla sempre di un aereo leggero e gli scompartimenti misurano 46 x 36 x 20. Carrello, ombrellone, sedie e borsone stanno dietro la schiena, mentre nello scompartimento posteriore, quello più lontano dal baricentro, mettiamo solo gli oggetti grossi ma leggeri come i cuscini, le borse delle biciclette, ecc.

Il peso invece è più critico e più facile da sforare. Per rimanere entro il MTOW, se ho la necessità di fare viaggi di più di quattro ore senza rifornirmi, devo lasciare a casa qualcosa. Anche se so che qualcuno ha caricato di più, preferisco evitare… Con elica PVV non ho mai problemi a decollare da nessuna parte.”

Ringraziamo Leonardo per gli interessanti spunti e le divertenti soluzioni, tutte derivanti dall’esperienza sul campo. “Anche se non ho niente da insegnare a nessuno, spero di aver dato qualche idea utile ad altri piloti con spirito avventuroso… E se qualcuno avesse qualche altro suggerimento, sono qui!”.

 

Fonte: www.vfrmagazine.net/

 

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