Varata la portaerei USS Ford, il colosso US Navy high tech

12 Novembre 2013da PIERGIORGIO GOLDONI

Il gigante con le catapulte elettromagnetiche e senza urinali. La nave sarà “gender neutral”

Roma, 9 nov. (TMNews) – Varata la portaerei USS Gerald Ford, il colosso della US Navy sempre più high tech. Nelle ultime settimane, infatti, la marina degli Stati Uniti ha messo in linea, oltre alla Ford, altre due unità supertecnologiche: il cacciatorpediniere USS Zumwalt ed il sottomarino d’attacco USS North Dakota.

Adesso la Navy ha varato questa enorme portaerei di nuova generazione, la USS Gerald Ford, proseguendo così il rinnovamento tecnologico della loro potente flotta aeronavale. Oltre alla sua concezione del tutto nuova, a un design innovativo e sofisticati sistemi di rete, la Uss Gerald Ford sarà la prima portaerei ad avere un sistema di decollo dei jets con le catapulte spinte da forza elettromagnetica.

I numeri parlano da soli e sono impressionanti. La Ford è costata 14 miliardi di dollari, ha un peso di oltre 100.000 tonnellate è alta quanto un palazzo di 25 piani, è lunga 337 metri e larga 76. In piena operatività a la Ford potra consentire 220 decolli o atterraggi al giorno. Tanto per avere un’idea, l’aeroporto intercontinentale di Fiumicino movimenta circa 900 aerei al giorno.

Altra particolarità, la Ford sarà il primo mezzo della marina statunitense a non avere a bordo urinali. Le toilette saranno tutte “gender neutral” e riservate a maschi o femmine indipendentemente dall’unità di loro appartenza.

Sebbene il Pentagono abbia dovuto far fronte a pesanti tagli al budget destinato alla Difesa, l’attività di rinnovamento della flotta della Marina militare statunitense procede dunque senza sosta allo scopo di assicurare e confermare la supremazia high tech della USS Navy. A ottobre infatti gli Usa avevano annunciato la realizzazione del più potente cacciatorpedieniere mai costruito dalla Marina militare degli Stati Uniti, la USS “Zumwalt”.

Come spiegavano i mezzi di informazione statunitensi, la nave è innovativa, come l’ammiraglio da cui prende il nome: Elmo Zumwalt fu il primo a combattere la discrimianzione razziale nella Marina e a consentire alle donne di servire a bordo delle unità da guerra.

Il cacciatorpediniere – una trentina di metri più lungo delle unità di classe analoga attualmente in servizio – possiede uno scafo che lo rende quasi invisibile alla tracciatura radar ( viene tracciato più o meno come un piccolo pescherezzio), dei sistemi avanzati di sonar e di guida missilistica e un cannone in grado di lanciare testate a razzo con una gittata di 160 chilometri.

L’elevata automazione fa sì che l’equipaggio sia di 158 effettivi, circa la metà rispetto a un normale cacciatorpediniere; è dotato di un sistema di propulsione elettrica in grado di generare 78 MWatt (sufficienti ad alimentare 78mila abitazioni); inizialmente era prevista la costruzione di venti esemplari ma il costo (oltre 3,5 miliardi di dollari ad unità, il triplo rispetto ad un incrociatore di ultima generazione) ha convinto la Marina – che aveva valutato persino la cancellazione del progetto – a limitare la produzione a tre sole navi.

Quindi, la Marina statunitense ha varato anche l’altro nuovo gioiello di famiglia, il sottomarino a propulsione nucleare USS North Dakota, durante una cerimonia a Groton, in Connecticut. L’Uss North Dakota è il più recente sottomarino classe Virginia e il primo dei sommergibili Block III, di cui rappresenta l’aggiornamento più recente: ha la capacità di lanciare missili da crociera, avere il comando di operazioni speciali e condurre attività critiche di sorveglianza su vasta area. Non è previsto che imbarchi missili nucleari poichè è pensato come unità da caccia, essendo più veloce e con una portata di fuoco maggiore dei concorrenti russi, i sottomarini classe Akula.

Tutte caratteristiche, queste, che hanno fatto dello Uss North Dakota il sottomarino più avanzato al mondo e che hanno convinto la Uss Navy a proseguire la sua produzione di sottomarini classe Virginia al ritmo di due all’anno, in aggiunta agli 11 che attualmente compongono la flotta, sebbene non possano trasportare missili nucleari come i ‘cugini’ della classe Ohio.

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