2014 Gennaio

Tutte le news dall’Aeroclub di Modena

18 Gennaio 2014

Un accordo firmato tra Boeing e FAA

Per abbassare l’impatto inquinante del settore aereo Boeing e FAA stanno valutando l’impiego del diesel verde, alternativa green al gasolio tradizionale.

Green diesel(Rinnovabili.it) – Grazie ad un accordo la Boeing sta lavorando al fianco della statunitense FAA (Federal Aviation Administration) per fare in modo che sempre più aerei possano viaggiare tra i contenti utilizzando biocarburanti. Nello specifico l’intesa si sta concentrando su un diesel ecologico, il green diesel, in grado di garantire alte prestazioni con un bassissimo rilascio di emissioni inquinanti, riducendo così l’impatto del settore aviazione.Boeing ha dichiarato di aver identificato il diesel verde, combustibile rinnovabile impiegato nei camion delegati al trasporto merci, una importante alternativa sostenibile ai tradizionali carburanti impiegati nel settore aviazione garantendo emissioni di anidride carbonica inferiori del 50% durante il ciclo di vita del velivolo e in grado di soddisfare almeno l’uno per cento della domanda mondiale di carburante per aerei.

I ricercatori della Boeing hanno fatto una serie di analisi rivelando che il “diesel verde” prodotto da oli e grassi, è chimicamente simile al tradizionale biocarburante aereo. “Se approvato questo carburante potrebbe essere miscelato direttamente con il carburante tradizionale” ha detto la società. “L’approvazione del diesel verde sarebbe una svolta per ottenere un carburante per l’aviazione sostenibile e competitivo”, ha detto James Kinder, direttore tecnico della divisione Divisione Propulsion Systems di Boeing Commercial Airplanes. Negli Stati Uniti, in Europa e a Singapore esiste già una significativa capacità di produzione di carburante diesel verde che potrebbe fornire fino al 1% del biocarburante necessario al settore, ovvero circa 2.300 milioni di litri di carburante richiesti a livello mondiale dagli aerei commerciali.

Fonte:www.rinnovabili.it


18 Gennaio 2014

(AGI) – Sassari, 17 gen. – New Livingston si adegua all’intimazione della Regione Sardegna e annuncia di aver attivato da oggi il web check-in sui voli della continuita’ territoriale in partenza dagli aeroporti di Alghero e Roma Fiumicino. Da 7 giorni fino a 12 ore prima della partenza, i passeggeri potranno effettuare il check-in on line sul portale www.livingstonair.it. Il nuovo servizio e’ operativo per chi ha acquistato biglietti per le tratte Alghero-Roma e Roma-Alghero dopo l’11 gennaio. Si potra’ scegliere il posto a bordo, stampare la carta d’imbarco o riceverla direttamente sulla propria casella di posta elettronica. Per imbarcare bagaglio in stiva sara’ necessario presentarsi al banco check-in dell’aeroporto di partenza almeno con 40 minuti di anticipo rispetto all’orario del volo. Dal 21 gennaio, inoltre, la franchigia del bagaglio a mano sara’ incrementata da cinque a otto chili. (AGI) .

Fonte:www.agi.it


14 Gennaio 2014

IL CONSIGLIERE PROVINCIALE PRESENTA UN’INTERROGAZIONE AL PRESIDENTE MASSIMO TRESPIDI

Piacenza – “Da più fonti informali, alcune delle quali molto autorevoli, sembra che nei prossimi mesi ci sia la possibilità che un’azienda di demolizioni aeromobili con sede in Svizzera possa ottenere i permessi necessari per avviare la propria attività all’interno dell’Aeroporto Militare di San Damiano”. Lo dichiara il consigliere provinciale del Gruppo Misto Enzo Varani. Quest’ultimo solleva anche alcune questioni e dubbi che ha riassunto in un’interrogazione consiliare che presenterà a Palazzo Garibaldi: “Quale impatto ambientale si avrebbe per il territorio circostante San Damiano?” si chiede Varani.

IL COMUNICATO DI ENZO VARANI

“Le  attività che si svolgono all’interno della base sfuggono al controllo degli enti locali per ovvie questioni di segretezza ma purtroppo spesso anche per questioni di competenza. Però – prosegue il consigliere provinciale ­- le attività di demolizione aeromobili influirebbero fortemente sulla salubrità dell’ambiente circostante e la salute dei cittadini e, l’aeroporto e la base, si trovano nelle immediate vicinanze di vari centri abitati nel territorio provinciale del comune di San Giorgio Piacentino, quali ad esempio, San Damiano Centovera e Godi, ma anche Viustino e Case Nuove”.

“Sono favorevole all’arrivo di nuove imprese sul territorio, allorquando l’impatto ambientale sia accettabile e monitorato e  queste contribuiscono all’occupazione di personale locale, dobbiamo però considerare che tra i componenti costruttivi degli aeromobili, ce ne sono anche di molto nocivi quali idrocarburi vari, amianto, e uranio impoverito usato come zavorra”.

“Per questo – conclude Varani – ho chiesto alla Provincia, tramite un’interrogazione, quale impatto ambientale si avrebbe per il territorio sangiorgino  e provinciale nel caso in cui venisse avviata tale attività, se in provincia o nelle vicinanze ci sono depositi autorizzati in grado di stoccare e rilavorare i materiali che risulterebbero dalle demolizioni. Se si quali sono.

Se l’ente è stato informato di questa possibilità, sia formalmente che informalmente.

Se è possibile per l’ente intervenire perché nel caso venga avviata un’attività di questo genere sia fatto nel rispetto di tutte le norme ambientali, a tutela della salute dei cittadini piacentini.

Se nel caso sia intrapresa l’attività in oggetto, se è prevista l’assunzione di personale locale.

Quale impatto avrebbe tale attività sulla viabilità provinciale.

Se il presidente la giunta, ha intenzione di chiedere formalmente alle autorità militari informazioni a riguardo e garanzie per i cittadini sia riguardo l’impatto ambientale che riguardo la possibilità di occupare persone del luogo”.

Fonte:www.piacenza24.eu


14 Gennaio 2014

 

L’aeroporto ‘Canova’ di Treviso è stato abilitato martedì al decollo degli aerei in caso di nebbia con visibilità a 150 metri. A giorni, invece, è atteso il via libera anche per gli atterraggi con le medesime condizioni. Lo ha reso noto Enrico Marchi, presidente di Save, società che gestisce lo scalo veneziano ‘Marco Polo’ e quello di Treviso.

“Questa mattina – ha detto Marchi – abbiamo ricevuto il ‘notam’, l’equivalente del bollettino ai naviganti, che autorizza i decolli con scarsa visibilità; abbiamo fatto un passo avanti finalmente con Enav ed Aeronautica militare, che hanno risolto la questione. Entro 15, 20 giorni ci auguriamo di poter effettuare anche gli atterraggi a bassa visibilità”.

Fonte:www.trevisotoday.it


12 Gennaio 2014

70 anni fa’ il tragico bombardamento di Pontedera

Raccontaci i tuoi ricordi dei giorni del bombardamento della città

L’iniziativa per il settantesimo anniversario degli eventi: si cercano foto e testimonianze. Serviranno a realizzare un dvd e altro materiale.

È l’anno del settantesimo anniversario del bombardamento di Pontedera.Le bombe, sulla città, caddero il giorno dell’Epifania, e ci furono attacchi ripetuti anche il 18, il 21 e 22 gennaio del 1944.L’evento ha fatto scattare un’iniziativa alla “Tagete Edizioni” di Pontedera, che il nostro giornale seguirà con attenzione, e che culminerà nella produzione di un dvd con i racconti, filmati dei portagonisti, che ripropongono le sensazioni, i ricordi e le emozioni di quelle giornate.

«Alcune persone le abbiamo già contattate – spiega Michele Quirici di Tagete che cura l’iniziativa insieme con Valentina Filidei– Abbiamo raccolto le prime interviste. Ma ne cerchiamo altre».Da qui l’appello: «Cerchiamo persone che abbiano immagini fotografiche di quei bombardamenti – spiega Quirici – ma anche che si facciano intervistare: a febbraio vorremmo produrre e presentare un dvd con tutte le registrazioni che abbiamo realizzato». «Quelle giornate furono davvero terribili – prosegue Michele Quirici – anche perché Pontedera era, all’epoca, uno snodo importante e strategico. E non solo per la presenza della Piaggio, all’interno della quale si realizzavano aerei. La Piaggio era una industria bellica a tutti gli effetti. C’era l’esigenza di distruggerla. Ma da Pontedera passava la ferrovia che collegava Pisa a Firenze. E da qui anche il percorso ferrato fino a Lucca».

La prima giornata di bombardamenti, quella del sei gennaio, per fortuna non fece troppi danni.«Né danni, né vittime – continua Quirici – Fu un bombardamento mirato: le bombe furono sganciate sullo stabilimento della Piaggio e alla stazione ferroviaria». Mentre non fu così per il successivo bombardamento, quello del 18.«Ci furono una decina di morti, vennero distrutte case e palazzi, divelte le strade – prosegue Quirici – la città, impaurita e terrorizzata si svuotò. Molti , quasi tutti i pontederesi sfollarono. Tanto che quando fu bombardata di nuovo, pochi giorni dopo, il 21 e il 22, la città era vuota, non c’era nessuno. Le bombe fecero soltanto altre macerie».

All’iniziativa della Tagete si affianca anche il Tirreno: le interviste raccolte e le foto che saranno inviate dai lettori, insieme ai loro racconti di quei giorni, verranno pubblicati sul sito web.

«Ho visto gli aerei che sganciavano gli ordigni»: i bombardamenti di Pontedera-Video

GUARDA VIDEO

http://video.gelocal.it/iltirreno/locale/ho-visto-gli-aerei-che-sganciavano-gli-ordigni-i-bombardamenti-di-pontedera/24427/24936

Le prime interviste raccolte dalla voce dei testimoni dei tragici giorni di gennaio del 1944, quando la città fu bombardata a più riprese. Il primo episodio il giorno della Befana, poi il 18, il 21 e il 22 di gennaio di settant’anni fa.

Fonte:http://iltirreno.gelocal.it


12 Gennaio 2014

Secondo il sito Airlinerating la migliore è la Qantas: nessun incidente mortale dagli inizi degli Anni Cinquanta.

«Qantas mai cascata». Già nel 1988, Dustin Hoffman, nel film «Rain man», non aveva dubbi sulla compagnia aerea con la quale avrebbe preferito volare. L’unica sicura. L’unica a non essersi mai schiantata. Anche se questo avrebbe voluto dire, per andare da Cincinnati a Los Angeles, fare scalo a Melbourne. Quasi 30 anni dopo, il sito «Airlinerating.com», specializzato in «dare i voti» agli aerei, è dello stesso parere. E nella sua speciale classifica delle compagnie aeree più sicure, dà proprio agli australiani la Palma d’oro. Sette stelle. Il massimo: nessun incidente mortale dagli inizi degli Anni Cinquanta. Ma nella top-ten ci sono anche altri nomi. In ordine alfabetico: Air New Zealand, All Nippon Airways, Cathay Pacific Airways, Emirates, Etihad Airways, Eva Air, Royal Jordanian, Singapore Airlines e Virgin Atlantic. Una valutazione che tiene conto di diversi parametri: i dati sugli incidenti ma anche della qualità dei voli.

ECCO LA TOP TEN IN ORDINE ALFABETICO

Air New Zeland

All Nippon Airlines
 
Cathai Pacific
 
 
Emirates
 
 
Etihad
 
 
Eva Air
 
 
Royal Jordanian
 
 
Singapore Airlines
 
 
Quantas
 
 
Virgin
 
 
IL 2013 L’ANNO PIU’ SICURO – Chi ha paura di volare di solito viene rassicurato così: è più probabile morire in un incidente stradale che in un disastro aereo. L’Aviation Safety Network dà i numeri. Il 2013 è stato l’anno più sicuro per spostarsi in aereo dal 1945: 29 incidenti, 269 morti. Ben sotto la media degli ultimi dieci anni, che conta 719 morti e 32 incidenti. Con una precisazione. Un incidente su 5 è avvenuto in Africa, che, a livello globale, comprende però solo il 3% delle partenze. In altre parole: è questo il continente meno sicuro per volare. Anche se l’anno scorso, il disastro più grave è avvenuto in Russia. Quando, il 18 novembre, un Boeing 737 della Tatarstan si è schiantato in fase di atterraggio nell’aeroporto di Kazan.

LE COMPAGNIE MENO SICURE – Sempre meglio non avventurarsi a bordo degli ultimi della lista. Sulla kazaka Scat, per esempio. Punteggio: una stella. Le fanno compagnia in fondo alla classifica l’afgana Kam Air e la surinamese Bluewing Airlines. Fanno tutte parte di una lunga lista di compagnie aeree che all’interno dell’Unione europea non possono volare.


10 Gennaio 2014

Mikoyan-Gurevich MiG-25 Foxbat

File:Russian Air Force MiG-25.jpgLo Mikoyan-Gurevich MiG-25 ( in cirillico Микояна и Гуревича МиГ-25, nome in codice NATO Foxbat “Volpe volante”, una  varietà di Pippistrello\Vampiro che vive in Australia e Nuova Zelanda la cui testa assomiglia a quella di una Volpe appunto…ndr) è un caccia intercettore bimreattore a getto ad ala a freccia progettato dall’OKB 155 diretto da Artëm Ivanovič Mikojan in collaborazione con Michail Iosifovič Gurevič e sviluppato in Unione Sovietica negli anni sessanta.

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https://www.youtube.com/watch?v=gNwYJlydj9A

The Mikoyan-Gurevich MiG-25 Foxbat

Il prototipo volò per la prima volta nel 1964 ed il caccia entrò in servizio nei reparti della Sovetskie Voenno-vozdušnye sily (VVS), l’aeronautica militare sovietica, nel 1970. Con una velocità massima di oltre Mach 2,83, un potente radar e quattro missili aria-aria, il MiG-25 portò allo sviluppo della sua controparte occidentale, il McDonnell Douglas F-15 Eagle, verso la fine dello stesso decennio. Le capacità effettive del MiG-25 vennero stimate meglio solo con la defezione in Giappone del tenente della VVS Viktor Belenko, nel 1976. Attualmente l’aereo rimane in servizio limitato in Russia

Storia

Sviluppo

File:Mikoyan MiG-25PD Foxbat-E 04 red (10044659614).jpgNei primi anni sessanta gli Stati Uniti d’America iniziarono ad avviare la produzione in serie di bombardieri supersonici quali il B-58 Hustler, lo XB-70 Valkyrie, ideato quest’ultimo per penetrare lo spazio aereo sovietico ad alta quota a Mach 3 e che però non entrò mai in servizio, o ricognitori supersonici quali lo SR-71 Blackbird. Questi nuovi apparecchi rappresentavano una minaccia per l’Unione Sovietica che sentì perciò il bisogno di sistemi di intercettazione adeguati.

 

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https://www.youtube.com/watch?v=LdPkNzKJE6I

Kevin’s MiG 25 Flight in Russia

 

L’ufficio tecnico di Mikojan e Gurevič aveva già una buona esperienza nella progettazione di aviogetti ad alte prestazioni grazie agli esemplari costruiti con il sistema di intercettazione Uragan, quali Ye-75 e Ye-150, che impiegavano sia radar che missili aria-aria guidati. In particolare lo Ye-152M, derivato dallo Ye-150, era capace di volare ad una velocità di 3 030 km/h a 15 400 m di quota. Sia la serie Ye-150 che il La-250 di Lavočkin, battezzato Anaconda dai piloti, vennero cancellati dalla politica di Chruščëv più favorevole a sistemi missilistici terrestri (quali l’S-75). Il Sukhoi T-37 subì un fato ancora peggiore, venendo rottamato senza neppure essersi mai staccato da terra.

Nella metà degli anni ’60 divenne pienamente operativo il Tupolev Tu-28 armato con missili R-4 (AA-5 Ash). Il suo punto di forza era unicamente la sua grande autonomia e la capacità da parte del missile R-4 di colpire bersagli al di sopra della quota di tangenza dell’aereo ospite. Anche il radar installato, lo RP-S ( RadioPricel-Smerč, radiocollimatore Tornado ) aveva buone potenzialità, ma le prestazioni dell’apparecchio, con una velocità di punta di Mach 1,65, non erano adeguate a fronteggiare la minaccia dei bombardieri supersonici.

Accanto allo sviluppo dello Ye-150 e 152 cominciarono, nel 1959, i lavori attorno ad un intercettore bimotore. Venne incaricato uno dei progettisti di Mikojan, Jakov Ilič Seleckij, e sembra che lo stesso Mikojan gli consigliò di ispirarisi al North American A-5 Vigilante.

Il progetto di massima prevedeva l’uso dei potenti turbogetti Tumanskij R-15-300 e suscitò l’interesse sia della Difesa antiaerea sovietica, come intercettore, che dell’Aeronautica come ricognitore. Venne anche proposta una versione da attacco armata con missili balistici, che però non suscitò interesse. Il nuovo aereo venne formalmente commissionato nel febbraio del 1961 all’ufficio tecnico di Mikojan nelle due versioni: l’OKB chiamò Ye-155P la versione da intercettazione (al solito perechvatčik, intercettore) e Ye-155R quella da ricognizione (razvedčik, ricognitore appunto).

File:Mikoyan-Gurevich MiG-25RB @ Central Air Force Museum 01.jpg

Vennero assemblati due prototipi della versione da ricognizione, chiamati Ye-155R/1 e Ye-155R/2, il primo dei quali decollò per la prima volta il 6 marzo del 1964 ai comandi del pilota collaudatore Aleksandr Fedotov. Analogamente vennero costruiti due prototipi dello Ye-155P, tutti assemblati nello stabilimento dell’OKB, il primo dei quali si staccò da terra il 9 settembre del 1964, ai comandi del pilota collaudatore Pëtr Ostapenko.

I quattro prototipi vennero seguiti da quattro esemplari di preserie (incluso un apparecchio per le prove a terra) da ricognizione costruiti nella fabbrica di Gorkij e nove da intercettazione, sempre assemblati nella fabbrica dell’ufficio tecnico.

Gli Ye-155R/1, Ye-155R/3 e Ye-155P/1 furono usati, oltre che per i collaudi, anche per battere e siglare vari primati mondiali tra il 1965 ed il 1977.

Entrambe le varianti entrarono in produzione come MiG-25R e MiG-25P nel 1969 nella fabbrica di Gorkij. Il MiG-25R entrò in servizio nello stesso anno con l’Aeronauitica sovietica, mentre la versione da intercettazione entrò in prima linea con la Difesa aerea solo nel 1972.

Il primo avvistamento del velivolo avvenne da parte di piloti israeliani di F-4 che videro 4 MiG-25 volare a velocità ritenute superiori a Mach 3 (Mach 3,2).

Nel 1976 il tenente Viktor Belenko disertò con il suo MiG-25P Foxbat A e questo fatto permise agli USA di studiare il velivolo prima di restituirlo, ponendo fine ad un mistero che preoccupava l’Occidente. Il MiG atterrò sull’aeroporto giapponese di Hakodate nell’isola di Hokkaidō. Il pilota si allontanò durante una missione di addestramento dalla base aerea di Sakharovka, a nordest di Vladivostok. Dopo un volo di 800 km, atterrò alle 13:57 del 15 agosto 1976, avendo ancora a disposizione solo il 5% del combustibile, quasi superando la fine della pista. Nonostante le proteste sovietiche, le autorità giapponesi permisero una prima analisi tecnica, quindi l’aereo fu smontato e trasportato per via aerea da un C-5 dell’USAF ( scortato da 14 caccia giapponesi ) alla base aerea di Hyakuri. I motori Tumanskij, i sistemi avionici, le caratteristiche dei metalli impiegati per la produzione di un aereo capace di operare ad alta velocità e ad alta quota furono esaminati in dettaglio da oltre 50 esperti delle forze armate giapponesi e del System Command degli Stati Uniti. Di grande interesse si dimostrarono i sistemi di contromisure elettroniche ed il radar per il controllo del tiro. Dato che l’aereo era disarmato non fu possibile controllare l’armamento impiegato in missione. Il tenente dichiarò che la velocità di un MiG-25 con il carico massimo arrivava a Mach 2,8, mentre in ricognizione disarmato poteva arrivare fino a Mach 3, ma comunque non era facile superare Mach 2,6; disse che i piloti di MiG-25 non dovevano oltrepassare Mach 2,5 senza essere autorizzati. Comunque la velocità massima del MiG-25 viene considerata Mach 2,83 in quanto velocità superiori lo rendono difficile da manovrare e compromettono i propulsori in modo grave. Il fatto portò ad un sostanziale miglioramento delle capacità difensive del Giappone, con l’aggiornamento dei radar di difesa aerea e l’acquisto degli aerei radar E-2 Hawkeye e degli F-15J Eagle.

Comparato con l’SR-71 e altri velivoli occidentali pensati per volare a Mach 3, il MiG-25 è molto maneggevole, considerando l’alta velocità, con virate che possono raggiungere punte di 4,5 g (3 g se il combustibile è più di metà serbatoio). L’aereo è costruito in nichel con poco titanio (non viene usato l’alluminio perché l’attrito dell’aria a circa Mach 3 scalderebbe il metallo fino a 300 °C, ma nemmeno l’acciaio come si pensava in Occidente).

In URSS, durante la Guerra Fredda, l’impiego operativo del comando di difesa aerea prevedeva che 2 MiG-25 fossero sempre pronti a partire rapidamente per sventare attacchi strategici e attaccare i bersagli da lungo raggio.

Il sorvolo negli anni settanta da parte di MiG-25 sovietici dello spazio aereo dell’Iran dello scià portò all’acquisto da parte dell’Iran degli F-14 Tomcat.

Tecnic

Il velivolo impiega due propulsori e dispone di due derive verticali e di un’ala alta a pianta larga. L’8% della struttura del Foxbat è costruita in titanio, mentre il restante 92% è in alluminio e acciaio. Impiegava come radar un Smerch A-1 (Foxfire nella nomenclatura NATO).

Impiego operativo

Utilizzo in Iraq

Le Forze USA scoprono un MiG-25R Foxbat B seppellito in Iraq, vicino all’aeroporto di al-Taqqadum, ad ovest di Baghdad, nel febbraio 2004.

File:Mig25 buried in iraq.jpg

Un autocarro lo traina fuori dalla tomba, si noti la mancanza delle ali.

File:Iraqi-MiG-25-in sand.jpg

Ed cco il MiG completamente estratto.

File:MiG-25 Foxbat.jpg

Nella Guerra del Golfo un MiG-25PD fu l’unico aereo iracheno ad abbattere un aereo alleato (si ritiene che distrusse un F/A-18C con un missile R-40T nella prima notte, benché vi siano prove di una probabile collisione in volo tra i due velivoli. Lanciò un missile contro un A-6 Intruder, questa volta mancando il bersaglio e sfiorò un A-7 prima di tornare illeso alla base).

Il 19 gennaio del 1991 due F-15C Eagle dell’USAF abbatterono altrettanti MiG-25P iracheni, con i missili AIM-7M Sparrow. Nei giorni successivi il MiG-25 diede pessimi risultati: solo in un’altra occasione un MiG-25, eludendo 8 F-15 in missione di superiorità aerea, riuscì a sparare 3 missili (tutti schivati) contro 2 EF-111 in supporto ad un bombardamento di F-15E e quindi a costringerli alla fuga e a tornare illeso alla base; per la mancanza del disturbo elettronico che doveva essere fornito dagli EF-111, un F-15E fu abbattuto da un SAM; ancora in un’altra occasione, verso la fine della guerra, 2 MiG-25 in volo ad est di Baghdad (dove si concentravano gli intercettori e le missioni di caccia alleate per abbattere gli aerei iracheni in fuga verso l’Iran) avvicinarono 2 F-15 sparandogli missili (tutti schivati), prima che i McDonnell Douglas F-15 Eagle potessero attaccare e quindi fuggirono schivando 2 AIM-9 e 4 AIM-7, poi nel tentativo di impedirgli il ritorno alla base, prima altri 2 poi altri 4 F-15 tentarono di abbatterli, ma i MiG-25 sfuggirono ai 4 AIM-7 e atterrarono illesi.

Nel 1992, un F-16C dell’USAF distrusse un MiG-25 iracheno con un missile AMRAAM.

All’inizio della guerra l’Iraq aveva 12 MiG-25 e 6 erano sempre operativi.

Dopo quasi 12 anni dall’Operazione Desert Storm e tre mesi prima dell’intervento che avrebbe posto fine al regime di Saddam Hussein e portato alla sua cattura, i MiG-25 iracheni segnarono ancora una volta una vittoria aria-aria su un velivolo americano: il 23 dicembre 2002, un MiG-25PD iracheno distrusse con R-60 o R-40 un ricognitore senza pilota RQ-1A Predator dell’USAF in volo nella no fly zone meridionale. Nonostante l’impresa non sia certo notevole vista la facilità del bersaglio,  (l’RQ-1, che vola a 250 km/h, contro l’intercettore più veloce del mondo, che in configurazione armata raggiunge i 2,83 Mach, equivalenti a 24 000 metri di quota a circa 3 076 km/h in aria tipo) è considerata importante perché costituisce l’unico abbattimento di un velivolo occidentale, in Iraq, dopo “Desert Storm” e prima di “Iraqi Freedom“, nonostante i numerosi tentativi da parte dei vari modelli di caccia iracheni (MiG-25 compresi) e della contraerea missilistica e convenzionale (AAA).

Versioni

  • Ye-155-P
  • Ye-155-R
  • MiG-25P Foxbat A (Perekhvatchik – intercettore) – modello base.
  • MiG-25R Foxbat B (Razvedchik – ricognitore) – ricognizione con radar Doppler.
  • MiG-25RB Foxbat B (Radioelectronnaja Borba – ECM) – ricognizione e bombardamento.
  • MiG-25RBV Foxbat B (Radioelectronnaja Borba Viraž) – ricognizione e bombardamento.
  • MiG-25BBT Foxbat B
  • MiG-25U Foxbat C (Uchebnij – addestratore) – addestramento.
  • MiG-25PU Foxbat C
  • MiG-25RU Foxbat C
  • MiG-25BR Foxbat D – nuovo modello da ricognizione
  • MiG-25RBK Foxbat D
  • MiG-25RBS Foxbat D
  • MiG-25RBSh Foxbat D
  • MiG-25RBF Foxbat D
  • MiG-25RBT Foxbat D
  • MiG-25RBN Foxbat D
  • MiG-25PD Foxbat E – modello base rinnovato con strumentazione per l’intercettazione a breve raggio.
  • MiG-25PDS Foxbat E
  • MiG-25PSL Foxbat E
  • MiG-25BM Foxbat F (Bombardirovschik Modifikatsirovannij – bombardiere modificato) – ultima versione in servizio dal 1988 con missili aria-terra AS-11.

Utilizzatori

Algeria Algeria
L’Algeria, potenziale alleato-ombra del Patto di Varsavia, ha avuto in servizio almeno diciotto MiG-25 “Foxbat-A” con compiti di intercettazione e difesa dello spazio aereo nazionale. Risulta anche la presenza di almeno quattro MiG-25 “Foxbat-B” da ricognizione, a lungo sospettati di avere piloti sovietici.
India India
 
8 MiG-25RB da ricognizione e 2 MiG-25U da addestramento importati nel 1981 dall’Unione Sovietica. I modelli intercettori non sono mai stati importati in India. Sono stati tutti messi in servizio nel 106° Squadron (trisonic squadron) che li impiegava per compiti di ricognizione insieme ai Canberra PR Mk57. Il 1º maggio 2006, sono stati ritirati gli ultimi 4 MiG-25 che rimanevano in servizio in India.
Iraq Iraq
 
Dodici MiG-25 “Foxbat-A” costituivano, dopo la guerra con l’Iran, il nerbo della forza aerea irachena, affiancando un grande numero di MiG-21 e MiG-23. Nessuno dovrebbe essere in condizioni operative: molti sono stati trovati dalle forze di occupazione americane, nascosti sotto dune di sabbia intorno agli aeroporti dello stato vicino-orientale.
Libia Libia
 
La Libia è il maggior utilizzatore di MiG-25 al di fuori del territorio dell’ex URSS e possiede ben sessanta “Foxbat-A” con compiti di intercettazione. Insieme ai MiG-23, questi hanno avuto vari incontri con i caccia dell’US Navy sui cieli del golfo della Sirte. Sarebbero poi presenti cinque velivoli in versione da ricognizione: pare che uno sia un “Foxbat-D”.
Siria Siria
 
Anche la Siria possiede un notevole numero di MiG-25: prima della guerra del Libano l’arsenale ammontava a trenta “Foxbat-A” (alcuni dei quali sono stati abbattuti dai caccia israeliani nei combattimenti sulla valle della Beqāʿ) e a un numero imprecisato di “Foxbat-B”, autori di sorvoli ad alta velocità e a bassa quota su varie località libanesi.
URSS URSS
 
Oggi Russia, Ucraina e altre ex repubbliche sovietiche. Circa 300 MiG-25 nelle versioni da intercettazione hanno prestato servizio nei reparti della difesa antiaerea sovietica nei momenti di maggiore espansione dell’arma. Numerosi erano anche i “Foxbat” da ricognizione e addestramento. Al giorno d’oggi gli apparecchi sono dispersi nelle varie repubbliche post-sovietiche, ma concentrati maggiormente presso l’aviazione della Federazione Russa.

Mikoyan-Gureviĉ MiG-25″RB” ‘Foxbat’

 Descrizione
Tipo Bombardiere e ricognitore
Equipaggio 1
Progettista URSS OKB 155 Mikoyan-Gurevich
Data primo volo 6 settembre 1964
Data entrata in servizio 1970
Dimensioni e pesi

File:MiG-25.svg

 
Lunghezza 21,55 m
Apertura alare 13,42 m
Altezza 5,5 m – 6,5 m
Superficie alare 61,88 m²
Peso a vuoto 20 750 kg
Peso max al decollo 41 200 kg
Propulsione
Motore 2 turbogetti Tumanskij R-15B-300
Spinta 10 210 kg l’uno
Prestazioni
Velocità max 2,83 Mach (più di 3 000 km/h) a 13 000 m
Autonomia 2 900 km
Tangenza 23 000 m
Armamento
Mitragliatrici nessuna armamento fisso
Bombe fino a 4 000 kg di armi
 

 

Mikoyan-Gurevich MiG-25

Descrizione
Tipo caccia intercettore
Equipaggio 1 pilota
Progettista URSS OKB 155 Mikoyan-Gurevich
Costruttore URSS Mikoyan-Gurevich
Data primo volo 6 marzo 1964
Data entrata in servizio 1970
Utilizzatore principale Russia VVS
Altri utilizzatori Algeria QJJ
Siria SAF
altri
Esemplari 1 190
 Dimensioni e pesi
 
Lunghezza 19,75 m
Apertura alare 14,01 m
Altezza 6,10 m
Superficie alare 61,40 m²
Peso a vuoto 20 000 kg
Peso max al decollo 36 720 kg
 Propulsione
Motore 2 turbogetto
Tumanskij
R-15B-300
con postbruciatore
Spinta da 73 a 100 kN
Prestazioni
Velocità max 2,83 Ma
(3 200 km/h in quota)
Velocità di salita 208 m/s
Autonomia 1 730 km
Raggio di azione 860 km
Tangenza 20 700 m
 Armamento
Missili aria aria:
4 AA-6 Acrid
Piloni 4 sub-alari

 

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Mikoyan MiG-31″ Foxhound”

File:DD-ST-89-11769.JPEGIl MiG-31 (Микояна и Гуревича МиГ-31 in caratteri cirillici, in codifica NATO “Foxhound”, un tipo di cane utilizzato per la caccia alla volpe) è un caccia intercettore ognitempo supersonico sovieticorusso realizzato per rimpiazzare il MiG-25 “Foxbat”. È l’unico aereo al mondo progettato esplicitamente per contrastare i missili da crociera. Non esiste un equivalente occidentale di questo apparecchio, che è il più pesante e veloce caccia oggi in servizio operativo.

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https://www.youtube.com/watch?v=LfthAwW1vWQStoria

WORLDS FASTEST AIRCRAFT in service today Russian Mig 31 Foxhound

Sviluppo

Il MiG-31 è costruito a Nižnij Novgorod ( in passato a Gorky ) e nacque in risposta ad una specifica del comando dell’allora difesa aerea sovietica per un intercettore ad elevate prestazioni, che offrisse maggiore flessibilità di impiego ed autonomia dalle stazioni di guida-caccia. Lo scopo era realizzare un aereo in grado di difendere lo spazio aereo dell’Unione Sovietica dalla minaccia rappresentata dai missili da crociera, sia trasportati da aerei (come il Boeing B-52), sia lanciati da sistemi terrestri o navali (in particolare i BGM-109 Tomahawk). Inoltre, il suo scopo era anche essere in grado di intercettare i bombardieri supersonici, come ad esempio i Panavia Tornado ed i B-1.

File:MiG-31 790 IAP Khotilovo airbase 2.jpgIl punto di partenza fu il MiG-25 “Foxbat”, un aereo che già aveva delle prestazioni simili a quelle richieste. Da questa base, i tecnici dell’ufficio MiG realizzarono un intercettore biposto, caratterizzato da numerose innovazioni rispetto al predecessore, in particolare motori più potenti, maggiore autonomia, una cellula rinforzata per consentire velocità supersoniche a basse quote, ed un sistema d’arma più potente.

I motori previsti per il MiG-31 aereo erano i Tumansky R-15BF-2-300 da 13.500 kgf con postbruciatore, ma visto che questi non erano stati messi a punto, furono sostituiti con i Soloviev D-30F-6 da 9.500 kg a secco e 15.500 kgf con postbruciatore. Questi motori vennero montati sul prototipo, designato MiG-25MP (poi Ye-155MP), che volò per la prima volta il 16 settembre del 1975.

File:MiG-31 gear and R-33.jpgTuttavia lo sviluppo andò avanti con estrema lentezza, tanto che entrò in servizio solo nel 1982 La versione definitiva ebbe la designazione interna di I-01, e venne prodotta in serie presso gli stabilimenti aeronautici di Nižnij Novgorod (che allora si chiamava Gorkij).

 

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https://www.youtube.com/watch?v=oeu-EP1XC-0

MIG-31 ‘Foxhound – Flight to the unknown

In occidente si venne a conoscenza del progetto grazie alle informazioni del Tenente Pilota Viktor Belenko, che disertò nel 1976. La prima foto (escluse le immagini satellitari) è del 1985, realizzata da un pilota norvegese.

La produzione totale, andata avanti a rilento dopo il 1991 e completamente cessata nel 1997, ammonta a circa 500 unità.

Impiego operativo

Il MiG-31 non è mai stato oggetto di esportazioni al di fuori dell’Unione Sovietica. Inoltre, anche dopo lo scioglimento della stessa, il suo utilizzo continua ad essere limitato a Paesi appartenenti alla CSI: la voce di un contratto del 1992 con la Repubblica Popolare Cinese (24 esemplari acquistati, più la licenza di produzione per altri 700) non è mai stata confermata, e le trattative con l’Iran per 24 esemplari non hanno avuto seguito.

Ad oggi, le uniche nazioni che utilizzano il velivolo nelle proprie forze aeree sono Russia e Kazakistan.

File:MiG-31 790 IAP Khotilovo airbase.jpgLa Russia è il principale utente di questo aereo. Infatti, risultano operativi 286 esemplari (256 nell’aviazione e 30 nella marina), aggiornati allo standard MiG-31B e MiG-31BS.

  • Aviazione di marina russa:
    • 865º Reggimento Caccia indipendente (<a title=”Aeroporto di Petropavlovsk” href=”http://it

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https://www.youtube.com/watch?v=QQ6pjReX6is

Mig-31 Foxhound  (Rare Videos)

File:MiG-31BM.1.jpg

Mikoyan MiG-31″ Foxhound”

Descrizione
Tipo caccia intercettore
Equipaggio 2
Costruttore URSS Mikoyan
Data primo volo 16 settembre 1975
Data entrata in servizio 1982
Utilizzatore principale Russia VVS
Altri utilizzatori Kazakistan KADF
Esemplari 500
Costo unitario 60 milioni US$
Sviluppato dal MiG-25

Dimensioni e pesi

File:MiG-31.svg

Lunghezza 22,69 m
Apertura alare 13,46 m
Altezza 6,15 m
Superficie alare 61,6 m²
Peso a vuoto 21 820 kg
Peso carico 41 000 kg
Peso max al decollo 46 200 kg
Propulsione
Motore 2 turboventola
Aviadvigatel’ Solov’ëv
D-30F6
con postbruciatore
Spinta da 93 a 152 kN ciascuno
Prestazioni
Velocità max 2,83 Ma
(3 000 km/h in quota)
Velocità di salita 208 m/s
Autonomia 3 300 km
Raggio di azione 720 km
Tangenza 20 600 m
Armamento
Cannoni 1 GSh-6-23 da 23 mm
Missili aria aria:
4 AA-6 Acrid
4 AA-8 Aphid
4 AA-9 Amos
4 AA-11 Archer
4 AA-12 Adder
6 AA-13 Arrow
aria superficie:
AS-11 Kilter
AS-17 Krypton
Piloni 4 sub-alari
4 sotto la fusoliera

 

Fonti:

http://it.wikipedia.org

www.youtube.com


9 Gennaio 2014

Ha iniziato a volare con Delta Airlines e con la compagnia Usa ha terminato la sua carriera. Il McDonnell Douglas DC-9, uno degli aerei più noti e diffusi, ha compiuto il suo volo finale da Minneapolis ad Atlanta. Va in pensione così il bireattore più famoso del mondo, contraddistinto da un’inconfondibile linea, con le ali a “delta” molto arretrate, quasi a ridosso degli impennaggi di coda, dove spiccavano, caratteristici, i due  turbofan posti nei pressi del cono di coda ai lati del timone e non alloggiati, sostenuti da gondole, sotto le ali come in tanti altri jet, uno fra tutti il mitico Boeing 737, ancora in servizio e costantemente aggiornato, o gli Airbus 319/320. A dire il vero il DC-9 era molto simile Caravelle SE 210 della francese Sud Aviation, bireattore della prima generazione dei jet per l’aviazione civile nato nel 1955, ma in realtà la casa americana aveva collaborato con l’azienda transalpina e il DC-9 nacque esattamente dieci anni dopo, nel 1965, quando ormai i rapporti tra le due aziende si erano interrotti.

Delta lo ha dismesso per ultima, visto che altre compagnie lo avevo ritirato dal servizio già all’inizio degli anni Novanta, rimpiazzandolo con i suoi successori MD-80 e 90, che mantenevano, migliorando, il design del DC-9, e del Boeing 717 (anch’esso fuori produzione) nato a seguito della fusone tra McDonnell Douglas e Boeing avvenuta nel 1997. Il DC-9 è stato costruito in 976 esemplari e Alitalia fu tra le compagnie di bandiera che lo scelsero. 

Il DC-9 venne costruito in 5 serie (10, 20, 30, 40 e 50), l’ultimo fu consegnato nel 1982. Era lungo originariamente 31,82 metri e esibiva un’apertura alare di 27,25 metri, ma a partire dalla serie 30 il bireattore fu progessivamente allungato e arrivò ad ospitare fino a 139 passeggeri mentre il raggio di azione si aggirava intorno ai 2.600 chilometri

Fu coinvolto in 117 incidenti e fra questi la memoria va subito alla tragedia di Ustica del volo Itavia 870 del 27 giugno del 1980 costato la vita a 81 persone in una delle vicende più torbide, intricate e mai chiarite della storia di Italia. Dieci anni dopo, il 14 novembre del 1990, un DC-9 Alitalia, AZ 404, si schiantò nei pressi dell’aeroporto di Zurigo. 

Fonte: www.ilsole24ore.com


8 Gennaio 2014

Oggi pomeriggio alle 14,40 il cielo sopra  Novi di Modena (MO) e stato sorvolato alla quota di 31000 FT ( 10200 mt +/-)
da ” niente popò di meno che” da un Antonov An-124Ruslan” (e in codice NATOCondor“)  UR-82029 ( c/n 19530502630 / 02-10 ex CCCP- 82029 ) della compagnia di trasporti cargo  Antonov Airlines Volo ABD532F  .

Si tratta di un enorme aereo cargo di costruzione Ex Sovietica utilizzato dalla Antonov Airlines per “trasporti  eccezionali” in tutto il mondo.

Fonte: www.flightradar24.com


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