2016 Novembre

Tutte le news dall’Aeroclub di Modena

13 Novembre 2016

ANA lancerà voli diretti tra l’aeroporto Narita di Tokyo e Mexico City, a partire dal 15 febbraio 2017. ANA diventerà la prima compagnia aerea ad operare voli diretti giornalieri tra il Giappone e il Messico.

 

 

 

ana_logoCittà del Messico rappresenta la 42° destinazione nel network internazionale di ANA. La nuova rotta è anche il più lungo volo di ANA e sarà operata con un Boeing 787-8 Dreamliner, per garantire una confortevole esperienza in volo a tutti i passeggeri.

Il Messico ha firmato accordi di libero scambio con più di 40 paesi in tutto il mondo, tra cui il Giappone e gli Stati Uniti, e sta guadagnando sempre più attenzione.

Siamo orgogliosi di essere la prima compagnia aerea ad operare voli diretti giornalieri tra il Giappone e il Messico, per servire al meglio la domanda business e leisure in crescita tra i due paesi”, ha detto Osamu Shinobe, ANA CEO and President.

Ci auguriamo che il nostro volo contribuirà anche ad una relazione bilaterale più stretta”.
(Ufficio Stampa All Nippon Airways)

 

FONTE: www.md80.it/


13 Novembre 2016

L’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile informa che dal 15 al 24 novembre 2016 l’Aeroporto di Pescara resterà temporaneamente chiuso per consentire l’esecuzione di lavori di riqualifica e di manutenzione della pista di volo.

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In particolare, i lavori riguarderanno il rifacimento della pavimentazione bituminosa della pista di volo, della via di rullaggio, dei raccordi e la riqualificazione superficiale di pavimentazione (in calcestruzzo) per circa 11.000 metri quadrati.

 

L’ammontare totale degli interventi è di circa 4,4 milioni di Euro. Tali opere sono ricomprese in una specifica convenzione sottoscritta tra l’ENAC, la Regione Abruzzo e la società di gestione SAGA S.p.A.

Le compagnie aeree operative sullo scalo di Pescara hanno già riprogrammato la propria attività in base al periodo di chiusura.

Per ulteriori informazioni in merito alla programmazione dei voli, l’ENAC invita i passeggeri interessati a contattare preventivamente le compagnie aeree di riferimento e la società di gestione SAGA S.p.A.

(Ufficio Stampa ENAC)

FONTE: www.md80.it/


13 Novembre 2016

I piloti con diabete trattato con insulina e ben controllato possono volare, pur seguendo un rigido protocollo di controlli.

L’ok ai voli però c’è solo in Canada, Regno Unito e Irlanda. In Italia medici disponibili al confronto

di Elena Meli

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Il diabete non può e non deve essere più una malattia che limiti le possibilità lavorative dei pazienti, neppure nel caso di impieghi molto delicati come il pilota di voli di linea: lo dimostrano i dati di uno studio inglese secondo cui i piloti con un diabete sotto controllo e in trattamento con insulina non mettono a rischio se stessi né i passeggeri, perché i livelli di glicemia sono praticamente sempre nel giusto intervallo e non c’è un’alta probabilità di crisi ipo- o iperglicemiche se il monitoraggio è rigido prima e durante il volo.

 

Anche la Società Italiana di Diabetologia apre al confronto e ipotizza protocolli di monitoraggio glicemico specifici per questi lavoratori, anche grazie alla collaborazione con l’Ente Nazionale Aviazione Civile (ENAC).

Studio sui piloti
Fino al 2012 soltanto il Canada consentiva ai pazienti con diabete di tipo 1 di avere accesso alla licenza per pilotare voli di linea; oggi anche Regno Unito e Irlanda lo permettono e oltremanica esiste la più ampia “flotta” di piloti diabetici al mondo, per questo il Royal Surrey County Hospital e la UK Civil Aviation Authority all’aeroporto londinese di Gatwick hanno deciso di avviare uno studio di valutazione approfondita delle condizioni di questi lavoratori, per capire se il programma attuale (molto severo) di controllo e monitoraggio, prima e durante i voli, sia sufficiente a garantire la sicurezza di piloti e passeggeri.

Con il consenso dei partecipanti i ricercatori hanno raccolto numerosi dati circa la storia clinica e le condizioni dei 26 piloti in attività nel Regno Unito, registrando poco meno di 9000 valori di glicemia durante monitoraggi eseguiti in circa 4900 ore di volo. «Nei voli di medio e corto raggio il 96 per cento delle letture della glicemia era nella norma, nei voli a lungo raggio ben il 97 per cento – spiega Julia Hine, coordinatrice dell’indagine –.

Appena lo 0.2 per cento dei monitoraggi è rientrato nella fascia rossa di pericolo, anche se poi durante tutte le ore analizzate i piloti non hanno mai avuto problemi correlati a ipo- o iperglicemie. Il protocollo di monitoraggio in uso in Regno Unito e Irlanda pare perciò sufficiente a garantire la sicurezza dei lavoratori, che mostrano di non aver subito alcun peggioramento nel controllo della malattia correlato al loro impiego».

In Italia
Un protocollo di valutazione rigido è necessario per la tipologia di lavoro del pilota, che comporta lo squilibrio dei ritmi biologici e in particolare dei tempi di assunzione dei pasti, soprattutto quando si attraversano i fusi orari: anche per questo i piloti devono dimostrare di avere un ottimo controllo glicemico e i monitoraggi frequenti in cabina di pilotaggio con un glucometro sono indispensabili, perché consentono di individuare eventuali squilibri nella glicemia per porvi immediatamente rimedio.

Anche in Italia il dibattito è aperto e la SID si è espressa a favore della possibilità di dare un Certificato Medico di Classe 1 per la Licenza di Pilota Commerciale (quello che appunto consente di pilotare voli di linea) a chi soffre di diabete. «Il protocollo inglese sembra funzionare molto bene, dall’altro lato dell’oceano l’American Diabetes Association suggerisce di valutare caso per caso i diabetici per determinare se siano o meno idonei a svolgere determinate attività.

L’attuale normativa italiana non consente la concessione della licenza a piloti di linea con diabete in trattamento con insulina o farmaci orali che possano causare ipoglicemie – ricorda il professor Giorgio Sesti, presidente della Società Italiana di Diabetologia –.

La restrizione è dettata da logiche motivazioni di buonsenso, ma i progressi del trattamento del diabete con nuovi farmaci che non causano ipoglicemie e con insuline sempre più intelligenti che riducono i rischi d’ipoglicemia aprono alla possibilità che questa patologia possa essere trattata in assoluta sicurezza anche con insulina.

Lo studio sui piloti inglesi con diabete insulino-trattato dimostra che è possibile pilotare aerei su rotte commerciali in piena sicurezza attraverso un attento monitoraggio della glicemia e un protocollo terapeutico rigoroso.

La SID è disponibile a collaborare con le autorità regolatorie italiane per approfondire la tematica e sviluppare protocolli per il trattamento e il monitoraggio della terapia».

FONTE: /www.corriere.it/

 


13 Novembre 2016

La Cina acquisterà seimila aerei per 869 miliardi entro il 2035

Airbus Group ha rivisto al rialzo le sue previsioni per la Cina. E ha affermato che l’ex Impero di Mezzo diventerà il primo mercato mondiale per l’industria aeronautica.

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di Angelica Ratti

I costruttori di aeromobili vedono il paese asiatico come il loro nuovo Eldorado. Secondo gli esperti di Airbus i cinesi acquisteranno 5.970 apparecchi per un valore totale di circa 869 miliardi di euro (945 miliardi di dollari) entro il 2035.

Il costruttore europeo, che ha venduto 158 aerei in Cina nel 2015, aveva previsto all’epoca che i cinesi avrebbero acquistato 5.470 apparecchi nei prossimi venti anni. Questa cifra è stata rivista al rialzo e costituisce più della metà dei 10 mila aeromobili consegnati da Airbus in 42 anni.

Il traffico passeggeri nella Cina continentale è quadruplicato negli ultimi 10 anni. «Il paese diventerà il mercato leader del trasporto aereo» ha specificato a Le Figaro John Leahy, direttore commerciale di Airbus. «Nei prossimi vent’anni la domanda più consistente di aeromobili arriverà dalla Cina».

La grande potenza economica mondiale per il momento è il secondo mercato mondiale per gli aeromobili civili, dietro gli Stati Uniti. Le sue tre più grandi compagnie aeree (Air China, China Southern, China Eastern) sono classificate tra le maggiori del mondo quanto a numero di passeggeri trasportati.

Il costruttore cinese Comac stima che il mercato locale dell’aviazione civile crescerà del 6,1% l’anno nel periodo 2016-2030.

E prevede che le compagnie aeree cinesi acquisteranno 6.865 nuovi apparecchi per un valore di 845 miliardi di euro. Cifre diverse da quelle di Airbus.

La battaglia commerciale si annuncia piuttosto aspra sul mercato degli aerei a corto raggio che saranno quelli più venduti, con 4.230 apparecchi. Airbus, con il suo A320, dovrà vedersela con il 737 dell’americana Boeing.

Dovrà anche combattere contro il cinese Comac che sta lavorando su un proprio aeromobile, il C919, presentato al pubblico un anno fa, durante una manifestazione a Shanghai.

Il programma dell’aereo C919 ha accumulato un notevole ritardo negli ultimi quattro anni, ma Comac conta di poter effettuare il primo volo di prova nei prossimi mesi, prima del lancio vero e proprio sul mercato previsto nel 2018.

Il primo cliente del C919 sarà la compagnia China Eastern Airlines. Intanto, Comac ha consegnato a gennaio a Chengdu Airlines il suo primo aereo da trasporto regionale, l’Arj-21, in ritardo di una decina d’anni sul programma.

FONTE: www.italiaoggi.it/


11 Novembre 2016

Ryanair, più voli da Bologna e nuove rotte verso Portogallo e Olanda.

Presentata la programmazione dal Marconi: novità sia per i collegamenti in programma per l’inverno, che per le rotte della prossima estate.

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La compagnia festeggia con offerte a partire da €9,99
Ryanair ha lanciato oggi la programmazione invernale dall’aeroporto Marconi di Bologna che include 4 nuovi collegamenti per Atene (4 a settimana), Dublino (2 a settimana), Edimburgo (2 a settimana) e Malaga (2 a settimana), per un totale di 29 rotte .

Novità anche per la programmazione estiva che vede l’introduzione di due nuove rotte: Bologna – Lisbona (3 voli a settimana) e Bologna – Eindhoven (3 voli a settimana), entrambe già disponibili per prenotazioni sul sito Ryanair.com.

Per celebrare l’inizio della programmazione invernale da Bologna e le nuove rotte estive per Lisbona e per Eindhoven, è stata lanciata una speciale offerta con tariffa a partire da €9,99 disponibile su numerose rotte del network di Ryanair dallo scalo bolognese, e prenotabile su www.ryanair.com.

Fonte:www.bolognatoday.it/


11 Novembre 2016

Tragedia di Premana, l’inchiesta dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo punta anche il dito contro l’Aero club di Como.

 

Lecco, 11 novembre 2016 – Una virata di 180 gradi a bassa velocità che ha determinato lo stallo dell’aeromobile.

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La perdita di quota e l’impatto dell’ala sinistra con un abete. La collisione con la parete rocciosa con il velivolo che precipita a fondo valle e si incendia portandosi via i tre occupanti.

È la ricostruzione che l’Asnv fa degli ultimi istanti del volo del Cessna 172 idro che alle 9.20 del 9 giugno 2014 decolla dall’Aero club di Como e che venticinque minuti dopo si schianta causando la morte dell’esperto pilota P. B., 33 anni di Como, e i due passeggeri F. G. (72) e A. C. (68), marito e moglie di Abbadia che stavano godendosi dall’alto Premana e le sue montagne, regalo dei figli per la fresca pensione di papà.

L’inchiesta dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo è arrivata a chiarire alcuni aspetti fondamentali sulla tragedia. Cominciando con l’escludere alcuna avaria.

E poi che l’idrovolante «volasse a una quota molto bassa», come confermato da tutti i testimoni comparsi nella relazione. Dalla ricostruzione risulta che il Cessna 172 partito da Como e salito fino a Bellagio sia «entrato nella Valvarrone direttamente dal paese di Dervio, transitando in prossimità di Sueglio, Introzzo e della casa di feldspato di Tremenico».

L’idrovolante passa a fianco di Premana a una quota di circa 950 metri, ovvero 50 in meno dell’altitudine del «paese dei coltelli» dove F. era nato. Nella relazione si legge che il pilota poi «virava verso est seguendo la Valvarrone con l’intenzione di dirigersi verso il Pizzo dei Tre Signori, una delle località richieste dal figlio che aveva contattato l’Aero club».

Nella valle dei Forni (uno dei 12 alpeggi di Premana) «il terreno sale rapidamente fino a superare i 2100 metri in meno di sei chilometri» e soprattutto «si restringe togliendo la possibilità di garantire una via discampo».

Cosa succede allora? «Il pilota si è probabilmente accorto che la potenza disponibile del motore (anche per via della giornata caldissima con i suoi 30 gradi, 7-8 gradi superiore alle medie stagionali, ndr) non equivaleva a quella necessaria per la prosecuzione». P. B. capisce di essere in trappola e tenta un’ultima, disperata virata. Che non riesce.

Errore umano sì ma anche «inadeguata pianificazione del volo» da parte dell’Aero club di Como che non era in possesso del Coa (Certificato di operatore aereo) richiesto dall’Enac (Ente nazionale aviazione civile) per i cosidetti «voli di propaganda».

Tant’è che nell’inchiesta penale il gup si è opposto all’archiviazione avanzata dal pm Cinzia Citterio e anzi ha iscritto nel registro degli indagati proprio G. P., presidente dell’idroscalo comasco.

Fonte: www.ilgiorno.it/


11 Novembre 2016

L’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (ANSV), in coordinamento con l’ECAC (European Civil Aviation Conference) e con Leonardo, attraverso la sua divisione Elicotteri, ha ospitato il 45° meeting del Gruppo di esperti dell’ECAC sulle investigazioni degli incidenti e degli inconvenienti aeronautici.

 

L’evento si è tenuto nei giorni 9 e 10 novembre presso la sala conferenze della sede di Vergiate della Divisione elicotteri di Leonardo Finmeccanica.

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Il 45° meeting, infatti, era incentrato sulla sicurezza del volo nel campo elicotteristico ed ha approfondito sia aspetti tecnico-operativi, sia aspetti correlati alle inchieste di sicurezza.

Al meeting hanno partecipato circa 50 persone, in rappresentanza delle autorità investigative per la sicurezza dell’aviazione civile, delle istituzioni aeronautiche, nonché dell’industria aeronautica.

ansvL’ANSV, in particolare, ha tenuto una relazione sull’attività svolta nell’ambito del readout del registratore di volo Multi-Purpose Flight Recorder (MPFR), di nuova concezione tecnologica. I partecipanti, a conclusione dei lavori, hanno potuto visitare alcuni stabilimenti di Leonardo divisione elicotteri.

Fondata nel 1955 come organizzazione intergovernativa, l’ECAC mira ad armonizzare le politiche nel settore dell’aviazione civile e le pratiche operative a livello dei suoi Stati membri, promuovendo, parallelamente, la comprensione delle politiche in materia tra gli stessi suoi Stati membri ed il resto del mondo.

In particolare, la missione dell’ECAC consiste nella promozione di un sistema europeo di trasporto aereo sicuro, efficiente e sostenibile. Dell’ECAC fanno attualmente parte 44 Stati.

(Ufficio Stampa ANSV)

Fonte: www.md80.it/


11 Novembre 2016

In tema di sistemi autonomi di guida il comparto aereo può insegnare diverse best practice, perché l’aviazione ha già affrontato i rischi realizzativi e quelli legati ad attacchi informatici mirati. Nell’automotive invece, le prime implementazioni sono state funestate da incidenti di malfunzionamento.

Esistono studi specifici per una progettazione più sicura, comprensiva del contrasto al rischio cyber, ma per entrambe i mercati resta cruciale la formazione specifica del personale e delle persone, per evitare il “paradosso dell’automazione” e gli incidenti di sicurezza informatica.

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Qualunque sistema automatico di guida nel settore aereo, e più recentemente nel settore automobilistico, presenta rischi di sicurezza di realizzazione tecnica ed anche di cybersecuritylegati alla componente digitale e di connessione alla rete.

Tuttavia nel settore aeronautico la pluriennale esperienza ha permesso di capire, circoscrivere e gestire i rischi connessi. Nel comparto automobilistico invece, i recenti incidenti hanno richiesto interventi mirati ad acquisire abilità specialistiche sui sistemi a guida automatica, tanto che alcuni esperti del settore aereo sono stati chiamati a lavorare nel settore automotive.

Un problema di sicurezza informatica?
Non ci sono solo le inchieste per danni accidentali a preoccupare le autorità federali americane di regolamentazione e i legislatori, ma anche eventuali attacchi intenzionali da parte di hacker a danno dei veicoli che sfruttando il collegamento internet possono compromettere i componenti digitali di controllo frenata e di guida.

Il comparto aereo ha già affrontato questo tipo di rischio grazie ad alcuni ricercatori di sicurezza.

Nel 2013 l’informatico tedesco Hugo Teso ha dimostrato nel corso di una conferenza come fosse possibile intercettare il traffico dati aereo in termini di comunicazioni alterando i valori di quota, velocità, numero di aerei intorno all’aeromobile, attivare o disattivare il pilota automatico, operare sui motori, restando tranquillamente seduto sul divano di casa e utilizzando un app su sistema operativo Android come telecomando.
Il suo risultato era basato su un laboratorio di simulazione costruito con un budget ridotto e con apparati reperibili sul mercato. Nello stesso anno Hugo ha collaborato con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) per aiutare nella risoluzione delle falle trovate.

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Tuttavia sia la Federal Aviation Administration (FAA) e sia l’European Aviation Safety Agency (EASA), che si occupano della sicurezza del volo negli Stati Uniti e in Europea, hanno sostenuto che il test di Hugo ha validità limitata, perché effettuato con un simulatore.

A loro parere il metodo dell’informatico tedesco non avrebbe avuto gli stessi risultati se fosse stati impiegati componenti software e hardware certificati per il volo.

E non solo. Nel luglio 2015 il ricercatore Chris Roberts è stato arrestato da agenti del FBI dopo alcuni suoi tweet in cui si vantava di aver attaccato un volo (tramite i suoi sistemi IFE di bordo) e aver modificato la spinta del motore.

In termini pratici in relazione alla sensibilizzazione su questi rischi, già dal dicembre 2014 le principali organizzazioni internazionali in fatto di aviazione (ICAO, IATA, Aci 47, CANSO e ICCAIA) avevano firmato un piano d’azione per la sicurezza cibernetica nel settore (Civil Aviation Cyber Security Action Plan) a coordinamento delle rispettive azioni in contrasto alla minaccia cibernetica.

Ma a livello più formale, è l’America ad aver agito in modo specifico ad aprile di quest’anno con il Cybersecurity AIR act, introdotto dal senatore Ed Markey per migliorare la resilienza degli aeromobili.

Nella legge, in particolare, si richiede alla FAA di sviluppare linee guida di sicurezza informatica per l’industria aeronautica e anche richiedendo le compagnie aeree di riferire attacchi informatici al governo.

Contromisure del settore automobilistico e del settore aereo
Sul fronte automotive ad oggi esistono linee guida di progettazione di apparati Cyberphysical per la necessaria integrazione fra componenti digitali e meccanici, come quelli resi disponibili da McAfee sulla sicurezza dei sistemi automatizzati.

Anche l’istituzione per l’ingegneria e la tecnologia inglese (Institution of Engineering and technology, IET) ha emesso un report sui rischi specifici dei veicoli connessi enfatizzando le responsabilità dei produttori ma anche degli utenti.

Proprio l’accento sul fattore umano è l’elemento cruciale, tanto nel comparto aereo quanto in quello dell’automotive.

L’avanzamento tecnologico deve andare di pari passo alla formazione e al training del personale e dell’utenza che si serve di determinati sistemi per evitare il cosiddetto “paradosso dell’automazione”.

Applicabile ad ogni ambito dell’umano campo d’azione, il paradosso si verifica quando introducendo tecnologia automatizzata, si osserva una significativa diminuzione degli skill dell’operatore umano. S

i pensi alla diminuita capacità di fare calcoli potendo avvalersi di una calcolatrice o la minore capacità di memorizzazione dei numeri di telefono considerando la rubrica digitale del cellulare.

Nel comparto aereo si sono già verificati esempi di incidenti occorsi in funzione di questo paradosso. Nel 2009 il volo Air France 447 precipitò nell’oceano Atlantico causando la morte dei 216 passeggeri e 12 membri dell’equipaggio a bordo.

Le successive indagini del Bureau d’Enquêtes et d’Analyses pour la sécurité de l’aviation civile, (BEA, l’agenzia francese preposta ad indagare sugli incidenti aerei) hanno dimostrato che parte dell’equipaggio non era stato addestrato a pilotare l’aereo «in modalità manuale o di riconoscere tempestivamente e rispondere a un malfunzionamento del sensore di velocità ad alta quota», un requisito non standard al momento dell’incidente.

La relazione finale ha poi spiegato che i guasti tecnici che hanno indotto i piloti a disabilitare il pilota automatico, causarono lo stallo che non fu compreso e recuperato da parte dell’equipaggio in cabina.

In termini di contromisura a qualsiasi rischio di hijacking digitale o fisico dell’aereo, motivato da terrorismo o da altre finalità, nel 2006 la Boeing adottò con brevetto il Boeing Honeywell ‘Uninterruptible’ Autopilot System progettato per prendere il controllo del volo e successivamente lo introdusse nei voli commerciali.

Da allora, l’unico incidente potenzialmente riconducibile è stato quello occorso al volo Malaysian Airlines MH370 inabissatosi da qualche parte nell’oceano Indiano.

L’incidente ha fatto proliferare numerose teorie fra cui anche il dirottamento mediante controllo remoto del dispositivo di sicurezza di autopilotaggio della Boeing. Ma non ci sono evidenze certe di questa ipotesi.

Da questi eventi si può trarre un insegnamento importante: la formazione del personale l’istruzione dell’utente medio che si appresta ad utilizzare un veicolo dotato di sistemi avanzati di autoguida, deve essere una parte significativa e cruciale del processo di adozione delle nuove tecnologie.

L’utilizzo improprio, o non pienamente conscio delle conseguenze, tanto dei sistemi automatizzati, quanto di quelli connessi in rete, può determinare fatti incresciosi e accidentali.

Si auspica quindi l’adozione di tecnologie digitali e automatizzate di pari passo ad una legislazione che obblighi ad una formazione mirata e certificata introducendo elementi specifici per il rilascio della patente come avviene nel processo di rilascio del brevetto di volo.

Fonte: www.flyorbitnews.com/


11 Novembre 2016

Nella serata di oggi, una bimba di appena due anni in imminente pericolo di vita è stata trasportata d’urgenza da Cagliari a Roma con un jet Falcon 50 dell’Aeronautica Militare.

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Il velivolo militare, uno degli assetti dell’Aeronautica Militare in servizio d’allarme 24 ore su 24 per questo genere di necessità, su ordine della Sala Situazioni di Vertice dell’AM è decollato alle ore 20.00 circa dall’aeroporto di Ciampino alla volta dell’aeroporto di Cagliari Elmas.

10 Novembre

Una volta completato l’imbarco della piccola paziente, accompagnata dai genitori e da un’equipe medica per l’assistenza durante il volo, l’aereo è ripartito alle ore 21.50 alla volta di Roma Ciampino, da dove la bambina è stata trasportata in ambulanza all’ospedale “Bambino Gesù” di Roma.

Il trasporto d’urgenza, come accade in questi casi, è stato richiesto dalla Prefettura di competenza, attivata dall’ospedale “G. Brotzu” di Cagliari a causa della serietà delle condizioni della bambina.

Missioni di questo tipo necessitano della massima tempestività e l’Aeronautica Militare, attraverso i suoi reparti di volo, mette a disposizione mezzi ed equipaggi pronti a decollare 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno, senza soluzione di continuità e in grado di operare in qualsiasi condizione meteorologica.

Sono centinaia gli interventi di questo tipo ogni anno da parte dei velivoli dell’Aeronautica Militare, mezzi sempre pronti al decollo e che hanno la capacità di imbarcare equipe ed apparecchiature mediche e sanitarie specifiche, come ad esempio le culle termiche, o addirittura l’ambulanza con il paziente a bordo, come nel caso dei velivoli della 46^ Brigata Aerea di Pisa.

Fonte: www.ilvolo.it/


10 Novembre 2016

Quest’uomo a bordo di un velivolo dà prova di cosa vuol dire tenere i nervi saldi anche nelle situazioni di pericolo: durante un’uscita l’elica frontale si stacca, impedendo il pieno controllo del mezzo: chiunque sarebbe andato nel panico ma lui mantiene la calma e cerca di fare il possibile per un atterraggio di emergenza.

 

Contro ogni aspettativa torna a terra sano e salvo incredulo di quello che è appena accaduto…

Fonte:Alessandro Vatalakis


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